martedì 30 settembre 2008

domani e dopodomani post sul consiglio comunale


1-Lopy Mandrake su Marinagri sempre più solo . Inventive contro De Magistris e il capitano dei carabinieri Zacheo

2-Indirizzi urbanistici , Viceconte: tanti se , molti ma non so, e tanta confusione, dopo gli interventi di Labriola- Vetere, la maggioranza si fa prendere dal Panico.

A pagare il prezzo sono sempre i più deboli

Riceviamo e Pubblichiamo
Il governo di centro destra ancora una volta fa pagare il prezzo della crisi ai deboli. Migliaia di lavoratori nel pubblico impiego, da quelli ad alta qualifica come i ricercatori, ai dipendenti pubblici verrà negata quel diritto al lavoro e a un futuro . Non importa se lavori da decenni nella p.a o hai figli ne tanto meno se ti ritrovi disoccupato solo senza nessuna protezione sociale.. Basta un emendamento e il precario, dopo il danno di un contratto regolare mai ottenuto, guadagna la beffa della stabilizzazione mancata. Un benservito, senza grazie, né arrivederci. Questo sarà il risultato per migliaia di lavoratori (circa quarantamila) nei prossimi giorni, dopo l'imminente approvazione di un emendamento all'articolo 37 della legge 1441 (in iter di approvazione parlamentare). Un emendamento nel quale si sopprimono le disposizioni del comma 519 della L. n. 296 (finanziaria 2007) e di tutte le misure normative successive finalizzate alla stabilizzazione del precariato pubblico. Ci dobbiamo tutti mobilitare affinché questa scellerata norma venga ritirata. Noi del PRC sosteremmo tutte le lotte dei precari che vadano in questo senso, cominciando dalla mobilitazione del 11 ottobre che deve essere soprattutto la manifestazione di protesta di tutti i precari da quella della scuola, della ricerca a gli enti locali.La federazione Provinciale PRC di Matera chiederà a tutti i compagni presenti nei comuni di presentare degli ordini del giorno di protesta da far approvare dai consigli comunali sia riguardo al soppressione della legge che dava la possibilità alla stabilizzazione dei lavoratori che contro i tagli alla scuole.Estenderemo questo invito a tutte le forze del centrosinistra affinché questa battaglia trovi in Basilicata un fronte unito e vasto

Informazione sul libro paga delle compagnie petroliere?

Alcuni organi di informazione hanno pubblicato di recente articoli e servizi giornalistici rispondenti, esclusivamente, ad una strategia di marketing e di ricerca del consenso locale da parte delle compagnie petrolifere, con l’intento di mascherare i gravi problemi causati all’ambiente e alla salute dei cittadini dall’estrazione del petrolio in Basilicata. Questi articoli, nel descrivere a mo’ di reportage turistico la visita in Norvegia e presso i giacimenti petroliferi della Shell - fatta da alcuni giornalisti lucani assieme a non meglio specificati funzionari regionali - riportano l’intervista a Tom Botts, numero uno della compagnia anglo-olandese, il quale ribadisce l’interesse della Shell per la Basilicata, riferendo “di aver già presentato altre 4 richieste di esplorazione nell’area della Val d’Agri”. Non solo. Tramite questi giornalisti-ambasciatori fa sapere ai lucani che la compagnia gode “di ottima esperienza nei rapporti con le comunità in Olanda” presentandola come esempio da imitare anche nella nostra regione.

Peccato, però, che i cittadini olandesi non la pensano allo stesso modo, avendo citato in giudizio la Shell, poi condannata - da un magistrato - al pagamento di una multa di 153.000 dollari per aver tenuto nascosta una fuga di gas nocivo avvenuta nel 2004 in un impianto locale. La compagnia aveva dichiarato la fuoriuscita del gas nocivo solo dopo 3 mesi, minimizzando l’entità dei danni. Le indagini del magistrato, invece, hanno accertato la fuga di 5,3 tonnellate di materiali inquinanti ed altri incidenti avvenuti sempre presso impianti della Shell.

Per correttezza e diritto di replica, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento territoriale apartitico di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - chiede a tutti gli organi di informazione locali di pubblicare la notizia sopraccitata e continua a denunciare il grave problema dell’assenza di monitoraggi ambientali in Basilicata per tutti gli inquinanti petroliferi quali l’idrogeno solforato, gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), il benzene ed i COV - pure prescritti alla Regione dalle autorizzazioni ambientali per il Centro Olii di Viggiano (parere VIA dei Ministeri Ambiente e Beni Culturali del 5 /2/1999) e per i pozzi in Val d’Agri e nelle valli del Sauro Camastra. In assenza di una completa rete regionale di monitoraggio e della diffusione dei dati rilevati per tutti gli inquinanti petroliferi, si paventerebbe uno stato di grave illegalità con danni all’ambiente e alla salute dei cittadini.
La OLA auspica, pertanto, che i giornalisti lucani rinuncino - in questa grave situazione - a tessere le lodi delle compagnie petrolifere e chiede il rispetto dell’obiettività e della deontologia professionale nell’affrontare le problematiche connesse al petrolio in Basilicata, soprattutto per fugare ogni possibile ma ragionevole dubbio circa la natura commerciale dei servizi giornalistici citati.

Pericolo di chiusura per Enea di Rotondella

Le anticipazioni della stampa e del web confermano le nostre preoccupazioni per il futuro dell'Enea e della sua ricerca nel campo delle rinnovabili. IL nucleare vuole mangiarsi tutto a scapito dell'energia pulita e rinnovabile.

La ricerca disperata di soldi da parte della lobby nucleare e la complicità di un governo che più al di là della libertà rappresenta invece la dittatura del nucleare in Italia mette in ginocchio tutta la ricerca italiana sulle energie alternative. Il ministro Scajola ha più volte espresso la volontà di avocare a se tutti i poteri in tema di energia nucleare e petrolio togliendo alle regioni e alle comunità locali ogni potere decisionale o consultivo , tutto questo riconduce ad una pura dittatura economica.Mentre Scajola proclama Genova " Capitale del nucleare " dove le imprese collegate alla lobby potranno fare affari , con i provvedimenti legislativi in materia di energia collegati alla finanziaria si vuole distrugge quel poco di buono che esiste in Italia come l’Enea e le sue ricerche.

Il pensiero va sicuramente anche al centro della Trisaia , dove sono stati investiti ingenti fondi relativi alla legge 64 per lo sviluppo del sud. In Trisaia alcuni sindacalisti hanno denunciato lo smantellamento delle attrezzature che prendono la via di altri centri. Smantellare le attrezzature significa nessun progetto o ricerca . Niente ricerca significa riduzione degli organici , quindi smantellamento definitivo. Possibile che tutto questo debba avvenire nel silenzio assoluto del PDL Lucano ?. Ribadiamo che questo centro invece può avere un futuro come facoltà universitaria e di ricerca sulle energie rinnovabili per il bene del territorio e delle generazioni future. Tutto questo mentre aleggiano sulla Basilicata e su altre regioni come la vicina Puglia vecchi progetti riciclati dalla lobby nucleare di centrali e depositi di scorie . Non avendo chi li sostiene economicamente i grandi tecnici del nucleare riciclano progetti vecchi di 40 anni non più realizzabili per questioni collegate al cambiamento dei luoghi e all'avanzamento della ricerca in tema di sicurezza , altro che nucleare sicuro ed affidabile.

domenica 28 settembre 2008

"Ora sul caso Marinagri temo per la mia vita"


F. Mele
Si temo per la mia vita, ma non ho paura.Continuerò nella mia battaglia per la verità su toghe Lucane e Marinagri.Così ,Ottavio Frammartino,segretario provinciale del PRC, dopo le polemiche incandescenti scoppiate tra il suo partito ed i gruppi che sostengono il sindaco Nicola Lopatriello (PDL), dopo la sentenza con cui la cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso a Marinagri spa tendente al dissequestro del cantiere della "Venezia del Sud"
"le dichiarazione che ho letto ieri sulla gazzetta e quello che mi hanno riferito, sono inquietanti nei miei confronti. Sono preoccupanti per la mia incolumità poiché vengo additato come un pazzo. E la tecnica della delegittimazione dell'avversario politico. La stessa tecnica messa in atto in Sicilia contro Mauro Ristagno, assassinato dalla mafia. La storia ci ha insegnato che temere per la propria vita significa non aver paura ma essere prudenti. Ed io tengo alla mia vita e ai miei ideali.

E vero che ha ricevuto delle telefonate minatorie?
Non posso rispondere adesso.lo riferirò alle autorità competenti.
Si e rivolto ad un legale per far valutare le dichiarazioni rilasciate contro di lei se contengono o meno ipotesi di diffamazione ?
Le denunce per diffamazione non si annunciano si presentano.Altri stanno annunciando querele contro di me.Il sindaco ad esempio, va dicendo che mi querelerà per diffamazione.Spero solo che lo faccia con i soldi suoi e non con quelli dell'amministrazione, come in un'altra circostanza.

Ha intenzione di informare di queste vicende le forze dell'ordine e la magistratura?
Stiamo valutando

Ma cosa vuole da toghe lucane e da Marinagri?
La verità.Noi siamo garantisti fino in fondo ma Lopatriello non può mistificare tutto dicendo che il Procuratore aveva chiesto il dissequestro di Marinagri.Il Pg aveva chiesto di rimettere la decisione ad un nuovo riesame a Catanzaro.

Il sindaco Lopatriello di cui lei chiede le dimissioni,ha dichiarato di essere uscito da Toghe Lucane sia per l'ipotesi di reato di corruzione sia per quello di falso ed abuso
Glielo lo auguro-ha concluso Frammartino ma noi sappiamo che egli è uno dei 33 indagati dell'inchiesta già condotta da Luigi De Magistris




ACQUE MINERALI: NO ALLA SVENDITA

IL Comune di Rionero organizza per Sabato 27 settembre 2008 “ACQUANDO” La Festa trasparente, per natura.
L’iniziativa ha il patrocinio della Regione Basilicata.
Gli organizzatori sostengono che “L’acqua è, semplicemente, la risorsa naturale più importante. La ricchezza delle ricchezze. A questa fonte di nutrimento e vita dedichiamo la nostra festa “trasparente per natura”, che si chiama Acquando e che per due giorni coinvolgerà tutti, grandi e piccoli, in un programma fitto di iniziative. L’obiettivo è quello di divertirsi insieme e scoprire anche qualcosa di nuovo, che ci porti a conoscere sempre di più un bene davvero insostituibile, da apprezzare e rispettare goccia a goccia”.
Tutto giusto e sacrosanto. Rimane però aperto un problema. La risorsa acqua, specie quella minerale, è praticamente svenduta con le attuali norme che regolano il pagamento delle roialties da parte delle aziende che imbottigliano nell’area del Vulture.
Di fronte ad un fatturato che si aggira sui 350 milioni di euro/anno, la Regione incassa qualche centinaio di migliaia di euro l’anno, in quanto il canone è fermo da tempo a 30 centesimi per ogni mille litri emunti.
Si tratta della tariffa più bassa in Italia.
La Giunta, in particolare, l’Assessore all’Ambiente, Vincenzo Santochirico, è stato impegnato dal Consiglio Regionale a modificare tale cifra, ma l’impegno non è stato ancora mantenuto.“Nell’adottare nuove discipline di razionalizzazione e valorizzazione delle “acque minerali naturali e di sorgente”, potranno essere presi a riferimento i seguenti minimi e massimi, entro cui definire il canone da applicare:
· da 1,00 a 2,50 € ogni mille litri o frazione di imbottigliato;
· da 0,50 a 2,00 € ogni mille litri o frazione di utilizzato o emunto.
Detti importi sono da intendersi comprensivi di ogni altra tassa di concessione prevista e potranno essere rivisti con cadenza biennale, sulla base di una valutazione individuale delle singole regioni, in relazione all’andamento del mercato e alle singole realtà territoriali.
In merito alla materia trattata, le singole Regioni assumeranno le determinazioni più opportune relativamente agli argomenti connessi e non definiti nel presente atto di indirizzo, nonché in merito alla destinazione dei canoni”.
Spetta all’Assessore competente mantenere gli impegni. In ogni caso entro la metà del mese di ottobre, in assenza di provvedimenti della Giunta, provvederemo a presentare un apposito proposta di legge che affronti anche la questione delle concessioni.
Emilia Simonetti capo gruppo PRC regione Basilicata

venerdì 26 settembre 2008

Le Menzogne di Lopatriello

Basta con le menzogne. Il tentativo messo in campo da parte del sindaco di Policoro di mistificare la verità dicendo che il Pg aveva chiesto alla Cassazione il dissequestro di Marinagri è una
colossale bugia. E’ agli atti del dibattimento e delle cronache giornalistiche che il Pg aveva chiesto alla suprema corte di rimettere la decisione del dissequestro ad un nuovo tribunale del riesame a Catanzaro, non che il complesso turistico venisse dissequestrato.
Questo “voluto” errore di interpretazione non fa che rendere ancora più evidenti la difficoltà ed l’inadeguatezza di Lopatriello, inadatto a gestire questo momento difficile in cui Policoro ha bisogno di un sindaco che sia meno vicino a Vitale e più preoccupato per il destino della città , meno interessato così direttamente alla vicenda che lo vede coinvolto con gravi accuse; un sindaco che lavori per ristabilire la verità e sia capace di dare risposte amministrative per recuperare il recuperabile, anche liberandosi di qualche imprenditore e politico corrotto, perché è giusto che chi sbaglia paghi non solo nei confronti della giustizia, ma anche di Policoro.
Le sue dimissioni sono pertanto un atto dovuto per il bene della città.
Frammartino Ottavio
Seg.Prov.le PRC Matera

giovedì 25 settembre 2008

Marinagri: Le jeux sont faits, rien ne va plus

La scadenza era stata caricata di grandi aspettative. In tutti i sensi e, forse, legittime. Purtroppo non si trattava di questioni accademiche, di dispute filosofiche e nemmeno di capricci insignificanti. Erano (e sono) in ballo miliardi e miliardi, destini societari e di un’intera economia potenziale, mai diventata reale. Non è il primo caso di promesse occupazionali costate suon di dobloni e finite nella delusione più cocente, se non proprio nella disperazione. È il nostro Sud, terra depressa governata da una classe politica deprimente, pronta a promettere mari e monti, ansiosa di devolvere i finanziamenti che generosamente lo Stato e l’Unione Europea assegnano a queste sfortunate contrade. Mai, però, incline a far di conto ed assumersi le responsabilità di aver governato questi fiumi di denaro. Il Villaggio Marinagri, costato molti (troppi) miliardi pubblici e tanti (sempre troppi) miliardi “privati”, resta sottoposto al sequestro giudiziario disposto nella scorsa primavera dal PM (oggi giudice del Riesame) Luigi de Magistris. Lo ha stabilito una sentenza della Suprema Corte di Cassazione dopo un analogo pronunciamento del Tribunale del Riesame di Catanzaro. Adesso, verosimilmente, verranno al pettine tutti i nodi irrisolti della vicenda che è anche oggetto di un complesso procedimento penale. Adesso dovranno parlare, finalmente, gli amministratori regionali, i ministri, i parlamentari lucani, tutti coloro che, pur avendo precise responsabilità, hanno preferito glissare interrogativi ed interrogazioni ai parlamentini locali, a quelli nazionali e, persino, al Parlamento Europeo. Aveva insistito perché si pronunciassero anche il Geom. Vincenzo Vitale, patron di Marinagri, che rivolgeva precise domande al presidente della Giunta Regionale di Basilicata (Prof. Vito De Filippo) e, giustamente dal suo punto di vista, chiedeva che si facesse carico delle responsabilità dell’amministrazione regionale. Cosa si vuole da un imprenditore che ha fatto delle richieste, ha ottenuto permessi, autorizzazioni e concessioni? Forse, secondo quanto rilevano gli inquirenti che lo hanno indagato, sarebbe stato meglio non dichiarare la proprietà di terreni di cui non era proprietario. Forse, sempre leggendo gli atti e le contestazioni che gli vengono rivolte, sarebbe stato meglio non concedere ad un Dirigente Generale del Ministero per lo Sviluppo Economico l’opportunità di acquistare una villetta in Marinagri alla metà del prezzo riservato ai “comuni mortali”; quantomeno non nell’immediatezza di una discutibile erogazione di fondi pubblici che dipendeva proprio dalla responsabilità del “soggetto” in questione. Forse quella fitta serie di contatti con il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera, Dr. Giuseppe Chieco, prima, durante e dopo l’indagine a carico dello stesso Vitale e sempre per il Villaggio Marinagri, si sarebbe potuta evitare. Ma, tutto sommato, il rapporto di Vitale-Marinagri con le amministrazioni comunali (Policoro e Scanzano) e regionale (Basilicata) è stato abbastanza formale. Lui domandava e loro concedevano (Scanzano no, un’eccezione foriera di interessanti sviluppi investigativi). E allora, perché non spiegare il perché ed il percome di tante concessioni? Perché non assumersi la responsabilità politica degli atti compiuti? A quella penale, ci hanno pensato De Magistris, il Tribunale del Riesame e la Cassazione. Per quella amministrativa e politica ancora silenzio. E l’opposizione? L’operazione Marinagri è targata centro-sinistra e viene da lontano. Ma sempre di centro-sinistra si trattava. Cosa dice il centro-destra? Sino ad oggi poco o niente, sarà perché non vogliono essere apostrofati come giustizialisti. Eh sì, in Basilicata chi chiede conto degli sprechi di denaro pubblico è un giustizialista. Tutti gli altri tacciono o, se proprio devono parlare, lo fanno per esprimere la solidarietà agli indagati, specie se di estrazione partitica. Ma sembra proprio che sia calato il sipario su questo ipocrita sistema di silenzi incrociati. L’ultimo atto si è consumato in Cassazione. Gli avvocati della Marinagri, legittimamente e facendo il proprio mestiere, avevano chiesto l’annullamento del sequestro. Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dr. Galati, aveva chiesto un ritorno al Tribunale del Riesame. I Supremi Giudici, invece, non hanno esaudito nessuna delle richieste. Ricorso inammissibile ed i sigilli restano al loro posto. Con questo pronunciamento finisce un’epoca. Quella degli intrecci fra indagatori ed indagati, fra avvocati e procuratori, fra massoni e avvocati, fra colonnelli e massoni. Chissà se anche oggi, dopo la sentenza della Cassazione, ci sarà stato un intenso traffico telefonico fra magistrati, imprenditori, avvocati, colonnelli e funzionari ministeriali. Proprio come avvenne nei momenti topici dell’inchiesta Toghe Lucane. Chissà se le denunce degli avvocati sono finite nei computer personali dei procuratori e se gli appunti dei magistrati finiranno nelle querele di qualche ex PM. Ma la sensazione è che il banco sia saltato ed il gioco d’azzardo abbia lasciato il posto ai procedimenti penali. Adesso si fa sul serio. Le jeux sont faits, rien ne va plus. Da Toghe lucane
.

La cassazione conferma il sequestro del cantiere di marinagri

RESTANO I SIGILLI AL VILLAGGIO TURISTICO MARINAGRI DI POLICORO.LA CORTE DI CASSAZIONE, INFATTI, HA GIUDICATO INAMMISSIBILE I RICORSI PRESENTATI DAI LEGALI DEGLI IMPRENDITORI VINCENZO E MARCO VITALE, CONTRO LA CONVALIDA DEL SEQUESTRO DA PARTE DEL TRIBUNALE DEL RIESAME DI CATANZARO, NEL MAGGIO SCORSO.IL SEQUESTRO PREVENTIVO DELLA STRUTTURA ERA STATO CHIESTO D'URGENZA DAL PM LUIGI DE MAGISTRIS, NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA DENOMINATA “TOGHE LUCANE”.I RICORSI SONO STATI DISCUSSI DALLA SECONDA SEZIONE DELLA SUPREMA CORTE, CHE HA ESPRESSO PARERE NEGATIVO.I RICORSI SI FONDAVANO SULLA MANCANZA DI TERMINI PRESCRITTI PER LA REALIZZAZIONE DELL'INNALZAMENTO DEGLI ARGINI E SULLA CONTESTAZIONE DEL REATO IPOTIZZATO, VIOLAZIONI DELL'ART.44 DELLA LEGGE URBANISTICA.AL MOMENTO È STATO RESTO NOTO SOLTANTO IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA.NEI PROSSIMI GIORNI VERRANNO DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DEL RIGETTO

mercoledì 24 settembre 2008

Policoro : smantellato l'ufficio licenze

C’è voluto una denuncia della confcommercio per e far chiudere un negozio abusivo d’abbigliamento aperto al centro commerciale Heraclea di Policoro, altrimenti sarebbe passato tutto inosservato, e non sarebbe il primo caso. Alcuni vigili che hanno segnalato piccoli abusi sono stati duramente ripresi perché ligi alla legge, addirittura si dice minacciati di provvedimenti disciplinari. Scientemente in questi mesi l’amministrazione ha provveduto a smantellare l’ufficio rilascio licenze, spostando due ufficiali ad altri compiti, sguarnendo l’ufficio sia di risorse che di compiti di vigilanza. Ormai non vi è più nessun controllo sia amministrativo che sanzionatorio, un proprio Far West già denunciato da questo blog ( non capisco perche non vi fate i ....vostri). Dopotutto far rispettare le regole o regolamentare il commercio potrebbe disturbare il manovratore, gli impegni vanno rispettati, e su questo fronte sono tanti. Il nostro Lopy si supera, ed ecco uscire dal cilindro di Mandrake la privatizzazione dell’ufficio rilascio licenze (fonte il Quotidiano della Basilicata). Qualcuno affermerebbe che è un’idea balzana, sarebbe il primo comune d’Italia a privatizzare un settore come quello del commercio sia per il rilascio delle licenze che per il controllo, balzana in una città normale, ma qui amministra Lopy Mandrake.Che cosa pensereste che a vincere quest’appalto fosse una società collegata alla raccolta della pubblicità radiofonica e ad un consorzio di commercialisti, capace in un giorno di garantire l’apertura degli esercizi assicurando tra l’altro sia la pubblicità che la corretta gestione delle pratiche contabile e amministrative, tollerando anche qualche abuso, perché ogni nuova attività specie di grande dimensione significa occupazione e le regole sono state inventate dai comunisti per bloccare lo sviluppo. Questa si che sarebbe una operazione geniale, grande Mandrake cui piace in senso lato la parola deregulescion
Sempre da una mia ricerca è emerso che alcuni locali destinati ad attività commerciale di proprietà dell’amministrazione sono morosi nei confronti del comune di parecchie mensilità, e nessuno fa niente per recuperare i debiti, anche qui sembrerebbe che vi è l’impegno del nostro Mandrake di far sparire i debiti con la magica parola sanatoria tacita (ci immaginiamo già Tremonti morire d’invidia) complicato è il meccanismo, purtroppo non l'ho capito neanche io, ma Mandrake garantisce che funzionerà. Ma qualcuno potrebbe (sempre quei maledetti comunisti) eccepire che sarebbe illegale, ma qui nulla è impossibile, così come ha consentito l’esenzione della tosap per un’intera estate chi potrebbe impedire di sanare i debiti dei morosi che hanno in concessione i locali del Comune? Se poi ciò è giusto o ingiusto, legale illegale non interessa, l’imparzialità e il rispetto delle regole a cui è sottoposta la pubblica amministrazione dalle leggi non ci debbono riguardare, dopotutto non è detto che lodo Alfano non sia emendato in parlamento e diventi il Lodo Mandrake allora sì che ne vedremo delle belle. A noi non rimane che dire Viva Mandrake…………
Ps.Mentre scrivevo questo articolo mi domandavo se l’insegna del mio negozio fosse abusivo, ma poi mi sono detto chi se ne frega….Viva Mandrake
Il Fruttivendolo di Lopatriello
in settimana la II parte: cercasi disperatamente Vigili

martedì 23 settembre 2008

Petrolio in basilicata: non sempre l'oro luccica

Il “Corriere della Sera” dedica oggi un articolo sul petrolio della Basilicata. Nel reportage di Carlo Vulpio si legge:
“La Basilicata galleggia sul più grande giacimento di petrolio dell’Europa continentale e sul gas. Qui, nel parco nazionale della Val d’Agri, dove non c’è la sabbia del deserto ma il verde degli orti e dei boschi, tutto è di primissima qualità: olio, vino, carne, fagioli, miele, nocciole. E anche il petrolio, che si estrae da quindici anni, è di ottima qualità. I 47 pozzi del giacimento della Val d’Agri custodiscono, dicono le stime ufficiali, circa 465 milioni di barili (finora ne sono stati estratti quasi 11 milioni), che al valore corrente di 90-100 dollari al barile formano un tesoro da quasi 50 miliardi di dollari”.Il giornalista quindi fa notare:
“Il lavoro manca come prima. Le opere infrastrutturali nessuno le ha ancora viste. Mancano i fondi per i prestiti agevolati agli imprenditori, anche stranieri, che volessero investire in Basilicata. Il costo della benzina non ha subìto sconti. Il risparmio sulla bolletta del gas è solo apparente. La gente, soprattutto i più giovani, continua a emigrare: negli ultimi quindici anni a Grumento Nova, 2.500 abitanti, la popolazione è diminuita di un quarto, mentre da tutta la regione — che ha poco più di 570 mila abitanti — si continua a emigrare al ritmo di quattromila persone all’anno. E l’aria, l’acqua e persino il rinomato miele della Val d’Agri sono sempre più a rischio perché sempre più ‘ricchi’ di idrocarburi”.Mentre l’equilibrio ambientale potrebbe compromettersi. Aggiunge Vulpio:
“Ciò che non è normale è che in Italia i limiti di emissione di idrogeno solforato siano diecimila volte superiori a quelli degli Stati Uniti e che il monitoraggio di queste sostanze in Val d’Agri avvenga solo due o tre volte l’anno. Ciò che non è normale è il valore altissimo delle ‘fragranze pericolose per l’uomo’ (benzeni e alcoli) trovate nel miele prodotto dalle api della Val d’Agri, come sostiene una ricerca dell’università della Basilicata pubblicata dall’International Journal of Food Science and Technology. Ciò che non è normale è che all’Arpab, l’Agenzia regionale di protezione ambientale, non crede più nessuno, tanto che c’è chi ha deciso di fare da solo. Come il Comune di Corleto Perticara, che l’anno scorso ha ceduto a Total per 99 anni, e per 1,4 milioni di euro, il diritto di superficie su un’area di 555 mila metri quadrati in cui realizzare il Centro olii, ma che si è dotato (finora unico comune fra i 30 interessati all’estrazione di petrolio) di un proprio sistema di monitoraggio ambientale”.Per quanto riguarda i benefici economici che l’estrazione del petrolio dovrebbe portare al territorio, Vulpio rileva, a proposito di una serie di accrodi con l’Eni, che “a guardare bene i numeri si fa presto a capire che si tratta di ‘piccoli numeri’. A cominciare dalle royalties, il 7 per cento (il 4 se il petrolio è estratto in mare), tra le più basse del mondo. Quando già nel 1958 Enrico Mattei considerava ‘un insulto’ il 15 pe cento che le Sette Sorelle versavano ai Paesi produttori e parlava di ‘reminiscenze imperialistiche e colonialistiche della politica energetica’. Tanto è vero che oggi — in Venezuela, Bolivia, Ecuador — i contratti vengono rinegoziati per portare le royalties oltre il 50 per cento”.
Per il giornalista del Corriere “più ‘vantaggioso’, almeno in apparenza, l’accordo stipulato nel 2006 dalla Regione Basilicata con Total, Esso e Shell per i giacimenti di Tempa Rossa, che, tra le altre cose, dovrebbe consentire alla Regione di dotarsi di un sistema di monitoraggio ambientale da 33 milioni di euro (a riprova che finora su questo fronte non s’è fatto nulla) e di fornire gratuitamente tutto il gas naturale estratto (con un minimo garantito di 750 milioni di metri cubi) alla Società energetica lucana, interamente a capitale regionale. L’effetto immediato sarà una bolletta del gas meno cara, almeno di un buon 10%. Ma non per tutti lucani. Ne beneficeranno solo i pochi allacciati alla rete del metano. Già, perché il gas c’è, ma dove va se non ci sono le condotte?”.

Oro Nero & Soldi In Nero

POTENZA – Oro nero,la procura di Potenza e Milano indagano , con potenza coordinata del solito e coraggioso Henry John Woodcock che ha puntato sul petrolio estratto e su alcuni flussi strani di soldi molti dei quali potrebbero aver alimentato delle Tangenti. La procura di Milano ,le indagini sembrerebbe coordinate della Boccassini , anche essa starebbe svolgendo accertamenti su una enorme quantità di flussi finanziari, che si ipotizza sarebbero avvenuti anche con scambi di quote societarie e titoli in borsa attraverso meccanismi sofisticati dove sarebbero coinvolta personaggi e società della Basilicata , oggi capitale dell’oro nero e forse domani degli affari in nero.
Henry John Woodcock sta lavorando in silenzio sul filone del Petrolio ormai da anni e sembrerebbe che stia arrivando a delle conclusione, che certamente faranno discutere e gridare allo scandalo il partito degli impuniti che ormai trasversale e Folto. Nell ’inchiesta sembrerebbe che si stia avvalendo oltre dei soliti mezzi investigativi tra i quali le intercettazioni, anche della collaborazione di un esperto Francese che conosce perfettamente i meccanismi avendo prestato la propria opera per i giganti petroliferi coinvolti nell’affare.
I meccanismi descritti dal francese farebbero ipotizzare alla procura una sfilza di reati che vanno dalla corruzione alle associazione a delinquere alla concussione.Intorno al petrolio e alle perforazioni ci sarebbero secondo la testimonianza operazioni che hanno mosso una quantità enorme di risorse.Si parla di fiumi di soldi non contabilizzati , che sarebbero serviti a finanziari partiti, funzionari e uomini politici che solo in piccola parte, si ipotizza sarebbero andati anche alle forze politiche lucane.. I nomi sono come doveroso Top secret. La storia raccontata recentemente dalla gazzetta che la Basilicata esporta petrolio in Turchia mentre l’Italia importa petrolio , ed i quantitativi che vengono dichiarati dalle stesse società che estrae in una sorta di rapporto di fiducia , fanno capire che qualcosa non funziona , e su questo sia Milano che Potenza stanno cercando di fare chiarezza. Dopo iena 1 e 2 ci aspettiamo Henry John dalla Turchia con Furore.

L’Italia non va? Fuciliamo il Sud

cominciato col Sud dei professori: poco preparati e un po' incompetenti. Ma visto che ci siamo, non meno ignoranti gli studenti (sempre del Sud). Poi, non vogliamo parlare degli statali, magari quelli fannulloni del ministro Brunetta e anch'essi in gran parte meridionali? E i soldati, i soldati, pure loro quasi tutti terroni? E gli operai della Fiat, non erano in stragrande maggioranza immigrati? Da dove lo prendi e prendi, questo Mezzogiorno è una schifezza. Forse Bossi, che in questi giorni sembra più un agnellino che un lupo nel bosco, stavolta ha forato. È stato lui a innescare la campagna di fine estate, è stato lui a piazzare la prima legnata ai docenti non padani, perché uno aveva osato maltrattargli il figlio. Così ha creato un casotto proprio quando, volendo far passare il federalismo senza troppo chiasso, fa di tutto per non far volare una mosca. Se il Sud fosse tutto come lo descrivono, allora non si capisce questa Italia chi l'ha mai fatta. Non si capisce il boom della loro industria tenuta su dai cafoni con la valigia di cartone. Non si capisce il livello culturale superiore dei loro ragazzi in mano a docenti così poco nordici. E le forze armate, che hanno voluto per la sicurezza delle loro città, sarebbero roba da operetta. Né si capisce da dove escono tante loro banche, imprese, università, amministrazioni, cliniche d'eccellenza condotte da odiati sudisti: che, vedi vedi, lasciate le amare terre e andati da loro si sono dimostrati i fuoriclasse che sono (a proposito, Gattuso del Milan è improvvisamente un brocco?). E poi, visto che andiamo verso il federalismo come verso un destino (e non si capisce ancora bene perché), è stata proprio la scuola il primo esempio di federalismo. Autonomia, autonomia: ciascuno si scelga i suoi programmi. Così, a fianco alla grammatica e al triangolo isoscele, sono grandinati corsi di teatro, di taglio e cucito, di tecniche di autostima, di giardinaggio. Quella autonomia che ora lo stesso Bossi e la ministra Gelmini ci rinfacciano dicendoci che siamo la spazzatura d'Italia. Allora, se è così, non ci fregate più: niente federalismo senza i mezzi per non fare la figura dei fessi. Perché se è vero che anche la nostra scuola è di serie B come tutto il resto, noi ne siamo le vittime non i responsabili. In questa scuola i signori dell'Alta Italia non ci vogliono lavorare, con quei quattro soldi non ci pensano neppure, mentre noi peoni dobbiamo accontentarci tranne poi essere svillaneggiati. Ed è femminile da morire, visto che solo le donne possono accontentarsi di 1700 euro dopo 35 anni di carriera. Per vedere spuntare poi una ministra altrettanto donna, con gli occhialetti da prima della classe, e sentirsi dire che sono pure scarse senza forse aver mai visitato un'aula, almeno dalle nostre parti. Inutile indagare se è stata inventata da paisà l'attuale scuola nella quale l'asino non è asino ma uno che ha un debito formativo. Nella quale non si boccia altrimenti non si iscrive più nessuno, si perdono le cattedre e spariscono anche gli scarsi fondi. Nella quale si rischia di impiegare più tempo con i profili psicopedagogici dei ragazzi che con la sintassi. Nella quale se cacci fuori un bullo sei assalito da torme di genitori vocianti e sei responsabile di traumi esistenziali. Nella quale ci si sente più in trincea che protagonisti dello sviluppo civile e culturale del Paese. Nella quale si è costretti a produrre più carta che sapere. E nella quale spesso si parla più di Pon e Pof e di dinamiche sociali che di Garibaldi. Scuole a rischio in quartieri di confine, abbandonate in contrade di campagna, isolate in paesi che si spopolano, neglette a Dio e agli uomini. E se i nostri baldi ragazzotti sono i meno preparati d'Europa, insegnanti al muro. Bel modo per farli rispettare dagli stessi baldi ragazzotti. È tutta l’Italia a essere inefficiente, e il Sud peggio. E il Sud non può essere Sud e funzionare a meraviglia, scuola compresa, altrimenti non sarebbe Sud. Fa il suo mestiere la Gelmini quando parla di ritorno del voto (condotta compresa), di grembiuli, di premio al merito. Ma è provvidenziale l’autogol dei profeti del federalismo sui docenti. Noi (nel senso di meridionali) siamo degli sciagurati per come siamo riusciti a buttare tanti soldi senza un risultato. Fino al punto che il nostro problema non sono i soldi che mancano ma come li utilizziamo. Ma se pretendono che non siamo impreparati e incompetenti come sarebbero gli insegnanti, parliamo prima o taceremo per sempre. Se il Sud deve partire come se fosse una scuola senza riscaldamento, senza biblioteca, senza palestra, senza laboratori, puntiamo i piedi e diciamogli che questo federalismo non passa perché non possiamo essere eroi. E di santi come padre Pio ne nasce uno ogni tre secoli.

domenica 21 settembre 2008

Il tormentone di un elettore di sinistra

L’elettore di Sinistra è un elettore speciale. Osserva, approfondisce, valuta, si con­fronta. E, se del caso, s’incavola anche con quelli della sua parte. Cio’ premesso, oggi di motivi per incavolarsi, un elettore di sinistra ne ha tanti. A tutti i livelli. Se passiamo alle vi­cende locali /regionali, il cahier de doléance è nutrito, purtroppo. Un esempio di società di di­ritto privato a capitale pubblico che produce forti perdite è quello di METAPONTUM AGROBIOS S.r.l., società per la ricerca e la sperimentazione in agro-biotecnologie della quale la Regione Ba­silicata è socio al 97,5%. Anche in questo caso, le perdite non gravano sulla società ma sono appia­nate dalla Regione Basilicata, cioè da tutti noi. In compenso, in questa società gli amministratori hanno compensi d’oro a differenza di AQL S.p.a. dove il compenso d’oro di 14.010 € al lordo al mese per il 2007, è del solo Presidente Egidio N. Mitidieri. Gli altri amministratori di AQL S.p.a. prendono gettoni di presenza (dati presi da Ba­silicatanet). Infine, sempre a livello regionale, da qualche giorno è stata chiusa l’inchiesta denomi­nata “Toghe Lucane” che vede coinvolti anche politici di centro-sinistra (in particolare, Filippo Bubbico e Vito De Filippo), oltre che politici di centro-destra (in particolare, Emilio N. Buccico e Giuseppe LaBriola), alti magistrati ed altri an­cora. Ovviamente, vale per tutti la presunzione d’innocenza sancita nella Costituzione della Re­pubblica Italiana ma il giudizio politico che si puo’ esprimere sugli esponenti di centro-sinistra, non è dei migliori. Il militante di sinistra è un mi­litante discreto, che lavora, che suda il denaro ed in genere, ne maneggia poco. Insomma, pur non trattandosi di un francescano con il cilicio, il mi­litante di sinistra resta turbato di fronte a vicende dove circolano tanti soldi, finanziamenti, costru­zioni di villaggi turistici di super lusso e quan­t’altro. Magari Bubbico e De Filippo risulteranno anche innocenti ed anzi glielo auguriamo; ma certo, il militante di sinistra non avrebbe voluto proprio vederli coinvolti in questa brutta storia. Almeno il militante di sinistra di una volta. Dun­que e in conclusione, di motivi per essere incavo­lato nero un elettore di sinistra lucano ne ha tanti. Che deve fare, nel momento in cui si vota? Deve far finta di niente e dire che va tutto bene soltanto perché governano i suoi? Non è cosi’. L’elettore di sinistra “libero” cioè non condizionato dal bi­sogno (incarichi professionali ecc.), puo’ reagire male. Puo’ anche non votare. O votare addirittu­ra “contro”. E’ già successo alle scorse elezioni politiche. Ne tengano conto tutti. Le cose, devono incominciare a funzionare meglio, molto meglio. Inutile aggiungere che questa è l’opinione di chi scrive. Non si tratta del Vangelo e il sottoscritto, vittima di un inguaribile pessimismo, potrebbe vedere buio li’ dove, magari, c’è luce. Posto che sarei contentissimo di sbagliarmi, i nostri politici devono spiegare bene i fatti concreti (per es. tutti quelli sopra elencati) in cui si traducono le pro­prie scelte. Devono dire cosa intendono fare per il futuro, cosa hanno fatto e cosa non sono riusciti a fare. E i motivi per i quali non sono riusciti a fare. L’elettore “libero” e scevro da appartenen­ze acritiche, deve sapere tutto per poter decidere. Deleghe in bianco, ormai, non ne dà!.
Antonio S. Zaccara

Rifiuti Nucleari: mentre la Puglia dice un netto No la Basilicata dice NI

POTENZA - Nella Conferenza dei presidenti delle Regioni è stata accolta una proposta del presidente Vito De Filippo con le due pregiudiziali da inserire nel documento del gruppo di lavoro che è stato istituito. Il governatore ha chiesto una “chiarezza politica”, ribadendo il coinvolgimento partecipativo e trasparente delle amministrazioni e comunità locali interessate alla scelta del sito. In ciò De Filippo è memore della battaglia del 2003, allorchè era consigliere regionale in procinto di diventare presidente dell’assise lucana. Il 13 novembre di cinque anni fa il governo scelse Scanzano Jonico per realizzare un deposito geologico sotterraneo nelle cave di salgemma di Terzo Cavone. Fu la rivolta, con occupazione di strade e ferrovie, manifestazioni e sit-in, fino al corteo dei «100 mila» (oggi a Scanzano la piazza principale si chiama proprio «dei centomila») che riuscirono a far cambiare idea ed a far modificare il decreto legge depennando il nome del centro jonico. La seconda pregiudiziale chiesta da De Filippo è la “chiarezza tecnica” sottolineando che il deposito dovrà contenere soltanto i rifiuti già presenti nelle otto centrali sparse sul territorio nazionale e non dovrà invece contenere i rifiuti nucleari che saranno prodotti nel futuro dalle centrali che saranno attivate nei prossimi anni secondo quelle che sono le intenzioni del governo. SANTOCHIRICO, TEMPI LUNGHI SERVE RICERCA A porre questa duplice questione ci aveva già pensato l’assessore regionale all’ambiente Vincenzo Santochirico. La discussione scaturisce dal decreto Bersani del 25 febbraio scorso che stabilisce che su un unico sito del territorio nazionale vengano insediati il deposito definitivo e quello temporaneo di lungo periodo dei rifiuti ad alta attività e di altri materiali radioattivi non smaltibili in depositi superficiali. Santochirico ha messo in guardia dalla possibilità che questo deposito sia destinato anche a “fabbricazione e trattamento dei combustibili nucleari per i reattori di quarta generazione (inclusi i processi diretti alla partizione e alla trasmutazione)”. Si tratta, in pratica, dei processi per ridurre il volume e la radiotossicità delle ceneri prodotte dalla combustione dell’uranio nei reattori. «Qualsiasi politica energetica nel nostro Paese non può prescindere dai presupposti della sostenibilità, della economicità e della sicurezza: le centrali nucleari di quarta generazione, che promettono di risolvere questi problemi, non potranno esser pronte che fra 25-30 anni (per il primo prototipo bisognerà aspettare almeno il 2020) - sottolinea Santochirico - Non vedo come sia possibile annunciare, come fa il presidente del Consiglio, che “entro la fine di questa legislatura avremo centrali anche in Italia”». SANTOCHIRICO, SU QUESTIONE ENERGETICA METTERE DA PARTE PROPOGANDA Per l’assessore lucano “sulle questioni energetiche andrebbe messa da parte la propaganda ed avviata una riflessione seria” perchè “mettere in atto una politica di efficienza energetica significa innanzitutto colmare quel vuoto di scelte strategiche che c'è stato dopo il referendum del 1987, che ha poi prodotto le difficoltà di oggi”. Santochirico invita ad implementare la ricerca. “Il confronto - dice - andrebbe affrontato con gli esperti, affinchè le decisioni che riguardano il futuro della collettività siano svincolate da scelte ideologiche e di posizionamento: si possono avere culture ed esperienze differenti, ma ciò non può escludere la necessità di un approfondimento. Se così non fosse, una convergenza di intenti, e possibilmente di programmi operativi, sarebbe sempre più lontana”. “Del resto, nel momento in cui si tratta di investimenti di grandissima portata le prime cose che occorrono sono conoscenza, consapevolezza e trasparenza. Per questo - conclude Santochirico - ritengo opportuna la partecipazione dell’Italia alle attività internazionali di ricerca, perchè ciò consente di mantenere e sviluppare capacità e know how in ambito pubblico e privato”. ( fonte la Gazz. del Mezzogiorno)

sabato 20 settembre 2008

Riceviamo e pubblichiamo dall'uomo di destra

Caro Ottavio,
consentimi la familiarità causa la ormai più che trentennale conoscenza reciproca: mi ha fatto piacere conoscere il tuo blog e constatare che in esso vengono trattati problemi di ordine sociale, economico e politico che riguardano la nostra realtà territoriale, con partecipazione e scambi di opinioni di lettori. Anche se è solo un surrogato moderno del tradizionale modo di "fare politica", nel senso più integro del suo significato, comunque è meglio di niente. Nel diffuso piattume politico e nell' allineamento culturale omologante a chi tieni il bastone in mano è comunque un sasso nello stagno di cui desidero dartene merito.
Colgo l'occasione per fare una considerazione di carattere generale e qualche altra sull'argomento dei clandestini:
- ho notato che la quasi totalità di queli che esprimono pareri e giudizi sul tuo blog si trincerano dietro l'anonimato: non è una cosa bella; chi scrive pubblicamente non può farlo con il burka in faccia; avere il coraggio delle proprie azioni e delle proprie opinioni è un primario segno di civiltà!
- La mattina del sabato scorso, mentre sentivo il sindaco di Policoro su Basilicata Radio Due riferire nel merito dei clandestini, mi sono ricordato delle recentissime performances dell'amm.ne comunale di questa estate: gemellaggi, inviti, convivii, riunioni, passerelle televisive, giornate di gala, cene, scambi di delegazioni, ..... navigazioni sulle amene onde del Danubio blu con tanto di collegamento in diretta del sindaco con la radio BR2 ecc. ecc.; e mi sono ricordato anche di una famosa frase latina: "Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur"; frase che letteralmente bollava i Romani de Roma dell'epoca che, nel mentre loro si perdevano in lungaggini discussioni e chiacchiere, Annibale assediava ed espugnava la città spagnola di Sagunto; nel caso di Policoro per bollare le inefficienze della amministrazione com.le laddove, mutatis mutandis (che non significa cambiare le mutande), al posto dei Romani si intendono gli amministratori di Policoro dediti ai gemellaggi, inviti, convivii, riunioni, passerelle, giornate di gala, cene, scambi di delegazioni ..... navigazioni sul Danubio blu ecc. ecc. e al posto di Annibale chi ha brigato per localizzare su Policoro il centro di raccolta di clandestini nell'ostello senza che l'amministrazione comunale ne sapesse niente (?).

- Tempo fa, leggendo resonti di cronaca sui clandestini, apprendevo che sul traffico di quest'ultimi lucrano bande del Nord Africa che per ogni clandestino prendono cinquemila euro per il traghettamento dalle coste africane a quelle italiane. Mi viene da considerare: ma con cinquemila euro un africano del Sudan non sarebbe comunque un benestante nel suo paese?, rischiare poi 5000 euro per un traghettamento molto insidioso verso l'ignoto non sarebbe l'ultima speranza ma solo per chi è disperato? E se effettivamente questi clandestini sono dei disperati, chi tira fuori i soldi per il traghettamento? e per quali fini?
I buonisti arcobalenanti e tutta la compagnia cantante; quelli con il birignao sotto il naso ed il pelo della falsa carità cristiana sullo stomaco farebbero bene a porsi queste domande e a darsi le risposte reali prima di pontificare giudizi ed anatemi su chi la pensa diversamente.
Ciao, Ottavio; alla prossima.
Ing. Salvatore Nardone

giovedì 18 settembre 2008

I Video con gli interventi al consiglio comunale sul centro di accoglienza di exstracomunitari a Policoro

Cliccare sui nomi per vedere i video

Lopatriello Di Sanza R. Leone

F. Labriola

G. Callà L.Lasaponara Di Brizio

D. Bianco

IMMIGRATI, INTERROGAZIONE DI CHIURAZZI, ANTEZZA, BUBBICO, PD

Sulla vicenda dei duecentodieci cittadini extracomunitari richiedenti asilo politico in Italia e che, in parte, sono già stati accolti nell’ostello della gioventù di Policoro, su indicazione del Ministero dell’Interno, sono intervenuti anche i Senatori del Pd, Carlo Chiurazzi, Maria Antezza e Filippo Bubbico. I Senatori hanno presentato oggi al Ministro dell’Interno Roberto Maroni un’interrogazione a risposta orale per chiedere chiarimenti in merito alla vicenda di cui la comunità policorese è venuta a conoscenza soltanto pochi giorni fa, a decisione ormai presa. “Il fatto – si legge nella nota - sta generando preoccupazione negli operatoti turistici del luogo, timorosi del ripercuotersi della vicenda sui flussi turistici, da sempre attivi lungo la costa jonica lucana, che potrebbero scemare per effetto di uno stato di apprensione rispetto ad una tranquillità e ad un ordine a cui da sempre i turisti della fascia metapontina sono abituati. Nella stessa comunità di Policoro aleggia in questi giorni un senso di timore riguardo agli sviluppi della vicenda, giammai perché lontana da sentimenti di solidarietà nei confronti di gente bisognosa, ma esclusivamente per le ricadute che il fatto potrebbe generare sull’intero apparato economico, produttivo e turistico della zona. L’Ostello, va ricordato, è situato tra i maggiori alberghi del lungomare cittadino, in una zona a chiara vocazione turistica, ricca di campeggi, villaggi e residence. Già da lunedì la struttura ospita cento immigrati, provenienti in prevalenza da Eritrea, Sudan, Etiopia e Bangladesh, 60 maschi, 36 donne e 4 bambini. La decisione è stata presa senza alcuna consultazione con il Comune interessato, la Provincia di Matera e la Regione – puntualizzano i Senatori Chiurazzi, Antezza e Bubbico - come invece accaduto in altre circostanze nelle quali in alcuni Comuni del materano il provvedimento fu preso in piena armonia con le comunità attraverso un pieno accordo tra Prefettura e sindaci. Inoltre non è ancora stata chiarita la precisa qualifica della stessa, se si tratti di un C.A.R.A. Centro accoglienza richiedenti asilo (ex Dpr 303/2004 – D.Lesg. 25/2008) o di altro tipo di struttura”.Data la necessità di considerare la natura e la vocazione del territorio in questione e di rispettare l’equilibrio sociale ed economico di una zona sensibile come quella del metapontino, i Senatori chiedono al Ministro Maroni “se intende rivedere la sua scelta, presa senza alcun tipo di consultazione preventiva con le autorità locali; se si tratta di una scelta provvisoria, limitata nel tempo, e se sì di indicare con precisione il limite temporale di permanenza nella suddetta struttura della città di Policoro; quali misure straordinarie intende adottare a garanzia di eventuali effetti negativi che potrebbero riflettersi sulla tranquillità della cittadina; quali forme di assistenza intende adottare per gli immigrati al fine di consentire loro una se pur momentanea decorosa permanenza nel territorio della città di Policoro”.

mercoledì 17 settembre 2008

Su questo blog dalle 17 video e commenti sul consiglio comunale di Ieri

per problemi tecnici i video del consiglio saranno sul blog domani alle 16

La Basilicata accoglie i primi rifugiati Il gestore del centro: «Tutto bene»

La Basilicata accoglie i primi rifugiati Il gestore del centro: «Tutto bene»
POLICORO - «Tutto bene». Così, a detta di Pietro Chiorazzo, presidente della Auxilium, la cooperativa che gestisce la casa vacanze L’ostello, al lido, è andato il primo giorno degli immigrati extracomunitari richiedenti asilo politico ospitati presso la struttura ricettiva. «Si, tutto è in ordine. Le visite mediche sono andate benissimo. Gli ospiti, sessanta maschi, trentasei donne, quattro bambini, di cui uno di un anno di età e tre di cinque - sei, sono tutti in buona salute. Le donne dormono in camere separate rispetto agli uomini. Provengono dall’Eritrea e dal Sudan ma anche dal Bangladesh e dall’Etiopia. Zone di guerra. Non ci sono somali rispetto a quanto si era detto nei giorni precedenti. Sono sbarcati a Lampedusa e, dopo l’accoglienza, in aereo sono arrivati all’aeroporto di Bari e da lì, in pulman, sono giunti da noi. Come si svolgerà la loro vita a L’ostello? Hanno a disposizione tutte le prestazioni sanitarie e socio-assistenziali del caso. Ed organizzeremo, altresì, anche serate di animazione. Per i bambini ci sono alcune giostrine. Per i più grandi c'è a disposizione un campo di calcetto. Staremo attenti a tutte le loro esigenze». Ma, come mai ieri ci è stato impedito di entrare nella casa vacanze sia da un dipendente della Auxilium sia dalla Polizia di Stato? Il nostro interlocutore ha spiegato che «è la prefettura di Matera a disciplinare le entrate. Una decisione a cui ci dobbiamo attenere». I profughi, però, se lo vorranno, potranno uscire liberamente in Policoro, come già spiegato dal sindaco Nicola Lopatriello e confermato da Chiorazzo. Il paradosso, è che i residenti (o i giornalisti?) non potranno entrare nell’ostello se non espressamente autorizzati dalla Prefettura. A vista, inoltre, la casa vacanze è controllata 24 ore su 24 dalla Polizia e all’interno è stata realizzata una postazione dei Vigili del fuoco. Ma la sistemazione di Policoro da un punto di vista igienico-sanitario è idonea? Il locale circolo di Rifondazione Comunista ha diffuso un comunicato in cui si afferma che «in un ostello della gioventù che potrebbe accogliere non più di novanta persone saranno ammassati oltre duecentoventi migranti». Chiorazzo ha tagliato corto: «È una dichiarazione che non corrisponde al vero. Mi limito solo a dire questo. Qui si tratta di un albergo super-accogliente con servizi di 3 - 4 stelle. Invece, è nei Centri di permanenza temporanei che avviene il contrario. Il numero di posti letto, altresì, è stato comunicato al ministero dell’Interno e verificato con apposito sopralluogo da parte di personale della prefettura prima che arrivassero gli ospiti». Ma, quando arriveranno gli altri cento profughi? «Non lo sappiamo». E sulle polemiche in corso a Policoro cosa pensa Auxilium? «L'accoglienza è andata bene. La gente ha avuto modo di vedere che si tratta di persone povere che hanno bisogno di aiuto. Noi vogliamo dare un servizio efficiente. La politica non ci riguarda». Il nostro interlocutore, altresì, ha concluso informando delle nuove assunzioni determinate dall’arrivo dei richiedenti asilo: un direttore, un economo, un magazziniere, cinque infermieri, due medici, due interpreti, un mediatore socio-culturale, venti tra ausiliari ed addetti alla ristorazione. Già, la ristorazione. Questo il menù del pranzo di ieri: rigatoni al sugo di pomodoro, scaloppina di tacchino con contorno di purè di patate, frutta di stagione del Metapontino, acqua minerale naturale, omogeneizzati per il piccolino. «Tutto molto gradito - ci è stato riferito. Soprattutto la frutta ha riscosso molto successo». Filippo Mele

Io uomo di Destra cosa penso degli Immigranti a Policoro


Riceviamo e pubblichiamo anche se non condividiamo
LA QUESTIONE DEGLI IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI NON E’ IDEOLOGICA NE’ DI APPARTENENZA POLITICA: ESSA RAPPRESENTA UN PROBLEMA REALE.
ESSENDO LA MIA UNA SEMPLICE OPINIONE DI LIBERO CITTADINO, PER EVITARE FACILI GIUDIZI DI PARTIGIANERIA POLITICA VOGLIO PREMETTERE CHE NELLE ULTIME AMM.VE DI POLICORO NON SOLO HO VOTATO PER IL SINDACO IN CARICA MA L’HO FATTO ANCHE VOTARE; MIA MOGLIE SI E’ POI CANDIDATA A CONSIGLIERE COMUNALE NELLA LISTA DI FORZA ITALIA E QUINDI A SOSTEGNO DI LOPATRIELLO.
PERCIO’ CHI PENSA CHE IL MIO POSSA ESSERE UN GIUDIZIO DI CONTRAPPOSIZIONE IDEOLOGICA O POLITICA E’ DEL TUTTO FUORI STRADA. CIO’ CHE FA IL SINDACO DI POLICORO LO SI CONDIVIDE SE E’ CONDIVISIBILE; ALTRIMENTI, COME IN QUESTO CASO, LO SI CONTESTA
SAPPIAMO TUTTI CHE I TANTISSIMI EXTRACOMUNITARI CHE GIORNALMENTE ARRIVANO SULLE NOSTRE COSTE CHIEDONO IL RICONOSCIMENTO DELLO STATUS DI RIFUGIATI POLITICI PER EVITARE DI ESSERE RIMPATRIATI: E’ UN ESPEDIENTE CUI ABBOCCANO CON GRADIMENTO I NOSTRI AMMINISTRATORI BEN SAPENDO ANCHE CHE NESSUNO RIUSCIRA’ MAI AD ACCERTARE EFFETTIVAMENTE LA SUSSISTENZA DELLA CONDIZIONE INDICATA: E’ GIA’ GRASSO CHE COLA SE LE FORZE DELL’ ORDINE RIESCONO A INDIVIDUARE ESATTAMENTE LE GENERALITA’ DEGLI IMMIGRATI.
SAPPIAMO ANCHE CHE TANTISSIMI DI QUESTI EXTRACOMUNITARI VANNO POI A RINFOLTIRE LE FILA DELLA MALAVITA STANZIALE CON IL COMMERCIO ABUSIVO, CON LO SPACCIO DI DROGA, CON RAPINE, TRUFFE, STUPRI ECC. ECC.
E CHI PENSA DI TACCIARE TALI CONSIDERAZIONI CON LA STORIA DEL RAZZISMO O DELLA XENOFOBIA O E’ IN MALAFEDE O E’ LONTANO DAGLI ACCADIMENTI CHE GIORNALMENTE VENGONO REGISTRATI NELLA SOCIETA’ ITALIANA.I POLITICANTI ALL’INSEGNA DELLA COMPASSIONE E DEI POVERI CRISTI CONTINUANO AD IGNORARE LE NECESSITA’ LEGATE ALLA SICUREZZA DELLA CONVIVENZA CIVILE E ALLE PROSPETTIVE DI SVILUPPO LEGATE AL TURISMO, SCARICANDO POI SUI CITTADINI I GRAVISSIMI DANNI DELLE LORO INCAPACITA’. LA PRESENZA SUL TERRITORIO DI UN CENTRO DI ACCOGLIENZA DI CLANDESTINI INCENTIVA IL TURISMO O GENERA ALLARME SOCIALE? I VACANZIERI PREDILIGONO GLI AMBITI OSPITALI O QUELLI A FORTE TENSIONE SOCIALE? NEL CASO SPECIFICO DI POLICORO ABBIAMO CIRCA DUECENTO EXTRACOMUNITARI CHE VERRANNO OSPITATI PER TRE MESI IN ATTESA DI ESSERE RICONOSCIUTI O MENO NELLO STATUS DI RIFUGIATI POLITICI: BENE MA IN ATTESA DI QUESTO RICONOSCIMENTO E’ PROPRIO NECESSARIO CHE POSSANO ANDARE LIBERAMENTE IN GIRO? NON POSSONO ESSERE TENUTI SOTTO CONTROLLO DELLA POLIZIA FINO ALL’ESAURIMENTO DEGLI ACCERTAMENTI? CHI POTRA’ LORO INIBIRE DI PRENDERE LIBERAMENTE UN MEZZO QUALSIASI E SVIGNARSELA FACENDOCI MARAMEO COME USULMENTE ACCADE? DOBBIAMO FORSE ASPETTARE PRIMA CHE QUALCHE DONNA SUBISCA UNO STUPRO PER INDIGNARCI?
ECCO LOPATRIELLO HA FATTO BENE A CONSENTIRE L’ACCOGLIENZA DI QUESTI “POVERI CRISTI” COME LUI LI HA DEFINITI, MA HA COMMESSO UN ERRORE GRAVISSIMO A IGNORARE LE ESIGENZE DI TUTELA DELLA COLLETTIVITA’ DI POLICORO: POTEVA BENISSIMO PORRE ALMENO LA CONDIZIONE CHE GLI STESSI EXTRACOMUNITARI FOSSERO CONFINATI E SORVEGLATI DALLA POLIZIA ALL’ INTERNO DELLA STRUTTURA CHE LI OSPITERA’; POI AD ACCERTAMENTI FINITI PRENDERE LE DECISIONI DEFINITIVE CASO PER CASO.
E UN’ULTIMA CONSIDERAZIONE: CHI LUCRA SULL’AFFARE IN DANNO DEI POLICORESI? FORSE CHI AVREBBE DOVUTO TENERE INUTILIZZATO L’OSTELLO CON QUALCHE SEMPLICIOTTO FIANCHEGGIATORE ISTITUZIONALE?
CERTO E’ DIFFICILE IMMAGINARE CHE IL MINISTERO, TRA LE MIGLIAIA DI ALBERGHI ESISTENTI IN TUTTA ITALIA, ABBIA SCELTO AUTONOMAMENTE PROPRIO L’ OSTELLO DI POLICORO. CERTAMENTE QUALCUNO A LIVELLO LOCALE AVRA’ BRIGATO PRESSO IL MINISTERO PERCHE’ L’OSTELLO FOSSE DESTINATARIO DI QUESTO TRASFERIMENTO DI IMMIGRATI. SAPPIAMO CHE IL SINDACO DI POLICORO HA DOVUTO SUBIRE IL DECRETO DI DESIGNAZIONE SENZA POTERSI OPPORRE (COSI’ HA DETTO LUI PER RADIO SABATO MATTINA); MA QUAL’E’ LA POSIZIONE DELLA PROPRIETA’ DELL’OSTELLO E DELLA SOCIETA’ DI GESTIONE? E LA POLITICA LOCALE VUOLE IL TURISMO O I CLANDESTINI? LO SI DICA IN MODO CHIARO, PERCHE’ POTREBBE ANCHE ESSERE UNA SCELTA QUELLA DI VOTARE IL TERRITORIO COMUNALE AD UNA SORTA DI ENCLAVE PER METABOLIZZARE ED ASSIMILARE SOCIALMENTE I CLANDESTINI: SAREBBE UN ATTO DI CHIAREZZA SOPRATTUTTO PER QUEI CITTADINI CHE HANNO SCOMMESSO E CHE INTENDONO SCOMMETTERE SUL TURISMO.
Ing. Salvatore Nardone – Policoro

martedì 16 settembre 2008

No a un CPT a Policoro

CIRCOLO PRC “P. MARTELLO” POLICORO
Dopo l’incontro in prefettura , i dubbi e le perplessità sul centro per immigranti che dovrebbe sorgere a Policoro non hanno avuto una risposta adeguata. Infatti non si ha alcuna certezza riguardo alla natura di questa struttura che potrebbe essere un CARA, un centro di identificazione o addirittura, come temiamo, potrebbe essere trasformata col tempo un CTP ( così come temono i nostri compagni di Bari che abbiamo contattato per avere notizie in merito).Abbiamo espresso al prefetto la posizione del PRC con molta determinazione poiché nel caso sia un centro di identificazione o si trasformasse in un CTP noi faremo le barricate; inoltre abbiamo chiesto garanzie affinché il centro sia aperto dove le associazioni e i legali che il nostro partito ha già organizzato, possano dare l’assistenza e tutelare i diritti di questi “cittadini”. Inoltre esprimiamo tutte la nostra contrarietà sia per la scelta della struttura del tutto inadeguata sotto il profilo igienico sanitario ( in un ostello della gioventù che potrebbe accogliere non più di 90 persone saranno ammassati oltre 220 immigranti ) sia perché non è stata coinvolta la cittadinanza , ma anzi hanno imposto una scelta con un bliz, che certamente non aiuterà a dissipare le diffidenze e le paure di questa comunità; non abbiamo alcuna certezza che il centro sarà utilizzato solo fino a dicembre , anzi abbiamo notizie che il gestore del centro ha già fatto una convezione con un’altra struttura per altri 500 immigrati a Nova Siri. Infine la scelta è stata determinata, all’insaputa dei Policoresi, da una cooperativa privata notoriamente collegata a potenti uomini della destra, che non fa questa attività per atto di carità ma solo per lauti guadagni, il nuovo Affare sull’immigrazione fatto cinicamente sulla pelle del più debole.Proporremmo al prefetto soluzioni alternative , guardando alla esperienza positiva dell’integrazione fatta da alcuni nostri comuni con i rifugiati politici Curdi , quella esperienza ci ha insegnato che i percorsi di integrazione vanno condivisi con le popolazioni

Diciamo un No chiaro a un CTP a Policoro

un NO forte ad un centro di identificazione a Policoro

chiediamo una struttura diversa perché questa è inadeguata per ospitare 220 persone

Tuteleremo attraverso le associazioni e dei legali i diritti dei rifugiati politici e degli immigranti

lunedì 15 settembre 2008

Domani alle 18 consiglio comunale straordinario per discutere sul centro di accoglienza che dovrebbe sorgere a policoro Lido

Speciale del Blog con video interviste.
Stiamo prendendo le notizie necessaria per avere una posizione consapevole e non demagogica, perché non è ancora chiaro che cosa dovrebbe sorgere a Policoro. Oggi alle 18 c'è un incontro in prefettura con il prefetto , dopo vi saranno i direttivi del Pd e di Rifondazione Comunista. Vi daremo ampia notizia delle posizioni ed anche questo blog avuto le informazioni necessarie esprimerà la propria opinione. Una cosa è certa che se si tratta di rifugiati politici , non si tratta di solidarietà ma è un loro diritto ed è un nostro dovere rispettare i trattati internazionali quindi accoglierli nei migliori dei modi. Ma la gestione del provvedimento e così poco trasparente che alimenta le paure che comunque riteniamo ingiustificate.

TRIVELLE SULLO JONIO :DOPO LA TERRA SI VUOLE ESTRARRE GAS E GREGGIO NEL MARE

La fame delle multinazionali non ha limiti, disposti a distruggere tutto pur di raggiungere i propri business sul petrolio. Dopo i parchi, i boschi, i bacini idrici e i campi dell'agricoltura biologica si vuole trivellare in mare sulle coste dello jonio lucano. La società Consul Service srl - con sede in Roma, in Via Alberico II n. 31 -ai sensi della normativa vigente ha presentato al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero per i Beni e le Attività culturali,nonché alla Capitaneria di Porto di Taranto, una richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale ai sensi dell'art. 23 del D. Lgs 152/06, cosi come modificato dal D.Lgs 4/08, per l'istanza di permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominata "d 148 D.R.- CS" e localizzata nel settore nord-occidentale del Golfo di Taranto adiacente la Costa Ionica lucana. Mentre si consumano i salotti estivi sul futuro del turismo con grande passione dei sindaci dello Jonio e i consiglieri regionali Folino e Mollica promettono i piani dei lidi ecco pronti chi con attività distruttive del territorio minaccia il mare e le economie collegate come turismo e pesca.Alla ricerca di come fermare l'erosione della costa e arginare l'inquinamento marino del golfo di Taranto ecco di tutta risposta le inquinanti torri petrolifere che sporcano il mare, riempiono l'aria di idrogeno solforato(H2S) che è solubile in acqua e che quindi entra nella catena alimentare. Gli ecosistemi del golfo sono già a rischio a causa dell'inquinamento dell'Ilva di Taranto, cui si somma la raffineria, la marina militare, gli scarichi agricoli e industriali dei fiumi come il Basento .Mentre si cerca di far decollare al meglio il turismo con un aeroporto lucano, la pista Mattei ( per un'assurda coincidenza) non porterà turisti ma tecnici delle compagnie petrolifere. Nessuno farà mai mille Km per portarci moneta per bagnarsi in un mare inquinato e disprezzare i tramonti sullo Jonio abbruttiti dalle torri di perforazione. La Basilicata ha bisogno di una programmazione economica che salvi le economie locali e il suo futuro, non si vive alla giornata pensando solo a come sbarcare il lunario asservendo le società petrolifere. Il petrolio in Basilicata è diventato una maledizione,mentre l'Italia dei federalisti si allatta con il greggio lucano qui è in gioco la nostra salute, le nostre vere attività economiche e la sopravvivenza dei lucani(popolo in estinzione).L'esperienza di circa dieci anni di trivellazioni sulla terraferma, senza alcun reale monitoraggio sulla salute, ci fa pensare il peggio, quando questo avverrà in mare. Non è un caso che 50 famiglie di Viggiano hanno denunciato l’Eni per danni e disastri ambientali. L' indifferenza della classe politica lucana che avvalla le estrazioni petrolifere senza tener conto del rapporto territorio/economie locali/salute delle popolazioni non fa onore a chi amministra il territorio. I sindaci del Metapontino e in particolare il sindaco di Montalbano che cercava inutilmente royalites per il gas dei pozzi nel suo territorio ora hanno mille buoni motivi per dire basta a questo scempio ambientale. Il presidente Defilippo in un pubblico convegno nella festa del PD a Corleto Perticara sulla questione petrolio,dove la platea lamentava la mancanza di democrazia e di partecipazione sulla decisione di impiantare un centro oli a Corleto ha affermato che non avrebbe autorizzato più nessuna trivellazione in Basilicata e avrebbe chiesto il triplo delle royalites al governo.Vogliamo credergli, quando afferma che non darà più autorizzazioni a trivellare, sperando che questa esternazione legata al clima della platea non sia dimenticata gli chiediamo di onorare la sua parola di presidente, la regione Basilicata si opponga alla procedura di Via presso il ministero dell'Ambiente per le trivellazioni nel mare lucano (l'unica cosa che ci rimane dopo il sole).

giovedì 11 settembre 2008

Policoro:Strade pericolose

Un terribile incidente è avvenuto ieri sera verso le 19.15 all’incrocio di Via Resia tra una moto e un’Opel di un imprenditore agrituristico di Policoro. Sul posto, allertati da alcuni passanti, sono prontamente intervenuti i vigili della locale stazione, i quali hanno proceduto con i consueti rilievi. Solo la fortuna dei conducenti, visto la violenza dello scontro, ha fatto sì che quest’ultimo incidente non diventasse l’ennesima tragedia, poiché le persone coinvolte prontamente trasportate dal 118 all’ospedale di Policoro se la caveranno con una prognosi di pochi giorni. Anche qui come più volte denunciato da questo Blog ci troviamo su una strada trafficata, vicino ad un ipermercato, dove sia l’illuminazione che la segnaletica orizzontale e verticale sono insufficiente e la presenza dei vigili è un miraggio.Noi insisteremo fino alla nausea, ma la questione della sicurezza stradale sta diventando un problema serio sia per indisciplina dei conducenti sia perché manca a questa città un serio piano di traffico ed una adeguata segnaletica inesistente poi è il controllo.

A Policoro sospetta attività irregolare

Schiuma: «Opera senza l’autorizzazione del Comune» - Esposto della Confesercenti per un negozio del Centro “Heraclea”
G. Elia-Non c'è pace per il centro commerciale “Heraclea”. A tre anni dall'apertura la sua convivenza con i negozi di vicinato è sempre stata burrascosa: prima la protesta dei piccoli commercianti contro la mega struttura sita in zona Bosco Soprano, che avrebbe significato la morte dei negozi, soprattutto elettrodomestici, abbigliamento e hi-tech. Poi all'indomani dell'inaugurazione (27 luglio 2005) ecco le associazioni di categoria e gli stessi micro imprenditori di nuovo alla carica sulla chiusura del centro commerciale la domenica, con la protesta che si è protratta fino ad un anno fa. Ora che tutto è rientrato nella normalità ecco l'ennesima protesta. A inoltrarla verso gli organismi competenti è la Confesercenti di Matera, attraverso il presidente Giovanni Schiuma, il quale in una missiva inviata al Comune di Policoro, alla Regione Basilicata, alle forze dell'ordine e alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera denuncia un illecito commerciale grave. Secondo il sindacalista, all'interno della galleria dove sono ubicate più di venti attività commerciali ci sarebbe chi eserciterebbe la professione di commerciante in maniera abusiva. Ovvero: “Vendita di un noto marchio in franchising (abbigliamento ed accessori) non autorizzata dall'Amministrazione comunale». Anzi Confesercenti denuncia anche la violazione della legge regionale 19/99 che disciplina le aree destinate alle varie attività commerciali. E su quella, sempre secondo Schiuma, dove si dovrebbe esercitare attività di somministrazione alimenti e bevande, (rosticceria), in realtà di venderebbero capi di abbigliamento. Da qui nasce la protesta agli organi competenti sulla quale nei prossimi giorni si dovranno pronunciare. Ricordiamo che subito dopo l'apertura del centro commerciale, l'area del “CenterGross” venne chiusa momentaneamente per aver occupato un numero di metri quadrati superiore a quelli previsti per la normativa del settore; poi, subito dopo la presentazione del ricorso al Tar di Basilicata, il contenzioso amministrativo rientrò con la riapertura del reparto. A distanza di mesi un'altra tegola si è abbattuta, questa volta di dimensioni più ridotta, sulla grande distribuzione materana che a questo punto sembra perseguitata nella sua attività.Il Il Quotidiano della Basilicata
Dopo questo articolo apparso sul quotidiano noi la prossima settimana pubblicheremo un inchiesta sullo smantellamento da parte di questa amministrazione dell'ufficio per le autorizzazioni , e cosa c'è dietro i progetti di esternalizzazione sia di questo servizio che per lo sportello unico annunciati da Lopatriello.

mercoledì 10 settembre 2008

LE URGENZE DEL MINISTRO ALFANO: QUI CASCA L'ASINO

di N. Piccenna
Cosa abbia spinto S.E. Angelino Alfano, avvocato e Ministro pro-tempore della Giustizia, a disporre il trasferimento d'urgenza del Sost. Proc. di Catanzaro Luigi De Magistris possiamo solo immaginarlo (poiché a scriverlo si commetterebbe reato). Ma una domanda urgentissima, nel senso che necessita di una risposta (questa sì) veramente urgente, la dobbiamo scrivere. E l'utilità di sollevare pubblicamente la questione è facilmente comprensibile: porre il Ministro Alfano, il CSM ed il Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione di fronte alle gravissime responsabilità di un mancato intervento e chiamare l'opinione pubblica (comprendente anche quella dei magistrati in servizio attivo) alle sue non meno gravi responsabilità di controllo e vigilanza sulla vita democratica del nostro paese, cioè dell'Italia.Con il trasferimento del Dr. Luigi De Magistris a Napoli, i procedimenti che egli curava dovranno essere assegnati ad altro magistrato anzi, visti i carichi di lavoro del Dr. De Magistris, ad altri tre o quattro magistrati (come è già accaduto per le inchieste Poseidone e Why Not). A decidere le assegnazioni dovrebbe essere il Procuratore della Repubblica di Catanzaro e qui casca l'asino. E' infatti accertato che diversi magistrati con funzioni apicali presso la Procura della Repubblica di Catanzaro abbiano sviluppato (nel tempo e sino ai giorni nostri) una fitta rete di rapporti con alcuni degli indagati dalla Procura di Catanzaro e, beffa del destino, proprio con gli indagati dal Dr. Luigi De Magistris nelle inchieste Why Not, Poseidone e Toghe Lucane. E' anche accertato che la fitta rete di rapporti abbia finito per condizionare il buon esito di alcuni provvedimenti cautelari emessi dal Gip di Catanzaro su richiesta del "solito" De Magistris. E', in ultimo, accertato che più d'uno, fra i magistrati oggi in servizio a Catanzaro, è indagato dalla Procura della Repubblica di Salerno perché ha concordato, organizzato e messo in opera attività finalizzate alla delegittimazione ed al trasferimento del Dr. Luigi De Magistris (cattivo magistrato, come ebbe a dire di lui una certa d.ssa Vacca, membro del CSM, ben prima che il plenum ne disponesse il trasferimento). Quando diciamo "accertato", è evidente che non ci riferiamo alla verità processuale poiché le indagini ed i procedimenti sono pendenti.Ci riferiamo alla verità storica, fattuale, alle telefonate che ci hanno fatto apprendere dalla viva voce dell'ex magistrato ed ex-governatore calabro, Chiaravalloti, che De Magistris avrebbe passato il resto dei suoi giorni a difendersi; che avrebbero passato (Chiaravalloti & C.) l'incombenza di punire De Magistris direttamente alla Camorra (nota consorteria filantropica); agli interventi mirati (e documentati) degli avvocati in odor di "grembiulini" che rassicurano indagati eccellenti e producono interventi mirati al Senato ed alla Camera. Ci riferiamo alla verità storica e fattuale di cui parlano i magistrati di Salerno che, speriamo a breve, concluderanno altre clamorose indagini e daranno evidenza pubblica ai comportamenti moralmente e deontologicamente riprorevoli delle alte sfere della magistratura Catanzarese (e non), dei funzionari ministeriali e degli indagati eccellenti che continuano a strepitare per ogni virgola è pagliuzza mente incedono ingombri di faldoni di prove a loro carico e travi d'ogni foggia e dimensione.Ebbene, Eccellentissimo Signor Ministro (pro-tempore) della Giustizia, vogliamo lasciare che siano questi magistrati a decidere a chi assegnare i procedimenti a carico dei propri amici e, chissà, sodali in ipotesi di gravissime imprese criminose? Sarebbe come affidare al cassiere della mafia le risorse sequestrate al mafioso, sarebbe come se il sequestro non fosse mai avvenuto. O Lei non condivide, nonostante l'estrema sensibilità mostrata nel trasferire il Dr. De Magistris, che Le fa onore e di cui potrà menar vanto?Ecco perché adesso S.E. il Ministro (pro-tempore) della Giustizia deve intervenire con la massima urgenza, diversamente compirebbe un reato di favoreggiamento verso gli indagati.Reato di cui i magistrati ligi al dovere ed alla Legge (solo a quella devono sottomissione) dovrebbero chiedergli conto iscrivendolo nel registro degli indagati e procedendo in ossequio all'obbligatorietà dell'azione penale. E qui voglio essere esplicito al massimo.Non è più sufficiente che, lodevolmente, alcuni magistrati intervengano sui blog, in televisione e sui giornali a parlare di Costituzione violata, Legge vilipesa e simili gravi questioni. Occorre che si assumano la responsabilità personale di avviare azioni penali anche attraverso la formale denuncia (ove non abbiano direttamente la competenza per procedere). Non possono lasciare il peso della "prima linea" a cinque giornalisti, quattro magistrati e una sparuta pattuglia di marescialli e ufficiali di Polizia Giudiziaria (i numeri non sono casuali).Si è parlato troppo, anche dicendo cose giuste e scomode verità, ma troppo!Adesso occorre agire attraverso gli strumenti giurisprudenziali e ordinamentali che già ci sono, che non bisogna inventare ma che, se non adeguatamente e tempestivamente utilizzati verranno smantellati (cosa che sembra imminente e sulla cui urgenza lo stesso Ministro por-tempore si è ampiamente speso. Visti gli antecedenti, c'è da prestargli la massima attenzione).Del resto, qualcuno mi sa spiegare perché una denuncia/querela presentata presso la Caserma dei Carabinieri di Matera il 22 settembre 2007, contro l'allora Ministro della Giustizia (On. Clemente Mastella) sia finita nel limbo nebbioso della Procura Generale presso la Suprema Corte di Cassazione senza produrre alcun atto (ad oggi) noto al denunciante? Il Governo Berlusconi, attraverso il brillante Ministro (pro-tempore) Angelino Alfano, altro non vuol far altro se non "sanare" questi incresciosi equivoci, eliminando l'obbligatorietà formale (costituzionale) dell'azione penale e riconducendola alla discrezionalità dei magistrati, come è tuttora di fatto.Un'ultima preghiera, ma potrebbe essere anche intesa come esposto-denuncia, bisogna rivolgerla alla Procura della Repubblica di Salerno che indaga sui magistrati calabresi e lucani impegnati ad intercettare, controllare, delegittimare e trasferire De Magistris. Qualora dalle evidenze d'indagine (che essendo nella fase preliminare non sono note) emergessero coinvolgimenti significativi dei magistrati catanzaresi chiamati a "gestire" la successione al Dr. De Magistris, sarebbe doveroso anche la valutazione della richiesta di provvedimenti cautelari a tutela del procedimento "Toghe Lucane". O vogliamo aspettare che si ripeta quanto denunciò pubblicamente il PM. Dr. Pierpaolo Bruni, chiamato nel pool che ha ereditato "Poseidone" e "Why Not"?Rinnoviamo l'invito a sottoscrivere la petizione per il trasferimento immediato delle Toghe Indegne: www.firmiamo.it/togheindegne

De Magistris a Napoli


Via libera del Ministero per il trasferimento di De Magistris a Napoli
Il ministero della Giustizia ha dato il via libera al trasferimento del pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, al Tribunale di Napoli. De Magistris, secondo quanto si è appreso, dovrà prendere possesso del nuovo incarico di giudice tra l'11 ed il 20 settembre prossimi. Viene così resa esecutiva la decisione della sezione disciplinare del Csm, confermata nel luglio scorso dalla Cassazione, che aveva disposto per De Magistris la censura, la perdita di funzioni di pm ed il trasferimento da Catanzaro per "gravi anomalie" nella gestione dell'inchiesta "Toghe lucane". Il magistrato, stamani, era nel suo ufficio, al secondo piano della Procura di Catanzaro, per quello che potrebbe essere stato l'ultimo giorno di servizio nel capoluogo calabrese. Una cancelliere della Procura, Ida Annamaria Rotella, ha inviato al pm una lettera aperta in cui lo ringrazia "per avere riscattato i calabresi facendo emergere e rendendo consapevoli molti che fingevano di ignorarlo, che anche chi vive in questa terra ama ed aspira alla giustizia vera". "La Calabria, la città di Catanzaro, i suoi abitanti, ma anche tutti gli italiani che in lei, si sono sentiti osteggiati - ha sostenuto Ida Rotella - non la dimenticheranno e, a dispetto di ogni apparenza e di ogni realtà contingente, aspetteremo il suo ritorno in questa terra e fra quella gente onesta che vede in tutti quelli come lei la garanzia incondizionata della legalità". "Da parte mia - ha proseguito - la ringrazio per aver dato lustro all'ufficio nel quale quotidianamente opero unitamente a tante altre persone e desidero manifestarle con coraggio e sincera convinzione i sensi della mia stima e della mia incondizionata ammirazione. Qualcuno ha sostenuto che ella ha creato attorno a sé delle 'tifoserie', e poiché le tifoserie si formano allo stadio, quel qualcuno, evidentemente, ha della società civile un'idea da stadio, ignorando che è solo e proprio da quella società civile composta da uomini e donne consapevoli, che provengono la capacità di pensare e di esprimersi in libertà". "Ella - ha concluso - con il suo operato trasparente, non ha imposto o inventato l'idea di giustizia ma l'ha sciolta dal qualunquismo, dal superficialismo, dal pressapochismo, dal buio dell'omertà. E le idee non si uccidono

lunedì 8 settembre 2008

Gli effetti che produrrà in Basilicata l’introduzione dell’Insegnante unico nella scuola primaria

Riceviamo e pubblichiamo
Le martellanti dichiarazioni estive sulla scuola da parte di ministri e parlamentari appartenenti alla compagine governativa, probabilmente, rispondono ad un disegno preciso: “utilizzo della propaganda per creare una cortina fumogena utile a nascondere l’imponente opera di demolizione della scuola pubblica”.
Una vera e propria distorsione dell’informazione ricca di annunci ad effetto e poco rilevanti che fa perdere gli elementi fondamentali delle diverse problematiche e confonde l’opinione pubblica.
Anche il Ministro dell’Istruzione ha dato dimostrazione di aver acquisito il “metodo del fumogeno” per poi mostrare le sue vere intenzioni: ridurre la spesa a prescindere da qualsiasi valutazione degli effetti.
Infatti, per raggiungere obiettivi esclusivamente ragionieristici, introducendo il maestro unico nella scuola elementare, taglia con estrema facilità più di 60 mila posti di insegnamento senza considerare che ciò destruttura un ordine di scuola che è ai primi posti nelle classifiche europee per i risultati di apprendimento degli alunni.
Nella scuola elementare, l’organizzazione delle attività didattiche con il tempo pieno e moduli si è rivelata negli anni un modello scolastico efficace e gradito alle famiglie perché ha permesso di superare i confini angusti di una relazione didattica povera e passiva, ha liberato tempo per il gioco, per l’espressività, per l’apprendimento attivo, per la ricerca, per la manipolazione, per le relazioni e per la creatività.
Tempo liberato, tempo flessibile, per bambini e insegnanti. Scuola attiva, scuola giocosa in cui i bambini trovano piacere a frequentare; scuola della cooperazione e non della competizione.
Le riforme dei programmi del 1985 e degli orientamenti del 1991, hanno raccolto questa eredità e messo a punto il modello organizzativo dei moduli, applicato a tutte le scuole elementari grazie anche ad un massiccio piano di formazione degli insegnanti.
Un grosso impegno delle istituzioni, dei pensatori, dei pedagogisti e docenti che ha permesso la realizzazione di un reale processo di riforma che rischia di essere debellato dai neo - pedagogisti Calderoli, Bossi, Gelmini e Tremonti i quali ci insegnano che è stato tutto inutile e che bisogna tornare ai programmi Ermini del 1955 e alla maestra unica dalla penna rossa.
Tutto ciò si realizzerebbe agendo sul piano occupazionale attraverso l’eliminazione del modulo che prevede tre insegnanti su due classi.
Per capirne la portata, considerando soltanto le 104 mila classi a tempo normale (con orario antimeridiano), la reintroduzione del maestro unico farebbe saltare 53 mila posti. Se alle classi normali si aggiungono le 33 mila classi a tempo pieno si supera il traguardo dei 60 mila posti.
A conferma della sua determinazione, l’angelica Ministra ha spudoratamente dichiarato che “occorre bloccare le assunzioni nella scuola primaria per 11 – 12 anni”, considerando che nel 2008 in questo ordine di scuola, i pensionamenti sono stati 5 mila.
Nella Regione Basilicata gli alunni che frequentano la scuola primaria sono 27.776 di cui 17.944 nella Provincia di Potenza e 9832 nella Provincia di Matera. Per l’anno scolastico 2008/2009 sono state autorizzate classi a tempo normale 1095 (639 Potenza e 455 Matera), 491 a tempo pieno (423 Potenza e 68 Matera) e 131 di lingua inglese (105 Potenza e 26 Matera). I posti di insegnamenti complessivamente saranno 2656 (1849 Potenza – 807 Matera).
L’applicazione del maestro unico comporterebbe un abbattimento di:
1. POTENZA
· - 581 posti comuni dalle classi a tempo normale e tempo pieno;
· - 105 posti lingua inglese;
· TOTALE: circa – 686 posti comuni e di lingua.
2. MATERA
· - 264 posti comuni dalle classi a tempo normale e tempo pieno;
· - 26 posti di lingua inglese;
· TOTALE: circa - 290 posti comuni e di lingua.
3. BASILICATA
- 845 posti comuni dalle classi normale e tempo pieno;
- 131 posti di lingua inglese
TOTALE : - 976 posti comuni e di lingua.

La FLC CGIL di BASILICATA intende contrastare con ogni mezzo il progetto assurdo e demagogico del Governo Berlusconi e della Ministra Gelmini teso esclusivamente a recuperare finanza dal sistema pubblico (scuola, sanità, ecc.) che garantisce indistintamente tutti i cittadini per utilizzarla per obiettivi settoriali.

Matera lì 2 Settembre 2008
Coordinatore FLC CGIL di Basilicata
Eustachio Nicoletti

sabato 6 settembre 2008

LETTERA APERTA AI DIPENDENTI DEL CENTRO ENEA - TRISAIA


Le intenzioni della lobby nucleare-militare e del governo Berlusconi guidata dal ministro ligure Scajola sul rilancio del nucleare in Italia dopo le grandi enunciazioni entra nella seconda fase, quella del rastrellamento dei fondi pubblici. Consci che il nucleare non è competitivo economicamente, visto che nessuna impresa privata investirebbe in questa energia pericolosa(altro che proclami di Edison). La lobby nucleare con le azioni di governo ha iniziato a raschiare il fondo del barile(vista la crisi economica) per recuperare fondi pubblici che possono permettere la sopravvivenza della lobby stessa. Il modo è semplice, basta recuperare soldi da altre attività effettuando tagli a programmi e alle teste pensanti. La futura fusione paventata Sogin -Ansaldo nucleare (azienda ligure per l'impiantistica nucleare) farà sì che i soldi pagati dagli italiani in bolletta elettrica per il decommissioning diventeranno cassa comune nella nuova società. Come se non bastassero i ritardi che Sogin ha accumulato nel decommissioning nazionale e gli sprechi denunciati dalla stampa nazionale ( Espresso).La fusione dell'ente della protezione ambientale APAT con altri istituti come ICRAM, INFS in IRPA (Istituto per la Ricerca e la Protezione Ambientale) permetterà di ottimizzare i fondi delle varie agenzie per canalizzarli in appropriati progetti di ricerca. Smembrando l'APAT è anche molto meglio controllare chi fino a adesso ha controllato il decommissioning e chi farà il nucleare. Ma la cosa grave che purtroppo riguarda anche questo centro è la missione che l'Enea ha accettato con il suo presidente Paganetto, quella di formulare il nuovo piano nucleare nazionale. Paganetto ha a sua disposizione un patrimonio che si chiama Enea(Ente Nazionale per l'EnergiaAlternativa).Paganetto non ha mai nascosto le sue intenzioni nucleariste ed è fondatore con Chicco Testa dell'associazione PYMBY ,ossia uno studio mediatico per far digerire le discariche alle amministrazioni e ai cittadini (contro NYMBY, ossia compensatemi e potete fare tutto quello che volete nel mio giardino). Un patrimonio come l'Enea con i suoi finanziamenti su innumerevoli studi e ricerche e le sue vere teste pensanti come i ricercatori possono essere canalizzati o meglio ancora messi da parte per favorire la ricerca e le attività sul nucleare .L'Italia dopo l'America cerca partner sulla produzione nucleare anche in Russia( vedi la costruzione nella ligure Fincantieri di una nave per il decommissioning russo di Sogin pagata dal Ministero dello Sviluppo Economico).Un futuro inquietante è prospettato sulle maestranze dei centri Enea che hanno progetti e ricerche sulle vere energie del futuro, quelle pulite e rinnovabili. Nello specifico non possiamo accettare che il centro della Trisaia dopo tanti programmi e finanziamenti investiti (per citare ad esempio gli ingenti fondi Legge 64 e perfino il Patto dei Giovani )sia dirottato sulla ricerca nucleare.Non possiamo accettare che dopo anni di danni urbanistici arrecati al Comune di Rotondella a causa della posizione di questo centro, non siano restituiti al territorio i frutti di tanti investimenti, che non sono i posti di lavoro, ma un contributo valido per lo sviluppo del territorio, che si chiama agricoltura avanzata, nuove tecnologie ed energia pulita. NO Scorie ha un progetto per Trisaia che si chiama scuola per l'energia rinnovabile, propedeutica ad una filiera industriale sulle nuove tecnologie e alle energie pulite. Non è un progetto utopico, basta ottimizzare le risorse in positivo al contrario di come fa il governo sul nucleare. No Scorie ha sempre chiesto una riconversione del centro in facoltà universitaria e la restituzione delle barre di Elk River all'America.Creare una scuola oltre a generare valore aggiunto alle conoscenze attuali attiverebbe un volano economico per difendere gli attuali posti di lavoro e per svilupparne altri indotti all'esterno. Dopo le istituzioni ora chiediamo a voi dipendenti di difendere voi stessi da programmi e attività che possono distruggere le vostre professionalità e che invece potrebbero essere utili allo sviluppo economico delle generazioni future e del territorio che vi appartiene. SUBITO RICONVERSIONE DI TRISAIA IN UNIVERSITA' DELL'ENERGIA PULITA NO SCORIE TRISAIA