sabato 30 agosto 2008

Vendola su Alitalia:una truffa ai danni del Paese e della Puglia

BARI - «L’operazione Alitalia e l’operazione salvataggio dello scalo milanese della Malpensa sono due facce della stessa medaglia: cioè una operazione francamente vergognosa e una pistola alla tempia del Mezzogiorno d’Italia e della Puglia in particolare». Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola è un fiume in piena. Ha scelto di interrompere il suo silenzio vacanziero per denunciare quella che definisce «una truffa ai danni del Paese e della Puglia». Partiamo dall’operazione Alitalia. «Qui - dice - dopo tantissime tarantelle ci troviamo di fronte ad una classica operazione di “socializzazione dei costi” e di “privatizzazione degli utili”. Nel senso che «la scelta di dividere in due l’operazione tra bed company e good company è scientifica. Significa che sulle spalle dei contribuenti finisce la prima, cioè i debiti della società. Mentre la good company (una specie di restyling dell’azienda) diventa una specie di regalo ad alcune cordate imprenditoriali ». Un esempio? «Benetton appena qualche tempo fa ha ricevuto in dono una nuova convezione per le tariffe autostradali. Come a dire che Benetton comprerà le azioni in Alitalia, ma queste non saranno pagate da lui, ma dagli automobilisti che si vedranno aumentare il pedaggio». Vendola vorrebbe fare altri esempi per spiegare «il senso della truffa» ai danni degli italiani. «Mi fermo - continua - ricordando solamente un dato: che mentre nell’operazione Air France si parlava di 2 esuberi, oggi si parla di 6/7 mila dipendenti che dovranno essere ricollocati. Diciamo che da un punto di vista tecnico-finanziario mi accontento di sottoscrivere i giudizi che sono apparsi sui maggiori quotidiani italiani. I quali definiscono questa come una classica operazione di socializzazione dei costi: al pubblico i costi dell’operazione e al privato i benefici. Una vergogna». «E che dire poi del salvataggio di Malpensa. Se quella infrastruttura - continua il presidente - fosse stata costruita al Sud avrebbe attirato legioni intere di commentatori, chiosatori e moralisti a tempo pieno, i quali avrebbero stigmatizzato le incongruenze e le criticità di una infrastruttura sbagliata; invece siccome si tratta del profondo Nord, i critici in servizio permanente effettivo, tacciono. E per salvarla si è giunti al punto di scrivere un piano degli aeroporti che dà un colpo mortale a tutti gli aeroporti piccoli e medi. Il che rappresenta una ferita e un oltraggio nei confronti della Puglia. Una regione con quattro scali sui quali sono stati investiti 200 milioni di euro e registrato un trend di crescita che nessun altro aeroporto italiano, negli ultimi mesi, può vantare. Eppure di tutto questo non si è tenuto conto». «Perché? Perché la scelta è scientifica, quella di uccidere il trasporto aereo in Puglia. Una scelta miope che non tiene conto che la Puglia è nel cuore del Mediterraneo e poi perchè si compone di un sistema avanzato e efficiente, fatto di quattro scali (Bari, Brindisi, Grottaglie e Foggia) che rappresentano un sistema che ha avuto un exploit senza precedenti. Di fronte a tutto questo se ci fossero logiche politiche legate all’interesse generale piuttosto che a logiche legate agli interessi del Nord, il sistema aeroportuale pugliese dovrebbe rappresentare un pilastro del sistema trasportistico nazionale. Un modello di aeroportualità che è dentro ad un sistema di snodi (porti, aeroporti e ferrovia) che possono fare della Puglia una piattaforma logistica straordinaria». Invece. «Dalla prossima settimana da Brindisi non si volerà più, nè per Linate, nè per Bologna, perché l’ope - razione finanziaria della compagnia sta ridisegnando la geografia del trasporto aereo. A tutto questo si aggiunge il fatto che se si dà un colpo mortale ai piccoli e medi scali e quindi si prende per il collo il mercato delle voli low cost già provato dai prezzi del greggio, si sta definendo a partire dal piano aeroportuale un modello di sviluppo che ha già condannato a morte il Sud». Fin qui il ragionamento tecnico. Poi Vendola attacca: «Mi meraviglio - dice -. Anzi non mi meraviglio del silenzio del noto filosofo della concretezza, Raffaele Fitto, il quale protestava quando persino si determinava un semplice ritardo nella partenza di un volo brindisino perché era lui il viaggiatore eccellente, e nulla fa per impedire questo omicidio annunciato dell’economia pugliese. Credo che dovremmo avere una reazione durissima, determinatissima, radicale. È anche su questo banco, per noi così vitale, che misureremo la credibilità delle proposte sul federalismo. È su questo argomento che condizioneremo la nostra disponibilità al dialogo costruttivo». «Per il momento - conclude il presidente della Regione Puglia - mentre noi cerchiamo di alzare lo sguardo al cielo per parlare di futuro, dalla destra di Berlusconi e di Fitto ci vengono soltanto, non a noi in quanto politici ma in quanto Puglia, calci alle gambe e colpi bassi. Allora su questo chiedo a tutte le forze vive, da Confindustria alla cultura ai sindacati, a tutti coloro che hanno vigilato con tanta puntigliosità sul problema del trasporto aereo, chiedo di fare quadrato. Le polemiche di ieri riguardavano una Puglia in prodigiosa crescita, ma oggi si tratta di alzare la voce contro chi ci condanna ad una retrocessione drammatica».

NO SCORIE TRISAIA CHIEDE ALLA REGIONE IL COMMISSARIAMENTO DELL'ARPAB

L'IDROGENO SOLFORATO NON E' MENO PERICOLOSO DELLE RADIAZIONI
In Basilicata i cittadini devono ancora una volta reclamare alle istituzioni la tutela della salute pubblica per gli inquinanti che loro malgrado sono costretti a subire da industrie la cui presenza viene imposta dall'alto (parliamo del centro ENEA SOGIN e delle estrazioni petrolifere). Sul fronte dei controlli ambientali, d'altro canto, non ci siamo proprio.No scorie aveva chiesto, sin dagli eventi di Scanzano, un monitoraggio degli inquinanti radioattivi sulle matrici alimentari e naturali(mai fatti da 40 anni). Nel 2007 l'Arpab presentava in pompa magna il monitoraggio del'ITREC. Da quella data però nessun dato è stato reso pubblico. Idem per il caso della discarica di cromoesavalente alla foce del fiume Sinni. Alla richiesta pubblica di monitorare le acque dagli inquinanti, oltre all'inquinamento naturale (regolarmente effettuato) per la balneabilità delle acque, registriamo il silenzio assoluto da parte di questa Agenzia.
Ed ora è il caso dell'idrogeno solforato sprigionato dalle estrazioni petrolifere e durante il trattamento del greggio presso il centro oli di Viggiano che conferma che c'e' qualcosa che non funziona nel connubio Regione –Arpab. L'Arpab afferma di aver fatto due controlli l’anno. Ma dove sono i dati rilevati? Se per il monitoraggio promesso dall'Assessore Santochirico sulle estrazioni petrolifere bisogna attendere l'espletamento del bando pubblico, ci si chiede, quali controlli dichiara di aver fatto l'Arpab?Nel caos istituzionale, l'unica cosa che funziona regolarmente sono però le autorizzazioni regionali alle estrazioni petrolifere, alle discariche e ai peggiori insediamenti inquinanti in Basilicata. La parola monitoraggio, ma soprattutto la tutela della salute pubblica, sono e restano argomenti di secondo piano per la nostra classe politica. L'idrogeno solforato non è da meno delle radiazioni: questo gas entra nella catena alimentare ( vedi le acque degli invasi vicino ai pozzi petroliferi) ed è pericoloso e letale se assorbito dall'uomo; oltre a tumori provoca malattie invalidanti e nei peggiori casi la morte.Vicino al centro oli di Viggiano (e tra poco anche a quello di Corleto della Total) vivono intere comunità che non possono essere non informate sui rischi derivanti dal funzionamento degli impianti ed in caso di incidenti gravi( pure verificatisi). Il limite delle emissioni italiano dell'idrogeno solforato è decisamente superiore di circa 10.000 volte i valori imposti negli Stati Uniti. Segno che la normativa italiana è molto carente. In questa situazione la carenza di monitoraggi ambientali vanno a discapito dei cittadini ignari, solo per favorire le compagnie petrolifere che come per i morti sul lavoro, risparmiano sui costi di adeguamento degli impianti alle normative ambientali. Delusi dal comportamento dell'Arpab, è bene, per i cittadini dell'intera Regione, che la Regione riorganizzi subito i compiti di questo Ente (i vertici dell'Arpab non possono essere nominati solo secondo criteri politici). In questo modo la sua funzione di controllore dei parametri di tutela della salute pubblica è venuta meno, evidenziando grossolanità e lacune gestionali che sono ben evidenti allorquando si assiste a risposte non esaurienti e marcatamente di natura politica e non tecnica, come è stato nei casi sopra enunciati. La regione dal canto suo non può continuare a dare nulla osta o pareri per la realizzazione di attività industriali impattanti se prima non ha assicurato ai cittadini una tutela contro ogni forma di inquinamento, derivato dalle sostanze prodotte. Per queste ragioni No scorie Trisaia chiede alla Regione Basilicata di commissaria re i vertici dell'Arpab per rifunzionalizzare i suoi compiti rispetto alle molte emergenze ambientali della Regione che rischiano di produrre gravissimi danni alla salute dei cittadini.

venerdì 29 agosto 2008

REDDITO STATALI IL PIU' BASSO IN UE

ROMA - Si aggira intorno ai 23mila euro il reddito medio annuo netto pro capite dei dipendenti pubblici in Italia, una cifra inferiore ai principali Paesi europei: in particolare un lavoratore pubblico medio percepisce oltre 12mila euro l'anno in meno che in Francia, oltre 4mila euro in meno che in Spagna; rispetto a Germania e Regno Unito, la retribuzione è più bassa di oltre 3mila euro. E' quanto emerge da un confronto europeo realizzato dall'Eurispes su dati Istat, Eurostat e Ocse. Di conseguenza, anche la spesa sopportata dal Paese per tali retribuzioni è inferiore non solo a quella della Germania, paese più grande dell'Italia, sottolinea l'indagine, ma anche di Francia e Regno Unito, che hanno all'incirca lo stesso numero di abitanti. Nello specifico, secondo le elaborazioni Eurispes, la spesa totale delle amministrazioni per la retribuzione dei dipendenti pubblici in Italia è stata di circa 155,5 miliardi di euro nel 2005 (in crescita rispetto ai 124,3 miliardi del 2000) contro i 167,5 miliardi della Germania, i 202 miliardi del Regno Unito e i 227,3 miliardi della Francia. Ad ogni cittadino italiano il settore del pubblico impiego è costato in media circa 2.600 euro nel 2005 (più dei 2mila euro della Germania ma meno rispetto ai 3.600 euro della Francia). Tornando alle retribuzioni medie nette dei dipendenti, sempre secondo le elaborazioni Eurispes, i lavoratori meglio pagati sono i francesi, che in un anno guadagnano 35.665,9 euro pur avendo la Francia un forte cuneo fiscale (che supera di poco il 50%); anche in Germania il cuneo fiscale è alto (47,4%), ma il reddito netto medio dei lavoratori tedeschi è di 27.110,8 euro annui. Poco più dei tedeschi guadagnano i lavoratori pubblici spagnoli che in un anno percepiscono 27.622 euro. Nel Regno Unito si ha il cuneo fiscale più basso pari al 30,4% e il reddito netto annuo pro capite ammonta a 26.492 euro. In Italia i lavoratori pubblici percepiscono un reddito medio annuo netto pro capite di 23.476,9 euro (il cuneo fiscale è pari al 45,2%).

mercoledì 27 agosto 2008

Le strade Killer di Policoro





Un altro incidente che mette a rischio la giovane vita di un bambino di 10 anni ricoverato al San Carlo di Potenza in grave condizione, appena due mesi dopo un incidente mortale che ha travolto sempre su queste strade un’altra giovane vita. Ci chiediamo quante tragedie dobbiamo ancora vedere per porci la questione della sicurezza stradale come uno dei problemi centrali per una tranquilla vivibilità della nostra comunità? La politica, pur sollecitata da qualche tempo ad affrontare in modo serio ed efficace tale questione, ne ha sottovalutato la dirompente portata sociale, che mina la sicurezza dei cittadini. La maledetta gestione di Serafino Di Sanza con l’assessore Vigorito aveva cominciato ad affrontalo con la predisposizione di alcuni dossi artificiali negli incroci più pericolosi, e stava per attuare un piano organico su alcune arterie ritenute pericolose, potenziando anche la presenza dei vigili nei quartieri periferici della città. Da allora il tema e le opere sono state messi nel cassetto, e la tanto vantato ripulita e abbellimento della città è stata solo di facciata , concreta più nelle annunciazioni che nei fatti, sono state asfaltate le strade dimenticando la segnaletica sia orizzontale sia verticale, e soprattutto non predisponendo nessuna politica per la sicurezza stradale. E’innegabile che a trasformare in trappole le strade di Policoro è sicuramente anche una gestione del traffico caotica e improvvisata e una segnaletica ormai assente, specie nelle zone strategiche della città, in centro come in periferia.Si ristrutturano gli uffici dei vigili, anzi se ne depotenzia l’organico già carente, assegnando qualcuno agli uffici, e nel secondo, terzo piano di zona, prima si vedeva la presenza della polizia municipale , oggi c’è né solo l’ombra anzi neanche quella. Quest’ennesimo gravissimo episodio deve spingere la giunta Lopatriello a prendere atto da subito delle situazioni più critiche lungo la viabilità cittadina, adottando gli opportuni provvedimenti che devono andare anche incontro a una serie di richieste dei cittadini affinché siano messi in opera alcuni dossi artificiali in Via Filippo Tristano, nella via Agrigento (la strada dell’ultimo incidente) sull’arteria principale della casa comunale, solo per citarne alcuni, per limitare la velocità delle macchine che ogni giorno attentano alla incolumità dei residenti, è una più capillare presenza della polizia municipale, potenziandone anche l’organico. Questi interventi i cittadini le vogliono subito, la prossima volta non ci sarà nessuna attenuante, ogni uno ne assumerà la responsabilità di fronte al popolo e davanti a Dio.
Questa città, noi del Blog ci stringiamo intorno a Massimo e Chiara nutrendo la speranza che tutto si risolva per il meglio.

martedì 26 agosto 2008

Visit Aspromonte», «visit Bitonto», «visit le Langhe

Anonimo-Riceviamo e pubblichiamo

Milano - «Visit Aspromonte», «visit Bitonto», «visit le Langhe». E non sapendo dove sbattere la testa, il turista straniero alla fine sceglie di andare in Francia o in Spagna; lì sa per certo che cosa gli offriranno: champagne, flamenco, opéra e paella. Scoraggiare un viaggio in Italia è impresa non da poco; eppure, stando ai dati di quest´ultima estate, sembra che gli assessori regionali al turismo ci siano quasi riusciti. Estate 2008: in Italia passerà alla storia come l´estate degli Europei di calcio, delle Olimpiadi e degli alberghi vuoti. Turismo in calo, turismo in caduta libera; uno scenario così cupo che dalla Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi - non hanno neanche aspettato i dati definitivi di agosto per annunciare un calo di presenze vicino al 5%, con una perdita di gettito vicina ai tre miliardi di euro. Un vero e proprio rebus: secondo i dati del governo, quasi l´85% dei turisti che a livello internazionale si rivolgono ai grandi operatori è attratto dalle bellezze del nostro Paese, ma poi solo il 35% di essi alla fine decide di venire davvero da noi. Le motivazioni di questo paradosso sono complesse, e abbracciano diversi settori del sistema Italia - infrastrutture, prezzi, ricettività - e non ultima la promozione turistica, settore in cui da sette anni i governatori - da quando la riforma dell´articolo V della Costituzione ha dato alle regioni competenze esclusive sul turismo - fanno di testa propria: dal 2001 al 2006 hanno speso complessivamente nel turismo 6.714.093.300 euro. Di questi, il 28,3% solo per la promozione: spot, cartelloni, pagine su quotidiani e riviste, eventi all´estero. Per un esborso complessivo di 1 miliardo e 895 milioni; quasi 316 milioni all´anno.Con differenze importanti: la Calabria da sola ha speso 340.646.700 euro, una media di 56,7 milioni all´anno, valore pressoché equivalente alla spesa complessiva nei sei anni della Liguria e di gran lunga superiore a quella, sempre sul totale dei sei anni, di Sardegna, Puglia, Valle d´Aosta, Basilicata, Umbria, Marche e Molise. Con che risultati? Si direbbe che quantità non equivale a qualità: secondo i dati del Touring club Italia, che ha stilato la classifica regionale della spesa turistica per ciascun arrivo nazionale e internazionale, nei sette anni in esame la Calabria ha pagato ogni singola presenza 43,6 euro, su una media nazionale pari a 3,7 euro. Anche in questo caso la punta della penisola si è guadagnata il primo posto, lasciando molto indietro la seconda e terza classificata, la Basilicata (21,6 euro) e la Provincia autonoma di Trento (14,1 euro per ogni turista). Chiudono la classifica tre regioni che forse non hanno troppo bisogno di promuovere le proprie bellezze: Lombardia, Lazio e Toscana, che hanno speso rispettivamente 1,3, 1,1 e 0,4 euro per turista. Miliardi spesi in modo infruttuoso, che hanno ottenuto più che altro di frammentare l´immagine dell´Italia nel mercato estero. Già nel 2007 Antonio Paolucci, sovrintendente ai beni artistici del Vaticano, sottolineava come oltrefrontiera «non c´è l´Italia, ma tante Italie diverse per stili, cultura, immagini, identità». Dopo la doccia gelata di questa estate, gli addetti ai lavori hanno preso atto della necessità di un´inversione di tendenza. Il coordinatore degli assessori regionali al turismo, Enrico Paolini, ha ricordato a conclusione della IV Conferenza italiana per il turismo di Riva del Garda il bisogno di superare la disarticolazione delle ventuno politiche locali per una politica promozionale capace di vendere all´estero un unico prodotto-ombrello: l´Italia. Cosa che invece riescono a fare con successo i nostri due concorrenti diretti, Francia e Spagna. Se per tutti gli anni 80 l´Italia era, dopo gli Stati Uniti, il Paese che assorbiva la maggior quota di mercato del turismo nel mondo, oggi, con 30 miliardi e 281 milioni di incasso dal turismo straniero, è solo al quarto posto, dietro appunto a Spagna (40 miliardi) e Francia (quasi 37 miliardi).

sabato 23 agosto 2008

Federalismo al Sud senza complessi


Il dibattito sul federalismo è ancora troppo prigioniero della paura. Si gioca una partita assai delicata su una scacchiera truccata: ciascun giocatore pare interessato prevalentemente alla propria casella, alla propria mossa, al proprio rendiconto di finanza e di potere. Il Sud ha paura di perdere ciò che appare (secondo l'ideologia nordista imperante) una lucrosa e parassitaria rendita di posizione. Il Nord ha paura di perdere l'occasione storica di riappropriarsi della leva fiscale nell'area più ricca del Paese. Le Regioni a Statuto speciale hanno paura di perdere quei privilegi che esse chiamano diritti (ma può anche accadere che ognuno di noi chiami privilegi i diritti degli altri!). Anche io ho paura: che vada definitivamente smarrito quel collante di solidarietà che cuce piccoli borghi e città metropolitane, che annoda punti cardinali e li omogeinizza senza ucciderne le peculiarità; ho paura che dell'Italia resti giusto una bandiera per le cerimonie e non un'anima, una memoria storica, un'idea di comunità, un'ambizione di virtù civiche. Difficile ridisegnare l'architettura – non solo fiscale – di una nazione, poggiandosi su quel pilastro piuttosto marcito che è la paura. Significa prefigurare almeno venti tipologie di federalismo, ciascuna a propria immagine e somiglianza, un modello di ingegneria politico-istituzionale che tende al bricolage, una riforma fai da te destinata ad abortire. Concretamente significa andare ad un appuntamento con la storia italiana portandosi addosso gli abiti sdruciti del più vieto localismo: con l'idea che fare gli interessi immediati di una parte (cioè del proprio territorio) è più conveniente che non la costruzione faticosa di un interesse generale. Praticamente significa che vince il federalismo del pallottoliere: ognuno si occupa di decifrare ciascun comma della bozza Calderoli e di proiettare sul proprio contesto regionale l'effetto in termini di decurtazioni di entrate. Ognuno fa calcoli su questo o quel parametro. Qui vado in paradiso e qui all'inferno, qui vado pari, qui perdo male e le opposizioni del mio territorio mi faranno la pelle (e davvero in questo caso non conta il colore politico di chi è maggioranza e di chi è minoranza). Ora non voglio fare lo snob, anche io userò il pallottoliere per capire cosa comporta per la mia Puglia la traduzione in realtà di ciascun codicillo della proposta federalista, ma devo dire con tutta onestà che se tutta la discussione fosse così provinciale e così politicista, la sorte del federalismo italiano sarebbe segnata. E non è questione di stile ma di sostanza. Intanto la bozza Calderoli da questo punto di vista è piuttosto vaga e io assumerei questa vaghezza come una occasione per andare oltre il testo, per approfondire (se mi si consente il gioco di parole) pretesto e contesto, per discutere cioè di che Italia vogliamo, di che equilibrio tra risorse e servizi, tra ricchezza e diritti, di che relazione bilanciata tra poteri e competenze, di che modello di burocrazia per agganciare le ansie e le domande di una nuova e più esigente cittadinanza, di che telaio serva per tessiture di cooperazione in un mondo di feroce competizione. Noi meridionali non dobbiamo affrontare il nodo della perequazione con il cappello in mano, afflitti dalla sindrome dell'accattone, ma con la appassionata lucidità di chi sta parlando di aree di disagio, di fragilità nel vivere e sopravvivere, di vecchie e nuove povertà, insomma di una democrazia che si invera nella rete di diritti esigibili sul piano individuale e collettivo. Il Sud deve smetterla di avere paura, ma anche di avere incredibili complessi di colpa: noi non abbiamo derubato il Settentrione, non siamo la geografia dell'inettitudine e del crimine, non siamo una metafora cupa gonfia di metafore cupe (quante impronte di Gattopardi in ogni chiacchiera stereotipata sul Sud, quanti gironi danteschi…): come se fossimo solo monnezza e sangue, e non anche ingegno levantino e sudore proletario, spirito d'intrapresa e d'innovazione, una socialità aperta all'accoglienza e alla convivialità. Il Sud, a mio modo di vedere, deve ri-tematizzare se stesso dentro la sfida federalista: tornare a riflettere sui suoi problemi storici, sul bisogno di rinnovare radicalmente la sua struttura produttiva, sulla cultura delle sue classi dirigenti, sul deficit del suo parco infrastrutturale, sui limiti di un processo di modernizzazione che ha troppo spesso sacrificato la bellezza mediterranea e i suoi valori ecologici sull'altare di un profitto mordi e fuggi. E il Nord deve uscire dal recinto angusto delle proprie frustrazioni economiche ed ideologiche: smettendola di cercare nel Sud il capro espiatorio delle proprie paure. Si ha paura di un nemico ma spesso il nemico vero è la paura. In verità dovremmo avere paura di quella recessione che incombe e che può essere la tomba di un federalismo scandito da pensieri corti e da attorcimenti di Palazzo. Anche per questo occorre alzare il tiro. Si può stare insieme, nel rispetto delle diversità e dentro la traccia suggestiva del federalismo, se si abbandona quella scacchiera truccata e si volge lo sguardo al Paese e alle sue forze fondamentali: e si dice con chiarezza che non ci può essere la rottura dell'universalismo dei diritti sociali fondamentali, nell'istruzione come nei servizi socio-sanitari come nell'esercizio del diritto alla mobilità. Se si dice che occorre una nuova solidarietà che non copra chi spreca o chi ruba. Che occorre una nuova base di virtù civiche per salvare l'Italia, del Sud e del Nord, e per proiettarla oltre l'orizzonte della paura, verso un più maturo esercizio delle proprie responsabilità.

Nicki Vendola23/8/2008

venerdì 22 agosto 2008

Un viaggio in Romania e uno in Australia: la replica

Caro Frammartino, io sarò distratto ma il succo non cambia. Al di là delle intenzioni, il fatto di avere delle comunità lucane in giro per il mondo non giustifica lo sperpero di denaro pubblico senza alcun fine. E' dagli anni 70 che ci sono le commissioni? Bene significa che ci sono stati circa 40 anni di viaggi inutili e sperperi. Quali benefici da altri viaggi? Di cosa si avvantaggia la comunità lucana? Di assolutamente niente, solo chiacchiere!! Oppure fammi esempi di viaggi passati (credo che si facciano ogni anno) e di benefici concreti che hanno portato alla comunità lucana. Le belle intenzioni lasciano il tempo che trovano e sono solo la veste con cui i politici addobbano le loro azioni. Viviamo nel paese degli enti inutili purtroppo! In ogni caso, ancora una volta dimostri di avere dei preconcetti, il gemellaggio, ripeto, tra città dell'UE, da diritto in alcune situazioni a finanziamenti per opere pubbliche, il viaggio in Australia non si sa (a parte le chiacchiere). Avrei tante altre cose da dire, come lo sviluppo turistico di cui tu parli e gli altri fanno senza bisogno di andare in Australia, ma mi astengo.

giovedì 21 agosto 2008

Un viaggio in Romania e uno in Australia

E' singolare l'atteggiamento del segretario provinciale di rifondazione comunista sui temi che hanno a che fare, anche se forse non sono caratterizzanti, con l'uso del denaro pubblico. L'Amministrazione comunale di Policoro fa un gemellaggio con un paese rumeno, a sinistra gridano allo scandalo perchè si mettono le mani nelle tasche dei cittadini (particolare evidenziato proprio da chi, ora all'opposizione, ha tra l'altro aumentato del 50% le tasse della spazzatura!) e perchè si fa un gemellaggio con dei morti di fame, detto nel più puro spirito di solidarietà che contraddistingue la sinistra. E' vero però che i gemellaggi sono favoriti, auspicati, dalle autorità della UE che li premiano con aumenti di finanziamenti economici in determinati casi. Quindi un eventuale beneficio per la comunità, policorese in questo caso ci sarebbe. La regione Basilicata, di sinistra, la Provincia di Matera, di sinistra, organizzano un viaggio estivo in Australia, a spese dei cittadini lucani, con finalità che non si capiscono, guidati dal rifondarolo o rifondazionista (non so come si dice) Simonetti e tutto tace? Nessuno scandalo? Nessuna inopportunità in tempi di crisi? Ma fatemi il piacere, fa bene la lega, il nord in genere a chiedere il federalismo, è troppo facile vivere a spese altrui, soprattutto se gli altrui sono un popolo, quello lucano, dove i morti di fame, per disoccupazione e sottosviluppo. sono ancora tanti!
Risposta
Ho voluto pubblicare questa lettera soprattutto perché è inaccettabile per me che sono meticcio, l’accusa di razzismo. Su questo Blog siamo stati sempre chiari contro ogni discriminazione per qualsiasi razza, cultura o religione. Anzi proprio sul gemellaggio con la Romania abbiamo criticato l’affermazione discriminatoria fatta da Lopatriello che i rom non sono rumeni, ma anche se lo erano per noi non cambiava nulla. Certo non abbiamo capito il senso di quel gemellaggio, né in termini culturali né ai fini economici. Abbiamo affermato che avremo capito un gemellaggio con Toporu paese nativo del grande prof.re Dinu Adamesteanum padre dell’archeologia Lucana, che avrebbe avuto un senso culturale, poteva servire per implementare e investire sul patrimonio storico che può essere una risorsa importante per lo sviluppo turistico, molto più di inutili villaggi. Per quando riguarda il viaggio in Australia, lei è un lettore distratto o poco informato, in quando non è stato organizzato dalla regione come tale, ma dalla commissione degli Italiani all’estero. Dai primi anni 70 tutte le regioni hanno istituito queste commissioni, perché i nostri connazionali all’estero hanno contribuito in modo decisivo con sacrifici e dolore allo sviluppo di questo paese(io sono figlio di un emigrato ) continuano a contribuire alla crescita del nostro PIL del 15% (dati Istat). E’ cosi importate sia per l’economia sia per la cultura il rapporto con i nostri connazionali che è stato proprio un ministro di destra ad istituire il voto degli Italiani all’estero. In Australia inoltre vive una grossa comunità di Lucani ben inserita ed apprezzata protagonista in campo economico che sociale dei processi di sviluppo in un continente giovane e pieno di risorse, e lo dico con cognizione di causa ed orgoglio (mi permetta la parentesi veniale) avendo un fratello che è stato tra i progettisti del parlamento australiano a Melbourne , inoltre la stessa Sidney ha avuto come Sindaco un australiano figlio di emigrati italiani. La commissione tra l’altro ha sottoscritto con il governatore del Galles del sud, degli accordi interessanti sotto l’aspetto prettamente economico culturale che riguarda lo sviluppo del turismo e degli scambi di programmi tecnologici e di ricerca e di studio che dovranno essere perfezionati con accordi bilaterali tra l’Università’ di Basilicata e quella di Sydney, ed ha portato a casa un contratto di programma che porterà cento giovani lucani presso le famiglie di Canada Bay per un lungo stage e l’istituzione di un centro polifunzionale per attività formative, imprenditoriali e per la valorizzazione della cucina italiana. Che poi ci sia un presidente del Prc in capo alla commissione, le posso assicurare che P. Simonetti è una garanzia non perché è un comunista ma perché è una persona che conosce il valore civico dell’importanza dell’utilizzo corretto delle risorse pubbliche ,lei lo può verificare con la la trasparenza e l’analiticità del bilancio della commissione e confrontarla con le altre gestioni. In ogni caso avendo avuto, noi di Policoro la fortuna di avere Lopatriello in Romania e A. di Sanza in Australia, ci faremo promotori di un incontro pubblico dal titolo : Un viaggio in Romania ed un altro in Australia” perché avendo utilizzato soldi pubblici ne chiederemo il rendiconto.
Ottavio frammartino

mercoledì 20 agosto 2008

Il sud rischia la bancarotta

MILANO - È un caso se Mercedes Bresso, presidente del Piemonte sia la più aperturista sul tema del federalismo fiscale tra i governatori di centrosinistra? O che viceversa non lo sia il presidente del Lazio, Piero Marrazzo che ammonisce a non trasformare l'Italia "in un paese a due velocità?" Per nulla: sono posizioni politiche che si basano sui numeri e che rivelano, in effetti, una graduatoria tra chi rischia di guadagnare di più e chi, viceversa, perdere non pochi quattrini se dovesse andare in porto la riforma in senso federale così come la prevede la bozza del ministro Calderoli: con le regioni del Nord che si ritroverebbero con più soldi rispetto al passato e quelle del Sud che dovrebbero ricorrere a nuovi trasferimenti da parte dello Stato. Perché, innanzi tutto, il disegno di legge cambia la partita di giro tra Roma e giunte regionali, che finirebbe in vantaggio di queste ultime: le regioni nel loro complesso si vedranno ricevere fino a 60 miliardi di nuove risorse. Lo ricorda una elaborazione eseguita pochi mesi fa dal professor Massimo Bordignon e dal centro Cifrel della Cattolica di Milano sul disegno di legge della Lega che a sua volta si basa da un testo della regione Lombardia e contenuto nel programma della Pdl, poi corretto da Calderoli in una serie di incontri anche con le Regioni. Il calcolo prevede che se oggi entrate proprie e trasferimenti garantiscono alle Regioni 81 miliardi, domani con il progetto della Pdl si arriverebbe attorno a 228, in pratica 147 in più. Ma da questi vanno tolti i soldi destinati alle nuove funzioni che saranno attribuite alle Regioni e che sono in carico allo Stato (dal finanziamento per le Università agli stipendi degli insegnanti, fino ai trasferimenti per Comuni e Province), per arrivare alla cifra di 63 miliardi.
Ma quali sono le regioni che guadagnano e quelle che perdono in questa partita di giro. Avvantaggiate le Regioni più virtuose, quelle che pagano più tasse "regionali". Lo sostengono dati elaborati, in questo caso, dalla Cgia di Mestre. Al primo posto c'è la Lombardia, seguita proprio dal Piemonte di Mercedes Bresso e dal Veneto. In Lombardia lo Stato copre solo il 35,4% della spesa pubblica della Regione, il resto arriva dalle tasse regionali; in Piemonte siamo al 46,3% di copertura, in Veneto al 47%. Così via, fino ad arrivare ai record negativi delle regioni del sud, ovvero a quella Italia a due velocità di cui parla Marrazzo: la Basilicata, ultima della classifica tra le regioni a statuto ordinario, bussa a Roma per il 78,4% delle spese, la Calabria per il 77,7% e il Molise per il 75,8%. Un meccanismo che rischia di diventare esplosivo se proiettato su un'altra classifica (eleborazione Unioncamere Veneto), la differenza tra tasse pagate e servizi ricevuti pro-capite. Lombardia è ancora una volta in testa con un saldo favorevole di 3.292 euro a cittadino, seguita da Emilia Romagna (2.643), Veneto (2.513), Piemonte (316), Toscana (180) e Marche (120). Poi ci sono solo saldi negativi, con in fondo alla classifica Calabria (-3.373) e Basilicata (-3.060). Ma attenzione alle Regioni a statuto speciale: qui non si fa tanta distinzione tra nord e sud: la Valle d'Aosta è la maglia nera della classifica (saldo negativo per 4.767) e supera anche Sardegna (-3.186) e Sicilia (2.854). Dove prenderanno le risorse dei diminuiti trasferimenti allo Stato dalle regioni del Nord?

(tratto da Repubblica)

martedì 19 agosto 2008

ASSUNZIONE ALL’APEA: UN CONCORSO STRANO O UN ALTRO SCANDALO?

Apea: questa nuova creatura partitocratrica votata all’unanimità da un consiglio provinciale Bipartisan, che si dovrebbe occupare dalla caldaia amica (amica soprattutto dei soldi dei contribuenti) e di ricerca in favore degli interventi per l’energia fotovoltaico degli edifici pubblici ecc.., in poche parole un altro carrozzone, una brutta copia di altri enti che si occupano di tutela dell’ambiente e ricerca energia alternativa. A noi sembrava servisse essenzialmente per accontentare gli appetiti della politica per alimentare la casta (anche questa Bipartisan fra destra e centro con la benedizione di settori importanti della cosi detta sinistra presente in consiglio) riesce a partorire un bando per l’assunzioni di 24 persone a tempo indeterminato che per decenza chiamiamo atipico.
Certo fa insospettire un bando che viene pubblicato nella prima settimana d’agosto senza firma di chi lo ha predisposto (probabilmente chi ha redatto il bando se né vergogna), con un avviso che si intitola “avviso verifica impianti termici” che sembra tutto fuorché un concorso, senza una data di scadenza un numero di protocollo ma un generico riferimento ai fatidici 15 giorni (quando tutti sono in vacanza) che dovrebbe partire da una generica data di pubblicazione, e per non farsi mancare niente, nessuna certezza delle assunzioni in quando non sono certe le disponibilità finanziarie (ma come ci chiediamo hanno approvato il consuntivo triennale 2008-2010 appena un paio di settimane fa), e non si capisce se è l’agenzia che emana il bando o l’amministrazione provinciale visto che il responsabile (unico riferimento individuabile dal bando) del procedimento è un dipendente della Provincia.
Ci chiediamo se vi è l’intenzione di stabilizzare i LSU o i soliti amici degli amici o chi sa che altro, non volendo elencare tutte le nefandezze di una vera porcheria che cade sulla testa dei cittadini e i lavoratori come un fulmine in piena estate, figlia di un malcostume diffuso che riconduce spesso i concorsi a delle mere farse, volte a formalizzare esiti determinati a priori, in contrasto con la legge e il buon senso, che richiederebbero invece una “Valutazione comparativa” basata su precisi criteri meritocratici.. In pratica un obbrobrio giuridico, poco trasparente, che tra l’altro non da nessuna certezza agli idonei di essere assunti. Ci rivolgiamo al Presidente della Provincia cui riconosciamo buon senso, affinché faccia ritirare questo bando, e si formalizzi una nuova procedura , attuando criteri modalità trasparenti, su base che abbiano certezza finanziaria e giuridica, dove sia tra l’altro evidente la volontà di stabilizzare i tanti LSU attraverso un criterio selettivo oggettivo dove tutti abbiano uguale opportunità.
Frammartino Ottavio
Segretario Provinciale PRC di Matera

domenica 17 agosto 2008

Solidarietà di questo blog per l'inaudito attacco del PDL a Famiglia Cristiana

La politica deve sempre tutelare in primo luogo tutti i diritti di tutte le persone, garantendo soluzioni concrete ai problemi senza nessun tipo di discriminazione e differenze. Siamo stanchi dei politici preoccupati più di criticare e di non fare, piuttosto che impegnarsi nel fare politica. La convivenza, la sicurezza, gli immigrati, le relazioni tra i popoli, la cooperazione, ecc... chiedono urgentemente risposte ben diverse da quelle che si stanno vedendo. Gli interessi ed il populismo, sembrano sopraffare i diritti e la dignità umana: approcci inutili e pericolosi". "Può pure infastidire ministri e deputati di maggioranza la presa di posizione netta fatta da Famiglia Cristiana sull'operato de governo, soprattutto se il dissenso espresso dal maggior settimanale cattolico italiano critica anche aspramente le misure sulla sicurezza sulle quali il governo ha impostato tutta la sua ricerca di consenso: ma i fatti sono lì , l'esercito presidia le città; i rom e i diversi sono colpevolizzati in quanto tali. Si organizzano ronde e presidi contro qualsiasi iniziativa di integrazione. Negli altri paesi europei si guarda al "fenomeno Italia" con preoccupazione, mentre la stessa Commissione europea mette in attenta osservazione la gestione del fenomeno migratorio. Intanto e proprio alla Camera, nel recente dibattito sulla manovra economica, qualcuno ha parlato di buonapartismo. A significare una sorta di decisionismo populista che relativizza completamente il ruolo del Parlamento. Famiglia Cristiana non rappresenta certo la totalità del mondo cattolico italiano. Lo hanno ben ribadito con sollecitudine sospetta alcuni esponenti della gerarchia. Ma rappresenta senz'altro la voce di tanti milioni di cristiani feriali, che praticano la loro fede e vogliono mantenere il loro diritto di essere coscienza critica dell'operato di qualsiasi potere in nome soprattutto dei diritti dei più esclusi. Anche se il governo è di centro destra. Un grazie di cuore e tanta solidarietà a Famiglia Cristiana che con coraggio, indipendentemente dai governi di sinistra o di destra, ha sempre dato voce ai valori e ai diritti di ogni persona". Questo blog crede nella cultura della solidarietà, e dobbiamo ricostruirla. Per noi, si pone la necessità di un governo delle risorse del mondo: non possiamo accettare un mondo con due standard, due pesi e due misure e tanto meno accetteremo di costruire una società divisa tra ricchi e poveri".

Adesione di solidarietà in favore di Famiglia Cristiana

Don Albino Bizzotto dell'Associzione "Beati i costruttori di pace" ha indirizzato a "Famiglia Cristiana" la seguente lettera di solidarietà a cui è possibile aderire entro domani, 18 agosto, all'indirizzo perlapace@gmail.com:
Carissimo direttore,un grazie grande per la chiarezza e la franchezza con cui Famiglia Cristiana ha smascherato la sostanza politica e sociale sottesa ai vari depistaggi sull’emergenza e sulla sicurezza e per il coraggio con cui ha denunciato i pesanti messaggi di alcuni provvedimenti, che producono nella società un clima di disagio e di divisione tra i cittadini, a volte accompagnato da odio e rifiuto dei più poveri e dei più marginali. Non siamo stupiti e in qualche modo mettevamo in conto la reazione rabbiosa alla sua persona e alla rivista da Lei diretta. L’offesa volgare con sentenza sommaria di condanna delle persone fa parte di una prassi ormai collaudata da anni di molti dei responsabili politici dell’attuale governo. È con questo metodo che da tempo vengono vilipese e sgretolate anche le Istituzioni.Quello che più ci scandalizza e ci addolora è la dissociazione del Vaticano e della Conferenza Episcopale Italiana. La nota di chiarificazione da Lei pubblicata è ineccepibile sul piano formale, ma quello che viene percepito sia dall’opinione pubblica che dalla compagine governativa è una sconfessione secca di Famiglia Cristiana. Anche la modalità è pesante: nessun dialogo e confronto sui contenuti, nessun riferimento di fede, nessuna richiesta ai responsabili politici di correttezza e di rispetto per i fratelli nella fede. Vogliamo cordialmente esprimervi la nostra solidarietà evangelica, condividendo con voi fino in fondo, non solo la scelta, ma anche l’ottica dei più poveri per un discernimento ecclesiale di fede. Infine vi preghiamo: accettate di essere segno di contraddizione non solo nella società, ma anche dentro la Chiesa. Siamo in tanti a chiedervelo perché siamo ormai in troppi ad averne bisogno. “Beati voi quando…. godete ed esultate”![PMB]

domenica 10 agosto 2008

In dubbio il trasferimento da Catanzaro Di De Magistris

Forse non è scritta la parola fine per De Magistris. Quello che sembrava una certezza, il suo trasferimento a Napoli dopo le note vicende della cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso del magistrato , perché notificato in ritardo, da un incidente di percorso potrebbe trasformarsi in una opportunità affinché il CSM sospenda il trasferimento in applicazione dell’art.395 CPC. Tecnicamente si chiama “caso di revocazione" che potrebbe essere applicata nel caso di De Magistris sia perché “ se dopo la sentenza sono stati trovati uno o Più' documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario” che “se la sentenza e' contraria ad altra precedente avente fra le parti autorità di cosa giudicata, purché non abbia pronunciato sulla relativa eccezione”.E la richiesta di archiviazione della procura di Salerno che ha indagato sul magistrato napoletano per gli stessi reati contestatogli nel procedimento Disciplinare preso in esame dal csm, potrà essere la ragione affinché si preveda la revocazione per De Magistris sospendendo il trasferimento e riaprendo il procedimento davanti al tribunale dei magistrati. Sarebbe un colpo di scena che amareggerebbe molti , che avevano già festeggiato con del pregiato champagne.

Le dichiariazione di Frammartino (PRC) e Lacorazza (PD) su toghe Lucane

Comunicato stampa PRC Matera
Si prende atto che De Magistris non andava a caccia di farfalle, ma la chiusura di un’ indagine complessa e difficile come quella di Toghe Lucane prima del suo trasferimento a Napoli, è il segno della serietà del magistrato che ha pagato secondo noi un prezzo troppo alto a tutela di un valore costituzionale: la legge è uguale per tutti e non ci sono intoccabili. Noi che non crediamo in culture intolleranti che colpiscono solo i deboli e gli emarginati, ma ci battiamo affinché ci sia una giustizia giusta per tutti, non vogliamo anticipare giudizi e condanne che spettano ai tribunali, ma abbiamo l’obbligo morale di seguire una vicenda processuale per esprimere opinioni e giudizi politici che eludono dalle responsabilità penali, convinti come siamo che questa vicenda, per gli interrogativi che pone per i fatti fin qui emersi, richieda a tutta la classe politica Lucana una seria riflessione sul rapporto tra affari e politica. Per queste motivazione ci riserviamo, con una serie di iniziative politiche, di mettere al centro della nostra azione politica la questione morale così come la abbiamo ereditata dal compagno E. Berlinguer .
Ottavio Frammartino
Seg. Prov. PRC di Matera
Comunicato stampa PD Regionale
«I lucani chiedono verità e giustizia, responsabilità e chiarezza. Francamente l’inchiesta Toghe Lucane, nonostante la richiesta di numerosi rinvii a giudizio, rimane ancora dai contorni nebulosi e rischia di far celebrare sentenze nelle piazze più che nelle aule». E’ quanto ha dichiarato Piero Lacorazza, segretario regionale del PD, sulla richieste di rinvio a giudizio del pm De Magistris.«L’inchiesta, almeno per come si è presentata ai lucani, ha subìto importanti mutazioni nel corso di questo anno: partita per disvelare i grandi intrecci tra politica, magistratura e criminalità oggi approda, dopo la sentenza sul caso Panio, lo stralcio a Salerno dei casi Claps, dei fidanzatini di Policoro e dei coniugi Gianfredi, con meno clamore e forza di quanto nei mesi scorsi sembrava avere.Non smetteremo mai di avere fiducia nello Stato e nella Giustizia per conoscere la verità su fatti e vicende che hanno tormentato l’opinione pubblica regionale e nazionale.Non smetteremo mai di lavorare e di impegnarci per rendere la politica più autorevole e la società regionale più libera ed autonoma.E non smetteremo mai di elevare la nostra attenzione per una Basilicata che non è né un’isola felice né, però, un luogo infelice ed omologato ad altri contesti e realtà del Mezzogiorno.
Piero Lacorazza
Seg reg. PD

venerdì 8 agosto 2008

De Magistris chiude l'inchiesta Toghe Lucane


Tra le richieste di rinvio vi sono il Sindaco di Policoro N. Lopatriello, l'attuale dirigente dell'ufficio tecnico F.Viceconte, N. Montesano, Vincenzo e Marco Vitale

08 ago 08 E' giunta a termine l'inchiesta "Toghe lucane" condotta dal sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Luigi de Magistris, in merito ad un presunto comitato d'affari che avrebbe agito in Basilicata e del quale farebbero parte, a vario titolo, magistrati, uomini politici, imprenditori, professionisti, esponenti delle forze dell'ordine. Il magistrato ha firmato l'avviso di conclusione delle indagini, condotte dal nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese, diretto a 33 persone che avrebbero agito per condizionare l'attivita' giudiziaria e di altre istituzioni della Basilicata. Il gruppo, in particolare, avrebbe ostacolato, sempre secondo l'ipotesi accusatoria, delicate attivita' investigative effettuate dalla Procura di Potenza. Secondo quanto emerso dagli elementi raccolti dagli uomini del colonnello Castrigliano', il gruppo avrebbe potuto anche contare, per realizzare le proprie attivita' illecite, sul ruolo di spicco ricoperto nel Consiglio superiore della magistratura dall'avvocato Emilio Nicola Buccico, nonche' su quello di direttore generale dell'ufficio magistrati presso il ministero della Giustizia svolto da Vincenzo Barbieri. Il provvedimento di conclusione delle indagini dell'inchiesta, composto da oltre 500 pagine, riassume gli esiti di attivita' contenute in cento faldoni, con migliaia di atti processuali, fra cui decine gli interrogatori e una quantita' di intercettazioni.

Sono trenta i capi d’imputazione. I 33 destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini, cui sono contestati complessivamente trenta capi di imputazione, sono: Vincenzo Tufano, procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza (associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e corruzione in atti giudiziari, piu' singoli episodi di corruzione e rivelazione di segreto di ufficio); Gaetano Bonomi, sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza (associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e corruzione in atti giudiziari, piu' singoli episodi di corruzione e rivelazione di segreto di ufficio); Felicia Genovese, gia' sostituto procuratore presso la Dda di Potenza, ora giudice del Tribunale di Roma (associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari); Michele Cannizzaro, marito della Genovese, gia' direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza (associazione per delinquere e corruzione); Giuseppe Chieco, procuratore della Repubblica di Matera (associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, truffa aggravata ai danni dello Stato); Iside Granese, gia' presidente del tribunale di Matera (associazione per delinquere e corruzione in atti giudiziari); Attilio Caruso, gia' presidente della Banca popolare del Materano (concorso in corruzione in atti giudiziari); Emilio Nicola Buccico, avvocato, gia' componente del Csm, attuale sindaco di Matera (associazione per delinquere e concorso in corruzione in atti giudiziari); Pietro Gentili, colonnello dei carabinieri, gia' responsabile della sezione di Pg dei carabinieri di Potenza, oggi consigliere di amministrazione di Marinagri e addetto alla sicurezza della struttura (associazione per delinquere e corruzione); Vincenzo Vitale e Marco Vitale, titolari della struttura turistica Marinagri di Policoro (associazione per delinquere, concorso in corruzione e truffa aggravata allo Stato); Filippo Bubbico, parlamentare, gia' sottosegretario allo Sviluppo economico con il Governo Prodi, gia' presidente della Regione Basilicata (associazione per delinquere, concorso in corruzione e truffa aggravata allo Stato). Altri indagati sono: Arnaldo Mariotti, segretario particolare di Bubbico al ministero (concorso in truffa aggravata allo Stato); Massimo Goti, in qualita' di direttore generale del ministero dello Sviluppo economico (associazione per delinquere e corruzione); Vincenzo Barbieri, magistrato, gia' direttore della direzione generale magistrati al ministero della Giustizia, oggi procuratore capo alla Procura di Avezzano (associazione per delinquere e rivelazione segreti di ufficio); Luisa Fasano, dirigente della squadra Mobile di Potenza (associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreti di ufficio); Giuseppe Labriola, avvocato, presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Matera (associazione per delinquere e corruzione); Vito De Filippo, presidente della Giunta regionale della Basilicata (truffa aggravata ai danni dello Stato); Elisabetta Spitz, moglie di Marco Follini, dirigente generale dell'Agenzia del demanio di Roma (associazione per delinquere e truffa aggravata allo Stato); Nicolino Lopatriello, sindaco del Comune di Policoro (associazione per delinquere, corruzione e truffa aggravata allo Stato); Nicola Montesano, presidente pro tempore del Consiglio comunale di Policoro (associazione per delinquere, corruzione e truffa aggravata allo Stato); Felice Viceconte, dirigente del settore urbanistica del Comune di Policoro (associazione a delinquere e truffa); Giuseppe Pepe, dirigente dell'Agenzia del demanio di Matera (associazione a delinquere e truffa); Michele Vita, segretario generale dell'Autorita' di bacino regionale della Basilicata (associazione a delinquere e truffa); Claudia De Luca, sostituto procuratore presso il Tribunale di Potenza (peculato); Daniele Cenci, gia' giudice del Tribunale di Potenza, ora giudice a Perugia (abuso di ufficio); Vito Santarsiero, sindaco di Potenza (concorso in abuso di ufficio); Vincenzo Mauro, gia' questore di Potenza, ora questore a Messina (concorso in abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio); Biagio Costanzo, cancelliere al Tribunale di Lagonegro (concorso in rivelazione di segreto di ufficio); Massimo Cetola, generale dell'Arma dei carabinieri, gia' comandante interregionale, ad aprile del 2008 insediatosi come commissario all'Asp di Reggio Calabria (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale); Emanuele Garelli, generale dell'Arma dei carabinieri, gia' comandante della regione carabinieri Basilicata (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale); Nicola Improta, colonnello dell'Arma dei carabinieri, gia' capo di Stato maggiore della regione carabinieri Basilicata (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale); Pietro Giuseppe Polignano, tenente colonnello dell'Arma dei carabinieri, gia' comandante provinciale di Potenza (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale).

L’inchiesta partita nel 2003. Risale al 2003 l'avvio dell'inchiesta "Toghe lucane", scattata dopo le denunce presentate da Nicola Picenna, presidente del consorzio Anthill, fondato dal banchiere Attilio Caruso per partecipare alla gara per la concessione delle licenze telefoniche Umts, che il Tribunale civile di Matera, presieduto da Iside Granese, dichiaro' fallito nel marzo dello stesso anno. Ma gli effetti deflagranti del terremoto politico-giudiziario si fecero sentire in tutta la loro forza devastante agli inizi del 2007, quanto dagli atti gioudiziari filtrano i nomid ei primi indagati eccellenti. L'indagine si muove su tre direttrici principali. Un primo filone si occupa di ricostruire complessivamente le attivita' della presunta associazione per delinquere composta da un comitato politico-affaristico-giudiziario, per la gestione degli affari in Basilicata; una seconda tranche in cui gli investigatori hanno approfondito gli aspetti delle presunte attivita' di corruzione in atti giudiziari; un terzo capitolo dedicato specificamente alla realizzazione del complesso turistico Marinagri di Policoro. Nell'arco dei due anni di indagine, la struttura ricettiva e' stata sequestrata in due occasioni (dopo un primo annullamento del provvedimento disposto dal Tribunale del Riesame di Catanzaro), l'ultima il 17 aprile 2008. Con un decreto, composto da oltre 420 pagine, il pm De Magistris ha disposto quattro mesi fa il sequestro preventivo d'urgenza (poi convalidato) del villaggio "Centro turistico ecologico integrato Marinagri", a Policoro, in provincia di Matera, oltre al sequestro delle somme relative al finanziamento del Cipe per un importo pari a 25.849 milioni di euro. Tra il materiale sequestrato vi e' anche una corposa documentazione, comprendente i conti correnti bancari riferiti ad alcuni indagati. Le accuse formulate dal sostituto De Magistris, sono basate anche sulle dichiarazioni di un testimone di giustizia detenuto in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. L'uomo avrebbe ricostruito al magistrato che conduce l'inchiesta, alcuni particolari relativi alle societa' e ai personaggi interessati dalle indagini, tra i quali anche alcuni magistrati. Nelle dichiarazioni del detenuto, sarebbero ricostruite anche alcune vicende che ruotano intorno alla societa' Marinagri, al villaggio sequestrato a Policoro, e ad alcune societa' con interesse economico nel settore della pesca. A supportare il quadro di accuse ci sono anche alcune intercettazioni. Dal decreto di perquisizione e sequestro emerge anche la vicenda relativa a due giudici in servizio in Basilicata che avrebbero minacciato l'uomo, che sta scontando una condanna definitiva per associazione mafiosa, detenuto in un carcere della Basilicata, che ha deciso di collaborare col pm De Magistris. Il detenuto ha ricostruito alcuni rapporti tra magistrati, tre in tutto, e la societa' Marinagri, prima nota come Ittica Valdagri. L'uomo sarebbe stato minacciato affinche' non pescasse piu' nella zona dell'Ittica Valdagri, dove avrebbe visto spesso alcuni giudici, i cui nomi sono riportati nel decreto. Il detenuto interrogato dal pm di Catanzaro avrebbe anche raccontato di interessi economici occulti tra alcuni magistrati e le societa' coinvolte nell'indagine, aggiungendo di avere notato nella zona, ogni fine settimana, i magistrati che si intrattenevano in alcuni bungalow in compagnia di alcune donne. Il Marinagri e' un villaggio dal valore di 200 milioni di euro. La struttura comprende villette, posti barca, porticciolo, due alberghi, strutture sportive, sullo Ionio lucano. L'inchiesta riguarda l'acquisizione da parte della societa' Marinagri di alcune particelle di terreno e ad un cambio di destinazione: le costruzioni edilizie del grande villaggio turistico sarebbero frutto di "atti amministrativi illegittimi, comportanti gravi rischi anche sotto il profilo idrogeologico e per la salute e sicurezza pubblica"; la Marinagri avrebbe ottenuto dal Comune di Policoro il permesso a costruire la struttura turistica prima ancora che la societa' ne avesse acquisito la proprieta'. Ipotizzate anche irregolarita' per la concessione di finanziamenti da parte del Cipe.

Alla procura di Salerno gli atti di tre casi. Dalle carte dell'inchiesta "Toghe Lucane", a conclusione della quale il pm de Magistris ha firmato 33 avvisi di conclusione indagine, alcune posizioni sono state stralciate e saranno trasmesse alla Procura di Salerno. In particolare, si tratta di atti relativi alle indagini sulla scomparsa di Elisa Claps, la sedicenne di cui si persero le tracce il 12 settembre 1993; al presunto duplice omicidio (inizialmente archiviato come suicidio) dei "fidanzatini di Policoro", Luca Orioli e Marirosa Andreotta, entrambi ventunenni morti il 23 marzo 1988; e al duplice omicidio dei coniugi Giuseppe Gianfredi, 39 anni, e Patrizia Santarsiero, 32, ammazzati sotto gli occhi dei figli il 29 aprile 1997. Rispetto a queste vicende, infatti, nelle informative di polizia giudiziaria di giugno e di agosto 2008, secondo quanto trapelato, sono contenuti numerosi e rilevanti elementi di novita', tali da potere consentire di riaprire e proseguire le indagini sui tre casi di cronaca. Essendo questi fatti avvenuti prima del 1998, quando la competenza per investigare su magistrati della Basilicata era ancora del Tribunale di Salerno, saranno i magistrati della Procura campana a doversene occupare. Secondo le risultanze investigative che hanno indotto a trasmettere gli atti a Salerno, sarebbero emersi nuovi elementi nei confronti dei coniugi Felicia Genovese, magistrato ora in servizio a Roma, e Michele Cannizzaro, e dell'attuale consigliere di Corte di appello di Potenza, Vincenzo Autera. Tutto sara', ovviamente, vagliato dalla Procura di Salerno, considerato che nessuno di queste persone risulta formalmente indagato per i tre casi.

giovedì 7 agosto 2008

Una rotonda sul mare di Fred Bongusto e una abusiva di Lopatriello


Provvedimenti disciplinari a chi vuole far rispettare la Legge
“Una rotonda sul mare vedo gli amici ballare”, sono le prime strofe della bella canzone di Fred Bongusto , incisa nel 64, che però è stata anche per noi che in quegli anni eravamo appena nati , una dei motivi che ci ha fatto sognare il grande amore. E forse proprio ispirandosi a questa canzone , presi tra nostalgie e malinconie, nel tentativo di ricreare al lido di Policoro una atmosfera magica che questa brano riesce a creare, che la giunta Lopatriello , ha tirato dal cilindro come Mandrake l’idea di cementificare il piazzale di fronte al Lido Sirena con una rotonda che nelle intenzione doveva servire a far ballare e forse innamorare i turisti . Queste erano le intenzioni., ma in realtà quella pista non e servita a niente, anzi per qualche turista era di intralcio, tante vero che ci hanno segnalato l’esistenza e la sua inutilità, pensando che quella doveva essere la sistemazione definitiva della piazza. Queste segnalazioni ci hanno incuriosito ed abbiamo approfondito, scoprendo quello che non avremo mai voluto scoprire, che per quella pista non vi è uno straccio di autorizzazione, ed il tutto è stato realizzato direttamente dal comune. A riguardo abbiamo sentito l’assessore ai lavori pubblici Ierone, che ha motivato la realizzazione di tale opera con la necessità di tenere pulito uno spazio che altrimenti poteva diventare un ricettacolo di rifiuti di ogni genere. Qualcuno negli uffici del comune ammette candidamente che forse si è stati superficiali , che un'opera anche se provvisoria doveva avere i pareri degli uffici ambientali. Per par condicio , sulla questione sentiamo anche il capogruppo del PD Marrese , che si dichiara incredulo per quanto da noi riferito, e se fosse vero lo riterrebbe grave , per un comune che dovrebbe far rispettare la legge, si chiede con quale autorità potrà imporre le regole o sanzionare gli abusi dei cittadini se esso per prima non le rispetta
Noi del Blog inoltre ci chiediamo, come mai nessuno delle autorità preposte al controllo non ha fatto gli accertamenti dovuti, la pista sta al centro di una piazzale iperfrequentato e monitorato dai Vigili , possibile che nessuno ha visto e riferito o sanzionato. Mi qui apriamo un altro capitolo , si dice che ci siano state delle intimidazioni con minacce di provvedimenti disciplinari verso coloro che cercano di far rispettare le leggi , del tipo un’insegna abusiva o uno spazio ambulante non autorizzato serve alla politica ad alimentare la clientela , quindi non disturbate il manovratore.Ma di questo vi riferiremo con un altro post .
P.S. all’ opposizione : questo blog non può sostituirsi al compito che i cittadini vi hanno dato, che è quello di controllare, forza ragazzi svegliatevi , se continuate così Lopatriello si annoierà

mercoledì 6 agosto 2008

Risolta la vertenza Agrobios

Con soddisfazione apprendiamo dell’approvazione in consiglio regionale della Ricapitalizzazione dell’Agrobios”, così come riteniamo pertinente da parte del consiglio l’assenso all’’ordine del giorno di dare mandato alla V commissione presieduta dal consigliere Lapenna a svolgere un’indagine conoscitiva per analizzare e verificare le cause che hanno determinato il disavanzo economico del centro di ricerca Metapontum Agrobios e la correttezza degli atti posti in essere dalla società. Riteniamo questo fondamentale per fare luce sui dubbi ed ombre che si possa annidare sull’attività di un ente di ricerca che per noi rimane importante per l’apporto che può dare allo sviluppo sostenibile di questa Regione, che deve essere in ogni caso liberato con una riforma organica, da lacci e laccioli delle nomine politiche di un consiglio di amministrazione fatto di Trombati eccellenti invece che di management proveniente del mondo dell’università. Tra l’altro non si può far passare come nulla fosse accaduto la farsa indecente di quei consiglieri di maggioranza che appena pochi giorni fa hanno votato contro il ripiano sul disavanzo dell’agrobios, senza ancora aver dato nel merito nessuna giustificazione, ieri per il voto contrario oggi per quello a favore scrivendo consapevolmente ed irresponsabilmente una brutta pagina per la politica lucana. Caro presidente, prenda atto dell’inaffidabilità del quadro politico che la sostiene, e rilanci sulle riforme mettendo al bando i trasformisti e il trasformismo, recuperando una proposta programmatica che deve essere basata sulla riforma degli strumenti e della spesa, in particolare, caratterizzata da efficacia, trasparenza sociale, dove recuperi centralità la questione morale ed etica della politica , se no non le basteranno i cinque dell’Ave Maria, ma avrà bisogno di un vero miracolo di Padre Pio.

Segretario Prov.le PRC Matera
Frammartino Ottavio

lunedì 4 agosto 2008

Domani su questo blog:una rotonda sul mare di Fred Bongusto e una abusiva di Lopatriello

un Bus per la Poesia e uno per il Lavoro



Al Presidente Amm.ne Prov.le Matera

Caro presidente
In questi giorni gli organi di stampa ci hanno raccontato della lodevole iniziativa della provincia “I luoghi della Poesia”in Bus, che allieterà i turisti e farà conoscere l’entroterra della provincia di Matera a oltre 800 turisti.
In questi stessi giorni gli operai della Fiat chiedono all’amministrazione da lei guidata la possibilità di raggiungere Melfi con i mezzi pubblici. Già è una fatica lavorare per 1200 euro al mese, in tempi in cui l’inflazione raggiunge il 4%, se poi li costringiamo ad utilizzare i mezzi propri riduciamo il margine di guadagno dei poveri salari e creiamo ulteriori disaggi ad una vita di fatica che d’estate diventa doppia. Le chiediamo lo stesso impegno da lei profuso per i turisti , anche per gli operai , autorizzando le concessionarie delle autolinee alla copertura del servizio di andata e ritorno per Melfi. In questo modo riuscirà a coniugare un bus per la Poesia con uno per il Lavoro.

Cordiali saluti
Frammartino Ottavio

Agrobios

Federazione Provinciale PRC di Matera
la guerra irresponsabile tra bande di questa maggioranza regionale fa la sua incolpevole vittima , che sono i lavoratori e le lavoratrici dell’Agrobios. Il messaggio trasversale e ricattatorio di forze politiche che si stanno affrontando senza esclusioni di colpi in cerca di poltrone da occupare mettono in serio pericolo uno dei centri di ricerca più importanti della Basilicata , che ribadiamo ha la parte migliore nei seri e qualificati lavoratori e la parte peggiore nel consiglio di amministrazione , ormai diventata camera di compensazione dei trombati eccellenti della politica. Chiediamo da subito la discussione del disegno di legge che affronti e risolva l’esistenza dell’agrobios , già nel consiglio Regionale del 6 agosto prima dell’elezione dell’ufficio di presidenza. Per quel che ci compete, al di là di garantire il nostro sostegno in consiglio con la nostra consigliera e la sua disponibilità a convocare da subito anche la II commissione per approvare il testo del disegno di legge , saremo in consiglio con i lavoratori per protestare contro una politica che gioca con i destini della gente per regolare la sua sete di potere.
Il segretario della Federazione Provinciale PRC di Matera
Frammartino Ottavio
AGROBIOS, SIMONETTI: SERVE INIZIATIVA RAPIDA E CONCRETA
Sulla vicenda Agrobios occorre una iniziativa rapida, concreta e che risolva strutturalmente l'assetto produttivo per tutelare anche i livelli occupazionali. Per fare questo è necessario uscire dalla genericità della solidarietà che viene data ai lavoratori con un progetto che affronti le questioni finanziarie non slegato dal piano industriale di ricerca”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo del Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti.“Personalmente – aggiunge l’esponente del Prc - ho votato a favore dell'emendamento alla finanziaria presentato dalla Giunta con l'attenzione verso i lavoratori e il sito di ricerca. Commentare il passato è facile. Occorre guardare avanti. Il centrosinistra deve nei prossimi giorni,anche attraverso il confronto con le parti sociali definire le misure per costruire una svolta nella gestione di Agrobios. Ci sono le condizioni perché ciò avvenga facendo tesoro anche degli errori del passato. Valorizzare i ricercatori significa continuità nella ricerca presenza nei territori anche nazionali e internazionali. Ritengo decisivo in questo quadro l'acquisizione,in tempi medi, di nuove partecipazioni al capitale di enti e strutture non solo regionali, che oltre al capitale fresco possano portare commesse. Siamo disponibili, anche con nostri esperti a fare la nostra parte per la messa a punto degli interventi a partire da quelli urgenti”.