mercoledì 31 dicembre 2008
Inchiesta Total, scarcerati gli indagati
BUON ANNO
martedì 30 dicembre 2008
De Filippo va in procura per difendere l’immagine della regione. I Lucani chiedono di votare per difendersi da De Filippo
lunedì 29 dicembre 2008
Presidente: Yes na can.......
All’inferno e ritorno 1° parte
Nei giorni in cui la Cristianità festeggia l’evento più rivoluzionario per l’intera umanità mi sembra opportuno raccontare la mia esperienza di medico a favore dei dannati moderni. Lo faccio non per commuovere ma per indignare coloro i quali credono che il mondo inizi e termini nel piccolissimo ambito terreno in cui è racchiuso il loro egoismo, “malattia” diffusissima nel mondo occidentale. Dedico queste riflessioni a chi si sente o vorrebbe essere buonista solo nei giorni del Santo Natale. Vorrei “trafiggere” la coscienza di chi, una moltitudine, sfrutta a vario modo la tragedia del mondo moderno: la migrazione di gente verso un miraggio .
Per dieci giorni ho operato a Lampedusa come operatore sanitario della protezione civile tramite l’Ordine dei Cavalieri di Malta che gestiva un progetto di accoglienza sanitaria in mare degli immigrati. Il progetto iniziato ad Aprile si è concluso il 31 ottobre dell’anno in corso.
Senza voler parafrasare il famoso film, sulla seconda guerra mondiale, “All’Inferno e Ritorno”,in quei giorni mi è sembrato di sprofondare nei più bassi degli inferi, per poi, ritornare alla “civiltà” di tutti i giorni. I “dannati” nella stragrande maggioranza, erano giovani tra i 20 e 30 anni che, per sfuggire alla miseria, alla guerra, alla persecuzione politica, alla sanità inesistente, intraprendono lunghissimi viaggi, spesso senza ritorno, per raggiungere, attraverso l’Italia, la terra dell’apparente bengodi. Viaggi avventurosi intrapresi su sgangherati mezzi di fortuna attraversando per migliaia di chilometri strade impervie e pericolose anche per la presenza di bande armate pronte a depredarli e massacrarli. Così in questa discesa negli inferi ho conosciuto giovani provenienti da Somalia, Eritrea, Ghana, Sudan, Nigeria, Egitto, Palestina, Iran, Iraq, tutti con la speranza di aver attraversare il” mar rosso”, per giungere nella” terra promessa”. La tappa finale in terra africana, generalmente, presuppone un bivacco sulle coste libiche, in attesa di partire per superare il Canale di Sicilia, braccio di mare che separa l’umanità tra chi muore in tenera età per mancanza di cibo e chi muore, per gli effetti sulle arterie, dell’abbondanza di cibo, tra chi non conosce alcuna libertà e chi ne fa un uso sfrenato della stessa fino ad arrivare al libertinaggio, tra chi muore per mancanza dei più banali farmaci e chi si può permettere di sostituire uno o più organi ormai “esauriti” con organi nuovi di “zecca”, dove i “donatori” in alcune circostanze sono gli stessi “dannati”, tra chi sopravvive con pochi euro al mese a costo di sacrifici e sfruttamento e chi in pochi minuti senza alcuna fatica e sacrificio guadagna quanto guadagnerebbe in una intera vita un “dannato”, tra chi muore per le bombe, per colpi d’arma da fuoco, per mine antiuomo e chi quelle armi le produce con enormi profitti. E’ proprio sulle coste della Libia, nei giorni di attesa per l’imbarco, che si consuma l’atto più indegno di sopraffazione umana: lo stupro di donne indifese da parte di carnefici che oltre a spogliarle economicamente le marchiano, in modo indelebile, nel fisico e nella mente. Quando finalmente le previsioni meteo e la disponibilità del mezzo(barcone o gommone) lo permettono finalmente l’imbarco e acceso il motore dell’Enduro Yamaha 48 cavalli, riforniti di qualche bidone di benzina, equipaggiati con un cellulare satellitare e una bussola si parte per la terra promessa, con un viaggio pieno di incognite e della durata variabile da poche ore a di diversi giorni. Partono spogliati di tutto, materialmente e spiritualmente, senza alcun bagaglio se non i loro poveri indumenti; alcuni di loro poi, per rifugiarsi dall’eventuale freddo notturno, si coprono con diversi strati di indumenti, strategia questa con un terribile rovescio della medaglia. Se per qualsiasi evento il barcone o il gommone dovesse rovesciarsi, gli strati di indumenti diventano una micidiale zavorra che facilita l’annegamento dei “dannati” che già di per se hanno poca esperienza nelle tecniche di galleggiamento.Partono incuranti e ignorando i pericoli che possono sopraggiungere e di come evitarli o affrontarli. Partono stipati come sardine, senza alcuna possibilità di muoversi, espellendo le scorie contenute nel retto e nella vescica nei propri indumenti, rimanendo così le feci e le urine a contatto con la cute delle cosce e dei glutei.
sabato 27 dicembre 2008
De Filippo «Le mie verità sul Totalgate»
regionale della Margherita. Era il primo nome del Pd nella lista alla Camera. Ora è finito in una storia di tangenti. Il capo della mobile racconta al governatore di un incontro. «Era il 16 dicembre. Francesco Ferrara (l’imprenditore al centro dell’in - chiesta ndr) incontra Margotta sotto l’abitazione dei genitori. E si sono intrattenuti a parlare». Poi Ferrara entra nella sua macchina super intercettata e dice: «Gli ho detto a Salvatore, dì agli amici che si preoccupassero di quelli che gli portano la cocaina, invece di preoccuparsi di Ferrara». Secondo il vicequestore quegli amici sono loro: lui e Capoluongo. «Ha capito che vogliamo sape’. Neanche questo le è stato riferito? », dice la poliziotta. E De Filippo: «Mai, mai, mai... (incomprensibile) assolutamente. Non credo che me lo potevano riferire, mi scusi la volgarità... (incomprensibile)... schiaffi nella faccia. Chi può pensare che uso, che usi cocaina, diciamo, e io... sarei in qualche modo reattivo, forse anche scostumato». Lo stoppa la poliziotta: «Sì, però, l’amico poteva dirvi, visto che siete amici... sono stata chiara io. Poiché con Margiotta... Posso capire che le hanno detto mi sono visto con tizio o caio... ma...». Lui: «...guarda dicono che ti pigli la cocaina... ». Lei: «Però, voglio dire... forse un uomo impegnato politicamente avrebbe dovuto quantomeno riferirle questa...». Lui: «Fate un mestiere meraviglioso... voi... guardate...». Lei: «Io l’avrei detto... guarda che c’è chi si permette di dire questo, insomma... ». Lui: «Purtroppo nella vita politica la parola amico è un po’ abusata». Lei: «Quindi questa circostanza Margiotta neanche gliela ha detta mai?». Il governatore nega: «Mai, mai, mai».
F.Amendolara (quotidiano della basilicata)
martedì 23 dicembre 2008
Casta lucana. La questione morale affonda la Basilicata
lunedì 22 dicembre 2008
Forza Italia contro Woodcock. Il magna magna : Se Può Fa
Montesano si difende davanti al Gip.E fuori dall’aula si sente solo il nome di Margiotta
e sembra molto provato. Ieri mattina, nell'aula Croce del Palazzo di giustizia, sono stati sentiti anche Gionni Giliberti, di Policoro, che è detenuto in carcere con l'accusa di concorso in traffico internazionale
di stupefacenti, e Nicola Donnoli, di Corleto Perticara, socio e ammininistratore della Edilstrade Snc, accusato di associazione
a delinquere e concorso in corruzione e turbativa d'asta. Secondo la procura Donnoli «gestiva e intratteneva» le relazioni del gruppo con il management di Total Italia, oltre che diversi amministratori e politici.
In aula avrebbe risposto alle contestazioni, e il suo avvocato, Teresa
Massari (che è anche sua moglie), ha annunciato l'immediato ricorso
al Tribunale del riesame. Una sigaretta dopo l'altra, anche se le guardie storcono il naso. John Henry Woodcock è vestito sportivo, come ieri e l'altro ieri: jeans, camicia chiara e maglioncino leggero con scollo a “v”, blu scuro per la precisione, con l'immancabile sigaro Davidhoff in bocca, riacceso chissà quante volte. Montesano tiene lo sguardo basso, non si sente un corruttore, e deve trattenersi perché ha avuto precise disposizioni di non parlare con nessuno, perciò scrive, tutto il giorno,
aspettando il momento in cui il suo isolamento sarà finito. L'interro -gatorio si è concluso dopo un'oretta. Woodcock a tratti ha alzato la voce.
E qualcuno di quelli che sono stati sentiti ha mormorato uscendo
dall'aula: «Ma è davvero un mastino », come da copione. E gli avvocati
a cercare di rassicurare i loro assistiti: «Tranquillo, anche questo fa
parte della strategia». «Margiotta! … Margiotta! ...», si è sentito più
volte, anche fuori dall'aula. I rapporti tra Montesano e il deputato del
Pd Margiotta sono stati al centro delle contestazioni dell'accusa, che
peraltro, forse proprio per la documentazione fornita dalla difesa di
Montesano, rappresentata dall'avvocato Gianni Di Pierri di Policoro,
avrebbe invece tralasciato altri aspetti evidentemente ritenuti secondari.
Secondo Di Pierri, «Montesano ha tentato di ricostruire tutti i fatti relativamente ai quali è coinvolto, fornendo ai magistrati le dovute
spiegazioni. Negli atti si ravvisano diversi elementi attraverso i quali è del tutto plausibile ipotizzare attività delittuose a carico del mio assistito, ma dopo l'interrogatorio di oggi ben potrà risultare l'assoluta inesistenza a carico di Montesano di fatti di corruzione e turbativa d'asta, e a maggior ragione l'estraneità rispetto a una qualsivoglia ipotesi associativa». Montesano in pratica non avrebbe mai conosciuto “i francesi”, ma avrebbe confermato il rapporto di amicizia che lo legava a Francesco Ferrara, e ne avrebbe chiarito le caratteristiche, i motivi per cui si sentivano tanto spesso, insomma gli affari che tenevano in comune,
e solo quelli, prendendo le distanze da tutto il resto. «Ma per Natale, avvocato, dovrò restare da solo?». L’avvocato non risponde. Ma evidentemente si. (Leo Amato -il quotidiano della Basilicata)
venerdì 19 dicembre 2008
Inchiesta “Petrolio, appalti e tangenti”: Nessun fumus persecutionis
La Bugia di De Filippo: 10 anni che non incontro Ferrara. Invece....
L'IMPRENDITORE FERRARA NON RISPONDE AL GIP
L'imprenditore Francesco Rocco Ferrara – uno dei principali indagati nell’inchiesta sul “comitato di affari” che sarebbe stato costituito in Basilicata per gestire lo sfruttamento del petrolio – si è avvalso della facoltà di non rispondere stamani, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Potenza. Lo ha confermato il difensore dell’imprenditore, l’avvocato Emilio Nicola Buccico. La scelta di non rispondere al gip prelude ad un ricorso al Tribunale del riesame contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ferrara è accusato di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla tubativa d’asta negli appalti della Total Italia per il centro oli di Tempa Rossa, in Basilicata.
(F. gazzetta Mezzog.)
giovedì 18 dicembre 2008
Tolleranza Zero contro i mariuoli in Politica
comunque fare una riflessione politica sul quadro che esce non solo da questa inchiesta ( vedi Toghe lucane e Felandina) che pone al centro del dibattito politico regionale la questione morale , problema non più rinviabile, questo non avendo paura di essere tacciati di moralismo ne giustizialismo convinti come siamo che la questione non attiene soltanto alla sfera etica ma anche e soprattutto a quella economico sociale. Queste inchieste hanno messo in luce uno scambio politico- affaristico che intreccia interessi delle Lobbies con quelli politici tesi ad incrementare le proprie ricchezza svendendo il territorio in un contesto di disoccupazione ,precarietà, deficit di autonomia, povertà che schiacciano soprattutto i giovani, le donne, gli anziani insieme all’identità, alle tradizioni e al senso comunitario ( la classe dirigente lucana decide ormai solo sulla base delle convenienze proprie delle multinazionali, la destinazione e l’uso del nostro territorio e delle nostre risorse naturali). E dato che come diceva E. Berlinquer non è solo una
questione di ladri e corrotti che vanno scovati denunciati e messi in galera,
ma e anche l’occupazione militare del potere , di furto di legalità e opportunità dei diritti ai giovani che vengono mortificati nei vari concorsi farsa dove conta la tessera di partito al merito , l’utilizzo di quote di spesa pubblica che vengono investite nella produzione di consenso, con il solo scopo di incrementare la produttività elettorale, con evidenti danni sia alla sviluppo che a una sana democrazia. Per il PRC della provincia di Matera è arrivato il momento di dire basta, consapevoli che non è sufficiente la sola sterile denuncia, ma bisogna da oggi impegnarsi in azioni di lotta politica che mettono al centro del dibattito politico il corretto utilizzo delle risorse e il primato della legalità senza se e senza ma. Cominciando a dire che si faranno alleanze solo con liste che non abbiano tra i candidati politici coinvolti o rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione .Consapevoli che solo questo non basta ma bisogna pur cominciare per dare un segnale forte ed inequivocabile alla pubblica opinione che si comincia la politica della tolleranza zero contro i mariuoli in politica.
Frammartino Ottavio
seg.Prov.le PRC Matera
sp 175: "è un evidente falso che sta commettendo la Provincia di Matera ».
Salvatore Santoro ( il quotidiano della bas.)
mercoledì 17 dicembre 2008
Salvatò ti devo portare 200mila euro"
Ferrara: ... mi hanno detto: "apriamo le otto (buste, ndr) cioè le prime otto...apriamo l'offerta di tutti... chi sta nella media...sopra la media...
Amica: ho capito.
Ferrara: praticamente gli assegniamo 40 punti. (omissis). L'imprenditore non sembra tranquillo delle modalità dell'assegnazione dei punteggi e più avanti, sempre conversando con la sua amica, parla di un colloquio da lui avuto con un'altra persona proprio sulla questione dei punteggi, e racconta alla donna quello che lui ha detto al suo interlocutore: "... Salvatò, io voglio il lavoro, lo voglio. Io ti devo portare 200 mila euro il giorno in cui mi assegnano definitivamente e tu lo sai come sono io...". L'imprenditore cita nel colloquio con la sua amica solo il nome "Salvatò ", ma per gli inquirenti, in base anche ad altri elementi acquisiti nell'inchiesta, non ci sarebbero dubbi: quel Salvatò è riferito proprio al deputato del Pd Salvatore Margiotta.
Seguono altri 3 articoli sull'affare Petrolio su questo Blog
martedì 16 dicembre 2008
Il pm: svendute le ricchezze della Basilicata per l'arricchimento di pochi
Magistrati parlano di un gruppo di persone «la cui "ragione sociale" è quella di incidere, condizionare e di intervenire illecitamente e surrettiziamente su tutti gli appalti e, più in generale, su ogni business legato allo sfruttamento delle risorse petrolifere del "Progetto Tempa Rossa" gestito dalla Total Spa». Secondo l’accusa, l’affidamento degli appalti della compagnia petrolifera sarebbero stati «pilotati e predefiniti» dal "comitato d’affari" costituito «dal management di Total Italia più direttamente coinvolto nel Progetto Tempa Rossa, da imprenditori, da pubblici ufficiali, da politici e da faccendieri, "istituzionalmente" deputati a mediare un numero indeterminato di transazioni illecite».
Lo sfruttamento delle ingenti risorse petrolifere avrebbe catalizzato «interessi illeciti della più disparata natura», compresi quelli di «taluni politici ed amministratori locali lucani che, oltremodo interessati a trarre il massimo del profitto personale dalla "spartizione della torta", non sembrano avere avuto ed avere remore nello svilire la pubblica funzione rivestita incamerando dagli imprenditori lauti compensi in cambio di indebite pressioni per l’aggiudicazione degli appalti alle imprese amiche (perchè disposte a pagare tangenti e ad elargire altre utilità)».
I pm di potenza descrivono nell'ordinanza un sistema «nel quale il pagamento di un prezzo, più o meno alto, in danaro o in altre utilità, versato sistematicamente per remunerare i favori ricevuti, costituisce la "regola aurea". Uno scenario dominato dal mercato occulto della corruzione nel quale – come in ogni mercato – i protagonisti, e cioè imprenditori, politici, pubblici funzionari, intermediari specializzati, concludono scambi offrendo ciascuno la propria merce». In favore di questo gruppo di soggetti, si è così creata «una vera e propria posizione di rendita politica, si potrebbe dire di vera e propria sponsorizzazione, in virtù della quale il funzionario, l'amministratore e il politico di turno interviene in modo sistematico e puntuale per propiziare o per favorire nuovi affari del gruppo in questione. Uno scenario veramente desolante ( fonte la Gazzetta del Mezzogiorno)
Avviso di garanzia al presidente della provincia Nigro
Di prima mattina la Digos ha fatto irruzione nella Provincia dove è stato a lungo trattenuto e poi arrestato ( arresti domiciliari) il dirigente dell'ufficio Tecnico della provincia e contemporaneamente hanno perquisito la presidenza sequestrando un computer di Carmine Nigro è consegnando una informazione di garanzia che fa riferimento a presunte irregolarità nell'aggiudicazione, nel 2007, di un appalto per l'adeguamento della strada statale 175, finanziato con 18 milioni di euro e affidato all'associazione temporanea composta dalle imprese Ferrara, Polidrica e Giuzio: Su tale appalto tra l'altro sembrerebbe che stia da tempo indagando la corte dei conti dopo una segnalazione fatta da imprenditori e dall'autorità dei lavori pubblici quando al ministero siedeva Di Pietro. Siamo stati facili profeti , avendo appena una settimana fa intitolato un Post : la provincia tra affarismo e clientela. Cristianamente ci auguriamo che siano innocenti politicamente li prenderemo a pedate.
Arresti Total - domiciliari per Margiotta. Sembrerebbe coinvolto anche il consigliere Provinciale Montesano Nicola
Inchiesta di Woodcock Le misure cautelari - in carcere per alcune persone, agli arresti domiciliari per altre - sono state disposte dal gip di Potenza Rocco Pavese, su richiesta del pm Henry John Woodcock, ed eseguite da carabinieri del Noe guidati dal tenente colonnello Sergio De Caprio (il "Capitano Ultimo" che arrestò Totò Riina) e personale della squadra mobile di Potenza, diretta da Barbara Strappato. Gli arresti sono stati fatti in gran parte a Roma, con la collaborazione della squadra mobile della Capitale e della polizia municipale di Potenza. La custodia in carcere riguarda, oltre all’ad di Total Levha, anche Jean Paul Juguet, responsabile Total del progetto "Tempa Rossa" (così si chiama uno tra i più grandi giacimenti petroliferi della Basilicata), attualmente all’estero; Roberto Pasi, responsabile dell’ufficio di rappresentanza lucano della Total e un suo collaboratore, Roberto Francini. È stata anche disposta la detenzione in carcere dell’imprenditore Francesco Ferrara, di Policoro (Matera), e del sindaco di Gorgoglione (Matera) Ignazio Tornetta. Arresti domiciliari, invece, oltre che per l’onorevole Margiotta (la misura potrà essere eseguita solo se la Camera darà l’approvazione), anche per altre tre persone, e obbligo di dimora per altri cinque indagati.
I reati I reati contestati, diversi da persona a persona, sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta (con riferimento specifico agli appalti dei lavori per le estrazioni petrolifere), corruzione e concussione. Il gip ha inoltre disposto varie perquisizioni, che sono tuttora in corso, e il sequestro di numerose società.
Tangente da 200mila euro Duecentomila euro: questa la somma che sarebbe stata promessa al deputato del Pd da Francesco Ferrara, uno degli imprenditori coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per il petrolio in Basilicata, in cambio di un suo interessamento per favorirlo. È l’accusa che il pm Woodcock muove al parlamentare, per il quale è stata chiesta oggi alla Camera l’autorizzazione per gli arresti domiciliari. In particolare Margiotta avrebbe fatto valere il suo potere e la sua influenza di parlamentare e di leader del Pd della Basilicata per favorire l’aggiudicazione degli appalti alla cordata capeggiata da Ferrara. In questo senso si sarebbe impegnato a fornire informazioni privilegiate al gruppo di imprenditori e a fare pressioni sui dirigenti della Total, società titolare di una delle concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi della Val d’Agri, in Basilicata. ( fonte il giornale)
lunedì 15 dicembre 2008
FUGA DAL SUD CHE AFFONDA
Nelle 111 città capoluogo di provincia risiede il 29,5% della popolazione totale di cui circa la metà è concentrata in 11 città: Bari, Milano, Firenze , Genova, Torino , Venezia,Roma ,Palermo , Cagliari , Torino e Bologna. Si quantifica che nei prossimi anni la popolazione in questi centri aumenterà del 3,2 % mentre al sud ci sarà una decrescita. Aumenteranno di pari passo le difficoltà dell’integrazione portando i più deboli alla crescita di marginalità e a nuove forme di povertà. Tanto più aumenta la popolazione tanto più per i comuni aumenterà la spesa sociale, spicca in vetta Milano , mentre fanalino di coda, delle città esaminate, resta Napoli. Mediamente la spesa per i comuni per l’integrazione sociale si aggira intorno ai 186€ per abitante. L’Italia ha abbandonato il sud a se stesso . Nonostante la crisi la gente si muoverà sempre verso Nord, dove c’è poco lavoro ma c’è. E’ questa la nuova prospettiva di una nuova migrazione di massa che includerà la “fuga dei cervelli interna”mai interrottasi,come i numeri di Cittaitalia lasciano intendere. Al sud le file ai centri per l’impiego si sono allungate ma piuttosto che accettare lavori da “stranieri”, quali colf, o lavoratori stagionali, si preferisce migrare al Nord. Purtroppo con la crisi economica in atto non ci sarà il boom economico che , calando nel tempo,ha trascinato, seppur a fatica , il carro dell’immigrazione. A breve molti , esaurito soldi e speranza torneranno a casa mentre per i clandestini si aprirà , se non ci saranno provvedimenti in merito, la caccia al clandestino disoccupato e irregolare. Dal sud si scappa per tanti motivi ,principalmente per il lavoro e per le politiche di conciliazione casa- lavoro inesistenti. Questo spiega anche i tassi di natalità più elevati al nord che consentono alle donne di conciliare il proprio impegno lavorativo con il loro ruolo di mamma.
Micky Satriano
venerdì 12 dicembre 2008
Vogliono intimidirci- dopo De Magistris tocca alle voci libere.Vulpio rimosso.Adesso bisogna Resistere Resistere Resistere
Scadenza
martedì 9 dicembre 2008
Gli strani Vip di Marinagri
Che occasione abbiamo perso! Marinagri, la Venezia in riva al Mar Ionio, dolcemente adagiata nel letto del fiume Agri, situata a valle di due dighe, con il suo Ponte dei Sospiri e la sua laguna, avrebbe potuto essere il fiore all’occhiello del turismo lucano. Pensateci! Anziché puntare su un turismo mordi e fuggi, fatto di pendolari, avremmo potuto fare concorrenza agli sceicchi di Abu Dhabi ed essere la metà privilegiata di Vip provenienti da tutto il mondo.
E invece, per colpa di un ufficiale dei Carabinieri, il capitano Zacheo, e di un PM testardo, Luigi De Magistris, quel sogno è miseramente naufragato.
Eppure, patron Vitale aveva fatto di tutto per rendere appetibile ed appaltabile il suo villaggio, arrivando anche ad offrire villini a prezzi super agevolati.
Tra i tanti Vip che avremmo potuto ospitare in quello splendido tratto di costa Ionica, l’ing. Massimo Goti, pezzo da novanta del Ministero dello sviluppo economico.
Sembrerebbe, infatti, che l’ing. Goti, subito dopo aver istruito la pratica relativa ai finanziamenti pubblici da erogare alla Marinagri Spa, folgorato sulla via di Damasco e convinto della bontà del progetto, come altri prima e dopo di lui, abbia acquistato un immobile dalla Maringari, ricevendo uno sconto di ben 84mila euro.
Ma ci pensate?! Un villino di 55 mq, con veranda/balcone di 41 mq, a soli 132.500 euro, anziché al prezzo di listino previsto di 214.500 euro.
Giuro che uomini generosi come Vitale non ne ho mai incontrati in vita mia. Un autentico benefattore, che se solo avesse potuto, se solo non avesse incontrato sulla sua strada due testardi inquirenti, avrebbe potuto cambiare la storia del Metapontino e dell’intera Basilicata a colpi di cemento armato e calcestruzzo.
Di questo ha bisogno la nostra terra: di uomini decisi e capaci di partorire progetti ambiziosi. Uomini che sanno quanto può essere importante per l’immagine della nostra regione attirare vip e funzionari ministeriali addetti all’erogazione di finanziamenti pubblici.
Quanti vip avrebbero potuto affollare la battigia antistante al villaggio e di notte radunarsi sulla spiaggia per ascoltare il canto delle sirene accanto a un falò. Sembra di vederli il Procuratore Chieco, l’ing. Goti e il sindaco Lopatriello, che, accompagnati dai suggestivi accordi della chitarra di Vincenzo Vitale, intonano “Una rotonda sul mare”.
lunedì 8 dicembre 2008
SOGGETTI SOLO ALLA LEGGE
Credono di scampare al controllo totale del potere politico dimostrando che si sanno controllare da soli. Quando dicono "controllare", intendono fare ciò che il potere politico (di loggia) desidera che facciano. E' come se un imputato esentasse i giudici dal giudicarlo comminandosi da solo il massimo della pena. Una sorta di suicidio giudiziario. Anzi meglio, la rivendicazione del diritto all'eutanasia giudiziaria. Poveri magistrati! Sarei curioso di conoscere quanti di loro sono iscritti all'ANM e cosa aspettano a creare una libera associazione alternativa, quelli che non lo sono (e quelli che, non potendo non vergognarsi di esserlo, si dimetteranno come fece Luigi de Magistris un anno fa). Il Sen. Antonio Di Pietro sbaglia a commentare le proposte di trasferimento (di Iannelli e Apicella) come se fossero decisioni già assunte. Per adesso non c'è stato alcun trasferimento, bensì una semplice proposta sulla quale il Plenum dovrà esprimersi e votare. Farebbe bene (Di Pietro) e farebbero bene i magistrati della costituenda nuova associazione di magistrati (che suggerirei di chiamare: "Soggetti solo alla Legge") a manifestare fermamente ed apertamente il loro pensiero. E' indispensabile che la "gente comune", sballottata fra questioni tecniche di cui non comprende l'esatta portata, sia messa in grado di avere le idee chiare e possa prendere una posizione anch'essa. Piagnucolare sulle ingiuste e servili decisioni del CSM e rivendicare la capacità di autoflagellarsi non serve a nulla, se non a confermarsi nell'idea che i poteri forti sono troppo forti. Tanto da essere al di sopra della Legge.(N. Picenna)
Firma la petizione (riservata ai magistrati) per la costituzione di una associazione di magistrati indipendenti (la libertà di associazione è un principio garantito dalla Costituzione). Vediamo chi esce allo scoperto e chi preferisce tenersi tutto dentro (magari alzando la voce con i lavavetri o commentando dal barbiere).
venerdì 5 dicembre 2008
Henry John Woodcock trasferisce a Roma l'inchiesta sul centro di accoglienza degli immigrati di Policoro
E' stata trasmessa dalla Procura della Repubblica di Potenza a quella di Roma, per competenza territoriale, parte dell’inchiesta avviata dal pm potentino Henry John Woodcock su presunte irregolarità nell’affidamento della gestione di alcuni servizi di ristorazione nei centri provvisori di accoglienza per immigrati. Sembrerebbe che vi sono diversi indagati, tra i quali alcuni prefetti e dirigenti in servizio al Ministero dell’interno .Si parla tra gli altri di un coinvolgimento di amministratori locali, importanti sarebbero le intercettazioni dove emergerebbero che in cambio di posti di lavoro questi assicuravano impegno per il centro. Su questo filona la magistratura non ha ancora deciso il da farsi . Al Viminale, nei giorni scorsi, gli investigatori hanno acquisito vari documenti ritenuti utili alle indagini. I servizi di ristorazione nei 49 centri provvisori per gli immigrati – sulla base del decreto del governo che ha proclamato lo stato di emergenza per l’immigrazione clandestina su tutto il territorio nazionale – sono stati affidati mediante trattativa privata: gli investigatori sospettano irregolarità nei servizi di mensa attribuiti alla società Auxilium, collegata alla cooperativa di ristorazione collettiva “La Cascina”. L'indagine giudiziaria ha avuto origine dalla verifica di presunte irregolarità nella proroga del servizio di ristorazione all’ospedale San Carlo di Potenza. Il pm Woodcock sta lavorando inoltre anche ad altri appalti sulle mense perchè su tale filone si stanno aprendo degli interessanti filoni di indagine .
mercoledì 3 dicembre 2008
De Filippo, Tremonti , Alsia: diffida del PRC con notifica dell' ufficiale giudiziario
Informeremo l’opinione pubblica dei provvedimenti che le autorità destinatarie dell’invito-diffida adotteranno nei prossimi 30 giorni assumendo l’ulteriore impegno di denuncia alla magistratura in sede penale in caso di ulteriore inerzia. Tanto senza trascurare le altre possibili iniziative finalizzate a restituire al patrimonio pubblico quanto indebitamente sottratto.
Policoro, 2 dicembre 2008.
Ottavio Frammartino
Segretario Provinciale P.R.C.
Matera
De Magistris e l’assoluta estraneità da tutte le gravi accuse
Pubblicato da N.Piccenna (dal blog toghe Lucane )
Procure sulle inchieste avocate a De Magistris. Perquisizioni, avvisi, pesanti accuse. Indagati anche imprenditori
I politici indagati. L'inchiesta venne in seguito affidata dal procuratore aggiunto Salvatore Murone al sostituto procuratore Salvatore Curcio il quale, agli inizi dello scorso aprile, ha chiesto l'archiviazione delle posizioni di dieci indagati, tra cui il segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, il deputato dell'Udc Giuseppe Galati, l'allora senatore e coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria, Giancarlo Pittelli, ed il generale della Guardia di Finanza Walter Cretella Lombardo, l'ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti. Rispetto alla revoca dell'inchiesta Poseidone all'ex pm De Magistris, ritenuta dai magistrati di Salerno illegale, il reato di concorso in corruzione in atti giudiziari e' contestato all'ex procuratore della Repubblica di Catanzaro Mariano Lombardi, all'aggiunto Salvatore Murone, ed all'avvocato e parlamentare Giancarlo Pittelli (Pdl), far i quali sarebbero emersi "rapporti di interesse di vario tipo". Inoltre, al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, ed al sostituto procuratore Salvatore Curcio sono contestati i reati di abuso d'ufficio, favoreggiamento e falso ideologico, tutti in concorso, "con riferimento ai provvedimenti di stralcio ed alle richieste di archiviazione, ritenute illegali, effettuati nei riguardi, tra gli altri, dell'on. Pittelli, del generale Cretella Lombardo, dell'on. Galati, di Chiaravalloti, dell'on. Cesa".
Inchiesta Why Not e logge coperte. Anche l'avocazione di "Why not", e le successive attivita' d'indagine svolte dopo la sua sottrazione all'allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris sono oggetto dell'inchiesta della Procura di Salerno che, oggi, ha portato a numerose perquisizioni e sequestri in Calabria. L'indagine "Why not", su una presunta loggia "coperta", un comitato d'affari fatto di politici, imprenditori, uomini delle Istituzioni, che si sarebbe occupato di distrarre fiumi di denaro pubblico, provenienti da Bruxelles e diretti in Calabria, passando per Roma. Nell'inchiesta, nel luglio 2007, venne iscritto come indagato anche l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Il 14 ottobre seguente fu iscritto nel registro degli indagati anche l'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, il cui nome era emerso nell'inchiesta gia' nei mesi precedenti. Il 21 settembre, intanto, lo stesso Guardasigilli - che gia' aveva piu' volte inviato gli ispettori del ministero a Catanzaro - chiese al Consiglio superiore della magistratura l'immediato trasferimento cautelare dal capoluogo calabrese e l'avvio di un procedimento disciplinare a carico di De Magistris (poi conclusosi proprio col il trasferimento del magistrato a Napoli). Il giorno 19 ottobre 2007, infine, l'allora procuratore generale di Catanzaro facente funzioni, Dolcino Favi, avoco' a se' l'inchiesta Why not, togliendola a De Magistris. Il nuovo pg nel frattempo giunto a Catanzaro, Enzo Iannelli, affido' Why not a diversi magistrati, il cui numero e' aumentato nel corso dei mesi. Agli inizi di marzo 2008 fu lo stesso Iannelli ad avanzare all'ufficio gip di Catanzaro una richiesta di archiviazione per Mastella, accolta il primo aprile. A giugno scorso, infine, il procuratore di Salerno Luigi Apicella si reco' a Catanzaro, proprio per acquisire atti dell'inchiesta. La Procura campana, oggi, ritenendo illegale l'avocazione di Why not, rispetto ad essa contesta il concorso in corruzione in atti giudiziari all'avvocato generale dello Stato ex pg facente funzioni Dolcino Favi, all'allora procuratore della Repubblica Mariano Lombardi, al procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone, all'avvocato e parlamentare Giancarlo Pittelli, e ad Antonio Saladino, gia' leader della Compagnia delle opere in Calabria ed uno dei principali indagati di Why not.
Illegale avocazione di Why Not. Per quanto attiene all'inchiesta "Why not", secondo la Procura di Salerno essa sarebbe stata avocata a Luigi De Magistris in maniera illegale. Per gli inquirenti, inoltre, sarebbe stata dovuta l'attivita' investigativa nei confronti dell'ex ministro Clemente Mastella, la cui posizione fu in seguito archiviata dal pool subentrato al pm napoletano. I magistrati campani scrivono infatti nel decreto di perquisizione e sequestro la cui esecuzione e' in corso da stamane, come sia "emerso che corretta e doverosa era l'indagine del dott. De Magistris nei confronti dell'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella e che l'avocazione del fascicolo ha impedito la prosecuzione della stessa anche nei confronti di Mastella". I magistrati di Salerno scrivono, nel provvedimento destinato agli indagati, di una "patologica attivita' di interferenza in un disegno corruttivo teso a favorire, tra gli altri, Antonio Saladino, Giancarlo Pittelli, ed il ministro della Giustizia Mastella". Sempre relativamente a Why not, i magistrati considerano illegale la revoca dell'incarico al consulente tecnico d'ufficio Gioacchino Genchi, inizialmente nominato da De Magistris. Rispetto a cio' il concorso in abuso d'ufficio, il favoreggiamento ed il falso ideologico sono contestati all'avvocato generale facente funzioni di procuratore generale Dolcino Favi, all'allora procuratore capo Mariano Lombardi, ed all'aggiunto Salvatore Murone. Riguarda invece la vicenda dei tabulati telefonici acquisiti da De Magistris nell'ambito delle indagini un ulteriore capo d'imputazione contestato dalla Procura di Salerno. Il pool campano, infatti, contesta al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, a Favi, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo i reati di concorso in abuso d'ufficio, favoreggiamento e falso ideologico, con riferimento alle deleghe conferite al Ros dei carabinieri di Roma per l'analisi dei tabulati, in quanto "si prospettavano falsamente illegittimita' ed illiceita' che sarebbero state commesse dal pm dott. De Magistris, anche con strumentali segnalazioni disciplinari nei confronti di quest'ultimo". Secondo gli inquirenti, invece, "non e' emersa alcuna irregolarita' di De Magistris con riferimento alla vicenda relativa all'acquisizione dei tabulati in cui compare anche un'utenza riferibile all'allora ministro Mastella".
Ipotizzati reati di abuso d'ufficio e falso ideologico. La richiesta di archiviazione della posizione dell'ex ministro della giustizia Clemente Mastella, inizialmente indagato da Luigi De Magistris nell'inchiesta "Why not", è¨ finita sotto la lente dei magistrati della Procura di Salerno, che ora indagano a carico di diversi soggetti, tra cui molti magistrati in servizio a Catanzaro. In particolare, i reati di concorso in abuso d'ufficio, falso ideologico, favoreggiamento e calunnia vengono contestati al procuratore generale di Catanzaro, Enzo Iannelli, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, "con riguardo all'illecita richiesta di archiviazione nei confronti dell'ex ministro della Giustizia Mastella". La Procura di Salerno, nei decreti di perquisizione e sequestro notificati oggi a diversi indagati, evidenzia che "l'iscrizione di Mastella nel registro degli indagati da parte di De Magistris fu doverosa in quanto vi erano plurimi elementi indiziari per procedere nei suoi confronti". "De Magistris - sempre secondo i magistrati campani - è¨ stato oggetto di calunnia in quanto si è voluto far credere che egli avesse un conflitto di interesse nei confronti dell'allora ministro Mastella, il quale chiedeva il trasferimento del pm che faceva indagini in un procedimento che vedeva coinvolto anche lo stesso Mastella" 100 pagine di accuse. "Poseidone" e "Why not" sotto sequestro. Nel voluminoso provvedimento di oltre 1.500 pagine, cui oggi hanno dato esecuzione in Calabria magistrati, carabinieri e polizia di Salerno, i pm campani dedicano circa 100 pagine all'enunciazione dei dettagliati capi d'accusa formulati, tra gli altri, a carico di diversi magistrati in servizio a Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta su presunti illeciti che sarebbero stati commessi per compromettere le attivita' d'indagine condotte dall'allora pm Luigi de Magistris, recando a lui ed ai suoi collaboratori piu' danni possibili. Oggetto dell'inchiesta del pool salernitano sono, anche e soprattutto, la revoca a De Magistris dell'inchiesta "Poseidone", l'avocazione allo stesso pm dell'inchiesta "Why not", e le attivita' svolte successivamente dai magistrati cui sono state assegnate. In tale contesto, la Procura Campana ha disposto il sequestro dei procedimenti "Why not" e "Poseidone", e "di tutti gli stralci intervenuti con riferimento alle due inchieste, in quanto ritenuti gestiti con la finalita' di favorire indagati, danneggiare loriginario titolare dott. De Magistris, persone informate sui fatti e consulenti tecnici nominati dall'originario pm"
lunedì 1 dicembre 2008
Amministrazione Provinciale: tra affarismo e clientela
Il segretario Prov.le PRC
Frammartino Ottavio