martedì 4 dicembre 2007

Questione D7, verso la clausola risolutiva del contratto con Itaca spa


P O L I C O R O. Ha le idee chiare il commissario prefettizio Mariarita Iaculli sulla “Questione D7”, il comparto turistico di 21 ettari ceduto dal Comune alla Itaca spa il 31 marzo 2003. Un investimento da centinaia di milioni di euro che ha tenuto con il fiato sospeso, per il da farsi, più di un’Amministrazione comunale compresa l’ultima, quella guidata da Serafino Di Sanza (Unione), durata un anno e quattro mesi. E c'è chi dice che proprio le divisioni interne sul “cosa fare” per questo comparto turistico e dei rapporti con la società aggiudicataria (a cui si addebita il mancato rispetto di alcuni termini contrattuali) siano stati tra i motivi del naufragio in porto dell’e s e c u t ivo. Nella “questione”, tra l’altro, si sono inserite anche le famiglie di agricoltori che dall’epoca della Riforma agraria avevano condotto quei terreni rivendicando i propri diritti. Il vice prefetto Iaculli, tuttavia, nominato commissario il 3 ottobre scorso, non ha perso tempo: «Ho dato avvio al procedimento di applicazione della clausola risolutiva del contratto con Itaca in conformità al parere espresso dal Comitato regionale di controllo, di cui facevo parte. Sono arrivata, perciò, con un piccolo bagaglio di conoscenza in merito. Ci sono, però, pareri conformi a quello del Coreco anche di un avvocato investito del problema dalla precedente amministrazione (l'avv. Agostino Meale, ndr) e del legale del Comune. Pertanto, gli uffici hanno comunicato l’avvio del procedimento alle parti interessate. Ovviamente, mi ha fatto avere loro memorie e deduzioni. Mi riservo di valutarle prima di decidere definitivamente alla luce della normativa vigente». Il commissario prefettizio ha precisato che deciderà nel termine di non più dieci giorni. È chiaro, a questo punto, che risalta subito evidente che là dove una amministrazione democraticamente eletta dai cittadini non abbia saputo, o voluto, decidere per 16 lunghi mesi, un commissario abbia deciso in poco più di 30 giorni. «Io non faccio alcuna riflessione in merito. Appena arrivata ho esaminato i problemi che sembravano più urgenti ed ho adottato soluzioni per quanto possibili e praticabili». Non sarà che i commissari applichino tout court la legge mentre i politici debbono lavorare sui problemi, mediare, confrontarsi, prima di decidere? Iaculli: «Il commissario decide più facilmente quanto meno perché non deve passare tramite un Consiglio comunale in cui ci sono persone che esprimono pareri l’uno, magari, discordante dall’altro. Il commissario, però, va negli enti nel segno della continuità per evitare interruzioni nella gestione degli stessi». Ma cosa accadrà nel caso la decisione, fra10 giorni, sia quella di applicare la clausola risolutiva al contratto con Itaca? «Non corriamo... Se, tuttavia, il Comune procederà alla revoca, sicuramente dovrà affrontare un giudizio come preannunciato dall’avvocato della spa interessata. Naturalmente, ciascuno può ricorrere all’autorità giudiziaria per la salvaguardia dei propri diritti.

Dalla gazzetta del Mez. F. Mele


Baiocco: «Ma noi certo non rinunceremo ad un investimento di circa cento milioni di euro»

imprenditore di Civitanova Marche e presidente di Itaca spa, sul da farsi nella “questione D7”. E ciò nel caso il Comune di Policoro applicasse la clausola risolutiva del contratto di cessione dei 21 ettari di aree turistiche alla sua società. «Abbiamo notificato il 30 novembre un atto del nostro legale in cui ci opponiamo alla revoca. Io sono qui perché sono convinto che la coscienza di un imprenditore può andare oltre la normativa. Una vertenza legale può far male a tutti». Baiocco, quindi, ha già prefigurato quella che sarà la decisione del commissario Iaculli: applicazione della clausola risolutiva del contratto. Non vuole, però, demordere: «Noi siamo qui da 30 anni. Eravamo in possesso di aree del Bosco Pantano cedute al Wwf. Noi accettammo gli impegni di permuta. Sino all’avvio della D7. Il commissario deve sapere di questi antefatti». Ma Itaca non è responsabile di non aver ottemperato ad alcune importanti scadenze contrattuali? «No. Noi abbiamo pagato tutto quanto sino all’ultima cifra con gli interessi legali sui ritardi. Siamo in regola con tutto. È chiaro che non rinunciamo ad un investimento da circa 100 milioni di euro