sabato 28 febbraio 2009

Policoro:Scontro tra Vigili.

Lo avevamo preannunciato , prima o poi qualcosa sarebbe successo, da troppo tempo vi erano voci di malumore nel corpo dei Vigili Urbani di Policoro che si aggiungevano all’ativica mancanza di mezzi e risorse umane che hanno reso impossibile una efficiente organizzazione del lavoro. Se a questo aggiungiamo che il corpo e stato smembrato con il trasferimento ad altri compiti di due ufficiali, di cui serietà e professionalità sono indiscutibile, ed ancora ci chiediamo del perché, capiamo che i primi orientamenti dell’amministrazione non sono andati verso la valorizzazione delle professionalità , ma sono state legate a logiche che per il momento ci sfuggono. Comunque la scelta fatta dal comune di sostituire il comandante Razzante andato in pensione con l’attuale capo dei servizi dei vigili, ben presto ha creato dei malumori, che legati alla sostanziale smantellamento della polizia amministrativa ha messo nel caos il corpo. Emblematico di tutto ciò, è la vicenda della sospensione dei tre vigili avvenuta per non aver rispettato l’ordinanza del sindaco per i festeggiamenti del carnevale. Chi ha partecipato alla festa fino a una certa ora, ha notato la loro presenza e la fattiva collaborazione con l’organizzazione , scortando i carri allegorici fino a p.zza Heraclea , adoperandosi affinché tutto andasse per il meglio. Infatti i vigili smontano dal servizio alle nove , in virtù di un ordine di servizio che prevedeva la loro presenza fino a quell’ora. Non erano tenuti a rispettare l’ordinanza del sindaco, perché non era un provvedimento contigibile ed urgente , ma doveva essere il capo di servizio che si doveva dotare degli strumenti (straordinario ecc..) attivandosi a mettere le disposizione per iscritto contenute nell'ordinanza per far assolvere il servizio fino alla fine della festa , tenendo conto che lo straordinario può essere effettuato solo se preventivamente autorizzato. Infatti i vigili sospesi sostengono di aver chiesto al capo servizio l’autorizzazione per iscritto per prorogare l’orario di servizio , ma che questi si sia rifiutato. Dopo e solo dopo sembrerebbe che sia partita da parte capo servizio prima la segnalazione ai carabinieri e poi al direttore generale , che ha dovuto, così come prevede il regolamento comunale comminare cautelativamente la sospensione dal servizio per i tre dipendenti , in attesa di ulteriori approfondimenti e controdeduzione delle parti , che avranno 5 giorni per depositare atti e memorie a loro discolpa . Quindi nessun caso di "Funnulloni" ma sembrerebbe una evidente carenza organizzativa , acuita da sotterranei malumori, in un corpo di vitale importanza per la comunità di Policoro .
Noi ci chiediamo si poteva evitare tutto questo?

1-perché l’amministrazione non ha previsto un monte ore di straordinario per coprire il servizio, visto che si trattava di poche centinaia di euro a fronte di una spesa di oltre 5000. euro per il carnevale?

2- perché non si è autorizzato per iscritto lo straordinario ?

3-perché l’ordine di servizio è partito dalle ore 15 e non dalle 16 , in modo da consentire la copertura del servizio da parte dei vigili fino al alle 22 che è l’orario massimo di servizio consentito dal regolamento comunale ?

4- come mai si è disposto il riposo forzato di due unità, nel giorno già programmato di un evento che comunque avrebbe richiesto uno straordinario impiego di risorse umane ?

Noi continueremo a seguire la vicenda , aspettando le risposte e informandovi degli sviluppi.

venerdì 27 febbraio 2009

Ma i siti presentano dei problemi. In pole restano Trino, Caorso e Montalto.La Basilicata?

Cittadini di Caorso? Preparatevi, siete stati «nominati». Gente di Trino Vercellese, fatevene una ragione, vi toccherà. Tutti si interrogano su dove potranno essere costruite le quattro centrali atomiche a tecnologia EPR, bestioni da 1600 MW ognuno. Sulla carta, c’è una procedura da rispettare per dire «la centrale si fa qui»: c’è una commissione di «saggi» nominata dal ministro Scajola, c’è una legge in discussione in Parlamento, ci sono le regole internazionali dell’Aiea di Vienna. Ma non è che una centrale nucleare si possa mettere dappertutto. Come spiega Francesco Mezzanotte, del dipartimento Nucleare dell’Ispra, «servono zone poco sismiche o molto stabili, vicino a grandi fonti di acqua, posti senza pericolo di inondazioni, possibilmente lontano da luoghi densamente popolati». E anche se tutti - ufficialmente - spiegano che non è stato definito nulla, già si sa che le soluzioni possibili sono poche. Per com’è fatta l’Italia, di posti simili non ce ne sono moltissimi, spiegano gli esperti e gli addetti ai lavori interpellati. E quei pochi siti che c’erano sono quelli già individuati negli Anni 70 ai tempi dei Piani Energetici Nazionali. Siti dove peraltro centrali nucleari c’erano già o stavano per esserci. Scarsa sismicità e acqua di fiume? La Pianura Padana, ovvero Caorso, in provincia di Piacenza, e Trino Vercellese (Vercelli). Scarsa sismicità e acqua di mare? C’era Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. Stabilità e lontananza da grandi abitati? C’è la Sardegna neoberlusconizzata, c’è la Sicilia - peraltro la Regione si è candidata - sulla parte della costa rivolta verso l’Africa, c’è la Basilicata, alcune aree della Puglia. Si è candidato anche il Veneto, proponendo il sito di Porto Tolle (Rovigo): ma c’è l’handicap della zona paludosa. Per non parlare del fatto che lì già c’è una centrale a olio combustibile da 2500 MW, che l’Enel voleva convertire a carbone. Sì, perché i posti «buoni» sono pochi e spesso già occupati. Come spiega il professor Marco Ricotti, che insegna Impianti nucleari al Politecnico di Milano, «si può risolvere, come fa il Giappone, il rischio sismicità, o realizzare torri di raffreddamento laddove non ci sia moltissima acqua disponibile. È soltanto un problema di costi». Tuttavia, a Montalto di Castro già ci sono centrali (a carbone e olio) per 3300 MW; a Trino Vercellese una a ciclo combinato da 600 MW. «Non c’è un posto al mondo dove possano convivere così impianti nucleari e tradizionali - commenta l’ingegnere Giovanbattista Zorzoli, da una vita nel mondo dell’energia - e c’è il problema della rete di trasmissione, che non sarebbe certo in grado di reggere. Nemmeno la produzione concentrata di un EPR di tipo francese da 1600 MW». Un vincolo, questo, che renderebbe complicato anche «accoppiare» in un solo sito (come si fa per i reattori di potenza minore) due gruppi nucleari EPR. Tanto che anche Ricotti si dice convinto che «potrebbe esserci alle viste anche un accordo con gli americani, che fanno reattori di dimensioni più contenute e più facilmente gestibili per noi». Dei siti del nucleare italiano prereferendario, dovrebbero stare «tranquilli» quelli di Latina e del Garigliano, mentre anche l’ingegner Andrea Masullo, responsabile scientifico energia del Wwf, teme che nel mirino ci siano subito Trino e Caorso, seguite da location sarde, lucane o pugliesi. «Ma quella del governo è una scelta ideologica e non economica - spiega Masullo -, ogni centrale costerà 7 miliardi». Luigi Paganetto è il presidente dell’Enea: è soddisfatto per l’accordo, «che ci permette di stare dentro una traiettoria tecnologica importante», e candida il suo ente ad «affrontare il problema della costruzione del consenso tra le popolazioni, a spiegare problemi e opportunità ai cittadini». Vedremo, e molto presto, se sarà un compito praticabile.( art.tratto da La Stampa)

giovedì 26 febbraio 2009

Policoro: Vigili denunciati?

Giorni difficili per i Vigili di Policoro. Pochi mezzi pochi uomini molti contenziosi con L’amministrazione . L’ultimo episodio sembrerebbe che sia è accaduto martedì durante la manifestazione del carnevale , corre voce sia stata presentata una denuncia nei confronti dei vigili per interruzione di servizio pubblico da parte dei Carabinieri . Sull’episodio stiamo cercando di capire cosa sia successo, visto anche la delicatezza dell’argomento racconteremo le cose solo dopo avere avute notizie certe sui fatti e circostanze, che come sempre pubblicheremo sul Blog.

MEGLIO ATTIVI OGGI CHE RADIOATTIVI DOMANI

Due problemi straordinari segnano il nostro tempo:
A le fonti fossili ( petrolio innanzitutto) sono in esaurimento
B la combustione dei fossili ha aumentato l’anidride carbonica ( CO2) nell’aria che ha provocato l’aumento della temperatura sul pianeta
PER FAR FRONTE A QUESTI PROBLEMI STRAORDINARI È NECESSARIO :
A sviluppare in modo massiccio fonti rinnovabili di energia ( solare, fotovoltaico, eolico) che devono essere promossi con incentivi pubblici e l’utilizzo della leva fiscale.
B ridurre i consumi di energia favorendo i mezzi pubblici,le biciclette, riutilizzando le risorse, diminuendo i rifiuti
C aumentare l’efficienza energetica con la riqualificazione degli edifici e degli elettrodomestici
CIÒ CHE NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE FARE
È RITORNARE AL NUCLEARE CIOÈ COSTRUIRE NUOVE CENTRALI NUCLEARI COME VUOLE FARE IL GOVERNO BERLUSCONI.
Dobbiamo rifiutare il nucleare, come abbiamo già fatto nel referendum del 1987 perché:
1 le centrali nucleari hanno costi molto elevati (5 miliardi di euro l’una) che gravano sulle nostre finanze e richiedono tempi di costruzione molto lunghi (10 anni circa)
2 le centrali nucleari continuano ad avere problemi di sicurezza per le popolazioni (in questi anni ci sono stati tanti incidenti nucleari che spesso vengono sottaciuti). La radioattività è una delle cause dell’aumento di leucemie e tumori
3 le centrali nucleari hanno problemi di smaltimento delle scorie radioattive e del materiale nucleare ( non abbiamo ancora smaltito le scorie delle centrali nucleari di 30 anni fa. Nella bolletta alla voce A2 paghiamo una retta per il loro smaltimento. Nessun Comune le vuole sul suo territorio)
4 l’uranio che serve per le centrali nucleari è una risorsa in via di esaurimento ( ci sarà solo fino al 2050) e costa moltissimo, richiede molta energia per estrarlo
5 le centrali nucleari richiedono enormi quantità d’acqua, un bene che sta scarseggiando
6 le centrali nucleari producono CO2 durante l’estrazione, il trasporto, la purificazione e l’arricchimento dell’uranio ( gli impianti di arricchimento utilizzano impianti a carbone), durante la costruzione delle centrali e nella fase di smantellamento
7 il nucleare civile è legato al nucleare militare, espone quindi il mondo a rischi di proliferazione delle armi nucleari e al terrorismo ( è l’argomento che viene portato contro l’Iran)
8 il nucleare civile è un modello che richiede sistemi di gestione autoritari, centralizzati ed antidemocratici. Non a caso le centrali nucleari civili vengono considerate alla stregua di siti militari.
Coordinamento Nord Sud del Mondo

martedì 24 febbraio 2009

Gli interscambi tra Basilicata e Calabria secondo Travaglio

Dolcino Favi il magistrato anti De Magistris potrebbe essere nominato al posto del procuratore Generale di potenza Tufano. Il commento di Marco Travaglio su questa eventualità
«AH però, mica male… bella!». La notizia della nomination di Dolcino Favi alla procura generale di Potenza raggiunge Marco Travaglio alla stazione, appena sceso dal treno. Come la commenta? «Un indagato per corruzione giudiziaria che diventa procuratore generale nel luogo dove De Magistris aveva scoperto altri casi di malagiustizia è l’ideale. Dev’essere una specie di cura omeopatica. E’ affascinante quello che succede». La curiosità cede al piglio del moralista. Parte con un monologo dei suoi,tutto sul tema del paradosso. «Dopo che hanno mandato via De Magistris e tutti quelli che lavoravano con lui mi sembra che quello che succede adesso è assolutamente coerente, nel senso che quel sistema lì non doveva essere toccato, anzi va incrementato. Mi pare che questa sia la logica: c’era un intreccio tra politica, affarismo, poteri occulti, e mala magistratura, e invece di mandarevia i protagonisti di questo intrecciohanno mandato via quello che l’aveva scoperto. La nomina di Favi ne è un po’il coronamento». Il paradosso appunto. «Spero che prima o poi facciano anche Saladino governatore della Calabria o della Basilicata. Potrebbero mettere Saladino alla regione Basilicata, e Margiotta alla regione Calabria». Bisognerebbe trovare un posto anche per il sindaco di Matera Emilio Nicola Buccico, che ai tempi si espresse per la nomina di Dolcino Favi all’avvocatura dello Stato a Catanzaro. «Lo vedo un po’ sacrificato, effettivamente. Sindaco di Matera mi pare un po' poco. Io lo metterei alla vicepresidenza del Csm. Quando scade Mancino potrebbero mettere lui. Metterei anche Tufano alla procura generale di Catanzaro, a indagare sui magistrati di Potenza, oppure direttamente a Salerno a indagare sui magistrati di Catanzaro che indagano sui magistrati di Potenza. Io sono per rendere estremamente chiaro il paradosso italiano in modo che prima o poi qualcuno dall’estero si decida a commissariarci, anche perché in quelle zone arrivano fiumane di denaro pubblico ». Vincenzo Tufano ha diretto la procura generale per dieci anni, quindi per legge non può ricoprire un altro incarico dirigenziale. «Vuol dire che si farà una legge come quella che ha riportato in Cassazione il giudice Carnevale. Perché quei magistrati lì… ad averne…finché respirano…». E’ un piccolo risiko. «Poi naturalmente io arresterei De Magistris, perché lasciato in libertà è ancora troppo pericoloso bisogna metterlo in cella di isolamento così sta zitto». In conclusione? «Io sono favorevolissimo, perché la vergogna diventi talmente enorme… come quelle vesciche piene piene piene…. come la rana che si gonfia si gonfia si gonfia e alla fine esplode. Bisogna portare questo sistema
alle estreme conseguenze per farlo esplodere, e se si potesse farei una petizione affinché Dolcino Favi concludesse degnamente la sua carriera lì da voi». Vuole negargli l’ermelli - no? «No, figuriamoci e poi le benemerenze che questi giganti della magistratura hanno accumulato meritano il giusto premio ». Poi c’è un processo a Palermo in
cui il procuratore generale in pectore è stato coinvolto per rapporti con alcuni mafiosi. «E quelle son benemerenze. Infatti il Csm non ha mica aperto una pratica immediata come l’ha aperta con la Forleo, con De Magistris, o i giudici di Salerno. Non se ne sono ancora accorti. Forse aspettano di nominarlo e poi diranno: Ops! C’eravamo dimenticati che c’erano queste questioncelle. Uno che è stato appena perquisito con l’accusa di corruzione in atti giudiziari secondo me deve essere promosso e deve anche restare in zona. E’ lì che deve esplicare il massimo delle sue potenzialità (Leo Amati Il Quotidiano)

lunedì 23 febbraio 2009

Policoro: Un sindaco che si fa tatuare


POLICORO - «È un atto d’amore per la mia città a cui sono molto legato. Vivo qui dal 1° giugno 1959. Sono 50 anni di residenza abbinati ai 50 anni di vita del Comune». Così, il sindaco Nicola Lopatriello spiega perché si è fatto tatuare, sulla spalla destra, il simbolo della città che amministra: Ercole che strangola il leone Nemeo. «Mi considero tifoso di Policoro. Sono stato anche presidente della squadra di calcio. Questo tatuaggio per me è un onore averlo addosso». Ed il primo cittadino-pasionario, il giorno di San Nicola, nel dicembre scorso, si è recato a Nova Siri e si è fatto incidere sulla pelle Ercole e Nemeo. Un tatuaggio che mostra con orgoglio: «Ercole rappresenta la forza e la fierezza. È venuto veramente bene». Ma, sindaco, se lo stemma fosse stato un bue, come a Matera, se lo sarebbe fatto tatuare ugualmente? «Se fossi stato attaccato a Matera, sì. È un’idea che trasferiamo al sindaco Nicola Buccico». Lei, però, è un furbo di tre cotte. Ha lasciato sulla spalla molto spazio. Serviranno per gli stemmi della Provincia, della Regione, del Parlamento? «Non so... ». Lopatriello è amministratore comunale da 12 anni: dal 1997 (primo eletto, 500 preferenze) al 2000 vice sindaco; dal 2000 al 2006 sindaco; dal 2006 al 2008 capogruppo di opposizione; dal 2008 sindaco. Ed ha a disposizione un’altra legislatura... «Chissà... ». Insomma, sul suo futuro politico il primo cittadino non intende sbilanciarsi. Egli, però, non è nuovo ad iniziative eclatanti. Nel 2003 fu tra i protagonisti della battaglia contro le scorie a Scanzano Jonico e nel 2005 dormì alcuni giorni in Municipio per sostenere la battaglia degli agricoltori colpiti da una tromba d’aria. «Sì, mi considero un sindaco di prossimità, di strada. Mi piace stare con la gente e servire la comunità». Tanto da mettere a disposizione dei cittadini un numero di cellulare e ad invitare chi non può recarsi in municipio a chiamarlo. E fa anche le “visite domiciliari”. «Si, lo ripeto, mi piace lavorare per la gente. Anche 12-13 ore al giorno. È di poco tempo fa un bando per studenti in condizioni svantaggiate e per le imprese che assumono giovani disoccupati. Abbiamo messo in moto un movimento di un milione di euro».
Ma i Comuni non sono senza soldi?
«E noi siamo un Comune ricco, con un commercialista che fa il sindaco». La sua prossima iniziativa che farà notizia? «Un anno intero di commemorazioni per i 50 anni del Comune con iniziative capaci di richiamare qui gente da tutta Italia. Io lavoro per promuovere Policoro su scala nazionale ed internazionale».FILIPPO MELE

venerdì 20 febbraio 2009

L'opposizione che vorrei


L’opposizione che vorrei
Intanto una opposizione che non sia il retaggio di un solo partito tale da escludere tutte le altre anime della sx (di quale partito aperto sta blaterando Veltroni? Aperto a Berlusconi?)
Poi una opposizione che non rinneghi i valori, i principi e i simboli della sx, ciò che ne ha fatto uno dei più importanti movimenti morali ed economici del pianeta
Che stia dalla parte dei lavoratori, dei deboli, e dei diversi
Che non tuteli invece privilegi ed abusi di una Casta che si mette sopra la legge e pretende di delinquere in totale impunità
Che alimenti e applichi i valori della Costituzione e si batta per la solidarietà sociale ed economica e per la difesa della conoscenza e non si affianchi a subdoli tentativi di deformazione di quella che è una delle migliori costituzioni del mondo
Che difenda l’equilibrio dei poteri e il diritto degli elettori di scegliere i candidati e controllare gli eletti
Che lotti non solo contro la visione dittatoriale di B ma anche contro il persistente neoliberismo dell’UE
Che ponga in 1° luogo a se stessa la questione morale e sappia cacciare con fermezza chi non vi si adegua, ponendosi come esempio e modello civile
Che sia aperta al ricambio e ai giovani e non chiusa in consorterie consolidate
Che abbia 4 orrori da combattere: corruzione, conflitto di interessi, clientelismo e nepotismo
Che sia femminista ed ecologista.
Che difenda la laicità dello Stato senza farsi succube della parte più retriva del Vaticano

mercoledì 18 febbraio 2009

Totalgate: stop ai lavori. Ferrara ai domiciliari

Un paese normale, dove le persone si organizzano in imprese, competono liberamente sul prezzo e la qualità del lavoro
che svolgono, infine vincono o perdono a seconda della loro bravura. Il paese in cui viviamo: corruzione e concussione; appalti pilotati e indebiti favori; compiacenze e clientelismo. In politica vale una legge fondamentale: se si lascia un vuoto prima o poi qualcuno lo riempie. Se è la politica a creare quel vuoto, allora a riempirlo interviene la magistratura. Il gip Rocco Pavese ha deciso: la concessione alla Total per la coltivazione di idrocarburi nella Valle del Sauro è sospesa per un anno a partire da ieri. Più o meno sono queste le sue valutazioni. «Una misura adeguata alla eccezionale gravità del caso », è scritto nella motivazione, «che consente di porre termine alle sistematiche pratiche illegali poste in essere dalla Total nell’ambito delle attività legate allo sfruttamento della concessione Gorgoglione». L’attività di realizzazione delle opere necessarie all’inizio delle estrazioni «ben potrà essere proseguita dalle società contitolari della concessione», e peraltro le opere «sono appena iniziate con i lavori di sbancamento dell'area, e non si ravvisano allo stato rilevanti ripercussioni sull’occupazione». Il provvedimento è composto di circa cinquecento pagine, in cui il giudice ripercorre gli atti dell’inchie sta del pm Henry John Woodcock, e le responsabilità di un ente, la Total, ben distinto dagli altri attori di questa vicenda. Per capirsi: una persona giuridica è pur sempre una persona, e la legge chiarisce che non può diventare il paravento per personaggi interessati che vogliono restare anonimi, perciò si colpisce l’ente, o la società, per arrivare proprio a quelli che di certe malversazioni, come in questo caso, traggono profitto normalmente alla fine dell’anno, quando in assemblea, soprattutto per i soci di una multinazionale come la Total, generalmente vengono staccati lauti dividendi. E poteva andare peggio, se fossero state accolte del tutto le richieste dell'accusa. Il pm Woodcock infatti aveva chiesto la revoca della concessione, ma evidentemente sulla decisione del gip ha contato non poco la sentenza del Tribunale del riesame, che ha negato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere, tra gli amministratori della Total, politici e imprenditori locali. Per il resto l’inchiesta sta in piedi, anzi si ingrossa, grazie anche alle dichiarazioni rese in interrogatorio da alcuni degli indagati. Scrive il gip Rocco Pavese: «Gli illeciti avvengono a danno del libero mercato e della collettività. La possibilità di ottenere indebiti favori, in primis gli appalti pilotati, lede gravemente il principio della libera concorrenza, che è fondamento del sistema economico, e presupposto per la crescita complessiva, anche occupazionale, di un paese moderno». Riguardo alla Total: «E’ da escludere che gli indagati abbiano agito per proprio esclusivo interesse, essendo palese che i reati sono stati commessi nell’interesse e a vantaggio della società che ne ha tratto un rilevante profitto»; e più avanti: «L’enorme portata degli interessi in gioco induce a ritenere che gli indagati abbiano agito di intesa, se non nei dettagli certamente nella metodologia, con la casa madre», e che «la società abbia lucrato un risparmio nell’ordine di grandezza di almeno una decina di milioni di euro attraverso un meccanismo concussivo, in cui un ruolo essenziale è stato svolto dalla determinazione dolosamente falsa del valore », riferito all’affare dell’acquisto dei terreni per la costruzione del centro oli. Ma «il vantaggio e l’inte - resse dell’ente si riscontra anche negli episodi di corruzione ». E qui si arriva alla parte più dura: «Soltanto un’intesa stipulata, o mediata, ad alto livello politico o amministrativo può aver indotto la Total Italia, filiale di un’importante multinazionale dunque un gigante economico, a scendere a patti con gli imprenditori e i faccendieri lucani protagonisti della vicenda (figure marginali sul piano economico e sociale al cospetto di questa società). Un accordo in cui il tornaconto non può che intravedersi nella garanzia di agire senza troppi ostacoli in un ambiente che altrimenti le sarebbe stato ostile sul piano burocratico e amministrativo, in cambio della compiacenza da accordare ai suddetti faccendieri e imprenditori». Forse le società un cuore non ce l’hanno, ma la risposta della Total è davvero accorata: «Indignazione per questa decisione molto grave e molto pregiudizievole, che mette a rischio immediato l’impiego di oltre un centinaio di collaboratori delle imprese che lavorano sul cantiere». Poi la fiducia a tutti i collaboratori della società passati e presenti. La parola agli avvocati, davanti al Tribunale del riesame. Poi viene il turno dell’opinione pubblica. E alla fine la morale di questa vicenda dovrebbe ritornare alla politica.( F. Amato il Quotidiano della Bas.)

martedì 17 febbraio 2009

Policoro: un corpo dei vigili urbani Sgarrubbato

Ogni giorno i vigili di Policoro , timbrando il cartellino rivolgono il pensiero al famoso libro di Marcello D’Orta : speriamo che oggi me la cavo. Ormai il clima all’interno del personale è poco sereno , non solo per l' enorme mole di lavoro e la cronica mancanza di personale a cui si deve sopperire con turni massacranti , ma anche per la mancanza di mezzi per garantire il controllo del territorio.In dotazione al comando vi è una sola macchina e a volte per esigenze di servizio devono farsi prestare la malandata panda della protezione civile. Su gli altri mezzi non si fa nessuna manutenzione , sono fermi . Anche lo stesso clima tra il personale come più volte denunciato da questo blog non è dei più tranquilli. Contrasti molte volte sfociate in provvedimenti disciplinari , regolarmente contestati dai vigili e regolarmente ritirati dall’amministrazione a dimostrazione della confusione che regna , e che serve solo a esasperare gli animi. Più volte abbiamo chiesto a questa amministrazione di restituire i vigili utilizzati in altre mansioni a quello per cui sono stati assunti. Lo stesso comando del corpo è stato decapitato e depotenziato tanto che i controlli amministrativi siano del tutto inesistenti per non parlare di quelli ambientali ed edilizi. Nessun programmazione per esempio sul contrasto alla devianza giovanile ed al saccheggio dei beni pubblici , ed anche la stessa casetta del comando ubicata nel secondo piano di zona , non solo non rispetta gli standard di sicurezza ed igienicità dettati dalla 626 ma è anche abusiva. Ma come vi chiederete coloro che dovrebbero reprimere , scovare , sanzionare l’abusivismo proprio loro utilizzano una struttura abusiva? Ma la cosa più grave e che tutti sanno che è abusiva , cioè costruita senza i necessari pareri dei beni ambientali ma nessuno dico nessuno fa niente fa rilevare alle autorità tale situazione. Ma se l'autorità che dovrebbe controllare sono gli stessi vigili che la utilizzano, chi denuncia chi?
Speriamo solo che tutti noi c’è la caviamo.

lunedì 16 febbraio 2009

Policoro: 100 case popolari

La crisi finanziari , sta mettendo in difficoltà l’industria primaria di Policoro che è quella edile. Complici di questo sistema sono anche le banche , restii ad aprire mutui che oggi si possono contrarre con tassi di interesse bassi. Neanche una deflazione che ha consentito l’abbassamento dei prezzi di mercato degli immobili , riesce a vitalizzare questo settore. Un altro fattore che incide negativamente sullo sviluppo del settore e che in questi ultimi anni a Policoro si è costruito troppo , oggi abbiamo un patrimonio abitativo che non rispecchia la reale esigenza abitative. In questi dieci anni si è costruito troppo , ma soprattutto a macchia di leopardo. Quartieri nuovi , con urbanizzazioni non finite , che danno un idea disordinata di questa città. Dall’altro canto la richiesta che vi è di case viene da strati di cittadini con redditto basso o precario che per questo non sarebbe in grado di acquistare casa. Allora l’amministrazione oltre ad approvare il regolamento edilizio strumento che potrebbe servire a qualificare e delimitare meglio il perimetro urbano ed prevedere a redigere il piano d’ambito per riqualificare lo zuccherificio e rilanciare gli insediamenti turistici , dovrebbe prevedere insieme all’Ater insediamenti di edilizia Popolare . Almeno 100 case in tre anni , questo andrebbe incontro ai bisogni delle fasce deboli sempre più numerose (giovani con lavoro precario e anziani) e potrebbe contribuire a dare ossigeno alle imprese edili.

venerdì 13 febbraio 2009

TUMORI, SCORIE E PETROLIO

La vicenda dell'Itrec ci ha insegnato ormai tante cose su questa Regione.
Gli amministratori regionali rassicurano sempre su tutto, ma non mostrano mai i dati, e ci riferiamo al famoso registro tumori. sempre richiesto ai tavoli della trasparenza dalle associazioni e dai movimenti e mai illustrato dal presidente De Filippo, che ha sempre rassicurato sulle statistiche e sulla media dei tumori in Basilicata.Gli unici dati reali e inconfutabili invece sono i soldi che si spendono per fare monitoraggi che presentano invece grosse lacune (vedi gli inquinanti petroliferi non monitorati costantemente e gli inquinanti che si controllano, ma non si pubblicano, come l'idrogeno solforato, gli IPA ed i COV ), e che non portano da nessuna parte se non per giustificare l'operato delle istituzioni nei confronti dei cittadini per le attività petrolifere, le discariche e tutte le altre attività inquinanti autorizzate dalla Regione Basilicata. I monitoraggi restano un palliativo quando i limiti di emissioni italiani dell'industria petrolifera come nel caso dell'idrogeno solforato sono addirittura 6000 volte superiori a quelli dell'OMS organizzazione mondiale della sanità (0,005 ppm secondo OMS contro i 30 ppm dell'industria petrolifera italiana), o come il caso della diossina generata da inceneritori e industrie siderurgiche. I monitoraggi dell'Itrec chiesti da oltre cinque anni si riassumo in quattro numeri incrociati vecchi di oltre un anno(10/2007) sul sito della Regione Basilicata sez.tavolo della trasparenza. Poi ci sono sempre le rassicurazioni del responsabile Arpab, che, però non fa il bagno in tutti i mari e i fiumi lucani, che non beve l'acqua di tutte le dighe e che non respira l'aria di tutta la regione. All'Itrec manca ancora il piano di emergenza nucleare esterno per tutelare le popolazioni ora che entrano nel vivo le operazioni di decommissionng; non è stata mai fatta un’'indagine epidemiologica e gli incidenti classificati come malfunzionamenti non sono mancati in questi ultimi anni (vedi fossa irreversibile e condotta a mare).
.E' conclamato che chimica e radiazioni sono le principali cause ambientali scatenanti delle malattie tumorali. Controllare il grado di inquinamento per scoprire che ci ammaliamo non è il massimo. E’preferibile limitare le emissioni alla fonte con una legge regionale per gli inquinanti petroliferi, la diossina e le radiazioni ionizzanti dell’Itrec.
La curva dei tumori regionali rispetto a quella nazionale tende a salire e l'assessore alla Sanità, Antonio Potenza conferma in teleconferenza del 11.02.2009 che avremo il punto di pareggio nel 2010, ossia l'anno prossimo e magari tale limite lo si supera negli anni successivi.
Bel traguardo che si presta a raggiungere una regione agricola e turistica, dai prodotti biologici.
Bel regalo a tutti i lucani che sono andati via per mancanza di lavoro e a quelli che restano e che si ammalano, mentre a scoprirlo sono le indagini nazionali. Nella teleconferenza regionale ci ha colpito la "leggerezza" con cui si parla di queste malattie come se fossero numeri e statistiche delle indagini sui gradimenti televisivi . Sicuramente sarebbe molto istruttivo proporre un viaggio agli amministratori e politici regionali tra i malati del CROB o degli Hospice regionali dove sì tocca con mano la sofferenza di chi non avrà più un futuro e di tutti i familiari che soffrono vicini ai propri cari. Per cui fanno bene i lucani ad opporsi alle attività estrattive, alle discariche e tutte le attività inquinanti che la classe politica regionale permette di realizzare in questa regione alle lobby e multinazionali che depredano il territorio e non portano alcun beneficio alle popolazioni locali. (Trisaia No Scorie)

giovedì 12 febbraio 2009

Gratta e Vinci: Il Magnifico vince un consigliere

La corte di Nicolino il Magnifico si arricchisce , di un nuovo cortigiano che dal Pd passa alla maggioranza. Visti i tempi che corrono nulla di scandaloso , ma le voci (tutte attendibili) parlano di ulteriori Terremoti nell’opposizione. Mentre la maggioranza che sostiene il sindaco, appare sempre più granitica, la minoranza, con l’avvicinarsi delle amministrative, si sfalda. C’è molta insofferenza nel gruppo che fa capo al Consigliere Di Sanza , le varie alleanze tra ex Ds e Margherita cercano di emarginarlo, soprattutto in vista delle prossime Regionali. Certamente Antonio non è tipo di stare con le mani in mano , a questo punto non è escluso un colpo di scena clamoroso. Per le provinciale ci sono delle certezze , come la non candidatura dell’assessore uscente Franco Labriola che ritiene esaurita la sua esperienza in provincia dopo due mandati , facendo spazio a questo punto al consigliere uscente Nicolino Montesano. Questa candidatura tra l’altro è sostenuta dallo zio Fabiano ed dal capogruppo Marrese a discapito di un uomo di Antonio Di Sanza , creando un insolito asse , tutto in cambio di un futuro sostegno alle Regionali, non si capisce bene se dello stesso Labriola o del Viceré di De Filippo l’assessore Santochirico. Mentre nel centrodestra bisogna sciogliere il nodo della candidatura del consigliere di P. Castelluccio , la sua conferma aprirebbe le porte al capogruppo di An Callà , nel collegio di Policoro I , ma se venisse a mancare questa disponibilità , la candidata naturale sarebbe quella dell’attuale assessore comunale Luisa Saponara. Ma un pensierino ad una candidatura alle provinciale ci sta pensando A. Ripoli , in cambio del sostegno della lista civica capeggiata da Ierone alla lista del PDL. Questo complicherebbe le cose, e qui potrebbe entrare in gioco Lopatriello , sostenendo questa proposta , anche perché non vede di buon occhio un ulteriore rafforzamento del PDL, avendolo questi escluso da qualsiasi discorso di valorizzazione del suo ruolo , negli assetti regionali del costituente partito . Come tutte le prime donne il Magnifico o gli si da un ruolo di primo piano , o non siede mai nelle seconde file.La Sinistra Radicale , è presa tutta da un discorso interno , se seguire Vendola nel neonato MPS o continuare l’esperienza in rifondazione , rafforzando l’area della mozione Vendoliana nel partito. Scelta non di poco conto , in considerazione che il circolo di Policoro esprime il segretario provinciale, nodo che sarà sciolto oggi in una riunione di area che si terrà nella sala parrocchiale in p.zza Heraclea , solo dopo si potrà parlare di candidature. E mentre tutti noi siamo presi con questi discorsi , la crisi sta attanagliando le famiglie , il lavoro manca e il futuro sembra sempre più incerto , ci chiediamo con amarezza quanti avranno voglia di andare a Votare?

martedì 10 febbraio 2009

Comune di Policoro: 900 mila Euro in favore dei giovani. Sarà vero?

A noi qualche dubbio viene nel leggere la disponibilità di tutte queste somme , anche se non siamo riusciti a capire da dove si reperiranno tale risorse. Ma si sa noi siamo brutti sporchi e comunisti quindi anche un po' tarati , bisogna confidare nelle capacità di Nicolino il Magnifico. Chiederemo all'amministrazione di farci sapere e di pubblicare sul sito del comune sia le linee guida decise dalla maggioranza sia i criteri, Subito ci attrezzeremo di modulistica e a nostre spese faremo i manifesti affinché tutti facciano le domande per poter usufruire di queste importanti risorse.E non dicano più che siamo di parte faziosi ecc... , noi gli crediamo sulla parola, sentendoci ancora bambini e come tutti i bimbi del mondo crediamo alle favole. Nel frattempo che questi impegni da paese della cuccagna di cui è diventata Policoro si realizzino non possiamo far altro che gridare Viva il Magnifico.
Pubblichiamo il comunicato stampa del comune con cui ci informa degli interventi previsti a sostegno dei giovani nel Bilancio 2009
Così come promesso in campagna elettorale, l’amministrazione comunale della città Jonica sta per porre in essere una serie di iniziative a favore dei giovani. Nella giornata di ieri , il gruppo di maggioranza ha tracciato le linee guida alle quali gli uffici preposti dovranno attenersi per la elaborazione dei necessari regolamenti da tramutare in avvisi pubblici . Il sindaco Lopatriello ha ribadito che la rapida approvazione del bilancio di previsione, ricordiamo avvenuta il 05 gennaio , quindi fra i primi comuni d’Italia, le scelte strategiche attuate, consentono ora di dare concretezza al contratto sottoscritto con gli elettori nella passata tornata amministrativa. I provvedimenti, una volta predisposti ed approvati dalla giunta comunale , saranno cinque e di volta in volta verranno illustrati alla stampa ed ai cittadini al fine di consentirne la massima conoscenza . “E’ questa, ha detto il Sindaco una azione di welfare che pochi comuni in Italia e soprattutto nel meridione possono permettersi, vista la congiuntura negativa che stiamo attraversando a livello mondiale, noi abbiamo voluto dare un segnale che nei prossimi anni sarà da noi accresciuto e migliorato nonché storicizzato in termini di spesa.” Nello specifico gli interventi saranno indirizzati alla concessione:
1) di somme agli studenti universitari che iscritti con profitto e ritenuti idonei alle borse di studio presso i vari atenei non risultano vincitori, nella misura di 1.000 euro per anno;
2) istituzione di un fondo per i giovani laureati che fanno tirocinio presso gli studi di Policoro ;
3) Rimborso delle spese sostenute per la stesura delle tesi di lauree nella misura di 300 euro per studente;
4) Apertura , di una linea di credito con interessi a carico del comune ,a favore delle imprese che operano sul territorio comunale per la assunzione a tempo indeterminato di giovani di Policoro disoccupati, a condizione che le aziende non abbiano effettuato riduzione di personale negli ultimi 12 mesi . La linea di credito è prevista in 20.000 euro per ogni soggetto assunto. Il comune potrà coprire per l’esercizio 2009 una massa crediti per oltre 400.000 euro.
5) Messa a disposizione dei giovani Policoresi inoccupati di linee di credito fino ad un massimo di euro 30.000 per ogni iniziativa, proposta e tendente a creare una attività lavorativa autonoma, con pagamento degli interessi passivi e delle relative polizze a garanzia a carico del comune per cinque anni. Per questo primo anno il comune potrà coprire somme concesse a credito per un massimo globale di 500.000 euro.
E’ ovvio che per poter accedere ai benefici saranno attuati dei piccoli e semplici sbarramenti , il più importante, per studenti, praticanti e soggetti che intendono avviare attività di impresa, è quello di avere la residenza nella città di Policoro da almeno tre anni. Tale limite non avrà effetto alcuno nei confronti delle imprese che invece assumono sul territorio giovani di Policoro. “ Il Sindaco , nel chiudere l’incontro ha invitato i consiglieri comunali ad essere orgogliosi di questo provvedimento che farà storia non solo a Policoro, poi sorridendo ha detto, se altri faranno meglio con grande umiltà cercheremo di imparare”
Dalla Segreteria del Sindaco Giuseppe Montano


domenica 8 febbraio 2009

Basilicata: Tumori in cambio dello 0,6 della ricchezza estratta

Circa un mese fa il Financial Times, uno dei quotidiani di finanza e di affari piu' importanti del mondo pubblico' un articolo sugli scempi ENI in Val D'Agri.Mentre in altre parti del mondo le raffinerie e le estrazioni di petrolio si fanno in posti disabitati, come i deserti del medio oriente e le lande desolate ed artiche della Russia, l'ENI decide di trivellare la Val D'Agri dove invece ci sono persone, parchi, agricoltura. A Viggiano c'era la vita prima di loro.Il reporter inglese parla di una puzza acre di zolfo che invade la citta' e che sara' destinata ad aumentare perche' ora, oltre all'ENI ci sono anche la Total, la Shell e la Exxon Mobil tutte li pronte ad incrementare il quantitativo estratto di petrolio amaro che si estrae in Basilicata e a regalarle altra miseria umana e materiale. Il Financial Times, come tutti gli altri organi di stampa che si sono occupati di questo tema, parla di inquinamento, di perdita di posti di lavoro, e di un sacrificio enorme che la Basilicata ha pagato per il petrolio senza che nessuna di queste ditte abbia mai davvero fatto nulla per la regione e per amore di questa regione.Il medico di Viggano, Pino Enrico Laveglia ha portato l'ENI in causa perche' i fumi tossici del 'centro oli' ha portato infezioni respiratorie e a tumori alla gente. Questo dopo solo DIECI anni dall'insediamento ENI. Dice che un tempo in Val d'Agri non c'era mai la nebbia. Adesso invece c'e' una fitta coltre di smog blu tuttii giorni.L'ENI paga il 4% di royalties al governo (in Venezuela siamo all'85%! In Norvegia all'80%.) Di questi soldi il 15% va ai governi locali. Dunque, alla Basilicata spetta in totale lo 0.6% della ricchezza estratta. Tumori alla gente in cambio dello 0.6% della ricchezza estratta. Un affarone.Nonostante la comparsa di un parco nazionale, i distinti signori ENI che nel tempo libero organizzano serate a teatro e ci educano all'arte moderna, hanno ben pensato di mettere una decina di pozzi petroliferi DENTRO il parco e molti di piu' immediatamente fuori. Ma a cosa serve un parco allora? L'intelligente ministro Presitgiacomo dal canto suo, invece di protestare e di fare il suo lavoro che in teoria e' di DIFENDERE L'AMBIENTE, ha ben pensato di sostiuire il responsabile regionale del parco con uno 'yes man' di sua fiducia.Il governo centrale, recita ancora il giornalista ingelese, si appresta anche a varare leggi contro la difesa locale del territorio, spalancando le porte all' opera petrolifera. E poi ci sono una manciata di accademici negazionisti e con le bende agli occhi che dice che ''si emigra in tutto il sud Italia'', e che i tumori non sono da attribuirsi alle estrazioni e alle lavorazioni petrolifere.Si, sara' stato il mago Zurli' a portarli! Ora si parla anche di creare una stazione per i rifiuti tossici nucleari in Basilicata e magari di metterci anche un impianto nucleare. La follia dell'ignoranza non ha limiti. Lucani adesso e' il tempo di agire, e non dopo quando ci ritroveremo le trivelle dappertutto.La canzone si ripete sempre: si inizia con poco e si finisce con l'invasione capillare di scempi sul terreno. L'ENI e tutta l'industria petrolifera non ha vergogna di nulla e dice bugie a cui loro stessi credono.Claudio Descalzi, il capo dell'Assomineraria dice che ci vogliono tempi decisonali brevi. Bene, La Basilicata deve essere chiara, breve e sintetica dicendo : NOI QUI NON VI VOGLIAMO. Come direbbero gli Americani, take your losses and get out of here. (Fonte The Financial Times, OLA Dorsogna blog )

sabato 7 febbraio 2009

Eluana: Vendola, un atto contrario al diritto

Bari, 6 feb. - “Questa contesa sul corpo di Eluana, questa crociata che non risparmia alcuno strumento di propaganda, sta andando oltre il comune sentimento della decenza. Il Decreto del Consiglio dei Ministri e’ un atto contrario al diritto”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che parla di “un gesto di plateale insubordinazione verso il Capo dello Stato che con fermezza aveva richiamato i principi della nostra Costituzione, e’ una esibizione di arroganza ideologica”. “Turba e addolora la violenza che viene esercitata nei confronti di una persona usata come simbolo improprio di lotta politica” conclude Vendola. “Turba e addolora il chiasso ingombrante che occupa una scena in cui sarebbe piu’ appropriato immaginare pensieri delicati, parole rispettose, e magari i toni bassi dell’umana pieta’”.(AGI)

venerdì 6 febbraio 2009

Casta lucana. La questione morale sta affondando la Basilicata

I 113 faldoni e i 33 indagati dell'inchiesta giudiziaria Toghe lucane. Oppure il miliardo di barili di petrolio nella pancia della Basilicata che sono l'8 per cento del fabbisogno nazionale. O la stupefacente longevità della classe politica lucana: sei deputati, sette senatori di destra e di sinistra che fanno politica da sempre, il senatore a vita Emilio Colombo, l'onorevole Salvatore Margiotta, Romualdo Coviello, quasi tradizioni di famiglia con un'unica sorgente di vita: la Democrazia cristiana. Possiamo partire da qui, da queste tre caselle per raccontare il grande gioco d'affari, il Monopoli della Lucania che oggi diventa, con il caso Napoli e quello Abruzzo, una delle tre lame che si conficcano nella carne viva del Pd sotto il nome questione morale. Il fatto è che fuori dai confini di questa regione non ti aspetti che il Texas d'Italia, che tutti ci invidiano, possa essere quasi l'origine della questione morale. «Una regione di qualità e un territorio d'eccellenza», è scritto nel timbro della Regione. Balle, tutte rigorosamente balle. Peggio: affermazioni che «fanno venire l'orticaria» a un sacco di gente. Don Marcello Cozzi, responsabile dell'associazione Libera ha affidato la sua rabbia alle 458 pagine del libro «Quando la mafia non esiste-malaffare e affari della mala in Basilicata», cinque edizioni tutte esaurite da maggio, una nuova Gomorra scritta da un prete lucano per nulla amato tra i notabili della città ma invitato dagli emigrati a Berlino e a Innsbruch per parlare del suo libro. L'economista Nino D'Agostino alza la voce se appena dici «Basilicata isola felice»: «E' la più grande mistificazione organizzata dal ceto politico italiano». La Lucania è di per sé «una questione morale». Anzi, è il paradigma della questione morale che sta travolgendo il Pd. Al palazzo di Giustizia di Potenza il pm John Henry Woodcock e il gip Rocco Pavese continuano gli interrogatori dei dieci arrestati per le tangenti alla Total, multinazionale che sta trivellando nel giacimento di Tempa Rossa. L'inchiesta è figlia di un'altra indagine, quelle Toghe Lucane (33 indagati tra politici, amministratori, magistrati e investigatori tra cui Luisa Fasano, moglie dell'onorevole Margiotta) per cui è stato chiesto il giudizio per una sfilza di reati, dall'associazione a delinquere alla corruzione passando per la turbativa d'asta e il peculato. Raccontano, i 113 faldoni di Toghe lucane, il comitato d'affari che, secondo il pm De Magistris, in Lucania ma non solo aveva mani e faceva affari ovunque: se c'era un reato il magistrato nascondeva, il poliziotto avvisava l'indagato, il politico di destra e di sinistra continuava a fare pastette. Tutti insieme allegramente, per anni, e che nessuno disturbi il manovratore. Finché arriva il pm Woodcock che già un bello scossone al sistema lucano l'aveva dato nel 1994 con un'altra inchiesta chiamata Iena 2. C'è un giro vorticoso, in queste faccende giudiziarie, di indagati che diventano difensori e poi magari senatori o deputati. Nicola Buccico, ad esempio, ex del Csm in quota An, è indagato in Toghe lucane ma oggi anche difensore dell'imprenditore Ferrara, presunto motore delle tangenti Total nonché sindaco di Matera. Filippo Bubbico, diessino di razza, è indagato in Toghe Lucane ma anche senatore del Pd. Luisa Fasano, ex capo della mobile di Potenza, è indagata in Toghe Lucane ed è moglie di Margiotta (nella foto) indagato per le tangenti Total: Woodcock ne ha chiesto l'arresto, la Camera ha detto no. C'è poi, anche Vito De Filippo, Pd, ex Margherita, presidente della Regione indagato prima e adesso di nuovo per le tangenti Total anche se per reati accessori. Giovedì in consiglio ha avuto una specie di crisi di nervi: «Basta, non ce la faccio più questo è un complotto». Sembrava volesse dimettersi. Sembrava. E dire che ha tutta la giunta dimissionaria di fronte alle fabbriche chiuse e ai migliaia senza lavoro. Il gioco di ruolo, controllori che diventano controllati e viceversa, potrebbe andare avanti a lungo. Il paese è piccolo, si dirà. Sbatte il pugno sul tavolo del bar del Grande Albergo Nino D'Agostino. «Quello lucano - dice - è un grande sistema blindato di corruzione». La diagnosi è spietata: «In 60 anni non c'è mai stato ricambio di ceto politico e gli assessori regionali sono anche funzionari della Regione. Tutto ruota intorno alle clientele per cui non conviene a nessuno restare fuori e quindi denunciare. Qui il clientelismo si è evoluto in affarismo per cui non basta più trovare lavoro al figlio di chi te lo chiede e poi ti porta i voti ma tutto questo deve anche produrre grandi affari possibilmente per pochi». La corruzione non è solo tangenti, insiste l'economista, «è anche gestire risorse pubbliche in modo clientelare per cui un sistema economico in piena recessione come quello lucano diventa l'isola felice». Modi così antichi e mimetizzati che poi rischiano di non avere sempre un rilievo penale e di trasformarsi in condanne. «Ed è per questo che bisogna pretendere dalla politica un cambio netto dei suoi protagonisti e dei loro metodi», dice don Marcello che tutti i giorni ha a che fare con clientele, promesse di lavoro in cambio di silenzio, storie di usura dove l'usuraio è il potente che neppure ti immagini. Don Marcello è andato a vedere cosa c'è dietro droga, usura, disagi. Nel suo libro racconta le mille contraddizioni di queste regione, i 200 condannati definitivi per mafia in meno di 15 anni, i morti ammazzati su cui non sono state fatte indagini, i politici indagati ma sempre al loro posto. «A chi fa comodo - si chiede - che questa terra sia raccontata come l'isola felice mentre le gente scappa in cerca di lavoro? Chi controlla - ad esempio - che non vengano fatte estrazioni in nero dai pozzi? Perché non ci sono le strade?». Scriveva Carlo Levi, che Mussolini mandò al confino nei calanchi tra Grassano e Aliano: «Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore in comprensivo». Cristo s'era fermato a Eboli. Adesso in qualche paesino della val d'Agri. Per arrivare in Lucania c'è solo una strada, il treno arranca e a volte a Salerno passa il testimone al bus. Meno male che c'è la Fiat a Melfi e la Natuzzi divani a Matera altrimenti, nonostante la ricchezza di materia prime, nessuno ha saputo creare una manifattura. Tanto si va a lavorare nel pubblico e l'agricoltura è assistita. Il turismo dà fastidio. In certi paesi non arriva l'acqua che pure viene venduta alla Puglia. E neppure il gas che qui sotto ha giacimenti enormi. E lo chiamano Texas d'Italia. La Lucania saudita. ( articolo di Luisa Fusano)

giovedì 5 febbraio 2009

Rifiuti nucleari, inchiesta al bivio


. È al bivio l’inchie sta “Nucleare connection” e re d i t at a nel giugno 2007 dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Potenza Francesco Basentini. Inchiesta aperta addirittura nel 1994 dall’allora procuratore della Repubblica di Matera, Nicola Maria Pace. Il pm Basentini dovrà decidere cosa fare dei corposi faldoni: chiedere l’archiviazione pertutte od in parte le ipotesi di reato a carico delle undici persone (otto ex direttori del centro Enea della Trisaia e tre esponenti della 'ndrangheta) raggiunte, sinora, da altrettanti avvisi di garanzia o chiudere le indagini con la contestuale richiesta di undici rinvii a giudizio o di una ulteriore proroga delle indagini. . Tra questi, la vicenda dei bidoni seppelliti nel fosso Lavandaio, a Pisticci. Il magistrato aspettava le perizie tecniche sulla consistenza dei rifiuti. Perizie che hanno dimostrato l’assenza totale di radioattività tanto che tutti quei materialisono stati già inceneriti nell’im - pianto della Fenice, a Melfi. Insomma, i bidoni di Lavandaio non sono quelli di cui ha parlato, nel suo memoriale sull'Espresso del 9 giugno 2005, il pentito Francesco Fonti, anche lui tra gli indagati. Fonti, con dovizia di particolari, indicò un’area della provincia di Matera, tra Pisticci e Ferrandina, “Costa della Cretagna”, come il luogo in cui negli anni 1986 - 1987, in base ad un accordo segreto tra pezzi deviati di Stato e 'mafia calabresi furono seppelliti fusti di scorie nucleari provenienti
dall’impianto Itrec della Trisaia. Lo stesso Fonti scrisse di uno smaltimento illecito di scorie anche in Somalia, in particolare negli scavi della strada tra Garoe e Bosaso, realizzata dall’Italia nell’ambito degli aiuti internazionali prestati al Paese africano. Proprio la strada su cui indagavano la giornalista del TG3 Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin quando caddero vittime di un attentato a Mogadiscio, il 20 marzo 1994. Delle scorie che sarebbero state seppellite in Basilicata, però, nonostante le ricerche, non s'è trovata traccia. Tra le ipotesi direato a carico degli indagati, tuttavia,oltre all’illecito smaltimento di rifiuti radioattivi, vi sono anche la produzione clandestina di plutonio, la violazione dei regolamenti per la custodia di materiali atomici, il traffico di sostanze nucleari che sono assimilabili alle armi. In particolare, il plutonio che sarebbe stato prodotto negli studi sul riprocessamento di barre del ciclo uranio-torio condotti nell’Itrec, evenienza sempre negata dai tecnici e manager dell’Enea, sarebbe stato ceduto all’Iraq di Saddam Hussein con cui l’Occidente, negli anni ‘80, aveva buoni rapporti di cooperazione. Da qui l’interesse anche internazionale sull'inchiesta condotta dal pm Basentini.( F.Mele)

martedì 3 febbraio 2009

Policoro : 2° arresto per Ferrara

Policoro-L'imprenditore Francesco Rocco Ferrara, di 45 anni – uno dei principali indagati nell’inchiesta Total su tangenti e petrolio in Basilicata – è stato arrestato di nuovo oggi dalla squadra mobile della Questura di Potenza con l'accusa di ricettazione, perché quando fu arrestato la prima volta, il 16 dicembre scorso, fu trovato in possesso di oltre 150 pagine con le trascrizioni di intercettazioni ambientali che lo riguardavano. La nuova detenzione in carcere dell’indagato è stata chiesta dal pm potentino Henry John Woodcock e disposta dal gip Rocco Pavese. Ferrara è stato trasferito nel carcere di Potenza dalla sua abitazione di Policoro (Matera), dove si trovava agli arresti domiciliari dalla fine del 2008, per decisione del Tribunale del riesame. Al momento del primo arresto, l’imprenditore fu trovato in possesso di un testo secretato e «illecitamente trafugato» relativo alle intercettazioni ambientali disposte sul suo conto, sostiene il gip, secondo il quale Ferrara «dispone di entrature ad alto livello». L’uomo – secondo l’accusa – avrebbe avuto contatti con personale in servizio negli uffici giudiziari e nelle forze dell’ordine, come è emerso da colloqui, intercettati, con la moglie e alcuni suoi collaboratori. Nel 2007, inoltre – sempre secondo quanto emerso durante le indagini - Ferrara seppe di essere indagato e ascoltato al telefono alcune settimane dopo l’inizio delle intercettazioni stesse a suo carico. Nell’ambito della stessa indagine, oggi personale della squadra mobile di Potenza e carabinieri per la tutela dell’ambiente hanno eseguito una decina di perquisizioni personali e domiciliari alla ricerca di una presunta «contabilità informatica delle tangenti» pagate da Ferrara, che sarebbe emersa durante l’attività investigativa. Tra i destinatari dei provvedimenti di perquisizione, figura l'amministratore delegato della Total Italia 'esplorazione e produzionè Lionel Levha, arrestato lo scorso 16 dicembre e tuttora indagato. E', inoltre, attesa per i prossimi giorni la decisione del gip Pavese sulla richiesta di misura interdittiva nei riguardi della Total fatta dal pm Woodcock di sospensione per due mesi delle attività estrattive svolte in Basilicata della società. (Gazz. del Mezzogiorno)

domenica 1 febbraio 2009

APERTURA ANNO GIUDIZIARIO A POTENZA: Presenti tutti gli indagati....

Apertura dell’anno giudiziario nel distretto di Potenza, che significa anche Matera, Melfi e Lagonegro; in pratica tutta la Basilicata. Il clima è fintamente disteso. Il Presidente della Corte d’Appello, Ferrara, svolge la sua relazione. Una tranquilla disamina di ciò che non va (molto) e di quello che funziona bene (pochissimo). Si è recuperata la serenità, dice, dobbiamo credergli (?) Non un cenno all’inchiesta “Toghe Lucane” che ha squassato il “suo” distretto giudiziario. Tre o quattro toghe rosse alla sua sinistra c’è il Dr. Iannuzzi, testimone e parte offesa nel procedimento “toghe lucane”. Quattro toghe alla sua destra ci sono S.E. il Dr. Vincenzo Tufano (Procuratore Generale) e Gaetano Bonomi (Sostituto Procuratore Generale) che hanno denunciato Iannuzzi per le dichiarazioni rese quale persona informata dei fatti al Dr. De Magistris (ex) PM in “toghe lucane”, dove i due sono indagati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Di fronte al Dr. Ferrara, in prima fila, siede il senatore Filippo Bubbico indagato con Tufano e Bonomi per il medesimo reato e per qualche altra ipotesi criminosa ai danni dello Stato. Al fianco di Bubbico siede Vito de Filippo, Presidente della Giunta Regionale, indagato con Bubbico, Tufano e Bonomi. Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, l’accusa per De Filippo. Di fronte a S.E. Ferrara, gli alti gradi dell’Arma dei Carabinieri di Basilicata. Rappresentano l’istituzione (forse) più amata dai cittadini i cui vertici (Gen. Massimo Cetola, Gen. Emanuele Garelli, col. Nicola Improta e col. Pietro Polignano) sono indagati con Tufano, Bonomi, Bubbico, De Filippo per aver tentato di costringere alcuni ufficiali dei carabinieri loro subalterni a mentire e ritrattare testimonianze rese davanti al procuratore capo di Potenza (all’epoca) Dr. Giuseppe Galante. Poco più dietro i carabinieri, siede Giuseppe Chieco, Procuratore Capo di Matera. Anche lui è indagato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari in buona compagnia con Tufano, Bonomi, Bubbico, De Filippo, Cetola, Garelli, Improta e Polignano. Sulla destra di Ferrara, a mezza sala, siede Emilio Nicola Buccico, sindaco di Matera, già senatore, già membro del Consiglio Superiore della Magistratura, già “strenuo difensore della legalità” come scrisse di lui la Suprema Corte di Cassazione. Anche Buccico è indagato in “toghe lucane” di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. In ultima fila, in piedi, l’avvocato Giuseppe Labriola, già presidente dell’ordine forense di Matera, già iscritto nella “lista Cordova” dei massoni lucani. Stesso procedimento e medesime ipotesi di reato del suo “maestro” (così lo definì in una intervista giornalistica) Emilio Nicola Buccico. Ecco, questa era una parte consistente della platea e dello stesso palco da cui parlava Ferrara. E nulla ha detto di un’inchiesta che ha stravolto l’intero mondo giudiziario lucano, circondato com’era dagli indagati. Altrettanto surreale l’atmosfera in cui ha parlato il PG Tufano. “Tutto si sta aggiustando”, dice ad un certo punto e non si capisce cosa intenda. A noi risulta, per esempio, che il sequestro del cantiere Marinagri, atto dell’inchiesta “Toghe Lucane” sia stato confermato in tutti i gradi di giudizio, Cassazione compresa. Ma oggi (31.01.2009) non si parla di fatti, né di atti concreti, né di persone o di magistrati sospettati di gravissimi reati. Oggi si parla di opinioni, ognuno esprime la sua come se si parlasse di punto a croce, qualcosa di mille miglia lontano dal mondo giudiziario lucano. Quello che si dice nell’aula Grippo è una via di mezzo fra una uggiosa giornata londinese ed una novella di Pirandello. Per qualche attimo viene il dubbio di essere su un pianeta extra-solare. E Tufano esprime le sue di opinioni, peraltro reiterate nel tempo. Lo dice egli stesso che sono quattro anni che va ripetendo le stesse cose. Come se nulla fosse accaduto. Come se in quattro anni non fosse cambiato il patrimonio di conoscenze sui magistrati e sui delinquenti dal colletto bianco. Come se non si trovasse a parlare dello stato dell’amministrazione della giustizia in Basilicata in un aula con una decina di suoi sospetti correi in associazione per delinquere per corruzione in atti giudiziari. Come se non fosse inchiodato da telefonate e testimonianze inequivocabili che lo accusano di essere l’organizzatore di un’opera sistematica tesa a delegittimare i suoi stessi sostituti procuratori. S’intercetta troppo, lascia intendere. Colpa di alcuni sostituti, dice. Come se le intercettazioni le disponessero i sostituti che, invece, si limitano a chiederne l’autorizzazione al Gip. Bisognerebbe limitare l’uso di questo strumento perché, tra l’altro, costa troppo. E cosa taglierebbe, l’Eccellenza Ill.ma Dr. Tufano? Non lo dice. Quali sono le intercettazioni di troppo? Forse quelle di Bonomi che parla col generale tale e chiede di convincere il tenente tal’altro a spergiurare? Oppure quelle del generale Sempronio che informa di aver trasferito il tenente Caio “così impara, la prossima volta, chi comanda”? Non entra nel particolare S.E. il Dr. Tufano. Per lui le intercettazioni si misurano a chili. Un chilo è troppo, mezzo chilo va bene. Cosa ci sia dentro non importa, anzi, importa che non si sappia. Attenzione, bisogna scoprire e punire chi divulga le conversazioni telefoniche e, soprattutto, impegnarsi a scoprire chi le rivela. Non importa il loro contenuto, non rileva se vengono pubblicate quando il segreto istruttorio è cessato. Nemmeno ci si pone il problema se si tratta di fatti di specifico interesse pubblico. La Basilicata è ridotta ad un cumulo di sofferenza e precarietà, ma l’immoralità dei politici che pretendono di gestire orti ed orticelli clientelari non si deve conoscere. Le intercettazioni non si devono conoscere, punto e basta. La sua relazione finisce con fragorosi applausi. Buccico è scatenato, batte rapidamente le mani enormi, gli trema la pancia prominente. Per forza, buona parte del pubblico erano suoi correi, in ipotesi, solo in ipotesi. Stessa situazione (identica) presso la Corte d'Appello di Catanzaro. Iannelli, PG trasferito per aver firmato un atto eversivo (sequestro delle presunte prove a suo carico), è stato applaudito dai magistrati presenti. Ecco cosa rappresenta la toga rossa che tutti indossano, è la vergogna per la codardia di chi oppone un vile silenzio alla roboante tracotanza di questi nemici della costituzione. "Roma di travertino, vestita di cartone, saluta l'imbianchino, futuro suo padrone". Trilussa si sbagliò, sbagliano anche coloro che non riescono nemmeno a mantenere le braccia conserte. Per ora! (N.Picenna)