venerdì 31 ottobre 2008

DECRETO GELMINI, FRAMMARTINO (PRC): REFERENDUM UNICA STRADA

“Referendum, è l’unica strada da percorrere per dare speranza a questo paese, che con il provvedimento approvato oggi in senato vuole uccidere la scuola pubblica ed il futuro dei giovani”. Lo sostiene il segretario provinciale del Prc di Matera, Ottavio Frammartino.“Questa sarebbe anche una risposta democratica di fronte alla arroganza al limite della democraticità dimostrata da questo governo, che decide decreta ordina. Studenti e professori hanno avuto seri motivi per protestare. E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che «colpiscono il cuore pulsante di una nazione», come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c’è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: "Riforma della scuola"; più prosaicamente "contenimento della spesa", a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti.Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s’abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede che questo decreto venga abrogato. L’ostinazione dimostrata in questo caso – dice ancora Frammartino - è quella di una visione autoritaria della gestione del paese. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia. Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e "baronie", nonché le "allegre e disinvolte gestioni". Adesso la parola deve passare ai cittadini, noi un paio di settimana fa con il gruppo regionale Prc avevamo prospettato la possibilità della via referendaria, chiedendo al presidente De Filippo di prendere l’iniziativa con le altre Regioni affinché almeno 5 Regioni così come prevede la legge, votino in consiglio regionale la richiesta referendaria per abolire la Gelmini”.

mercoledì 29 ottobre 2008


Bari, Vendola in corteo con gli studenti

BARI - Il grande afflusso all’assemblea convocata stamani nell’atrio della Facoltà di Giurisprudenza, ha indotto gli studenti a organizzare una manifestazione per le vie della città, alla quale hanno partecipato in alcune migliaia. Si tratta in prevalenza di universitari, ma ci sono anche diverse centinaia di studenti di licei, in particolare del «Socrate» e del «Fermi». Molti ragazzi hanno sfilato in camice bianco, scandendo slogan come «giù le mani dal nostro futuro», accanto a loro in maniche di camicia anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Bari, Michele Emiliano ed il presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella. «La Gelmini ritiri la 133 e si cominci il dialogo. Impari ad ascoltare questo mondo» ha detto, Nichi Vendola, rivolgendosi idealmente al ministro all’Istruzione. «Per dialogare bisogna rimuovere ciò che impedisce il dialogo: la 133 – ha detto Vendola – è una ferita insopportabile per la scuola ma soprattutto per la democrazia». «Quando ci sono movimenti come questo vuol dire che c'è futuro, che la partita tra l’ignoranza organizzata, eterodiretta e la domanda di sapere, la domanda di cultura e la conoscenza critica è una partita aperta», ha continuato Vendola, «questa generazione dice che la propria libertà comincia dal diritto alla formazione, dal diritto a non essere prigionieri di una specie di analfabetismo programmatico, di una scuola dequalificata e residuale. Di un mondo – ha sottolineato – nel quale ci sono scuole e Università private per i figli degli establishment e invece per i figli del popolo c'è una scuola e una Università dequalificata che deve educare solo al precariato». Quindi, è stato chiesto al presidente della Regione Puglia, non la imbarazza essere un presidente di Regione e scendere in piazza? « Un presidente di Regione – ha risposto Vendola – deve stare dove stanno i propri giovani». «E' un dovere democratico – ha commentato Vendola – sentirsi accanto a questa straordinaria espressione di democrazia, di forza vitale che c'è nelle giovani generazioni che presidiano il diritto all’istruzione, che presidiano la scuola pubblica e l’ Università pubblica, che dicono no a una controriforma che ha un sapore classista, che interviene come un colpo alla nuca nel diritto allo studio. Per me – ha continuato – è normale, è giusto, è sacrosanto e doveroso essere qua con questa speranza che sono le giovani generazioni». «Nichi sei uno di noi», era il grido che di tanto in tanto si sollevava dalla coda del corteo nei confronti del presidente della Regione. Si aspettava, è stato chiesto, un simile entusiasmo da parte dei ragazzi? «Sono stato accolto dagli studenti con tanto affetto e questo, sinceramente, mi fa piacere».( La gazz. del Mezzogiorno)

lunedì 27 ottobre 2008

1° parte -Viaggio in Romania

E’ stato un fine settimana faticoso per Madrake, venerdì dopo aver sbrigato questioni importanti e decisive per il futuro di Policoro, come quello di dove sistemare i tappeti persiani appena acquistati, la nuova macchina per il sindaco, l’organizzazione del suo staff, di cui ne faranno parte dei giovani che si sono distinti per dei curriculum invidiabili sia universitari che professionali, è partito per Banesti. In Aereo era molto rilassato, certo anche qui era evidente il dualismo con il suo amico Berlusconi, che intanto partiva per Pechino. Lopy ci racconta che appena il Berlusca ha saputo del suo viaggio in Romania, per offuscarne l’immagine si è inventato il viaggio a Pechino. Il rammarico era solo per i vari corrispondenti del corriere, repubblica ecc.. che avevano deciso in modo incomprensibile di seguire il primo Ministro e non il primo sindaco policorese, ma in ogni caso c’ero io il suo fruttivendolo, che per questo Blog “ di sta Schifezza di comunisti “avrei raccontato ai Policoresi questo ennesimo viaggio in Romania, a totale carico dei contribuenti.
Lopy non fa nulla per nascondere che è tutto a carico dei contribuenti, dopotutto tre giorni ci costeranno solo 2000 Euro, che sommati ai 5000 del primo viaggio e ai 5000 per l’ospitalità della delegazione rumena a Policoro fanno in totale 12000 euro, e siamo solo ai primi 180 giorni di quest’amministrazione. In un momento di confidenza ci racconta delle difficoltà avute in giunta nell’ultima settimana per decidere il colore della nuova macchina del comune. Lo scontro è stato cosi duro che hanno rischiato la crisi, il peggio lo hanno evitato perché e stata accettata la proposta di mediazione del presidente del consiglio, quella che sia la conferenza dei capogruppo di maggioranza a decidere sul colore dell’auto, anche se lui con soddisfazione ci confessa che si imposto affinché sia metallizzata. Ci fa capire l’importanza di questa scelta, l’acquisto dell’auto nuova che costerebbe circa 35.000 euro, darà il segno del cambiamento, tenuto conto che la passata amministrazione avevano dato un immagine del comune di straccioni.Il sindaco Serafino era abituato a viaggiare con la propria auto, anzi aveva imposto ai propri assessori che se volevano usare la macchina del comune la dovevano guidare loro, una vergogna per un comune che io candido ad essere la Dubai del sud, ve lo immaginate (ci dice sbigottito) lo sceicco di Dubai guidare e viaggiare con la sua macchina? Io voglio dare decoro alla città di Policoro, convinto che i miei cittadini saranno felici di vedermi scarrozzare per l’Italia con un’Alfa Romeo nuova fiammante e metallizzata .
1 parte …..continua
Il fruttivendolo di Lopatriello

domenica 26 ottobre 2008

PETROLIO IN BASILICATA :NE STATO E NE REGIONE

SARANNO I CITTADINI CON I CONSIGLI COMUNALI APERTI A DECIDERE IL FUTURO DEL TERRITORIO.
Il ministero fa dietrofront sulla procedura di Via per le trivellazioni nello Jonio(dr148) per grosse lacune nella documentazione presentata dalla Consul Service srl, e la Regione in una delle poche volte in cui è sfavorevole alle trivellazioni riconosce che i luoghi non sono idonei alle estrazioni, per tutelare l'ambiente e il turismo del Metapontino. La procedura di Via Ministeriale (Ministero dell'Ambiente)era avviata da tempo e sicuramente la mobilitazione di questi ultimi giorni da parte delle associazioni dei cittadini ha messo in luce lo scellerato progetto. Non ci illudiamo, la lobby petrolifera ripresenterà tutto allo stesso modo di come fa sulla terraferma.Nel frattempo però ne accadono delle belle. La Basilicata secondo i progetti Eni si accingerebbe a diventare il primo distretto italiano petrolifero con tanto di trivellazioni e centri oli (alias raffinerie).L'Eni vuole smobilitarsi da Ortona in Abruzzo per concentrarsi in Basilicata(lo conferma la stampa abruzzese e le dichiarazioni del sindaco di Ortona).Questo ennesimo atto conferma la volontà di estrarre petrolio dappertutto in Basilicata lungo le coste e anche nel mare (vedi piattaforme già nello jonio a Crotone e le concessioni nel restante golfo di Taranto dr 147) e di trasformare la Basilicata, la Val Basento e l'area del Sauro-Camastra in centro di stoccaggio del gas di provenienza anche non italiana..Ma la cosa grave che coglie di sorpresa la Regione Basilica è quella di disegno di legge che esproprierebbe la Basilicata di tutte le autorizzazioni sulle estrazioni petrolifere e che darebbe potere decisionale al Ministero sulle procedure di Via, con l'accentramento del potere decisionale, politico e soprattutto economico della gestione dell'affare petrolio. Si avverano quindi le profezie di De Filippo che difendeva il petrolio dicendo che non era nostro ma dello Stato, e che le royalites non erano la soluzione ai problemi della Basilicata, nel frattempo, però dava pareri a trivellare a chiunque ed ovunque.Solo le sacrosante resistenze delle popolazioni gli fanno notare che il petrolio non è dello Stato o della Regione Basilicata, ma del territorio dove è stoccato. Per cui lo Stato non proprietario della salute dei cittadini e delle loro economie (agricoltura e turismo) che saranno sistematicamente distrutte a seguito delle trivellazioni e provocheranno ulteriore emigrazione(proprio come accade in Val d'agri): Come il cane a cui è stato sottratto l'osso, la politica super parte(vedi le recenti dichiarazioni di alcuni consiglieri regionali) si accorge solo ora che il federalismo propinato è una grande fregatura per le piccole regioni, e che non riguarda le risorse di cui è ricca una regione. Lo Stato avoca a sé il diritto di gestire il territorio italiano per il petrolio o peggio ancora decide dove sistemare le scorie nucleari, in nome di un'efficienza dettata dagli industriali di parte che vogliono gestire il patrimonio pubblico e che vogliono chiudere scuole, ospedali, ferrovie per recuperare soldi provocando ulteriore spopolamento ed emigrazione. Torniamo a chiedere fermamente pertanto i consigli comunali aperti in tutti i comuni lucani per avocare invece democraticamente ai cittadini il potere di gestire il proprio territorio, difendendolo da interessi e progetti scellerati che vedranno la distruzione dell'ambiente e delle economie collegate. Petrolio o scorie nucleari ormai sono due i due pericoli che dobbiamo continuare a scongiurare. Ora è la volta dei sindaci, difendano il territorio in nome della democrazia e del mandato conferito direttamente dai cittadini. La mobilitazione cittadina invece continua , come sempre.

venerdì 24 ottobre 2008

Lopy parte : Destinazione Romania

Oggi Lopy Mandrake , accompagnato da due consiglieri parte per la Romania con destinazione Banesti dove trascorreranno il weekend a spese del comune , per la gioia dei cittadini Policoresi , che altrimenti si sarebbero offesi Non è un viaggio di piacere, come qualcuno potrebbe pensare , ma servirà a rinsaldare i legami di amicizia con la Romania . Il viaggio servirà (si dice) soprattutto ai nostri Baldi amministratori per partecipare a un convegno internazionale dove si discuterà dell'universo femminile Rumeno e la sua ricaduta sull'economia Europea tenuto conto della ricaduta che questa ha già sulla litoranea Jonica .Questo Blog ha inviato al seguito del sindaco il proprio corrispondete speciale ( Il fruttivendolo di Lopatriello) che al ritorno ci racconterà con un Post speciale il viaggio.

giovedì 23 ottobre 2008

Riceviamo e Pubblichiamo lettera Anas in risposta all'articolo di Gabriele Elia

Pare strano pensare che chi debba fare informazione, lo faccia senza prima informarsi, documentarsi, accertarsi sulla realtà dei fatti. Appare ancora più preoccupante se, chi decide nella vita di fare del giornalismo, possa accusare persone di qualcosa assolutamente non vero. Non conosco il sig. Gabriele Elia e ignoro se giornalista iscritto all´Albo, lo sia davvero. Ma ritengo che, giornalisti o meno, esistano nello scibile del comportamento umano, delle regole deontologiche, quelle stesse regole
nelle quali si riconoscono gli uomini liberi e di buona volontà. Coloro che si riconoscono nella saggezza di dire e raccontare semplicemente la verità, senza reticenze, o falsità.Purtroppo a questo mondo può accadere e accade che venga premiato chi scansa le responsabilità e che debba soffrire chi le responsabilità se le assume. Gli ignavi, non corrono questi né questi né altri rischi. Ma noi non siamo tra quelli e abbiamo sempre accettato il rischio di essere esposti a pericoli perfino per le idee, le opinioni, per i giudizi espressi nei nostri pubblici interventi. Sarà questo il motivo per cui il Sig. Gabriele Elia ha ritenuto opportuno diffamare a mezzo stampa non solo un´ Ente Nazionale che promuove l´azione sociale ma anche il suo Presidente indicandone nome e cognome.
Solo per mero esercizio di cognizione poiché altri hanno omesso di farlo, sarebbe utile quindi indicare alcuni caratteri dell´Anas che nasce come libera associazione le cui finalità sono in armonia con quanto stabilito dal codice civile e con la normativa vigente in materia di associazione di promozione sociale, associazioni sportive e società sportive. Quella di promuove attività allo scopo di sviluppare e consolidare una cosciente partecipazione del cittadino alla vita della Repubblica. Tale scopo, che si realizza soltanto attraverso la libera consapevole volontà dei singoli cittadini di arricchire la propria personalità etico-morale, culturale e fisica, impegna l´A.N.A.S. a prendere iniziative che favoriscano la socialità nel pieno rispetto della persona umana e che siano ispirate a quei valori della cultura laica e libertaria cui l'Associazionismo storicamente si richiama. L´A.N.A.S. è pertanto una libera Associazione che non può essere condizionata né guidata da alcuna entità esterna collettiva o individuale. L'Associazione ha rapporti con tutte le forze politiche, religiose e sociali, senza alcuna discriminazione né per origine, né per fede religiosa o credo politico e respinge la violenza sotto qualsiasi forma si manifesti. Per quanto riguarda il suo Presidente, Maristella Pace, anche qui mi spiace caro Elia, pecca di scarsa informazione, non solo esiste come persona, né è testimone l´anagrafe, ma rappresenta uno dei massimi esponenti dell´Associazione stessa, per capacità, volontà, entusiasmo, ma soprattutto sincerità e lealtà, doti queste comune a pochi. Utimo azzardo, caro Elia, probabilmente, non ha potuto informarsi su quanto da lei scritto perché non ha voluto, perché altri sopra di lei, le hanno detto che non era necessario. Ma non credo questo sia il motivo, troppo arguto, troppo fazioso era questa infatti la logica di consumati regimi dittatoriali fucine delle sinistre dove il montaggio di notizie false e tendenziose erano lo strumento per screditare questo o quell´avversario.
Francesco Pappalardo
Presidente Provinciale Potenza ANAS ITALIA

mercoledì 22 ottobre 2008

Di Sanza risponde a Lopatriello : Non finisce di stupirci

(ACR) - Il consigliere regionale e comunale di Policoro del Pd, Antonio Di Sanza, interviene sulla proposta del Sindaco Lopatriello, apparsa sulla stampa, relativa ad una partnership tra il Comune di Policoro ed i Comuni calabresi limitrofi, “tesa all’improbabile istituzione di una Provincia dell’area sud della Lucania”.

“Il Sindaco di Policoro – dichiara Di Sanza – non finisce mai di stupire con le sue solite proposte propagandistiche ma allo stesso tempo anacronistiche e contraddittorie rispetto alle politiche nazionali e regionali che i rispettivi governi stanno portando avanti da diversi anni. Seppure apprezzabile si può definire la promozione di accordi tra operatori economici di aree contermini dei diversi Comuni della cosiddetta ‘via del mare’, rimane fumo negli occhi parlare di ‘accorpamenti di aree omogenee’ ed addirittura di ‘provincia dell’area sud della Lucania’. Da un lato perché la Regione Basilicata, prima tramite le aree Pit ed oggi tramite la nuova legge che istituisce le ‘Comunità locali’, aree omogenee per ambiti territoriali, sociali ed economici, prevede una programmazione dal basso dello sviluppo socio-economico di tali zone e può individuare come ente capofila dell’area metapontina proprio la città di Policoro. E tale provvedimento, evidentemente, si scontra con il disegno di ‘sconfinamento’ territoriale ideato dal primo cittadino. Dall’altro perché il Governo nazionale, vicino al colore politico del sindaco Lopatriello, tra le priorità programmatiche, sceglie di eliminare le Province e non di aumentarne il numero”.

“Questo evidenzia – dice Di Sanza - l’azione di propaganda del primo cittadino di Policoro che, piuttosto di girare a vuoto in cerca di idee estemporanee che nulla hanno a che vedere con le esigenze della nostra comunità o andare a cercar fortuna dove hanno bisogno della buona sorte con improbabili gemellaggi al limite del danno erariale, farebbe bene a fare il Sindaco, ad essere più presente nella propria comunità ed a sforzarsi di individuare azioni concrete per lo sviluppo della città. Allo stesso modo, pur condividendo con tutto il tessuto socio - economico di Policoro che nuovi eventi possano determinare la riapertura del cantiere di ‘Marinagri’, non capiamo l’immobilismo di Lopatriello sulla ricerca e l’attuazione di opportunità di sviluppo del territorio alternative previste tanto nel programma del Partito democratico quanto in quello della maggioranza rappresentata dal Sindaco, come il Contratto di Quartiere, l’Ambito di Via Lido, la Società mista, la definizione della piazza centrale del lungomare, la questione della spazzatura, ecc. Tutte iniziative che possono dare fiato all’economia locale, sempre più sofferente”.

“Il Sindaco Lopatriello non perde occasione, ogni qual volta viene contraddetto, di ricordare al Consiglio comunale, a noi opposizione, alla città e alla radio che è lui quello che ha vinto le elezioni ed è lui che deve prendere le decisioni, ma questo non ci impedisce di sottolineare le sbavature di una condotta politica che di fatto in cinque mesi di governo cittadino non ha prodotto nessuna svolta nella città. Il sindaco – conclude Di Sanza - nel ricordarci quanto è bravo e quanto è amato ricordi anche che ai vincitori spettano gli Onori ma soprattutto gli Oneri di rappresentare in maniera seria la città di Policoro”.
Antonio Di Sanza

lunedì 20 ottobre 2008

Aderiamo allo sciopero della scuola


Con la giunta Lopatriello raddoppiano le spese per i cani randagi

Potremmo chiamarla una giunta per cani. Non si hanno ancora cifre certe sulle presenze di turisti a Policoro per l’estate che ci siamo lasciati alle spalle, ma una cosa è certa , sono aumentati i costi per i cani randagi. Prima dell’evento della giunta Lopatriello , tra gennaio e maggio la spesa complessiva per l’eliminazione e affidamento per i cani randagi è stata di E 12,500, 2,500 euro al mese, cifra che diventa più del doppio in tre mesi della giunta di Mandrake (giugno ,luglio, agosto) con E.17,000 circa 5,600 euro al mese. Forse ai cani randagi è piaciuto la programmazione estiva di Siritide Estate e si sono dati in massa appuntamento a Policoro . Gli esperti da noi interpellati ci fanno notare l'anomalia di queste cifre , statisticamente l’aumento del randagismo in estate si aggira al 25, 30 per cento e non certamente del 100%. Stravaganze di Policoro, molto probabilmente la statistica si arrende di fronte all’amministrazione di Lopy . E anche la realizzazione del canile comunale , lasciato in eredita dall’ amministrazione di Serafino Di Sanza ,di cui progetto si attendeva solo il parere dei beni ambientali , è rimasto su un binario morto, avrebbe non solo consentito di abbattere i costi ma anche creato qualche opportunità di lavoro,visto che la società che gestisce l’accalappiamento e la custodia dei cani e di Trebisacce. Certo per noi la cifra sembra eccessiva, specie se rapportata ai cinque mesi precedenti, con l’amarezza che ancora una volta il comune fa una spesa che poteva avere almeno una ricaduta anche se minima sulla città.

domenica 19 ottobre 2008

Associazione “Anas”, chi è costei?

Policoro Oltre un milione di euro per eventi su tutta la fascia jonica, ma nessuno conosce i soci
Piatto ricco mi ci ficco. Nel mare magnum dei contributi che la Regione Basilicata elargisce per le attività culturali che si svolgono sul territorio e che hanno come finalità quella di divulgare l'immagine positiva della terra lucana, c'è anche chi vuole assalire la
diligenza della finanza pubblica per ben altri scopi, deturpandone la stessa immagine e tutto ciò che di buono si fa.
Non si contano le associazioni presenti in regione e tutte con finalità “etiche”, ma una morale comune non esiste. Ognuno ha la propria. Così come quella dell'Associazione nazionale di azione sociale (Anas), presente con una sede in Basilicata a Policoro, in via Siris 166. Prima di lunedì scorso era sconosciuta ai più: all'ufficio Turismo, Cultura e Sport del municipio di Policoro, non l'hanno mai sentita nominare e non risulta da nessun atto scritto. Magari qualcuno conosce la sua presidentessa locale: Maristella Pace. Boh! Risponde con una certa meraviglia chi vive a Policoro sin dagli anni prima dell'autonomia, quando Rocco Scotellaro scendeva in piazza per rivendicare terra ai contadini. E al numero civico del palazzo marrone di via Siris al 166 e all'Anagrafe non risulta nessuna persona censita: una sconosciuta di nome e di fatto.
Forse sarà presente in un'attività commerciale, ma la verifica da esiti negativi: “unknow” dicono gli inglesi.
E comunque mal si concilierebbe con le finalità sociali dell'Anas. Ma è mai possibile che la Pace o una sua delegata non si sia recata mai al Comune per chiedere un contributo per cinque iniziative che avrebbe organizzato nel centro jonico? «Al Comune di Policoro mai!», risponde un solerte impiegato con una montagna di pratiche che evade ogni anno. Ma volete che la Pace si accontenti di 500, 1000 o al massimo 2.500 euro stanziati in un bilancio comunale? Elemosina per lei abituata a viaggiare alto da Policoro a Crotone passando per Maratea, Rionero e Corato. Le sue sono attività culturali extra territoriali
che danno lustro a tutta l'Italia meridionale. Al suo cospetto anche i Borboni impallidirebbero. Tanto che sul sito internet l'Anas risulta essere un'associazione sociale e culturale vera dall'ampio respiro nazionale: sede legale Palermo (Sicilia) alla via Niccolò Tursi, 13 (forse un benefattore) e dalle mille sfaccettature, compresa quella di via Siris 166. E se qualcuno persevera che non esiste, viene sbugiardato dai fatti: nella graduatoria regionale di lunedì scorso sui contributi di “Pantalone”, risulta che anche l'Anas jonica ha presentato domanda per la concessione di una lauta prebenda per eventi organizzati a Policoro nell'autunno scorso: “Enogastronomia lucana”; “Tradizioni lucane”; “La Lucania e i suoi miti”; “La legalità come valore della civiltà”; “L'i - sola che non c'è”, ma nessuno li ha mai visti. Proprio come l'Anas policorese.
Tranne un piccolo dettaglio: 1.058.600 euro è la spesa sostenuta e messa a contributo per tutte e cinque le fantomatiche meraviglie culturali. Tutte virtuali.
Gabriele Elia ( Quoidiano della Basilicata)
provinciamt@luedi.

La questione rifugiati e le incertezze di Lopatriello


POLICORO –
L'arrivo di altri cento rifugiati politici e la possibilità di nuovi arrivi, così come riferito dalla stampa, non fanno altro che confermare i timori e le perplessità di come il sindaco di Policoro sta gestendo l'emergenza profughi.
In questi giorni attraverso il radio giornale del comune, la giunta sta tentando di far ricadere le responsabilità sul prefetto, che in verità ha avuto sempre un comportamento corretto, avendo nei vari incontri riferito a tutti che i profughi sarebbero stati duecento, a differenza del sindaco che in Consiglio e sulla stampa aveva rassicurato i cittadini delle intese concordate con il sottosegretario Mantovano sul numero di 100, puntualmente smentito dai fatti. Non sarebbe la prima volta che Lopatriello dice una cosa e invece accada il contrario. Gli stessi cantori del sindaco ci fanno sapere che si teme anche per la possibilità che non venga rispettata la data del 31dicembre 2008 per la fine di questa emergenza.
Ma noi in verità, insieme all'opposizione consiliare, avevamo ipotizzato tale evenienza, proponendo a questa Amministrazione di affrontare insieme ai soggetti privati un percorso alternativo di accoglienza che coinvolgesse tutti i paesi del Metapontino, e che il dovere della solidarietà non cadesse tutta sul Comune di Policoro, convinti come siamo che l'emergenza profughi si potrebbe protrarre al di la di quella data. La risposta è stata la solita: respingere con arroganza qualsiasi proposta, denigrare l'oppositori, superficialità nell'affrontare la questione, se non quello di gridare “al lupo a lupo” quando le cose precipitano , con patetici tentativi di additare attraverso la radio del comune le proprie responsabilità su altri; ieri era l'opposizione insensibile alle tematiche dell'immigrazione, oggi sono esponenti di primo piano di partiti che sostengono la sua stesa maggioranza, sempre utilizzando la “voce del lupo”, lautamente pagato ( il lupo) con i soldi dei contribuenti. Per il circolo Prc di Policoro, è arrivato l'ora di dire basta a tale modo di agire, che non solo avvelena il clima politico, ma aggrava i problemi di questa città, chiedendo alle forze politiche di Policoro di far convocare un consiglio comunale aperto con la presenza di prefetto, Comuni e Regione per avviare una seria riflessione affinché tutti contribuiscano ad affrontare l'emergenza immigrazione non potendo Policoro da sola farsi carico di questa emergenza.
Possibilmente facendo tacere il sindaco.
Vincenzo Benefico

Segretario cittadino PRC Policoro

sabato 18 ottobre 2008

Non mi interessa ( brano consigliatoci da G. Arenella Seg. Prov.le CSIL)

NON MI INTERESSA
dissero che volevano licenziare tutti i precari… pensai, non mi interessa, sono di ruolo!
poi dissero che volevano ridurre l’orario della scuola d’infanzia e tornare alla maestra/o unica/o nella scuola elementare… pensai, non mi interessa, non ho figli!
poi dissero che volevano tagliare il 17% del personale a.t.a…. pensai, non mi interessa, sono docente!
poi dissero che volevano ridurre l’orario della scuola media… pensai, non mi interessa, insegno alle superiori!
poi dissero che volevano ridurre i docenti di sostegno… pensai, non mi interessa, insegno lettere! poi dissero che volevano cancellare le scuole con meno di 500 alunni… pensai, non mi interessa, lavoro in una scuola con piu’ di 600 alunni!
poi dissero che volevano ridurre l’orario della scuola superiore… pensai, non mi interessa, sono di ruolo da vent’anni!
poi dissero che volevano colpire i malati immaginari… pensai, non mi interessa, non mi ammalo mai!
poi dissero che volevano aumentare gli alunni per classe fino a 35 unita’… pensai, non mi interessa, in fondo insegnare a 30 o a 35 studenti e’ lo stesso!
poi dissero che volevano affidare ai dirigenti scolastici le assunzioni e i licenziamenti del personale della scuola… pensai, non mi interessa, dopo 25 anni di insegnamento…!
poi dissero che volevano intensificare la privatizzazione delle scuole con istituti-fondazione in mano ai privati… pensai, non mi interessa, tra 10 anni vado in pensione!
poi dissero che c’era una proposta di legge che avrebbe cancellato i diritti acquisiti per andare in pensione… pensai, non mi interessa, chissa’ quando l’approveranno!
cosi’ quando poi ebbero finito di distruggere la scuola pubblica statale ed ebbero licenziato anche me… pensai… e adesso che si fa?... non c’era rimasto piu’ nessuno a protestare!

venerdì 17 ottobre 2008

Grillo:«Opa ostili? Facciamola su Mediaset»

Il comico: «Se un anno fa per comprarla bisognava pagare 100, oggi costa circa 40»
ROMA - Se Silvio Berlusconi lancia l'allarme sul rischio di Opa ostili verso le aziende italiane, Beppe Grillo raccoglie l'assist e rilancia dal suo blog: facciamone subito una su Mediaset. Innegabili i vantaggi, secondo il comico genovese: «La presidenza del Consiglio e in futuro quella della Repubblica. Togliersi dalle balle Emilio Fede e Paolo Liguori e Clemente Mimun. Guadagnare un patrimonio grazie alla pubblicità incassata da Publitalia. Veline senza limiti. E non solo. Ci sarebbe vera informazione. Travaglio direttore del telegiornale. Saviano inviato speciale (e non emigrato all'estero). Dario Fo responsabile della cultura».
I SOLDI - Il problema per Grillo è, ovviamente, uno solo: «Trovare chi ci mette i soldi», ma «l'affarone» è reale perché spiega «la Mediaset mercoledì aveva un valore in Borsa di 3,990 euro per azione. E cioè, il 41,11% in meno da inizio 2008». Questo significa, che «da inizio 2007 Mediaset è scesa da 9,501 euro a 3,990. Se un anno fa per comprarla bisognava pagare 100, oggi costa circa 40». Dunque, insiste, «mi serve solo un partner industriale. La Bbc per esempio. Io sono a disposizione per la comunicazione dell'asta pubblica. Aspetto una telefonata, un fax, una mail. Astenersi perditempo». (tratto dal corriere)

mercoledì 15 ottobre 2008

La vicenda di Marinagri dopo la decisione della Cassazione


La stampa odierna ha reso note le motivazioni con le quali la Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla società Marinagri, inteso ad ottenere l’annullamento degli atti con i quali l’autorità giudiziaria di Catanzaro aveva dapprima sequestrato l’intero complesso e successivamente, in sede di riesame innanzi al Tribunale della Libertà, lo aveva confermato.
Molti avevano adombrato l’ipotesi secondo la quale il Supremo organo giurisdizionale si sarebbe lavato le mani dalla vicenda utilizzando qualche cavillo per non entrare nel merito della questione. Altri ancora avevano richiamato le richieste del Procuratore generale il quale si sarebbe pronunciato per l’annullamento con rinvio.
Pubblicitari e cantori di Marinagri si erano subito attivati per criticare la decisione della Corte ed esaltare la richiesta del Procuratore Generale.
La fretta è sempre cattiva consigliera. I pubblicitari cantori si sono ben guardati dall’evidenziare che, ove anche la Corte avesse annullato il provvedimento impugnato con rinvio al Tribunale del Riesame, quest’ultimo si sarebbe dovuto pronunciare sugli ulteriori motivi dichiarati assorbiti tra i quali vi è quello relativo alla legittima proprietà delle aree su cui sorge il complesso o gran parte di esso.
La definitiva conoscenza della decisione della Corte di Cassazione, poi, smentisce clamorosamente i critici frettolosi e, stando all’organo di stampa che da sempre si batte per Marinagri, le motivazioni sarebbero del seguente tenore: “Il ricorso è “manifestamente infondato” e quindi inammissibile. La decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, inoltre, “non solo non presenta alcun vizio che possa far ritenere sussistente la violazione di legge di cui all’art.325 c.p.p., ma è così esaustiva, logica e non contraddittoria che porterebbe” comunque alla dichiarazione di inammissibilità. Si aggiunge infine: “il Tribunale ha correttamente rilevato la illegittimità dell’intervento edificatorio di quanto sequestrato per non aver il privato ottemperato alle prescrizioni alle quali la pubblica amministrazione aveva subordinato l’approvazione della variante al piano di assetto idrogeologico”.
La Suprema Corte, quindi, ha pienamente ratificato l’operato del dott. De Magistris, del dott. Rizzuti, dei tre giudici che componevano il Collegio del riesame. Sulla questione, perciò, si sono pronunciati ben 10 magistrati ed è da ritenere che si tratti di decisione ineccepibile e saggia.
I soliti pubblicitari cantori si sono però sbizzarriti nel ridimensionare la portata della decisione e con la solita fretta ipotizzano che per la soluzione del problema occorrerà solo prendere atto che gli argini sarebbero stati rafforzati e quindi, scongiurato il pericolo della inondazione, si potrebbe procedere indisturbati alla realizzazione del complesso chiudendo gli occhi sulle violazioni confermate dalla Corte di Cassazione e su quelle ipotizzate dal pubblico ministero procedente e dal giudice per le indagini preliminari.
Rifondazione Comunista non è in maniera preconcetta contraria all’intervento di Marinagri, pur avendo manifestato da sempre dubbi e perplessità insieme a qualificate associazioni ambientaliste. Occorre, però, stabilire se, a prescindere dal definitivo esito del procedimento giudiziario, l’intervento fino ad ora realizzato può essere oggetto di sanatoria in via amministrativa e se la rimanente parte dell’intervento stesso potrà essere realizzata.
In materia edilizia, le sanatorie sono possibili e sono esclusivamente quelle previste dalla legge. Rifondazione Comunista è del parere che le possibilità di sanatoria, nell’ambito della tutela dell’interesse pubblico, debbano essere esaminate ma praticate solo ed esclusivamente nel rispetto della legalità. Ci si tolga dalla mente che, per la tutela di altri pur meritori interessi quali quelli dell’economia e dell’occupazione, la legge possa essere impunemente violata.
Alla luce di questi criteri si dovrà esaminare la questione preliminarmente sotto un duplice profilo: quello della sicurezza del complesso rispetto al rischio inondazione e quello del rispetto della normativa urbanistica.
Per quanto riguarda il rischio inondazione, non va trascurato che i consulenti tecnici che su incarico della magistratura si sono occupati dei relativi rischi, hanno evidenziato che da un lato non erano state adempiute le prescrizioni relative al rafforzamento degli argini e dall’altro come tali rafforzamenti fossero insufficienti. Sul punto non sarà inutile ricordare che un funzionario regionale, nel rendere dichiarazioni circa il rafforzamento degli argini, abbia affermato che uffici pubblici avrebbero recepito acriticamente (vale a dire senza effettuare controlli) le proposte formulate dal tecnico di Marinagri. Non ci sembra che un tal modo di procedere sia accettabile. Occorrerà, dunque, che pubblici funzionari imparziali (escludendo, quindi, i soggetti indagati) riesaminino i problemi della sicurezza anche con riferimento alla presenza, a monte, dell’invaso di Gannano e della diga del Pertusillo. Chi volesse saperne di più in proposito potrà consultare il piano della protezione civile di Matera nella versione dell’anno 1996.

Accertata la ragionevole previsione di mancanza di rischio alluvionale occorrerà procedere alla verifica della esatta applicazione della normativa urbanistica. Sulle dolenti note circa la legittimità o meno della proprietà delle aree in capo a Marinagri o all’Ittica Vald’Agri tutti fingono di sorvolare. Persino l’ex Prefetto della provincia di Potenza, Mauriello, nel tessere gli elogi di Marinagri, apprezza il fatto che l’intervento economico di cui è artefice, pari a circa 200 milioni di euro, avrebbe ottenuto un contributo pubblico di appena il 10%. Non è così. Il contributo concesso è pari a 25 milioni di euro e di tale cifra circa 10 milioni sono stati erogati. Ma il complesso Marinagri, se non si interviene per far rispettare la legge, godrebbe di ben altri non legittimi benefici giacchè verrebbero utilizzati gratuitamente poco meno di 200 ettari di terra di proprietà pubblica. A tal proposito è bene precisare quanto segue.
1) Nel 1973, la società Ittica Vald’Agri chiese ed ottenne, dal Prefetto della provincia di Matera, un esproprio per realizzare un impianto industriale per allevamento, conservazione e inscatolamento del pesce. Per esplicita ammissione, la società ha sempre svolto esclusivamente attività agricola non realizzando mai lo stabilimento industriale. L’art. 60 della legge n.2359/1865 prima e l’art. 46 del D.P.R. n.327/2001 prevedono che, quando l’opera per la cui realizzazione fu disposta l’espropriazione non venga realizzata, il proprietario delle aree possa ottenere la retrocessione delle stesse. Le aree di che trattasi, per circa 150 ettari erano dell’Ente di Riforma e quindi di proprietà pubblica e come tali non usucapibili. Incredibile a dirsi, alcuna autorità pubblica si è mai attivata per la retrocessione dei terreni.
2) Dalle indagini di Catanzaro è emerso che ad una delle società interessate alla costruzione sono stati riconosciuti, per accessione, altri 35 ettari di terra ricavati dalla modificazione del letto del fiume Agri risalente al 1959. Hanno evidenziato, gli inquirenti di Catanzaro, che la società cui sono state riconosciute le aree è stata costituita negli anni ‘70 e quindi non poteva acquisire per accessione un bene venuto alla luce quando ancora non era sorta. Incredibile a dirsi, sulle due questioni sono state presentate due interrogazioni: una al Ministro dell’Economia e l’altra al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore al Bilancio e al Patrimonio, ma è trascorso un anno e né il Ministro né la Giunta Regionale si degnano di rispondere!
Annuncio oggi che provvederò a diffidare, con atto a mezzo del competente Ufficiale Giudiziario, il Ministro, il Presidente della Giunta Regionale e il legale rappresentante dell’ALSIA ad agire per la tutela del patrimonio pubblico, investendo della questione anche i procuratori della Corte dei Conti della Regione Basilicata e del Lazio perché citino in giudizio i responsabili del danno Erariale per l’illegittimo godimento di queste aree nel periodo pregresso. Tanto, senza trascurare il fatto che queste aree, al prezzo di mercato, valgono oggi non meno di 50 milioni di euro. E non mi sembra costituisca opera meritoria quella di investire 200 milioni di euro accollando a “pantalone” 25 milioni di euro a titolo di contributo e 50 milioni di euro per aree acquisite indebitamente. Solo a seguito della verifica positiva sui punti fino ad ora trattati si potrà procedere alle possibili sanatorie. E sia chiaro: chi è oggi indagato a Catanzaro per possibili reati nella vicenda Marinagri, a cominciare dal dirigente dell’ufficio tecnico e dal sindaco di Policoro, farà bene ad astenersi trovandosi in palese conflitto di interessi.
Ottavio Frammartino
Segretario Provinciale P.R.C. Matera

SANITA': TRUFFA AD ASL POTENZA, SEQUESTRO ARCHIVI CENTRI FKT

POTENZA, 14 OTT - Il pm di Potenza, Henry John Woodcock, ha disposto il sequestro delle schede dei pazienti, delle prescrizioni e delle liste di liquidazione presenti negli archivi dei centri di fisiokinesiterapia "Genovese" di Potenza e "Melandro" di Tito (Potenza), nell'ambito di un'inchiesta in cui sono ipotizzati i reati di concorso in falsità ideologica in atti pubblici e truffa ai danni dell'Asl di Potenza. Nell'inchiesta sono indagati l'amministratore unico del centro "Genovese" e il socio accomandatario del centro "Melandro". I sequestri dei documenti, che riguardano il periodo 2004-2007, sono avvenuti senza interrompere le attività dei due centri. Le indagini sono cominciate dopo controlli dell'Asl: si è accertato che le sedute di terapia già liquidate dal centro "Melandro" erano inferiori di numero a quelle effettivamente erogate ed annotate. Gli investigatori hanno ipotizzato che i due centri, entrambi convenzionati con l'Asl, abbiano alterato le liste di liquidazione, scambiandosi le prescrizioni mediche: una volta raggiunta la quota massima di prestazioni, un centro ha ceduto all'altro le prestazioni in esubero, per evitare di ottenere liquidazioni decurtate. (ANSA).

domenica 12 ottobre 2008

LopyMandrake con i soldi del Comune fa il Maharaja , spende 4.800 euro per due tappeti persiani . E mentre la borsa va giù il nostro Lopy Maharaja con i nostri soldi va su.




Io che sono un Sindaco delle “Case Popolari” conosco le vere esigenze della gente , non il lavoro non le case (che vi avevo promesso), e non farò come questa Regione di straccioni che assegna solo un Computer in ogni casa io farò di più, molto di più , dice LopyMaharaja ,
regalerò un bellissimo ed Originale Tappeto persiano in ogni casa.
Solo un Sindaco del Popolo, come Lopy Babà, poteva esaudire tale esigenza. Per adesso i tappeto è per lui, ma abbiate fiducia ogni cittadino si vedrà recapitare a casa per Natale un tappeto da 4800 Euro.
PS Non è uno scherzo è tutto vero...................

venerdì 10 ottobre 2008

Mercoledì a Potenza Clementina Forleo

Mercoledi 15 alle ore 18 Teatro don Bosco a Potenza proiezione del film Libera nos a malo film che racconta i misteri lucani , dai fidanzati di Policoro alla Claps. dopo vi sarà in dibattito con Don Marcello Cozzi, Clementina Forleo, Iannuzzi , Vincezzo Magista, modera l'incontro il direttore del Quotidiano della Basilicata Leporace.

venerdì sul blog il video post dell'incontro

Il premier promoter

di MASSIMO RIVA( tratto da Repubblica)
Un presidente del Consiglio che invita i risparmiatori a non cedere al panico dinanzi ai precipizi dei listini di Borsa è un'autorità politica che fa il suo mestiere. Ma un presidente del Consiglio, che indossa i panni del promoter finanziario e insiste nell'indicare ai cittadini quali specifiche azioni devono comprare in Borsa, è uno spettacolo indecoroso e allarmante. Già l'altro giorno a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi aveva fatto un brutto scivolone in materia vantando la solidità patrimoniale e reddituale di imprese quali l'Enel e l'Eni, oltre che la sua Mediaset. Invece di rimediare all'errore con il pudore del silenzio, oggi a Napoli è tornato sull'argomento, rilanciando l'esortazione a comprare i titoli dei due grandi gruppi che, fra l'altro, sono tuttora a prevalente controllo statale. Ci si può forse consolare col fatto che, almeno stavolta, egli abbia evitato di tirare in ballo anche l'impresa di famiglia, ma non è che questo minimo e tardivo soprassalto di decenza possa ridimensionare una sortita che degrada il capo dell'esecutivo al livello di un qualunque broker finanziario, per giunta in macroscopico conflitto d'interesse rispetto a tutti coloro che operano sul mercato azionario. Chi guida il governo di una democrazia, che vive in regime di economia di mercato, non può e non deve manifestare preferenze fra i soggetti in libera competizione sui listini di Borsa. Altrimenti rischia di dare ragione proprio alle critiche più dure di quei suoi antagonisti politici che lo accusano di voler trascinare l'Italia su un piano inclinato il cui sbocco finale è un sistema di potere assai simile a quello della Russia di Putin, dove l'intreccio tra affari e politica si va sempre più consolidando a spese dello Stato di diritto e della normale dialettica democratica.
Né serve che Berlusconi cerchi di attenuare la gravità dei suoi sfondoni asserendo di voler così arginare il pericolo di una diffusione del panico finanziario fra i cittadini. Anzi, se vi sono comportamenti che possono spingere gli italiani a perdere il controllo dei propri nervi e a giudicare la situazione anche più grave di quanto lo sia veramente, questi consistono proprio nello spettacolo inquietante di un presidente del Consiglio che, lui per primo, si lascia vincere da un'incontinenza verbale tale da portarlo a dire cose che mai dovrebbero uscire dalla bocca di un premier. Se è questi a perdere per primo il senso delle proporzioni, infatti, che cosa mai devono pensare gli italiani di quanto sta accadendo sui mercati? Par di capire che la loro risposta è stata più che eloquente: i titoli Enel ed Eni hanno chiuso con una perdita percentuale doppia rispetto alla caduta media del listino. Sempre oggi, non pago di aver rotto gli argini con la sortita su Eni ed Enel, l'incontenibile Berlusconi ne ha fatta un'altra, per certi versi peggiore, facendo balenare la minaccia che una chiusura generalizzata dei mercati potrebbe essere fra le ipotesi su cui si deciderà nell'imminente nuovo vertice di Parigi. Certo, finita poi la conferenza stampa, il Cavaliere è corso ai ripari - probabilmente perché qualcuno gli deve aver spiegato la gravità di una simile sortita anche sul piano dei rapporti con gli altri paesi - smentendo se stesso, come gli capita sempre più sovente di fare. Ma, intanto, anche in questo caso la frittata è fatta e si può facilmente immaginare con quali facce i partner europei lo accoglieranno al summit parigino.

Cassazione su Marinagri: illegittimo l'intervento edificatorio

Rese note le motivazioni della sentenza della suprema corte.I giudici hanno ritenuto il ricorso infondato dichiarandolo inammissibile.Nel merito la cassazione ritiene le motivazioni del tribunale del riesame di Catanzaro impugnata da Marinagri non "solo non presenta alcun vizio che possa far ritenere sussistente la violazione di legge di cui all'articolo 325 ma è così esaustiva, logica e non contraddittoria che ha portato alla dichiarazione di non ammissibilità del ricorso.Infatti per la cassazione il tribunale del riesame ha correttamente rilevato la illegittimità dell'intervento edificatorio e di quanto sequestrato, sposando a pieno la tesi dell Pm De Magistris. Una requisitoria nel merito quella della suprema corte che spegne qualsiasi residuale speranza per una revisione del sequestro in tempi brevi da parte del nuovo PM.

Appena avremo la sentenza la pubblicheremo integralmente

mercoledì 8 ottobre 2008

Policoro: discariche a cielo aperto








Non sappiamo se è un caso, ma ogni volta che segnaliamo qualcosa , qualcuno si da da fare. Ne approfittiamo affinché si possa affrontare il problema delle discariche abusive, tra l'altro vicino a una scuola.Segnaleremo questo problema a Mandrake fino a quando lui con la sua bacchetta magica non fa sparire questo sconcio in pieno centro.


dopo il nostro post,qualcosa si è mosso


lunedì 6 ottobre 2008

A Policoro accade anche questo: anche le piattaforme sono anonime

In mezzo a un giardino, in via Avellino(II piano di zona)dove una volta vi erano due pini , è spuntata dal nulla una piattaforma di cemento che non si sa a cosa serva . Qualcuno dice che i lavori sono stati eseguiti di notte, qualcun altro che invece hanno visto dei tipi strani fare la gettata con delle coppole ed un accento siculo, altri invece raccontano della presenza degli ufo. Tutta questa incertezza è dato dalla mancanza di qualsiasi cartello di cantiere, visto che vi è l’obbligo di rendere pubblico il committente, la concessione edilizia , il responsabile della sicurezza , il progettista e la ditta esecutrice dei lavori. Tra l’altro come si evince dalla foto non vengono rispettati gli obblighi sulla sicurezza del cantiere che dovrebbe prevedere un recinto a protezione ed adeguata segnaletica. Noi ci chiediamo a cosa serve, forse dovrebbe venire una pista da ballo, ma tale ipotesi è poco probabile perché la piattaforma è quadrata , altri parlano con preoccupazione di un deposito di scorie, qualcuno altro di un grattacielo e c’è chi addirittura azzarda di un deposito per gli aeri delle frecce tricolori, tutto ciò sembrerebbe rigorosamente abusivo. Domani forse avremmo delle risposte alle tante domande, noi scommettiamo che è tutto abusivo, e se questa nostra ipotesi fosse vera, ci aspetteremo che i vigili o chi per loro sanzionassero i responsabili nel nome della legge.

domenica 5 ottobre 2008

Toghe Lucane:Basta alle influenze nella giustizia

Avv. Cataldi:il silenzio della Regione su Marinagri è intollerabile
POTENZA - «Basta ai rapporti tra avvocati e magistrati, tra pubblici ministeri e giudici per le indagini preliminari. Basta a denunce che vengono iscritte nel registro degli indagati dopo 2 anni. Basta alla guerra tra procure. Basta alle influenze e ai condizionamenti dell' attività giudiziaria. Perché se non si ristabilisce la serenità e l'autonomia tra gli uffici inquirenti, come ci si potrà proteggere dalle infiltrazioni della criminalità organizzata?». «Dura lex, sed lex». È un invito a rispettare la legge in tutti i casi, anche in quelli in cui è più rigida e rigorosa. Non solo. E' l'appello che l' associazione lucana "Autonomia forense" e il "Sindacato degli avvocati" di Matera lanciano dopo quasi due mesi dalla chiusura dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sulle "toghe lucane". I rappresentanti delle due associazioni hanno chiesto di essere ricevuti dal Consiglio superiore della magistratura (Csm), «per porre i problemi relativi al funzionamento della giustizia in Basilicata, - commenta Vincenzo Montagna, presidente dell'associazione "Autonomia forense" - con riferimento, proprio, alle vicende di "toghe lucane". Abbiamo chiesto questo incontro, previsto per domani alle 12, perché dagli avvisi di conclusione delle indagini preliminari fatti notificare dal pubblico ministero inquirente a Catanzaro, risulta che vi sono 33 indagati fra magistrati, generali, colonnelli, avvocati ed un ex membro dello stesso Csm e ipotesi di reati gravi (corruzione in atti giudiziari ed altre violazioni del codice penale) a carico, sia del procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Potenza, sia del procuratore capo della Repubblica a Matera. Abbiamo, quindi, ritenuto di dover sollecitare al Csm un esame della situazione anche per stabilire se la presenza di queste due figure apicali sia ancora opportuna. Tutto ciò, a tutela del prestigio e dell'autorevolezza che devono essere propri dell'ordine giudiziario». «Le ultime vicende legate all’inchiesta Toghe lucane, condotta dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, hanno portato allo sconcerto dell’opinione pubblica, mostrando l'incompatibilità ambientale del Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, Vincenzo Tufano, e il Procuratore della Repubblica di Matera, Giuseppe Chieco, per una questione di opportunità che il Consiglio Superiore della Magistratura non può ignorare » ha sottolineato il segretario del Sindacato degli avvocati di Matera, Leonardo Pinto. «Nelle ultime settimane la situazione si è ulteriormente aggravata, in quanto il procuratore della Repubblica di Matera si è reso protagonista di episodi gravi e sconcertanti che rendono quanto mai urgente un intervento da parte del Csm». Il riferimento è al caso della conferenza stampa indetta qualche giorno fa sull'arresto di undici persone legate al consorzio "La Felandina" di Bernalda, in occasione della quale il suddetto procuratore, dopo una breve occhiata ai cronisti presenti, ha deciso di "girare i tacchi" e andar via, dicendo: «in presenza di alcuni giornalisti, non parlo». «Lo stesso procuratore che, un po' di tempo fa - continua Montagna – ha chiesto il trasferimento immediato per un sostituto procuratore che non lo aveva informato dell'imminente misura cautelare di perquisizione nei confronti di una persona "intoccabile"». Insomma, rappresentanti delle due associazioni hanno deciso di rompere il silenzio e di far "sentire la loro voce". Una sorta di «cura endogena», che viene dagli stessi operatori del diritto, stanchi di ascoltare «dicerie e maldicenze di ogni genere sulla magistratura – afferma Domenico Orlandi, presidente onorario del "Sindacato degli avvocati" di Matera. La situazione si è degradata a tal punto da generare mal contento e disagio. L'avvocatura si è disgregata e dalla sue crepe sono nate delle consorterie. E' giunto il momento che si rimuovano le cause di questo malessere». Si passano in rassegna molti esempi di "mala-giustizia", compreso il sequestro di Marinagri: «La legge è sovrana - commenta Nicola Cataldo, presidente
onorario dell'associazione "Autonomia forense" - ed è assurdo che si debbano far prevalere gli interessi di alcune categorie». «Tutto è sanabile a condizione che la legge preveda che è sanabile», gli fa eco Montagna. L'accusa, poi, cade sulla pubblica amministrazione. «Riguardo "l'affaire" Marinagri – continua Cataldo -- sono state presentate due interrogazioni, ma né il ministro dell'Economia, né il presidente della Regione Basilicata hanno dato risposta. Sono situazioni che non possono più essere tollerate».
Anna Maria Calabrese

Basilicata: La mafia non esiste ma continua ad uccidere

E’ guerra di mafia nell’alta Basilicata: muore anche il terzo dei fratelli Cassotta, Bruno, ammazzato a Rionero in Vulture, nel Potentino. “E’ l’ennesima conferma della forza criminale delle mafie lucane – afferma don Marcello Cozzi, referente Basilicata di Libera – adesso nessuno potrà più negare”. Una presa di posizione forte, quella di Cozzi, che segue a mesi di polemiche feroci. Non solo parole: il coordinamento di Libera è già al lavoro per scendere in piazza il 9 ottobre, con le scuole e soprattutto con i sindaci, fino ad oggi freddi nella lotta alle mafie autoctone.
E’ guerra di mafia, ormai è chiaro Quello di oggi è un altro colpo al clan Cassotta, dominante nel Vulture-Melfese, senza dimenticare che secondo un rapporto della DIA il clan "Lopatriello Mitidieri "si sta riorganizzando . Dopo l’uccisione di Ofelio nel ’91 è toccato a Marco, freddato lo scorso 17 luglio. Entrambi i fratelli sono stati carbonizzati. Il segno della violenza dello scontro. Che è continuato con l’omicidio del presunto killer di Marco Cassotta, lo scorso aprile. Con Massimo Cassotta in carcere per omicidio, Bruno aveva assunto il comando della famiglia.
L’agguato di oggi segna la fine di un’era: spazzati via i vecchi boss, è la ‘ndrangheta a tentare la scalata al potere. Con la faida Cassotta-Delli Gatti aperta negli anni Novanta, i vecchi Boss dell’Alta Basilicata sono stati spazzati via. Gli ultimi due capi storici, Rocco Delli Gatti e Domenico Petrilli, sono morti nel 2003. Adesso è un cartello criminale ad egemonia ‘ndranghetista (cosca Barbaro) a tentare la presa del potere. Gli affari sono quelli di sempre: usura, racket e droga. Non una mafia col colletto bianco, ma proprio per questo più violenta.
E’ infuriato Cozzi, l’autore di “Quando la mafia non esiste – Malaffare e affari della mala in Basilicata” (Ega editore). Un libro che va a fondo sugli intrecci mafia-massoneria-politica, un lavoro che ha scatenato una polemica dura con un refrain pericoloso, quello del negazionismo. “Aspetto di vedere se c’è chi ancora nega l’evidenza: qui le mafie esistono eccome. Ma porteranno tutto sulla coscienza”.
La reazione è già forte. Il coordinamento di Libera è al lavoro per organizzare una manifestazione di piazza, il 9 ottobre a Rionero in Vulture, il luogo dell’omicidio. Ci saranno le scuole e ci saranno anche i sindaci. Quelli sensibili, quelli che nel tempo hanno risposto agli appelli di don Cozzi, e anche quelli che da sempre fanno parte del fronte degli scettici. Il sindaco di Melfi Alfonso Navazio (Pdl-Forza Italia) ha dato la propria adesione. “Era il più distante da noi – dice Cozzi – adesso si dice esterrefatto”. Un passo avanti verso la presa di coscienza della realtà: anche la Lucania è terra di mafia.

venerdì 3 ottobre 2008

E adesso variamo “Il lodo Pasolini”

Mentre nella classifica annuale dei paesi più corrotti, redatta da Trasparency(l’organizzazione internazionale contro la corruzione), l’Italia si attesta quest’anno al 55esimo posto, il ceto oligarchico partitocratico nazionale è impegnato ad interrogarsi sul cosa fare per garantire impunità alle 4 più alte cariche dello stato(Lodo Alfano) e sul cosa fare per garantire impunità ai Ministri(lodo Consolo).
E così, un lodo dopo l’altro, lo schermo dell’impunità si allarga a macchia d’olio, e tutto questo mentre da tempo è in corso un’offensiva contro quella stampa e quei giornalisti che osano parlare di episodi di corruzione.
Eppure, a giudicare da quel che accade in questo nostro bel paese, forse non c’è nessuna necessità di varare ”lodi”. Ai soliti invasati, come il sottoscritto, appare evidente che la dilagante corruzione non viene perseguita e quando qualcuno si permette di alzare il tiro, e investigare sull’utilizzo del denaro pubblico, scatta un’offensiva volta alla delegittimazione e alla distruzione del turpe malcreato che tanto ha osato.
Tra l’altro, in Basilicata e nella vicina Calabria, ma non solo, appare evidente che il miglior modo per approdare in Parlamento consista nell’essere invischiati in una qualche inchiesta.
A questo punto bisogna avere il coraggio di ampliare il più possibile il cerchio dell’impunità sancita dalle leggi della Repubblica.
Perché limitarsi ai ministri e non allargare la protezione e l’immunità, pardon l’impunità, anche ai sindaci, ai consiglieri regionali, provinciali, circoscrizionali, agli assessori, ai segretari di partito, ai portaborse, ai galoppini, e magari ai parenti e agli amici degli amici?
Questa soluzione potrebbe alla lunga rivelarsi vantaggiosa. Per esempio, le segreterie di partito potrebbero evitare di candidare Tizio o Caio solo perché oggetto di indagini inerenti gravi episodi di corruzione.
Ecco, il lodo Consolo non pensa in grande, non osa, non ha respiro…è giunto il momento di legalizzare il peculato, la concussione, la corruzione.
E che importa se l’anno prossimo sostituiremo la Somalia nella speciale classifica stilata da Trasparency? Viva Dio, almeno ci saremo liberati da questo velo di ipocrisia, diventando il primo paese al mondo che ha avuto il coraggio di legalizzare la corruzione.
Tutto sommato, se non lo facciamo noi che abbiamo fatto del condono un arte, chi potrà farlo?
A questo punto resta da proporre solo un “Lodo Pasolini” per garantire a quegli sfigati che hanno voglia di raccontare vicende scomode la possibilità di continuare a farlo, ma dubito che a Montecitorio, all’interno del Palazzo, ci sia qualcuno disposto a presentarlo.
Concludo citando proprio Pasolini, ma non prima di aver ringraziato Marcello Cozzi, che ci ha ricordato nella prefazione del suo libro “Quando la Mafia non esiste” uno splendido intervento pasoliniano, pubblicato il 14 novembre 1974 ed intitolato “Cos’è questo golpe? Io so”
Corriere della Sera, 14 novembre 1974
Cos'è questo golpe? Io so
di Pier Paolo Pasolini ….Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli.Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero
….Maurizio Bolognetti

Scorie nucleari, la Basilicata contro

F.Mele (Gazz. del Mezzogiorno)
Deposito unico delle scorie nucleari d’Italia: il rappresentante della Regione Basilicata nel gruppo di lavoro Governo, Regioni, Apat, Enea, che ha operato per l’individuazione delle linee metodologiche utili alla individuazione del sito, non ha firmato il documento finale. Unico tra gli undici componenti dell’org anismo. Documento consegnato giovedì scorso al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Un dissenso clamoroso, quello manifestato dall’ing. Massimo Scuderi, il componente del gruppo di nomina lucana, che apre la strada a numerose ed inquietanti interrogativi. Scuderi è uno dei sei membri di nomina regionale nel “tavolo” messo su nel marzo scorso dall’ex ministro del Governo Prodi, Pierluigi Bersani. Perché il parere sulla bozza finale del rappresentante della Basilicata si è differenziato in modo così evidente da quello dei rappresentanti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche, Campania, oltre a quelli dei ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, della Salute, e di Apat ed Enea? Fonti vicine al gruppo hanno parlato di un dissenso tecnico e non politico-geografico. Vale a dire che i partecipanti al “tavolo” lo hanno fatto nella loro veste tecnica e che le loro decisioni non sono state influenzate dalla parte politico- istituzionale che li ha nominati. Insomma, il parere di Scuderi sarebbe di Scuderi e basta e non, tanto per fare solo due nomi, del presidente della Regione, Vito De Filippo, o dell’assessore all’ambiente, Vincenzo Santochirico. L’organismo, inoltre, pare non si sia addentrato affatto sui diversi e possibili siti ma solo sulle metodologie da seguire per la individuazione di quello unico. Metodologia che prevede, in primis, la creazione di un’Agenzia per i rifiuti nucleari, indipendente dai produttori e da chi sarà destinato a controllare l’intero settore atomico in fase di rilancio da parte del Governo Berlusconi. Per la nascita dell’organismo i tecnici del Gruppo allestito da Bersani hanno preso a modello enti già esistenti in altri Paesi europei, come Francia e Spagna. Modelli che disegnano queste strutture come pubbliche, senza alcun fine di lucro, e con il compito esclusivo di curare la gestione del Deposito delle scorie d’Italia. Sarà questo organismo, da istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ad effettuare incontri con le diverse Regioni e Province autonome per verificare una o più eventuali auto-candidature. Ci saranno? Occorre tener presente, infatti, che oltre al deposito ingegneristico, di superficie, e quindi, non geologico, sotterraneo, come potrebbe essere quello di Terzo Cavone di Scanzano Jonico o quello tra i calanchi di Craco-Stigliano-Montalbano Jonico, sarà realizzato anche un Centro servizi sul trattamento delle scorie atomiche e saranno garantiti altri ed appetibili benefit alle popolazioni che saranno coinvolte. Ma, se non dovessero arrivare auto-candidature oppure non si riuscisse a concertare la scelta, quale sarebbe il passaggio successivo? E, qui, pare, sia scattato il dissenso dell’ingegner Scuderi. Spetterebbe all’Agenzia scegliere un luogo soltanto tra i tre individuati: uno al Nord, uno al Centro, uno al Sud. Pare che la scelta possa essere compiuta anche senza sondaggi precedenti o attuali o studi particolari e verifiche sul territorio interessato. Tranne che non si tratti di territori sismici o soggetti ad inondazioni o zone vulcaniche. La Basilicata, al contrario, preferirebbe che la scelta venisse effettuata non su tre siti soltanto ma su almeno uno per Regione. E ciò per avere maggiori opportunità. Se anche in questo caso, però, l’Agenzia non riuscisse a far quadrare il cerchio, allora essa darà tutto in mano al Governo, lasciandogli il gravoso compito. Queste le fonti ufficiose, anche se accreditate, in nostro possesso. Ma, che ci sia dietro qualcos’altro? Come, ad esempio, le voci di corridoio che danno proprio la Basilicata sempre al centro delle scelte del Governo centrale (o Agenzia per le scorie nucleari che dir si voglia) per il cimitero atomico d’Italia? Insomma, siamo arrivati alla cruna dell’ago: i parlamentari lucani, di qualsiasi colore politico, la Regione, il concerto delle autonomie locali, la società civile, sappiano far quadrato per non doversi trovare di fronte ad un nuovo “caso Scanzano Jonico” coperto, questa volta, dal segreto militare.

mercoledì 1 ottobre 2008

Viceconte: tanti se , molti ma non so, e tanta confusione.Dopo gli interventi di Labriola- Vetere, la maggioranza si fa prendere dal Panico

Langue in un cassetto il regolamento urbanistico, che potrebbe consentire a questa amministrazione di pianificare e razionalizzare gli interventi edilizi , tra l’altro introducendo criteri di perequazione, strumento che potrebbe essere utile per individuare aree di pubblica utilità, consentendo interventi di edilizia popolare , per andare incontro alle richieste di casa ,in tempi di crisi dei mutui . Tutto ciò era nel programma del centro destra, con la qualificazione degli insediamenti abitativi dell’ATER, ma sappiamo una cosa è la campagna elettorale un’altra cosa e il dopo.Ed ecco uscire dal cilindro di Lopy Mandrake una delibera di indirizzo urbanistico che mette dentro tutto finanche il piano di ambito. Il fuoco incrociato di Labriola e Vetere, due interventi uno sotto l’aspetto politico l’altro prettamente tecnico impeccabili evidenziano l’ improponibilità e le contraddizioni della proposta della maggioranza , che va subito in agitazione, qualche consigliere addirittura si fa prendere dal panico, e più volte agitatamente discute con il presidente del consiglio e si consulta con l’ingegnere dell’opposizione, e a noi viene quasi il dubbio che sia lui il dirigente del settore tecnico. Tale sensazione o percezione diventa ancora più evidente dopo l’intervento poco edificante del dirigente Uff. Tecnico ing Viceconte. I forse e i se si sprecano nel suo intervento, che doveva servire a fugare i dubbi sulla legittimità ed opportunità di questa delibera, ma in verità sembrava un pugile suonato , che tirava pugni al vento e non riusciva a cogliere l’argomentazione giusta per giustificare le ragioni di questa delibera e dare risposte adeguate alle pertinenti contestazioni di merito mossi dall’opposizione, creando ulteriore confusione nella maggioranza . C’è l’occasione del KO per la minoranza, ma è una opposizione molto moderata e responsabile , e loro considerano comunque che una parte del provvedimento potrebbe andare incontro ad alcuni problemi creati dalla mancanza dell’approvazione del regolamento Urbanistico , e consentono l’approvazione all’unanimità blindando il contestato articolo sul piano d’ambito. Anche noi comunque vogliamo dare un contributo di responsabilità , cercando di chiarire le idee a un confuso dirigente del terzo settore e in verità anche a noi, profani della materia , per cui faremo fare un interrogazione alla consigliera Simonetti al dipartimento del territorio della Regione con cui si chiederà se è possibile concedere in mancanza dell’approvazione del Regolamento Urbanistico, i permessi a costruire nei comparti dove non sia stata attivata la convenzione prima del 31/12/07 ai sensi della legge regionale n°23/99 art.44 e successive modifiche. Poi non ci dicano che non vogliamo dare un contributo propositivo e che siamo i soliti disfattisti, o chiediamo ( Marinagri ci insegna) i pareri di legittimità alla regione successivamente a scelte che possono essere non conformi alle leggi e i regolamenti.