lunedì 31 marzo 2008

Come spendere il tesoretto nucleare?

F. Mele ( Gazz.Mezz.) R OTO N D E L L A . Lo chiamano “t e s o re t t o nu cl e a re ” ma si tratta del fondo di compensazione ambientale destinato dalla “Le gge Scanzano” ai Comuni ed alle Province nel cui territorio ci sono siti atomici. Come il Comune di Rotondella e la Provincia di Matera che hanno nei loro confini l’Itrec della Trisaia. Così, a giorni sarà accreditata nelle casse dei due enti la somma di 2.842.000,00 euro erogata dallo Stato per il triennio 2004/2005/2006. Ed a breve sarà determinato anche l’importo per il 2007. Ma, come spendere il “t e s o re t t o ”? Il dibattito nel centro del Metapontino è ancora agli inizi. «Non dobbiamo
sprecare questa risorsa - ha dichiarato l’assessore al bilancio Francesco Dilorenzo. Abbiamo la possibilità di dare nuovo impulso allo sviluppo dopo il nostro inesorabile decremento demografico che, cominciato dagli anni 60, ancora non accenna ad arrestarsi. E non è superfluo ricordare che il decremento demografico di una comunità comporta di conseguenza un impoverimento di tutti i suoi indicatori sociali, economici e produttivi». Ma come invertire la tendenza? Il nostro interlocutore ha indicato una direzione precisa: «Rotondella è l'unico comune del Metapontino, al contrario di Nova Siri, Policoro, Scanzano
Jonico, Bernalda-Metaponto e Pisticci che non ha avuto uno sviluppo urbano nel tratto di territorio che va dalla statale 106 al mare » . C’è, però, da superare un problema: «Tale territorio - ha spiegato Dilorenzo - è di proprietà di soli due imprenditori che, forse anche in assenza di precise volontà politiche di indirizzo, non hanno mai dato inizio ad una attività di sviluppo urbano e turistico. Oggi, però, è possibile pensare ad una riprogrammazione concreta dell’area in virtù della disponibilità del “t e s o re t t o ”. L’ente potrà far valere la sua forza economica (seppur esigua rispetto a grossi programmi di investimento, ma certamente non insignificante) sia con i Ministeri interessati e la Regione, per adeguati accordi di programma, sia con i privati, laddove la volontà e l’indirizzo di sviluppo non fossero rivolti nella stessa direzione». Non si è sbilanciato, invece, sulla destinazione dei 2.842.000,00 euro il sindaco Vi t o Ag resti (Uniti per Rotondella) che ha preferito, per ora, mantenersi sulle linee generali. «Stiamo lavorando a 360 gradi - ha dichiarato a proposito al nostro giornale. Abbiamo già incontrato le categorie produttive ed anche i residenti di Rotondella Due per discutere dell’impiego di questa somma. All’interno della Giunta municipale, altresì, siamo tutti d’accordo sull'impostazione da dare alle modalità su come effettuare questo investimento. E siamo pronti ad aprire il confronto anche con l’opposizione (Unione, ndr) sempre che si sieda attorno al tavolo. Una cosa è certa: noi non faremo clientelismo con i fondi di compensazione ambientale ma li utilizzeremo per recuperare quel ritardo determinato dalla presenza dell’I t re c
Proposta accettata anche dal territorio
Una proposta su come impegnare parte delle somme destinate dalla “Legge Scanzano” alla Provincia è arrivata dal territorio. Proposta formulata da Ottavio Frammar tino, candidato sindaco di Policoro per la Sinistra Arcobaleno, ed elaborata da Vincenzo Montagna, già consigliere regionale del Pci. «Si tratta d’impe gnare 200mila euro del “t e s o re t t o ” - hanno spiegato Frammartino e Montagna - per un censimento su tumori e leucemie nei comuni vicini al centro Itrec. Inizialmente, l’inda gine può essere limitata ai paesi che ricadono entro 20 km di raggio dalla Trisaia come Rotondella, Policoro, Nova Siri, Tursi, Colobraro, Valsinni, San Giorgio Lucano, Scanzano Jonico, Montalbano Jonico, Pisticci, più quelli dell’alto Jonio cosentino di Canna, Nocara, e Rocca Imperiale». E l’assessore all’ambiente della Provincia, Franco Labriola(Pd), nel confermare l’accettazione della proposta, ha informato anche di aver chiesto la compartecipazione al censimento del Dipartimento sanità della Regione. [fi.me.]

sabato 22 marzo 2008

Che credibilità può avere un partito che non rispetta il proprio codice etico?

Al signor Antonio Boccuzzi
Operaio dell Thyssen candidato PD
epc. Al Signor Walter Veltrone
Segretario del PD
e.p.c. Al Signor Presidente del PD Prodi
e.p.c. Al Segretario PD Basilicata
Piero Lacorazza
e.p.c. Al Presidente PD Basilicata
Carlo Chiurazzi.

La sua candidatura nel Pd, considerata da molti strumentale, è stata vista da me positivamente, perche ritengo importante la presenza degli operai nel parlamento, affinché nelle istituzioni si possa avere anche la voce del mondo del lavoro, troppe volte isolato, muto, trascurato. Al contrario, ritengo importante ridare la parola a coloro che lavorano nelle fabbriche: bisogna dar loro spazi reali, visibilità, voce, dignità,
poiché non bastano un effimero palcoscenico o un microfono per qualche minuto di lamentazione.
La stessa tragedia che ha colpito lei, e soprattutto i suoi colleghi sfortunati, ha messo al centro dell’attenzione degli Italiani la precarie condizioni di vita del mondo degli operai e personalmente credo che Il lavoro sia diventato un'autentica trincea di guerra. La “conta” dei morti e dei feriti viene normalmente affidata alle brevi notizie di cronaca nera e alla ripetitività retorica delle dichiarazioni di indignazione, ma tutto si ferma qui. A tal proposito avevo ravvisato nel codice Etico del PD, che vieta qualsiasi candidatura di chi è condannato per omicidio colposo legato alla sicurezza sul Lavoro, un tentativo di alto valore morale che contemporaneamente rappresentasse una risposta al problema in termini concreti e politici; in tale ottica la sua candidatura rafforzava la posizione ferma del partito. La realtà appare completamente diversa (per non dire farsesca), perché purtroppo a Policoro (MT), un piccolo ma importante comune della Basilicata, troviamo tra i candidati per il consiglio comunale un importate esponente del PD condannato per tale reato. Mi chiedo e le chiedo, se lei, Sig.re Boccuzzi, si attiverà in qualche modo. E’ Possibile che spudoratamente un partito violi il codice etico di cui liberamente ha scelto di dotarsi? Quale credibilità morale e politica può avere un partito che non rispetta le regole che si è autonomamente imposte? Deve, almeno lei, far sentire la propria voce in memoria dei suoi compagni e per coerenza con gli intenti che si è proposto candidandosi. Io continuerò sicuramente la mia battaglia sperando di travarla al mio fianco.
Cordiali Saluti
Il segretario P.R.C.
Ottavio Frammartino.

giovedì 20 marzo 2008

Policoro, di colpo riesplode la questione dei rifiuti urbani

P O L I C O R O. Riesplode la questione rifiuti solidi urbani. La ditta incaricata del servizio, la Viri di Altamura, ha minacciato di bloccare il servizio di raccolta dopo che Comune, retto dal commissario prefettizio Maria Rita Iaculli, ha adottato una proroga ad un canone ritenuto non rispondente all’entità del lavoro (subappaltato alla locale Basilicata pulita) espletato da uomini e mezzi. E ciò, a pochi giorni dalla scadenza, 31 marzo, della nuova gara di appalto. Forse che il commissario, facendo risparmiare 40 mila euro all’ente locale in pochi mesi, vuole lasciare un buon ricordo di sè? «No - risponde Iaculli. Il problema è che il Comune ha fatto l’unica proroga possibile a prezzo e condizioni del solo contratto (risalente a dieci anni fa, ndr) sottoscritto da Amministrazione e impresa. Io, appena insediata, ho fatto un atto di indirizzo in cui ho detto agli uffici che non avrei consentito proroghe tacite dei servizi. Nel contempo, ho invitato i capiservizio a bandire le gare dei servizi in scadenza. Avrei consentito proroghe solo in attesa dell’espletamento dell’ap p a l t o » . Ora, però, la Viri minaccia di bloccare la raccolta... «Quando la bloccherà vedremo cosa fare. Un’ordinanza di protezione civile... Per ora, sta continuando». Sembra sicuro il nostro interlocutore che la minaccia non verrà attuata... «No, non sono sicura di nulla anche se, ripeto, io ho fatto l’atto di indirizzo all’indomani del mio insediamento. La gestione è di competenza del caposervizio lavori pubblici nel rispetto dell’indirizzo di cui sopra». Quei 40 mila euro in meno, però, rispetto al canone pagato per un identico periodo di tempo in precedenti proroghe (dal maggio 2007) dell’amministrazione a guida Serafino Di Sanza (Unione), sembrano un’indiretta smentita alle decisioni di quest’ultima. «Nessuna smentita. La raccolta dei rifiuti va garantita sempre. Io la proroga l’ho fatta secondo le uniche condizioni legittime. La vecchia amministrazione aveva proceduto, più o meno, ad una revisione contrattuale. Siccome, però, è sub judice l’aggiornamento del canone aspettiamo che si pronunci il Tar. Se sarà dovuto un aggiornamentonon sarà, secondo me, come quello che ritiene la ditta». Insomma, sembra che l’appalto per la raccolta dei rifiuti a Policoro debba essere sempre fonte di contrasti. Ed anche di inchieste della magistratura. Iaculli, però, si chiama fuori: «Non sapevo cosa fosse successo in passato nè so di inchieste della magistratura. So che ho trovato un servizio che era stato prorogato in attesa che partisse la società mista creata dal Comune». Società mista che non è mai partita per la crisi amministrativa e lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale. Ma il commissario aggiudicherà la gara in scadenza il 31 marzo? «Assolutamente no. Il 31 scadono i termini di presentazione di offerte e progetti. Sarà nominata una commissione per il loro
esame. Credo che rinvierà alla nuova amministrazione la nomina della commissione e l’aggiudicazione dell’appalto » .
Dopo il dossier del Prc
De Magistris si è anche occupato della vicenda?
Poteva non occuparsi la Magistratura di un appalto, quello dei rifiuti solidi urbani di Policoro, scaduto nel maggio 2007, fonte di accuse furibonde tra i partiti? No. Risulta che delle vicende connesse siano stati aperti molti fascicoli. Alcuni chiusi, altri (forse) ancora aperti. Addirittura, c'è chi ritiene che anche Luigi De Magistris, il pubblico ministero di “Toghe lucane”, se ne sia occupato. Il 3 marzo 2007, ad esempio, Ottavio Frammartino (Prc), oggi candidato sindaco per Sinistra l’arcobaleno, dichiarò alla Gazzetta: “Nel maggio 2004 il mio partito stilò un “Dossier sui misfatti di Policoro” che consegnammo all’on. Nichi Vendola. In esso riprendevamo le accuse dell’ex assessore Rocco Leone (di An) contro la Giunta di allora guidata da Nicola Lopatriello. Leone attaccò sul subappalto per i rifiuti solidi urbani. I carabinieri aprirono un’inchiesta. Com'è andata a finire? Risulta che l’unico rinviato a giudizio per diffamazione sono io. Sarebbe interessante che De Magistris desse un’occhiata anche al destino di quell'inchiesta». [fi.me.]
Quando sollevò il caso il consigliere Leone di An
Un appalto, quello della raccolta dei rifiuti solidi urbani a Policoro, scaduto, dopo 9 anni, nel maggio 2007, fonte di un mare di polemiche. Le più recenti, quelle sollevate da Rocco Leone, nel marzo 2004, dopo la sua sostituzione in Giunta dal sindaco dell’epoca, Nicola Lopatriello. I suoi strali, però, erano diretti soprattutto contro di... loro. «Loro disse Leone - sono il gruppo di Forza Italia, egemone con 13 consiglieri contro i nostri (An, ndr) tre». Per lui, la Casa delle libertà non esisteva più già da quei giorni. Così, tra le sue accuse, la più diretta era proprio quella sull'appalto dei rifiuti: «È una vergogna - dichiarò il 15 marzo 2004 -. Io e Lopatriello abbiamo più volte cercato di porre la questione in Giunta perchè il servizio costa molto alla comunità. Potevamo risparmiare un miliardo di lire l’anno andando a rivedere il contratto ma quando siamo andati allo scontro con Forza Italia ecco la minaccia di far cadere l’a m m inistrazione ». Ora, alcuni degli uomini di Forza Italia di allora sono transitati nel Pd. Leone e Lopatriello, invece, sono ritornati insieme. Il primo è il candidato sindaco del centrodestra, il secondo è capolista di “Alleanza per Policoro”. Peccato che l’appalto sia scaduto. Chissà come Lopatriello e Leone, in caso di vittoria, avrebbero abbassato il canone. [fi.me.]

mercoledì 19 marzo 2008

Chiediamo a F. Bubbico cosa intendesse per diversa valutazione dei rapporti fra affari e Politica?


di Filippo De Lubac ( il resto)

E' una storia vecchia, quasi vent’anni. Ma sempre attuale e più che mai interessante. Come allora siamo i piena campagna elettorale (allora era per l’elezione del parlamento Europeo). Filippo Bubbico militava nel Partito Comuni­sta Italiano, il glorioso PCI, e rivestiva la carica tutt’altro che priva di rilievo di segre­tario provinciale del matera­no. Il segretario regionale, in Basilicata, si chiamava Clau­dio Velardi e faceva parte del gruppo che prenderà il nome di “D’Alema boy’s”. Oggi, en­trambi, militano nel Pd (Parti­to Democratico), dopo avere attraversato la “Quercia”, il PdS, l’Ulivo, i Ds e forse an­che qualcos’altro che mi sfug­ge. Per rintracciare qualche notizia delle elezioni europee del 1989 bisogna armarsi di pazienza e sfogliare qualche vecchio giornale e, chissà, an­che qualche fotocopia ingialli­ta (di quelle su carta chimica) dimenticata in una segreteria di partito che ha passato trop­pe sigle per non aver lasciato indietro qualche scatolone di atti desueti. Et voilà, quando il diavolo ci mette la coda, al­tri ci mettono la penna. Scrive e sottoscrive il nostro Filippo Bubbico: “Tale inopportunità, scaturisce da una diversa va­lutazione in ordine alla con­dotta del PCI circa le questioni che attengono alla battaglia da articolare sulle vicende del ruolo degli Enti e del rapporto politica affari e segnatamen­te sulla vicenda Consyris”. Altro non si legge sulla vec­chia fotocopia stipata nella “sezione”, oltre alla firma ed all’indicazione del segreta­rio regionale Claudio Velardi che, apprendiamo da un foglio stampato, tenne il comizio di chiusura a Policoro, parlando del più e del meno ma senza sfiorare Consyris. Perché era inopportuno tenere un comi­zio su Consyris? E quale era la “diversa valutazione in Le questioni che attengono alla battaglia da articolare sulle vicende del ruolo degli Enti e del rapporto politica affari”? Queste domande sono attua­li oggi, forse ancora più di ieri. Specialmente quella sul rapporto politica/affari. Tan­to per chiarire i termini della questione. La società Con­syris, partecipata dall’ESAB (Ente Sviluppo Agricolo della Basilicata), era al centro di in­tricate vicende, interessi e fi­nanziamenti pubblici. Alcuni dei suoi soci e amministratori erano stati arrestati, proces­sati e assolti per l’attentato al presidente dell’Esab, Sen. Decio Scardaccione. Le atti­vità, soprattutto i terreni su cui insistevano i progetti di “ricerca nel settore ittico” del­la Consyris, sono confluiti nel progetto “Marinagri”. In cui è innegabile il ruolo istituzio­nale svolto da Filippo Bubbi­co – Presidente della Giunta regionale di Basilicata – du­rante l’iter autorizzativo del progetto “Marinagri”; ruolo per cui è indagato a Catanzaro nell’inchiesta “toghe lucane”. Non molto tempo addietro avevamo riportato notizia di un perentorio telegramma che Vincenzo Vitale (legale rap­presentante di Marinagri) in­viò a Filippo Bubbico nel 2001, intimandogli di non pubblica­re il Piano d’Assetto Idrogeo­logico poiché avrebbe potuto causare la revoca dei cospicui finanziamenti pubblici (Deli­bera CIPE n. 81 del 03.05.2001, assunta in vigenza del gover­no Amato ma predisposta dai governi D’Alema I e II). Forse sarebbe il caso che il sottose­gretario Bubbico, spieghi cosa intendeva per battaglia da articolare sulle vicende del ruolo degli Enti e del rapporto politica affari”
E forse, tanto per restare in tema, cioè nel “rapporto”, var­rebbe la pena che spiegasse che fine hanno fatto i miliardi (di lire) di finanziamenti eu­ropei destinati alla bachicol­tura che non hanno prodotto nemmeno una “matassina” di seta. E i fondi del “Bando Valbasento” e quelli del “Ban­do Treviso” e gli stanziamen­ti scomparsi fra il primo ed il secondo “accordo di program­ma” (agli atti ne esiste soltanto uno, ma qualche mese fa ab­biamo pubblicato parti signi­ficative di entrambi gli “origi­nali”) stipulato fra Basilicata, Eni e Governo (D’Alema?). E le quantità di petrolio estratto? E la consistenza dei depositi di idrocarburi nelle viscere della Lucania? E la società Intergas Più che, controllata dalle “coo­perative rosse” e da Unipol e titolare di licenze di coltiva­zione (leggasi sfruttamento) in 17 siti di idrocarburi in Italia, viene venduta ad una società di diritto anglosassone per soli 10 mila euro (con il patto che il valore dei giacimenti venga regolato mediante acquisizioni azionarie non meglio precisate proprio durante l’affaire Uni­pol-Bnl)? L’elenco potrebbe continuare e non è certo il solo Filippo Bubbico a poter chiari­re qualche interrogativo circa i rapporti fra politica e affari, sempre che lo voglia. Intanto si avvicina la presentazione delle liste (cioè dei parlamen­tari, vista l’attuale legge elet­torale). Sarà vero che Filippo Bubbico è in cima alla lista del Pd? Non condividiamo la re­gola “giustizialista” secondo cui se fosse condannato il 3 marzo prossimo (data prevista per la sentenza nel processo che ha chiamato alla sbarra la giunta Bubbico 2000-2001 per abuso d’ufficio nella gestione dei “direttorati” dell’Asl di Venosa) dovrebbe rinunciare alla candidatura. Non si trat­ta di usare le “vicende giudi­ziarie” con finalità politiche, è un’aberrazione. Dovrebbe rinunciare a candidarsi a pre­scindere, per il fallimento di un progetto politico e di una pras­si “depredativa” che ha susci­tato enormi perplessità circa il “rapporto politica/affari” ma, principalmente, ha azzerato la Basilicata, facendone una delle regioni più povere d’Italia pur pur essendo (forse) la più ricca. E con lui, tanti altri. Di tutti gli schieramenti.






lunedì 17 marzo 2008

Da alleati ad avversari

Di Sanza e Lopatriello in corsa. Frammartino terzo incomodo
lP O L I C O R O. È iniziata ieri per Policoro la 12.ma tornata amministrativa (le precedenti si sono svolte nel 1960, 1964, 1970, 1974, 1980, 1985, 1990, 1993, 1997, 2001 e 2006) con la presentazione delle liste, la cui scadenza era fissata alle 12, nelle mani del segretario generale Felice Latronico, per eleggere il sindaco e il Consiglio comunale. Tutto si è svolto nella massima regolarità e soprattutto senza alcuna confusione. Qualcuno come i “Popolari uniti” aveva n o presentato la loro lista il pomeriggio del giorno prima, mentre tutti gli altri, lo hanno fatto ieri, iniziando di buon mattina. Dieci le liste presentate per 191 aspiranti consiglieri comunali, di cui 39 appartengono al gentil sesso. Due anni fa, quando vinse il centrosinistra, furono 11 le liste presentate con 219 candidati al Consiglio comunale, di cui 36 donne. Tre i candidati sindaci, ora come allora. In questa tornata si contenderanno la poltrona di sindaco il consigliere regionale Antonio Di Sanza, candidato del Pd, il commercialista Nicolino Lopatriello, per il centrodestra, e il segretario politico della “Sinistra Arcobaleno”, Ottavio Frammartino, per il suo partito. I primi due, Di Sanza e Lopatriello, hanno già fatto i sindaci, amministrando in piena armonia con maggioranza di centrodestra dal 1997 al 2006, per un triennio Di Sanza, con Lopatriello vice sindaco, che poi nel 2001 prese il suo posto con lastessa maggioranza del quadriennio precedente. A tutti e tre abbiamo posto la stessa domanda. Con quale animo ora si affronta questa battaglia elettorale? «Io mi sono candidato - ha risposto Di Sanza - per vincere e per governare. Sull'altro fronte, ho l’i m p re s s i o n e che sia stata costruita una coalizione soltanto per vincere e non certo per governare». Dal canto suo, Lopatriello ha affermato che «le nostre liste vogliono presentare la società di Policoro nella sua interezza e mi auguro che la campagna elettorale sia basata sui contenuti » . Frammartino, che pare sia stato tradito all’ultimo momento dalle altre forze di sinistra, non presentando propri candidati in lista, ha dichiarato di «voler lottare per una Policoro migliore nel segno della coerenza, dell’affidabilità e per affermare i principi della legalità. Rappresentiamo in questa battaglia l’unica forza di centrosinistra». Le altre forze di sinistra si sono defilate e insieme a loro anche i movimenti civici, come “Nuovi Orizzonti”, “Policoro Viva” ed “Alleanza Popolare”. All’inizio e fino a qualche giorno addietro sono stati molto attivi per ricercare intese con la società civile, per presentare loro liste e proporre un programma con «progetti riqualificazione della città e per il superamento dell’emergenza sociale ed economica , ma è stato un fuoco di paglia

Molti hanno cambiato casacca
Spigolando tra le liste, ci si accorge che la passata maggioranza di centrosinistra è presente con diversi assessori e consiglieri comunali. Alcuni di loro hanno però cambiato bandiera, come i due capigruppo della Margherita, Antonio Satriano e di Nuovi Orizzonti, Antonio De Santis, entrambi eletti anche nel coordinamento comunale del Pd, che si sono accasati nelle liste di centrodestra. E non sono i soli. Hanno seguito il loro esempio anche il presidente del Consiglio comunale, Antonio Ripoli e l’assessore Mario Vigorito. Nel Pd, invece, troviamo, in lista il vice sindaco Rocco Di Leo, gli assessori Fabiano Montesano e Gianluca Marrese, i consiglieri comunali Nicola Buongiorno, Luigi Truncellito e Francesco Mitidieri. Una curiosità, che è anche una novità assoluta per Policoro: un dipendente comunale in servizio, Nicola Trupo, è tra i candidati consiglieri. [n.buc.] Gazzetta del Mezz.

Il proporzionale a Policoro In tre per la guida della città

NICOLA BUCCOLO
P O L I C O R O. Poco meno di 16.000 abitanti e 12.813 votanti, di cui 6.223 maschi e 6.590 femmine, Policoro è l’unico comune in cui si volta nella provincia di Matera ed è anche l’unico comune in Basilicata in cui si vota con il sistema proporzionale per eleggere il 12 e 13 aprile venti consiglieri comunali e con il doppio turno per eleggere il sindaco, qualora nel primo turno nessuno dei candidati sindaci otterrà la maggioranza del 50 più uno per cento, nel qual caso si ritornerà a votare, ma solo per il sindaco (da scegliere tra i due candidati maggiormente suffragati), il 26 e 27 aprile. Ieri alle 12, alla chiusura della presentazione delle liste, erano state presentate complessivamente 10 liste per un totale di 191 candidati al consiglio comunale, di cui 39 donne. Da eleggere sono 20 consiglieri. Tre i candidati sindaci. Il consigliere regionale Antonio Di Sanza, candidato del Partito democratico, con tre liste collegate per il consiglio comunale, ciascuna di 20 candidati: Pd, Policoro democratica e Popolari uniti, con 60 candidati complessivi, di cui 14 donne. Il commercialista Nicolino Lopatriello, candidato per il centrodestra, con 6 liste collegate: Casa dei moderati (20), Città nuova (20), Udc (17), Forza Policoro (20), Alleanza Policoro (20) e Insieme per Policoro (20) per un totale di 117 candidati, di cui 21 donne. Il terzo candidato sindaco è segretario de «La Sinistra Arcobaleno», Ottavio Frammartino, collegato a una lista di 14 candidati, di cui 4 donne, del suo stesso partito. Di Sanza e Lopatriello sono già stati entrambi sindaci di Policoro con Forza Italia e con la Casa delle libertà, il primo dal 1997 al 2000, lasciando poi campo libero al suo vice sindaco Lopatriello per un anno come sindaco facente funzione. Lopatriello sarà poi eletto sindaco nel 2001 per il quinquennio 2001-2006. In quell'anno, con le elezioni del 27-28 maggio (si votò la prima volta con il sistema proporzionale per il consiglio comunale e con il doppio turno per il sindaco), fu eletto sindaco di Policoro Serafino Di Sanza, al primo turno, per il centrosinistra, che ha amministrato per un anno e 4 mesi, fino alla fine di settembre dello scorso anno, quando decadde a seguito di dimissioni, presentate da 11 consiglieri su 20. Attualmente Policoro è amministrato da una gestione commissariale.

sabato 15 marzo 2008

Sono Tre i candidati Sindaci per Policoro

Al di la di ogni previsione , sono solo tre i candidati Sindaci per Policoro , sia Policoro Viva che alleanza Popolare saranno propabilmente ai nastri di Partenza in questa tornata elettorale.
Ad Antonio Di Sanza e Lopatriello si aggiunge la candidatura per la Sinistra L'arcobaleno di Frammartino Ottavio. Con il PDl sarebberò collegati da 4 a 5 liste, invece con Antonio Di Sanza le liste sarebbero 3, una del PDL, una civica ed i Popolari ex UDEUR. Chiudere le liste questa volta è stato faticoso , poche le persone disposte a mettersi in gioco , molto trasformismo , candidati eletti la volta scorsa con il centrosinistra si ritrovano nel centrodestra e viceversa. La considerazione dei più, è quella che il braccio destro di Serafino Di Sanza , Vigorito si trova candidato con Lopatriello ed il vice Sindaco dello stesso , Di Leo è candidato con il centrosinistra . Dopo averlo fatto cadere , ognuno di loro , cinicamente è corso a prendersi un pezzo della vecchia amministrazione, quasi a rivendicarne la continuità . Ma le contraddizioni più evidenti sono quelle del PD, dove convivono gli ex consiglieri che sostenevano Serafino con quelli che hanno contribuito a farlo cadere

giovedì 13 marzo 2008


Non sempre la politica è interesse

La rinuncia alla candidatura di Anna Maria Palermo
Di seguito la lettera aperta della senatrice uscente Anna Maria Palermo che spiega le ragioni della sua rinuncia alla candidatura:
Questi due anni di attività parlamentare sono stati per me intensi e difficili, sia sul piano personale che su quello più specificatamente politico. Il tentativo di contribuire a segnare una qualche discontinuità con i precedenti governi, sostenendo il Governo Prodi sulla base di un programma concordato, si è rivelata un’illusione: non si è riusciti, se non per piccoli frammenti e per di più scarsamente visibili, a realizzare i punti più avanzati di quel programma, a mettere in cantiere, da subito, provvedimenti che potessero segnare un miglioramento concreto delle condizioni materiali e nell’affermazione dei diritti di coloro che continuano ad essere i meno garantiti.I poteri forti sono riusciti a stoppare o a rendere il meno efficace possibile qualunque azione che potesse sfiorarli, usando anche metodi non propriamente ortodossi, (ad esempio, la sostituzione di una parola, nottetempo, in importanti leggi, quali le finanziarie, che non potevano essere più modificate a meno di decadere). In nome della salvezza del Governo, sicuramente il migliore possibile visti i rapporti di forza, abbiamo dovuto approvare scelte che più di una volta hanno smentito noi stessi. Abbiamo sopportato il peso della rappresentanza istituzionale, avvertendo, di tanto in tanto, lo sgretolarsi della possibilità di rimanere in sintonia con i nostri elettori, di essere leggibili nelle nostre azioni, a volte sentendo di essere percepiti come la controparte, di doverci difendere, ribadendo che essere parlamentare non vuol dire automaticamente avere potere, non implica necessariamente un allineamento ad una condizione di privilegio, non significa sentirsi inevitabilmente parte della casta.Sono stati due anni vissuti in una dimensione duale, in cui il livello personale e quello politico non si sono incrociati quasi mai, né nei luoghi, né nei tempi, dunque difficili da gestire per chi ha costruito la sua vita proprio sul tentativo di non separare mai quei due piani. E’ questa la ragione principale che mi ha spinto a non accettare la candidatura come capolista al Senato per la Sinistra, l’Arcobaleno. L’esperienza di questi due anni di lavoro parlamentare e la proposta di candidatura mi hanno posto di fronte alla difficoltà di conciliare serenamente l’impegno istituzionale romano con l’esigenza, per me imprescindibile, di mantenere quei rapporti di qualità con la mia comunità di riferimento (a partire dalla mia famiglia) necessari a dare senso alle mie azioni: sono convinta che per essere minimamente credibili, in primo luogo con noi stessi, sia necessario assumere comportamenti coerenti con le proprie aspirazioni, stabilire, con chi ci è immediatamente vicino, modalità di relazione che prefigurino la società che vorremmo costruire.So che questa scelta può aver deluso molti e può aver creato qualche difficoltà a la Sinistra, l’Arcobaleno, ma sono certa che un progetto politico di spessore e di prospettiva non debba dipendere da un nome, piuttosto debba essere capace di esprimere la forza dei propri contenuti intercettando quelle donne e di quegli uomini che, dalle istituzioni o dalla base, vorranno riprendere la parola, che vorranno portare avanti, da protagonisti, il progetto di trasformazione del mondo. Come dice Fausto Bertinotti in una recente intervista al Manifesto: una volta sofferta la composizione delle liste, piuttosto che recriminare, affoghiamola moltiplicando i luoghi della partecipazione.Ringrazio le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista, dal gruppo dirigente a tutti i circoli della Basilicata, per la fiducia che hanno riposto in me nello scegliermi per due volte come loro rappresentante.Nei momenti più difficili mi sono stati di conforto le compagne e i compagni del nostro gruppo parlamentare (e non solo): Josè, Haidi, Maria Celeste, Titti, Daniela,… Olimpia, con cui ho condiviso praticamente tutta la mia vita romana, e non solo: l’appartamento, la Commissione, il treno, il luogo di nascita, l’amore per la Basilicata ed il Cilento, le preoccupazioni per i figli (due, maschi e quasi della stessa età!), lo studio, le riflessioni, i dubbi, le angosce, ma soprattutto tante, tante risate. A tutti loro il mio grazie per esserci stati e per esserci.Il ringraziamento più sentito va, infine, alle cittadine e ai cittadini lucani che mi hanno sostenuto, dimostrandomi stima e affetto anche nei momenti più difficili. Il mio impegno in politica non verrà meno poiché, come dice qualcuno: se vuoi cambiare il mondo puoi farlo dal posto di lavoro, dalla terra che coltivi, dalle chiese, dai comitati, dalle associazioni, dai partiti, …O ancora, come ci racconta Marcos: Visto dall’alto il mondo si rimpicciolisce e non ci entra altro che l’ingiustizia. Ma visto dal basso il mondo è così spazioso che c’è posto per l’allegria, la musica, il canto, il ballo, il lavoro degno, la giustizia, l’opinione e il pensare di tutti…Sen. Anna Maria Palermo

mercoledì 12 marzo 2008

Compagno quando guadagni?^


Giovanni Russo Spena

Propongo un quiz. Chi, secondo voi, è plebeista e qualunquista: l'operaio incazzato che, alla fine del comizio, ti chiede con tono di sfida: «Ma quanto guadagnano i parlamentari, qual è il tuo stipendio?». Oppure Veltroni, mancato volontario in Africa, che accusa Bertinotti di aver scoperto la lotta di classe scendendo dalla scranno di Montecitorio? Fate voi. Io penso che il plebeismo di potere e la mistificazione autoritaria sono il padre e la madre dell'antipolitica. Non è la furia dell'operaio che guarda il suo stipendio, poi guarda il tuo, e si fa prendere dalla rabbia.Dopo una prima settimana di bella campagna elettorale - piena di comizi, di ragionamenti, di passione – mi preme comunicare una banale impressione, una piccola esperienza, una modesta novità per le nostre manifestazioni, ma che allude - credo - a temi di fondo. Vorrei parlarvi di certe assemblee, difficili, nel corso delle quali si riesce a conquistare un consenso culturale (anche elettorale, spero) alla Sinistra Arcobaleno, superando le critiche alla nostra esiguità progettuale, al verticismo, alla mutilazione del processo costituente contro il partito tradizionale. Alla fine di queste sudate discussioni, immancabilmente, ti viene posta la domanda: «Ma i parlamentari quanto guadagnano? Perché il tuo stipendio è tanto più alto del mio?» E' un'anatema, ma anche una invocazione, una domanda che attende risposte. Non può restare lì, inascoltata. E' chiaro, la politica senza etica non esiste; e Berlinguer, nella sobrietà della vita e nel sacrificio della morte dinanzi al microfono, è l'icona della "questione moralePerò, tu provi a rispondere alle domande aggressive sui privilegi della politica. E spieghi, spieghi per esempio che la politica non è carriera, che si può e si deve fare politica anche fuori dalle istituzioni, e quando stai nelle istituzioni devi usare la funzione per andare nei Cpt, nelle carceri, nelle fabbriche, compiere atti di disobbedienza, azioni dirette, occupare case, tagliare le reti degli aeroporti militari, violare leggi in nome della giustizia sociale. Vanno dette queste cose. Bisogna spiegare che la politica non è solo casta, privilegio, bisogna rispondere alle mistificazioni di Montezemolo, che cerca di nascondere la prepotenza "padronale" lanciando strali sulla politica (con l'obiettivo di levarsela dai piedi, di contenere i rischi della democrazia, di "liberare" lo strapotere del mercato...). Tutte queste cose vanno dette, bisogna lanciare l'allarme, dire che c'è chi vuole sradicare la politica dal cuore e dalla mente dei proletari, per rendere muta e inerte l'opera di trasformazione, la speranza, la partecipazione, per costringere la politica ad essere serva dei poteri forti. Tutto giusto; ti stanno a sentire in rispettoso silenzio; condividono. Ma tu ti accorgi che non basta. Che c'è qualcosa che non va. Perché avverti che si è formato un muro, una separatezza, un "noi popolo", "voi politici". Ci sono due problemi - credo - che dobbiamo risolvere, se vogliamo davvero abbattare quel muro. Primo problema: come trasformare l'antipolitica - la diffidenza, l'indignazione spicciola - in critica della politica, in critica permanente, quotidiana del potere. E cioè, riuscire a spiegare, a far capire, la differenza tra politica e potere. Secondo problema, dobbiamo "essere" diversi - ma davvero essere diversi: in ogni nostro piccolo comportamento, nei nostri stili di vita - per "apparire" diversi. Dovremo, senza ipocrisie, senza pudori o snobismi, cominciare a parlare anche di condizioni materiali di vita, di prebende, di stipendi. Faccio l'autocritica, per la mia parte, perché non ho fatto proposte (anche normative) più coraggiose. L'etica politica ridiventa, oggi, un paradigma fondativo della "questione morale": il popolo di sinistra è disorientato, è disincantato. Sarebbe beffardo che venissimo colpiti proprio noi. Che siamo, tutto sommato - scusate la superbia - molto migliori degli altri.

martedì 11 marzo 2008

Commenti girando per i Blog della Basilicata

Il Lavoro che non c'è
commento di rocco.giorgio
Nonno Rocco nacque nel 1894 a 16 anni emigrò in Argentina ritornò per fare la guerra:
sopravvisse. Mio padre nacque nel 1912 fece la guerra: sopravvisse emigrò a Genova.
Mio fratello è nato nel 1950 a 17 anni emigrò a Milano. Mariangela, mia nipote, è nata nel 1975 si è laureata è andata a lavorare a Dublino. Rocco, mio cugino, ha 50 anni è laureato è andato a lavorare a Milano. Il padre di Rocco, mio zio Carmine,
ha 80 anni emigrò in Svizzera e poi in Germania. Il fratello di Rocco,mio cugino Franco,ha 54 anni emigrò a Milano. Giovanna, mia nipote, è nata nel 1980, si è laureata è andata ad insegnare a Milano.
I miei figli .........
Tra la fine del lavoro di Jeremy Rifkin e la meritocrazia nel lavoro di Pietro Ichino si consuma l’evoluzionismo statico della Basilicata, nell’impotenza dell’immutabilità(o equilibrio dinamico??)delle sue classi ……“dirigenti”.
Baci e pace

commento di Franco Accetta, S.Angelo Le Fratte
Rocco Giorgio la tua storia è simile a molti di noi, purtroppo.
Mio nonno paterno fece la guerra, campagna d'africa poi su su per la grecia, l'albania, la jugoslavia. Li fu catturato dai titini. Gli sopravvisse. Finita la guerra attraverso con il suo fedele asino il confine con l'italia. Lo fermarono, fu arrestato per furto di materiale bellico! :-(
Emigrante in germania e contadino poi in italia ha cresciuto cinque figli e uno stuolo infinito di nipoti e pronipoti. Mio nonno materno durante la guerra era emigrato in argentina. Tornò ma dovette ripartire per trovare lavoro. Lavorò in germania e in svizzera. Riusci a pagare i contributi per la pensione e alla riforma agraria acquistò della terra con cui, insieme a mia nonna, crebbe i suoi quattro figli.
Mio padre è stato emigrante in germania e in svizzera. Ci ha cresciuti a me e a mio fratello più che dignitosamente. Oggi prende più di pensione svizzera che di quella italiana (entrambe maturate regolarmente pagando i contributi in entrambi i paesi).
Mio fratello è laureato e riesce a lavorare in basilicata.
Io combatto ancora per la laurea. Di fatto vivo a Napoli. Ho sempre creduto nella forza della cultura. Ho cercato, nonostante tutto, di adoperarmi per il mio paese. Qualcuno apprezza il mio impegno. Non ho mai avuto il potere di cambiare le cose ma ho sempre cercato di darlo - il potere - a chi poteva farlo.
Scrivo da un portatile con un adesivo in bella mostra: fondo europeo...etc insomma acquistato con i fondi della prima edizione un pc in ogni casa.
Cerco di farmi strada da solo ma vedo in continuazione soggetti di tutti i tipi che ti scavalcano in tutto. La politica non cambia perchè non cambiano gli elettori. Quante volte ho visto il raccomandato di turno passare avanti a me e a tanti altri perchè tizio e caio lo sostiene?
Allora cosa fare? voto ancora una volta chi credo possa cambiare le cose ma il fervore e l'entusiasmo non sono più quelli di una volta. Ho la consapevolezza che il futuro non sarà come avrei voluto che fosse e probabilmente non sarà un futuro consumato nella mia regione.
Scusate la lunghezza del post ma il tema mi è caro.
Saluti.

domenica 9 marzo 2008

TOGHE LUCANE



FILIPPO MELE-
L’inchiesta è ripartita dal Metapontino


Il pubblico ministero Luigi De Magistris è tornato in procura per ultimare il lavoro
P O L I C O R O. Il pubblico ministero del Tribunale di Catanzaro, Luigi De Magistris, che in pochi mesi ha provocato con le sue inchieste scossoni politico-giudiziari su scala nazionale (vedi solo gli sviluppi di ieri del caso“Why not”), appena tornato al suo posto di lavoro il 6 marzo scorso ha cominciato a rioccuparsi di “To ghe lucane”. Del resto, l’inchiesta da lui condotta su quello che il “teorema accusatorio ” definisce come un comitato di affari composto da magistrati, politici, banchieri, imprenditori,manager, che avrebbe agito in Basilicata negli ultimi due decenni, è l'unica che gli rimasta. Ecco perchè la notizia del suo rientro in Procura ha provocato non poche fibrillazioni proprio in Basilicata ed in quel Metapontino che tanta parte ha nell’indagine di Catanzaro. Probabilmente, anche lo stesso pm, dopo 122 giorni di lontananza dal palazzo di giustizia per difendersi dalle “incolpazioni” che gli sono piovute addosso e dai successivi strascichi (leggi trasferimento deciso dal Csm), avrà accusato un leggero cardiopalmo. Cardiopalmo a livello di tachicardia, invece, avranno accusato quanti temono le risultanze della sua inchiesta. Inchiesta che è ripartita da dove era cominciata, vale a dire da Policoro, la città dove lavorava uno dei più fidi collaboratori del magistrato, il capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo, ora al Comando provinciale di Fermo. Ebbene, risulta che un professionista della città jonica sia stato ascoltato come persona informata dei fatti da un collaboratore del pubblico ministero nello scorso mese di febbraio. Oggetto dell’interrogatorio pare siano stati i rapporti tra politica ed affari in questo lembo di Basilicata dove l’economia sembra viaggiare più speditamente che altrove in regione. Politica ed affari in stretto rapporto soprattutto per quel che riguarda uno dei filoni di investigazione più cari al magistrato napoletano-catanzarese: quello dei finanziamenti pubblici di derivazione europea e nazionale. Risulta, altresì, che De Magistris in persona riascolterà nei prossimi giorni uno degli indagati della sua complessa maxi-inchiesta. Nuovo interrogatorio, evidentemente, resosi necessario per chiarire aspetti rimasti oscuri dei fatti oggetto di precedenti audizioni. Ovviamente, sono “top secret” nome e cognome sia del professionista sentito a febbraio sia dell’indagato che sarà interrogato a breve. Le prime “mosse” al rientro “in campo” di quello che è diventato uno dei pm più famosi d’Italia, tuttavia, fanno pensare che “Toghe lucane” sia, come dire, alle “li mature ” e che ci si stia avviando, come in una corsa ciclistica, allo sprint finale. Del resto, i soliti bene informati davano come per conclusa l’inchiesta già dal novembre scorso. Solo le vicissitudini che hanno interessato in prima persona il pm ne avrebbero impedito la chiusura.A questo punto, però, ecco la domanda fatidica: sarà archiviazione oppuredeposito degli atti per tutti od in parte i diversi filoni di indagine? Non resta altro da fare che attendere.

Nei prossimi giorni possibili incroci tra Catanzaro, Salerno e Matera
C'è un altro tribunale che si sta occupando di procedimenti connessi a “Toghe lucane”: è quello di Salerno. Tribunale in cui è stato convocato nella prossima settimana lo stesso professionista sentito da un ufficiale di polizia giudiziaria collaboratore di Luigi De Magistris (il pm titolare della complessa inchiesta) a Catanzaro nello scorso mese di febbraio sugli intrecci politica-affari nel Metapontino.Questo professionista, di cui non sono note le generalità, ma che opera sicuramente a Policoro e dintorni, in questi frangenti sta rivestendo un ruolo chiave sia nella complessa maxi-inchiesta condotta presso il tribunale della città calabrese, sia anche in quelle (sarebbero ben settanta) aperte presso il Tribunale della città campana. Inchieste,lo ricordiamo, che sono state aperte proprio a causa di dichiarazioni di De Magistris. Su“Toghe lucane”, dunque, è lecito aspettarsi nei prossimi giorni dei veri e propri“i n c ro c i ” tra Potenza, Matera, Catanzaro, e Salerno. [

Candidati, ultima chiamata

Domani è l’ultimo giorno utile per presentare le candidature: si concluderà, per i partiti, la prima fase della bagarre per chi sta dentro e chi sta fuori e comincerà l’altra corsa: quella della conquista dei voti. Il primo partito a definire, nei giorni scorsi, le proprie candidature è stato il Partito democratico. Alla Camera: Salvatore Margiotta, Antonio Luongo, Elisabetta Zamparutti, Salvatore Russillo, Rosaria Vicino, Antonio A n at r o n e. Al Senato: Nicola Latorre, Filippo Bubbico, Carlo Chiurazzi, Maria Antezza, Paolo Naccarato, Vito De Filippo, Vincenzo Folino. Dopo il Pd, ha chiuso le candidature Italia dei valori. Alla Camera: Antonio Di Pietro, Vittorio Faraone, Rita D’Ottavio, Rosaria Pizzolla, Stefano Laguardia, Antonello Schirò. Al Senato: Felice Belisario, Michele Radice, Antonio Autilio, Enza Spano, Antonio Giordano, Antonio Lorusso, Nicola Volonnino. Dovrebbe essere definitiva la lista del Popolo delle libertà. Alla Camera: Silvio Berlusconi, Donato Lamorte, Vincenzo
Taddei, Rocco Giuseppe Moles, Mariano Pici, Leonardo Giordano. Al Senato:Guido Viceconte, Egidio Digilio, Cosimo Latronico, Mario Venezia, Nicola Pagliuca, Paolo Castelluccio, Lella Ferro. Socialisti e Popolari uniti hanno ratificato l’accordo di desistenza tecnica, con i Socialisti che presentano la loro lista solo alla Camera (sembrano certe le candidature del capolista Donato Salvat o r e, seguito da Nicola Valluzzi e Innocenzo Loguercio; per gli altri nomi si sta definendo in queste ore), mentre i Popolari uniti si candidano solo al Senato (capolista Gaetano Fierro, seguito da Nicola Tauro, Massimo Molinari, Anna Maria Scarnato, Antonio Filardi, Canio Grillo, Nunzio Di Gregorio). Dovrebbe essere pressocché decisa anche la composizione delle liste della Sinistra Arcobaleno. Camera: Titti de Simone (Prc), Giuseppe Di Sanzo (Sd), Giulio Spadafora (Verdi), Giuseppe Te l e s c a (Pdci), Domenico Muscolino (Sd), Michele Passannante (Prc).
Senato: Rosa Rivell i (Prc), Raffaele Soave (Pdci), Gre gorio Giannini (Verd i),Rosario Chiacchio (Sd), Anna Maria Palermo Prc), Emilia Simonetti Prc), Ottavio Frammartino (Prc). Potrebbero
ancora inserirsii in zona Cesarini, Antonio Placido, Giacomo Nardiello, Carlo Cardillicchio. Oggi si decide. Definita anche la squadra della Destra. Alla Camera: Daniela Santanché, Teodoro Buontempo, Antonino Monteleone, Antonino Laveglia, Mauro Pellegrino, Domenico Fittipaldi (FiammaTricolore). Al Senato: Luca Romagnoli(Ft), Michele Mancaniello (Ld), Ro c c o Grosso (Ft), Giuseppe Fossa (Ft), Vincenzo Mancusi (Ft), Francesco Torcelli (Ld), Michele Adamo (Ld). Infine il polo centristra Udc-Rosa Bianca. Sul Senato i primi due posti sembrano ormai decisi: Francesco D’Onofrio e Agatino Mancusi. Per la Camera sembra crescere, in queste ore, l’ipotesi Pierferdinando Casini, Giuseppe Molinari,ma con Vincenzo Ruggiero che pare deciso a non mollare l’ambìto secondo posto in lista.[mimmo sammartino Gazzet. del Mezz.]

sabato 8 marzo 2008

Questione Liste Pulite

”Liste pulite” alle imminenti amministrative? Il Commissario prefettizio del Comune di Policoro, Maria Rita Iaculli, ha risposto “No” alla richiesta di Rifondazione comunista di notificare ai partiti in lizza atti su indagini a carico di ex pubblici amministratori conclusesi con la richiesta di rinvio a giudizio o con la citazione diretta. «Non credo - ha dichiarato Iaculli alla Gazzetta - che sarò io ad ottemperare alla richiesta di Rifondazione comunista. Questo partito politico e quanti altri vorranno sapere quel che mi è stato richiesto con lettera avranno la bontà di rivolgersi al Casellario giudiziario chiedendo i carichi pendenti di coloro che si presenteranno alle elezioni come candidati. Tra l’altro io non ho questi atti a disposizion e. . . ”. Avrà, però, agli atti del municipio le notizie di quei procedimentiavviati dalla magistratura in cui il Comune è parte lesa...«Questo si. Credo, tuttavia, che non corrisponderà alla richiesta. Gli
elettori, ripeto, possono chiedere i carichi pendenti di quanti ambiscono
a sedere tra i banchi del Consiglio comunale». [fi.me.]

Risoluzione contratto D7



Applicata la clausola risolutiva sulla vendita dei suoli del comparto «D7» del Piano regolatore
P O L I C O R O. Il commissario prefettizio, Maria Rita Iaculli, ha applicato la clausola risolutiva prevista nel contratto di vendita dei suoli del comparto D7 del Piano regolatore generale alla Itaca spa. Suoli che erano stati venduti dal Comune alla società rappresentata da Luciano Baiocco il 31 marzo 2003 perchè vi realizzasse strutture turistiche. Una risoluzione destinata a pesare nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale. Quel “pasticciaccio brutto della D7”, infatti, che ha “at t r ave r s at o ” due amministrazioni, quella di centrodestra guidata da Nicola Lopat r i e l l o (ricandidato dal Pdl), e quella di centrosinistra guidata da Serafino Di Sanza, senza che si giungesse ad alcuna decisione, non si è affatto concluso. Ma, ecco alcune dichiarazioni in merito del commissario Iaculli: «Abbiamo risolto il contratto con la società perchè alcune scadenze non sono state rispettate. Il contratto prevedeva che, in mancanza dell’adozione dei provvedimenti che Itaca doveva realizzare, interveniva la clausola risolutiva». Itaca, quindi, non ha più alcun titolo su quei cinquanta ettari di territorio che fanno da cerniera tra le aree di espansione del lido centrale e quelle dove è in fase di realizzazione Marinagri. Terreni, una volta denominati “Lago del prete” poichè paludosi, che sono stati bonificati da agricoltori che li detengono da cinquanta anni e che ne rivendicano la titolarità. Il commissario prefettizio, ovvio, ha glissato su alcune domande sul “pasticciaccio”. Ad esempio, su quella relativa all’assunzione della sua decisione, come funzionario dello Stato, in pochi mesi lì dove due amministrazioni municipali non erano state in grado di decidere per qualche anno. «Il commissario, nel concreto, opera libero da passaggi in Giunta ed in Consiglio. Da qui deriva la sua celerità di decisione. Sono tempi che si abbreviano non capacità in più rispetto alle gestioni democratiche». E sul preannunciato contenzioso legale di Itaca nei confronti della delibera comunale c'è preoccupazione? «Non sappiamo ancora se Itaca abbia adito le vie legali. Avrà ricevuto da poco la no- tifica dell’atto. Il Comune ha ricevuto quattro pareri conformi sull'applicabilità della clausola risolutiva: del Comitato regionale di controllo, del legale dell’ente, dell’av v. Agostino Meale (cui aveva chiesto un parere la Giunta Di Sanza, ndr), del segretario generale». Insomma, una autentica “g atta da pelare” è stata lasciata da Iaculli a quanti si contenderanno i seggi del Consiglio comunale che dovranno pronunciarsi sulla D7. Intanto, dovranno affrontare il contenzioso legale, se sarà proposto da Itaca, poi dovranno rispondere alle richieste delle famiglie dei detentori dell’ex “Lago del prete”. Famiglie di elettori che hanno già chiesto all’ente locale di adoperarsi affinche? quegli ettari di terreno vengano ceduti dall’Alsia a chi li detiene da decine di anni.(F.Mele dalla gazz. Mezz.)

venerdì 7 marzo 2008

I primi nomi per le politiche

P OT E N Z A . Chi chiude si brucia. Dietro gli equilibrismi per definire le candidature, si raccoglie qualche soddisfazione e molti malumori e delusioni. Dopo i giorni caldi del Partito democratico, ora tocca alla Sinistra Arcobaleno. Fra mal di pancia e insofferenze dentro e fra i partiti alleati (Rifondazione comunista, Verdi, Comunisti italiani, Sinistra democratica). L’arcipelago rosso-verde lucano doveva ricominciare da tre. Tre sono infatti i parlamentari uscenti: il senatore Piero Di Siena (Sd), la deputata Angela Lombardi (Prc), la senatrice Anna Maria Palermo (indipendente Prc). La discussione è cominciata con un’uscita del sen. Di Siena, e ripresa dal coordinatore regionale di Sinistra democratica, Antonio Califano, che diceva più o meno così: «Se vengono confermate le due parlamentari uscenti, sono disposto a fare un passo indietro. Se questo non dovesse accadere, anche Sinistra democratica avanzerà le proprie candidature». Candidature alle quali non intendevano rinunciare gli altri alleati, Pdci e soprattutto Verdi (con un aggueritissimo Franco Mollica in campo). Ieri il colpo di scena: i numeri uno, candidati dalla Sinistra Arcobaleno alla Camera e al Senato in Basilicata, sono due donne, entrambe esponenti del Prc, ma non coincidenti esattamente con le parlamentari uscenti. Al Senato viene riconfermata Anna Maria Palermo (in quota Prc), seguita da Raffaele Soave (Pdci). Alla Camera dei deputati viene invece candidata, in testa di lista, Titti De Simone (Prc), proposta dal tavolo nazionale. Dietro il suo nome ci sarà quello di un esponente di Sinistra democratica (tra i papabili, Gianni Rond i n o n e, Antonio Placido, Giannino Rom a n i e l l o,Antonio Califano). A seguire un esponente dei Verdi e poi Giuseppe Tedesca (Pdci). Si deciderà, tra mugugni e delusioni, non prima di venerdì. Più che Arcobaleno si respira aria di tempesta. Ore decisive intanto per la definizione del patto di desistenza tecnica fra Popolari uniti, in Basilicata, e Socialisti. L’ipotesi di alleanza - sulla quale oggi dovrebbero sciogliersi i nodi - potrebbe essere la seguente: alla Camera viene presentata una lista dei Socialisti; al Senato una dei Popolari uniti. Ieri il colpo di scena: i numeri uno, candidati dalla Sinistra Arcobaleno alla Camera e al Senato in Basilicata, sono duedonne, entrambe esponenti del Prc, ma non coincidenti esattamente con le parlamentari uscenti. Al Senato viene riconfermata Anna Maria Palermo (in quota Prc), seguita da Raffaele Soave (Pdci). Alla Camera Da stabilire se ciascuno candiderà i propri uomini o se, in entrambe le liste, saranno presenti esponenti delle due formazioni. E in casa del Partito democratico, dopo la durissima reazione del sottosegretario all’Economia, Mario Lettieri («sono stato fucilato senza processo») e le critiche di Antonio Boccia (c’è stata «qualche scelta disdicevole e baronale» e «sarebbe stato meglio candidare Mazz occo e Adduce» a fronte di «candidature esterne»), da registrare il commento entusiasta dell’europarlamenta - re del Pd, Gianni Pittella: «È stato un risultato eccellente quello ottenuto dal segretario regionale del Pd lucano, Piero Lacorazza, nella formazione delle liste. Un risultato che garantirà alla Basilicata una forte e qualificata rappresentanza parlamentare, equilibrata sul piano territoriale, della presenza di genere e in grado di rispondere all’esigenza di continuità e di innovazione ». Risultato ottenuto grazie alla coesione dell’intero partito, ma anche «alla
responsabilità, alla generosità, alla lealtà che ha animato il comportamento di tutti, in particolare di coloro che, avendo ben operato in Parlamento e nel Governo, avrebbero meritato la riconferma». Maurizio Bolognetti, consigliere dell’Associazione Coscioni e segretario dei Radicali lucani, riprende l’ammonimento già lanciato al Pd da Marco Pannella: «Pacta sunt servanda». E, con riferimento alla candidatura della radicale Elisabetta Zamparutti al terzo posto nella lista della Camera in Basilicata, dietro Salvatore Margotta e Antonio Luongo, rinnova l’ap p e l l o a «non nascondere i radicali». Ma, poiché la collocazione della Zamparutti, appare, dal punto di vista dell’elezione, «tutt’altro che certa», per Bolognetti così si mette a rischio il rispetto dell’impegno assunto dal Pd: l’ele - zione di nove radicali in Parlamento. Intanto altri sommovimenti, più o meno sotterranei, agitano le acque politiche. I boatos danno per rotto il breve sodalizio che ha portato i consiglieri regionali Nino Carelli e Prospero De Franchi in Italia dei valori. Una crisi di rapporto che, a leggere i segni, sarebbe confermata dall’assenza dei due esponenti politici, ieri, in occasione del sopralluogo lucano del leader del partito e ministro Antonio Di Pietro. La situazione, ovviamente, è in divenire ma si sussurra di un avvicinamento di De Franchi e Carelli all’area centrista (Rosa bianca?). Salvo ritorni di Carelli a casa Pd. Infine la vicenda della vicepresidente del consiglio regionale, Rosa Mastrosimone, ultima esponente del partito di Mastella nell’assemblea dopo che tutti i suoi ex colleghi udeurrini hanno deciso di non seguire il capo Clemente che si trasferiva dal centrosinistra al centrodestra (ma che adesso nessuno vuole neanche là). Dinanzi alle voci relative a possibili riposizionamenti della Mastrosimone, la stessa consigliera ha inviato una precisazione di complessa decifrabilità che consegniamo all’intelligenza (e capacità di comprensione) dei lettori: Mastrosimone fa sapere di aver organizzato, per venerdì e sabato prossimi, «un incontro con gli amministratori e le persone che in ogni singolo comune della Basilicata vedono in lei un punto di riferimento politico». E non è finita qui: «Nel corso dei due incontri la Mastrosimone - prosegue la nota sulla scia delle indicazioni che giungono dalla propria base politica, delineerà il percorso politico che, in assoluta coerenza con il progetto politico fin qui portato avanti, rappresenterà la linea politica con cui si affronteranno le prossime consultazioni elettorali amministrative e politiche. Si smentiscono pertanto tutte le ipotesi che in questi giorni hanno trovato spazio sulla stampa locale». Non sappiamo se qualcuno riesca a intendere il significato profondo della dichiarazione. Possiamo però azzardare una banale e superficiale interpretazione: si tratta di un annuncio chiaramente «politico» (almeno a giudicare dal numero di citazioni del termine). Per il resto, Mastrosimone si è convinta che a questo punto deve pur buttarsi (politicamente) da qualche parte. Ma non ha ancora deciso dove. ( M. Sammartino Gazz. Mezz.)


mercoledì 5 marzo 2008

Risposte ai Commenti

Egregio Frammartino, Lei sta tirando il prezzo, il suo amico in comune lo vorrà vedere seduto accanto a se o ad una sua assessora ..... la sua strategia è evidente e quindi nessuno la seguirà ... come sempre

Senta Frammartino, apprezzo il suo attivismo politico e le sue idee mi interessano. Quello che però non vedo è lo sbocco del suo "AGITARSI". Mi spiego, Lei farà una lista di sinistra che raccoglierà un pò di voti, non andrà al ballottaggio e quindi i suoi elettori o non andranno a votare o presumibilmente voteranno per il PD .... Che senso ha tutto questo? Mi chiedo e mi piacerebbe saperlo se davvero sarà il male minore per la sua parte politica votare per il PD al ballottaggio o si aspetta che in cambio dell'appoggio al ballottaggio Di Sanza le offra un assessorato? Cordiali saluti.
lunedì, 03 marzo
Ritengo doveroso una risposta a questi due commenti , ringraziandovi per l’interesse che mostrate nei confronti questo blog che risulta ormai uno dei più visitati nel Metapontino secondo solo al famoso Blog di Lutrelli. Certo che noi faremo una nostra lista , anche se avremmo preferito un percorso politico insieme ad altre aggregazione civiche di centrosinistra , che purtroppo non sono riusciti ad andare al di la dei tentativi ,rilevatosi fallimentari, incapaci di elaborare un progetto politico solido , che fosse interprete dell’esigenza della richiesta di una alternativa a due candidati gia sindaci per il centrodestra . Questo compito da oggi è tutto sulle spalle della Sinistra Arcobaleno, che deve essere punto di riferimento di quei cittadini che in questi anni hanno combattuto quel modo di governare questo paese , duramente denunciato sia da tutto il centrosinistra sia nelle aule dei tribunali che dagli stesi protagonisti politici in consiglio comunale. Tra l’altro, lo, voglio ricordare i più strenui accusatori di quel sistema fatto di Affari più che di politica li troviamo uno con Di Sanza (l’ incandidabile Labriola “codice etico PD” ) l’altro con Lopatriello (Leone) Con un’ aggravante , mentre il Lopatriello sul piano della coerenza gli si può addebitare ben poco avendo sempre militato nello schieramento del centrodestra , il Di Sanza è l’emblema del trasformismo e dell’incoerenza, che rende il PD Policorese impresentabile mutandone la propria ispirazione di forza di rinnovamento sia negli uomini che nei metodi.
Sono talmente consapevoli di ciò che non hanno neanche tentato di aprire un tavolo delle trattative con noi, consapevoli del muro che avremmo eretto a una ipotesi di candidatura del Di Sanza. Il saltibanchismo trasformista Di Sanza sono la negazione dell’integrità e l'intransigenza ideale che sono i presupposti per la legittimazione, di qualsiasi politica. Noi siamo convinti che senza poggiare sul terreno dei valori la lotta politica si risolve in un puro rapporto di forza e la politica stessa rischia di ridursi a pratica quotidiana, o peggio ancora a un'attività volta a perseguire solo il tornaconto individuale o di gruppo. In questa candidatura e negli accordi tra lor signori trapela tutto ciò. E poi la distanza programmatica dalla gestione della spazzatura alla gestione del territorio, a un nuovo modo di fare politica, diversa da questo modo dei partiti di oggi , che come diceva Berlinguer , sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei programmi della società, della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. Ambedue siamo consapevoli di essere antitetici, inconciliabili sia al primo che al secondo che al terzo turno se ci fosse, e ne basterebbe uno ne due o cento assessori , e ritenendo i due candidati sindaci simili sarebbe imbarazzante e politicamente inaccettabile schieraci per uno dei due. Noi ambiamo ad ottenere il massimo del consenso per andare al ballottaggio, ma comunque chiederemo il consenso per cercare di essere interpreti del bisogno che la politica sia innanzi tutto passione, coraggio e capacità di seguire strade nuove con i nostri limiti e consapevoli dei nostri errori. Che metta al centro la governabilità di questa città con gli strumenti urbanistici che non servano solo alla speculazione edilizia ma anche al servizio dei cittadini , che sulla spazzatura venga spezzata il legame con la politica, che nelle assunzione non contino le tessere ma le capacità, la lotta a tutte le precarietà sia sociali che di genere.
Questi sono i principi e i valori che ci animano , una politica capace di guardare lontano e di costruire il futuro. Questa è la nostra idea della politica. Questa è la politica che cercheremo di fare come Sinistra Arcobaleno , sia se saremo maggioranza che minoranza.

martedì 4 marzo 2008







Le precarie della Asl sospendono lo sciopero della fame


P O L I C O R O. Alle 10.30 di ieri, Rosa Modarelli e Carolina Tramonte, precarie della Asl n.5 di Montalbano Jonico, hanno sospeso lo sciopero della fame che avevano iniziato dalle 13 di lunedì 25 febbraio per rivendicare la stabilizzazione. Decisivo l’incontro avuto in Municipio con il vice prefetto Maria Rita Iaculli, qui commissario prefettizio. «La dottoressa Iaculli - ha detto Carolina - ci ha dato una prospettiva. Il nostro Comitato perseguirà la possibilità di presentare un disegno di legge firmato da almeno cinque sindaci in cui si riprenda, in chiave lucana, la legge approvata dalla Regione Puglia. Lei si è impegnata a firmare la proposta da presentare al Consiglio regionale per prima a condizione, però, che smettessimo con il nostro sciopero. Da qui la nostra risposta affermativa».Ed alle 10.35 in punto le due coraggiose mamme hanno bevuto un cappuccino al bar del municipio. «Dobbiamo riprendere ad alimentarci un po' alla volta – ha aggiunto Rosa. Non siamo più abituate a mangiare... Ora, però, siamo più battagliere di prima. Sono contenta, infine, della presenza qui, con noi, dei circa 40 colleghi che sono nella nostra stessa situazione. Vorrei solo che questa presenza fosse costante nel nostro Comitato di lotta. Uniti possiamo vincere». «Ed anch’io sono contenta - ha spiegato Tarsia -. Il vice prefetto Iaculli ha dato la sua disponibilità a firmare la proposta di legge per la stabilizzazione dei p re c a r idella sanità regionale. Colgo l’occasione per lanciare un appello agli altri sindaci del Materano perché la firmino anche loro». Contenta della conclusione della manifestazione di protesta anche il viceprefetto Iaculli: «Mi sono impegnata a rappresentare alla Regione lo stato di disagio dei precari ed a firmare, come commissario del Comune, assieme ad altri quatto sindaci, una proposta di legge simile a quella adottata dalla Regione Puglia. Non conosco il contenuto di quella normativa e non so come impatta con la Finanziaria, ma ho dato la mia disponibilità ad esaminare un testo che verrà elaborato dal comitato costituito dai precari in stato di agitazione. Ho subord i n at o il mio intervento, tuttavia, alla sospensione dello sciopero della fame». Sciopero sospeso appena terminato l’incontro in Comune. Sulla vicenda precari alla Asl n.5 ha presentato una interrogazione urgente il consiglierere gionale Ruggieri

lunedì 3 marzo 2008

Meritocrazia, trasparenza, avvicinamento alle esigenze dei cittadini. Senza queste parole d’ordine il groviglio di gestione del potere non può interessare una forza di Sinistra.
La politica è discussione e dibattito, certo. Ma è anche soluzioni, e Rifondazione Comunista non ha alcuna voglia di girare attorno ai problemi senza dare soluzioni.La crisi della Provincia di Matera, tutt’ora irrisolta, la dice lunga sulla modalità con cui è stata gestita.Inoltre -mi corre l’obbligo di ricordare- nessuno dei nodi politici posti dal PRC ha trovato soluzione, semmai si sono ingarbugliati al punto tale da co-determinare anche gli ulteriori “sganciamenti” dalla maggioranza di altre forze della Sinistra Arcobaleno.Un appello a quale buon senso fa riferimento il presidente Nigro? La questione politica della modalità di gestione degli appalti è tutta aperta, e per quanto ci riguarda è –sottolineiamo- una questione politica e non giudiziaria che ha avuto un accenno di discussione nella seduta consiliare del 5 febbraio, dopo l’ampio intervento del nostro capogruppo e poi nulla più. Le questioni del trasformismo e della “compravendita” di consiglieri, della sete per la determinazione degli assetti di potere, delle modalità clientelari di gestione della cosa pubblica, della voglia di maggiore trasparenza e di democrazia partecipata sono tutte in piedi.
E’ la gestione del potere il vero protagonista e mediatore di questa infinita crisi della Provincia. Da un anno le questioni aperte dall’agenda politica dei partiti della Sinistra l’Arcobaleno sono tutte aperte e nessuna è stata risolta. Siamo quasi a marzo, epoca di presentazione dell’ultima programmazione di bilancio della Provincia, quasi tutto è definito; l’appello di Nigro non apporta alcuna novità ed è retorico, si chiede forse già un traghettamento per il futuro? La Sinistra non può fare da stampella a nessuno dopo il rilievo dei sostanziali fatti politici che abbiamo voluto evidenziare in questi numerosi mesi della crisi alla Provincia, fino al nostro passaggio all’opposizione che ribadiamo essere stata la scelta più giusta. Si garantiscano prima azioni concrete che rispondano al criterio della politica e non a quello della gestione e distribuzione del potere. Si dia all’Ageforma e all’Apea, per esempio, una guida tecnica degna di questi enti strumentali, magari non frutto di mere nomine partitocratriche ma di ragionamenti meritocratici, evitando le strumentazioni e i metodi clientelari, solo allora se ne potrà riparlare. O, sempre per fare un altro esempio, la Provincia utilizzi non neutralmente il proprio ruolo istituzionale quando si tratta di difendere i lavoratori da un potenziale licenziamento, come avevamo chiesto giorni fa circa la possibilità di programmare un reinserimento dei lavoratori della Cogein all’interno delle funzioni dell’Apea non ancora definite e ferme all’approvazione di un inaccettabile e monco statuto.Si cambi direzione e chissà .…. sicuramente ci ritroveremo davanti ad un’altra era nella quale alla Politica si attribuirà una significato nuovo e al contempo originario.
Gianni PalumboSegretario Prov.le PRC/SE

domenica 2 marzo 2008

Di Sanza :No GRAZIE




L’ennesimo comunicato del segretario del PD Manolio, quello di voler incontrare i partiti e la società civile per ricomporre il quadro politico di centrosinistra è una provocazione inaccettabile.
Non solo la buona educazione consiglierebbe al segretario maggior rispetto per le intelligenze delle persone ed i protagonisti politici della nostra comunità , chiedere un tavolo dopo che il Pd ha scelto il proprio candidato Sindaco premiando il trasformismo politico e l’incoerenza e come chiedere alle persone di giocare un ruolo da utili idioti . Il Pd è stato responsabile della caduta dell’amministrazione di centrosinistra , e con la scelta di Di Sanza Antonio a candidato sindaco ha scelto di rompere l’alleanza a sinistra e con le stesse associazione e movimenti civici di area. Sappiano i Dirigenti Regionali del partito Democratico che questa scelta scellerata rischia di regalare il paese al centrodestra , e partendo da questa consapevolezza che noi siamo impegnati a costruire una alleanza che sia rappresentativa delle istanze degli elettori di centrosinistra che a policoro è stata sempre alternativa all’esperienza di Antonio Di Sanza già sindaco di Policoro per il Centrodestra.
PRC POLICORO