sabato 30 maggio 2009

Bubbico sapeva del deposito nucleare a Scanzano

Brano Tratto dal giornale Il Resto
Lucani, popolo lucano, ammesso che ce ne fosse bisogno, abbiamo avuto la conferma: per Bubbico e tutta la cosiddetta “classe dirigente” della nostra regione (quei 16 o diciassette giannizzeri che fanno e disfano a loro piacimento e sulla nostra pelle) siete una massa di pirla (dicono a Milano, non potendo riferire quello che diremmo qui da noi). Ve lo ricordate il “generale Bubbico”? Avete in mente le frasi roboanti e la figura intrepida che si mise alla testa dei centomila lucani per difenderli dal Governo Berlusconi che aveva deciso di concentrare in quel di Scanzano Jonico, nelle miniere di salgemma, il deposito unico delle scorie nucleari di tutta l'Italia? Come dimenticare quei tempi epici. Poi, quasi immediatamente, venne fuori il ministro Carlo Giovanardi. Ma come, disse, Bubbico e tutta la classe politica lucana erano a conoscenza ed avevano persino dato l'assenso. E questa informazione era stata riferita esplicitamente e con estrema chiarezza proprio durante il Consiglio dei Ministri che aveva emanato il decreto del “Deposito Unico Nazionale”. Apriti cielo, Filippo Bubbico fece finta di cadere dalle nuvole e d'infuriarsi come chi ha sentito parlare il diavolo. Poi è storia di querele, di dichiarazioni alla stampa, quella che è nota come “tempesta mediatica”. E, come si sa, nella tempesta si perde la bussola e si confondono le parti. Di notte tutti i gatti sono grigi.Così, sino ad oggi, non era stato dato rilievo ad una circostanza, viceversa, molto importante. La querela di Bubbico è stata archiviata perché Carlo Giovanardi aveva esibito la prova documentale che a mentire era Bubbico. Caro gatto Bubbico, così adesso è chiaro anche a noi lucani, dei tuoi concittadini (e corregionali) non hai alcuna stima. Popolo bue, buono solo per votarti. Incapace di comprendere i trucchi e le astuzie del tuo fine istinto politico. Indegno di conoscere la verità e destinato ad accontentarsi di quello che il “governatore” propina. Fa niente se sono puttanate, lo diceva anche Don Milani, bisogna dire culo al culo. E questa volta Bubbico ha passato la soglia!

(Filippo De Lubac)

giovedì 28 maggio 2009

I terreni di Marinagri devono essere restituiti-Alsia con le spalle al Muro


Un parere legale del Prof. Garofalo inchioda Marinagri e la politica

L'assenza della politica ed il coraggio di Ottavio Frammartino
Sono due gli aspetti su cui è opportuno prestare attenzione prima di addentrarsi nell'esame del documento prodotto dallo studio legale “Garofalo” in seguito al mandato ricevuto dall'Alsia (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura). Il prestigioso Studio Legale pugliese, era stato chiamato in causa il 12 gennaio scorso per pronunciarsi sulla diffida stragiudiziale con cui Ottavio Frammartino, segretario del partito della Rifondazione Comunista, richiamava le responsabilità dell'Alsia circa la destinazione d'uso ed i diritti di proprietà dei terreni controllati (impropriamente) da Marinagri. Quello che balza agli occhi è che il segretario di un partito facente parte della maggioranza di governo regionale è stato costretto ad adire la strada della diffida stragiudiziale per interloquire con un ente regionale, l'Alsia appunto. E, nel caso di Frammartino, segretario di Rifondazione Comunista, non si può certo dire che non le abbia tentate tutte. Tanto ha scritto, richiesto, proposto ed opposto per quanto riguarda il villaggio “Marinagri”. L'altra considerazione preliminare è relativa ad una certa “lucanità” decadente o, forse, semplicemente addormentata. Sostituita da un pensare fatalista e rassegnato che di fronte ad una palese ingiustizia, ad un abuso sfacciato, si lascia sfuggire frasi del tipo: “che ci possiamo fare noi”; “tanto comandano sempre loro”; “quello è troppo forte, meglio far finta di niente”. Insomma, una versione aggiornata dell'arcinoto “tengo famiglia”. Si sono consumati anni e miliardi, per questa debolezza di carattere. La Basilicata è ridotta ad essere la cenerentola d'Italia a causa di questa falsa saggezza. Ma il parere dell'Avv. Garofalo, e tutto quanto ne conseguirà, segnano la fine di un alibi e l'inizio di una nuova Lucania e di un nuovo Sud. Si dimostra che non vi sono poteri così forti da potersi collocare extra-legem. Emerge che non vi è un “piccolo” destinato sempre a soccombere al “potente” che è precostituito vincente. Finalmente nessuno potrà più dire “chi me lo fa fare” senza assumersi la responsabilità dell'ignavia. Non vi sono battaglie perse in partenza, né ve ne sono d'inutili. Il mondo continuerà a dividersi in servi o, alternativamente, amici; liberi o, diversamente, assoggettati. Ma gli uni e gli altri, si riconoscono e individuano gli altri. È tutto molto chiaro, al mondo ed al nostro io.
(Nicola Piccenna)

Financial Times e Berlusconi

Conclude il Financial Times: «Che Berlusconisia sia così dominante è anche in parte colpa di una sinistra esitante, di istituzioni deboli e a volte politicizzate, di un giornalismo che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. Ma soprattutto la colpa è di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo in primo luogo per l'Italia e un esempio malefico per tutti».
Siamo combinati proprio bene...................................................................?

martedì 26 maggio 2009

Bluff dello sconto benzina


Pochi cents di sconto sulla benzina per distruggere le economie locali e la salute dei cittadini lucani

nostri parlamentari, con il recente emendamento sulle royalty, portano a casa le lenticchie e cedono in cambio il territorio e la salute dei residenti, in una regione dove una recente indagine registra il record nazionale per le malattie tumorali.
Le trovate pubblicitarie e il markenting usato per catturare gli acquirenti sulla bontà dei prodotti è stato importato dalla politica locale, al fine di circuire voti con la promessa del buon prodotto (sconto benzina), comunicazione di alta percezione che, invece, nasconde il trucco commerciale che permetterà l'estrazione petrolifera da parte delle lobby che distruggeranno tutta la Basilicata e le economie collegate senza sborsare quasi nulla. La percezione dell'iniziativa, apparentemente, di grande effetto mediatico - in prima battuta - è destinata a sgonfiarsi, mostrando i suoi lati peggiori se la analizziamo nel dettaglio. Lo sconto sulla benzina dovrebbe realizzarsi con una copertura extra del 3% delle royalty che passano dal 7 al 10%. Bazzeccole in confronto alle royalites che percepiscono in Canada che sono del 50% o in Norvegia dove le per il territorio sono addirittura dell’80%.
La benzina a prezzo ridotto si basa su riduzione delle accise, ossia delle tasse che il Governo pone sul litro di carburante e sulla produzione di idrocarburi regionale, che terminerà nel medio periodo (in media altri 10 anni). La benzina con prezzo ridotto, quindi, non sarà corrisposta per l'eternità, ma avrà un termine legato all'esaurimento del combustibile fossile che dovrà essere estratto sempre in maggiori quantità per mantenere lo sconto. Nella Basilicata che vive di agricoltura, però, la riduzione delle accise c'é già per le attività agricole e per la pesca. Quindi, la categoria che traina l'economia regionale non potrà beneficiarne. Le imprese industriali (ormai sono tutte chiuse o in cassa integrazione) avranno poco ristoro e figuriamoci se per pochi spiccioli altre imprese verranno in Basilicata. I privati che percorrono in media 20000 Km/anno con una vettura economica che fa 15Km/lt (ammesso che si toglieranno 10 cents/lt) avranno un risparmio medio che non arriverà neanche ai 130 euro/anno a famiglia. Parte della popolazione lucana (pari a 125.000 abitanti) è sui 65 anni, difficilmente percorre Km e non usufruirà dello sconto. Per il gas abbiamo già visto che la platea di chi usufruisce degli sconti regionali è molto limitata e di nuovo sono proprio escluse le aziende agricole (le più penalizzate dall’inquinamento petrolifero).
Ben poca cosa in confronto agli 80 cents su un dollaro sul valore delle estrazioni che già dal 2000 percepisce il territorio dell’Alaska e dei suoi abitanti che hanno un reddito pro capite grazie alle sovvenzioni del petrolio medio di 64.000 dollari/anno, pari a 50.000 euro/anno attuali, mentre prima erano i popoli a più basso reddito dell’America.
In Alaska le estrazioni petrolifere al contrario della Basilicata sono monitorate costantemente dalle istituzioni per tutti gli inquinanti e i livelli di emissioni e di inquinamento sono 6000 volte inferiori a quelle italiane (vedi idrogeno solforato da 0,005 ppm in America - secondo - l’OMS a 30 ppm in Italia per l’industria petrolifera). Negli Stati uniti inoltre è proibito trivellare vicino ai bacini idrici, ai centri abitati ed è vietato estrarre petrolio nei parchi e vicino alle coste.
Lo sconto sulla benzina ha un prezzo da pagare:
Abbiamo già perso i fondi Obbiettivo 1 per il PIL drogato dal petrolio (stimati in circa 350 mil.euro).
Danni ambientali, danni alle economie locali, danni alle acque, costi sociali per la salute e per lo spopolamento del territorio che non potrà più autosostenersi per le misure federaliste messe in atto perchè a petrolio estratto le economie locali saranno distrutte.
L'inquinamento delle acque, del suolo, del mare e dell'aria distrugge le economie locali come l'agricoltura e il turismo. Nel solo Metapontino ci sono 10.000 addetti in agricoltura (che non hanno chiuso per cassa integrazione come fa la Fiat di Melfi). L'agricoltura in Val d'Agri sta scomparendo per far posto all'inquinamento, dove sono finite le mele della Val d'Agri che riempivano gli ipermercati di Bologna e dove finiranno i fagioli di Sarconi (ossia il cosiddetto caviale delle leguminose)? L'acqua che soddisfa due regioni, quanto vale? E le persone che si ammalano e che devono affrontare i viaggi della speranza per i quali non bastano i mutui ipotecari?
E quali sono i costi sociali che dovrà sostenere la comunità in termini di monitoraggi e controlli ambientali? E quelli legati alle cure mediche negli ospedali, i servizi e all'assistenza a seguito dell'esponenziale aumento di tumori in Basilicata che porta la regione ai primi posti in Italia come una recente indagine conferma?
Spopolamento della regione: Normalmente tra vent'anni se si mantengono le statistiche attuali i 593.00 abitanti della Basilicata diventeranno 388.000, considerando i 12500 abitanti ultra 65 che non ci saranno più e i 4000 che in 20 anni diventeranno 80000 (593.000-125.000-80.000=388.000). Con l'aggravio che dei 388.000 i 2/3, pari a circa 260000 persone, saranno nella categoria degli ultra 60enni (ossia una regione di vecchi). Se il processo è accelerato dalla distruzione delle economie locali, provocato dall’inquinamento la popolazione potrebbe ridursi addirittura in 10-15 anni e non più in venti come prospettato.
Chi ci guadagna realmente:
La lobby petrolifera (politica-imprese) per continuare a trivellare indisturbata in Basilicata, che non ha un interesse nazionale come qualcuno vuol farci credere, ma esclusivamente societario collegato alle Srl e alle Spa nazionali ed internazionali (Shell, Total, Eni ecc.). La classe politica lucana bipartisan per mantenere il proprio status (visto che non avrà più fondi perché il federalismo gli taglierà le entrate). Gli industriali dei rifiuti che vogliono fare altri businnes in Basilicata con i rifiuti petroliferi e i rifiuti tossici provenienti da fuori regione. Chi pensa che la Basilicata sia un territorio da sfruttare e non valorizzare.

lunedì 25 maggio 2009

La costa Jonica bandisce gli zingari


P O L I C O R O. «Non volevo finire sulla prima pagina della Gazzetta ma il problema è che i nomadi avevano occupato Largo Dioniso non rispettando nessuna regola igienico – sanitaria. E tanti cittadini avevano protestato. Così, sono andato a vedere di persona». Nicola Lopatriello (centrodestra), primo cittadino della città jonica, ieri era nel suo studio di commercialista a lavorare. Non si aspettava tanto clamore per il suo «foglio di via» ad un gruppo di zingari italiani che avevano messo su il loro campo sul lungomare. Il sindaco è stato prodigo nel raccontare l’accaduto: «Quando sono arrivato non ci ho visto più. Una ventina tra auto di grossa cilindrata e roulotte erano sistemate nel piazzale il cui accesso era impedito da una corda con su stesi indumenti al sole ad asciugare. E non c’erano solo uomini, donne e bambini, ma anche in bel numero di animali da cortile. Galline, per la precisione. E sporcizia dappertutto. Noi abbiamo rispetto per loro ma loro debbono avere rispetto per noi. C’è stato un alterco. Ed io ho avvisato quelle persone che dopo poche ore avrebbero dovuto andar via. E, così è stato grazie ai vigili urbani, ai carabinieri, alla Polizia di Stato. In fondo, erano scaduti anche i termini per la loro sosta. Non si può pensare di far turismo con quelle immagini». Si può pensare, invece, ad uno spot: «Venite a Policoro, off limits dai rom»? «No. Noi destineremo un’area ai rom al più presto ma che non potrà essere assolutamente quella riservata ai camperisti». Non c’è contraddizione tra l’aver accolto i rifugiati africani sbarcati a settembre a Lampedusa e l’aver cacciato venerdì dal lido zingari italiani? «No. Non c’è contraddizione. Tutti sono accettati a Policoro ma nel rispetto delle regole. Questa è una città tollerante ma non potevamo concedere Largo Dionisoper un campo di gitani». Il «diktat» del primo cittadino, però, è stato contestato da Ottavio Frammartino, di Rifondazione comunista: «Lopatriello prima va in Romania ad invitare i rom da noi e poi, invece di attrezzare i campi per l’acco glienza, in periodo elettorale, li caccia via per avere uno spazio in prima pagina. È uno spot elettorale. Invece che spendere soldi inutili poteva attrezzare i campi per accogliere i nomadi che lui ha invitato andando direttamente, ripeto, in Romania. Strumentalizza le situazioni». Per Franco Labriola, assessore provinciale del Pd, «al primo posto c’è la regola dell’ospitalità. Se le condizioni non erano idonea andavano ricercate. Occorre attrezzare un’area apposita evitando lo spontaneismo. Occorre garantire le varie esigenze, da quelle turistiche, a quelle igienico – sanitarie, a quelle della doverosa ospitalità. Se, poi, c’è paura perché gli zingari rubano, allora diciamo che chi delinque va punito a prescindere dall’etnia cui appartiene. Non possiamo a priori etichettare una categoria di persone


sabato 23 maggio 2009

Riceviamo e pubblichiamo

Selezione Ageforma: la predica di Rosa Mastrosimone e la risposta di un gruppo di partecipanti alla selezione.
La consigliera regionale del gruppo misto – Alleanza Democratici di Centro, Rosa Mastrosimone, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta e all’Assessore regionale alla Formazione riguardante l’avviso pubblico per la selezione di personale per l’espletamento di attività formative ad opera della Provincia di Matera.
“Non fa piacere – sottolinea in premessa Mastrosimone - dover segnalare episodi che gettano una luce ‘poco gradevole’, per voler usare un eufemismo, sull’operato delle istituzioni, soprattutto quando si è impegnati nella vita pubblica e si vuole dare fiducia ai giovani che sono legati alla nostra terra ed ancora ci onorano della loro presenza. Ho seguito personalmente – riferisce la consigliera - prendendo due pratiche a campione, la presentazione della documentazione relativa alla ‘Selezione Straordinaria di figure professionali necessarie per l’attuazione di attività formative dell’Agenzia Provinciale per l’Istruzione e la Formazione professionale, l’Orientamento e l’Impiego (Ageforma)’ indetta dalla Provincia di Matera con Avviso Pubblico DGP n. 57 del 16 marzo 2009”.
“Ho verificato – continua mastrosimone - la loro piena rispondenza ai requisiti richiesti dall’Avviso in questione e la loro completezza. Tali istanze sono, invece, state escluse in quanto ritenute carenti nella documentazione, ed in particolare, della fotocopia del documento di identità che deve accompagnare la Dichiarazione Sostitutiva di Certificazione (artt. 46 e 47 D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000). Si intuisce facilmente che la questione è di particolare gravità in quanto lesiva degli interessi dei cittadini e crea fondati ‘dubbi’ sulla correttezza, la trasparenza e la legalità delle procedure di reclutamento”.
“Non possiamo permetterci – sostiene Mastrosimone - di continuare a generare sfiducia nell’animo di tanti giovani (e purtroppo anche meno giovani) ancora in cerca di un impiego consono ai requisiti maturati di essere valutati in base ad altri parametri. Ho presentato, quindi, un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta e all’Assessore alla Formazione per conoscere le misure che si intendono adottare per garantire ai cittadini che le procedure selettive avvengano sui requisiti esplicitati nell’Avviso e non su altro”.
RISPOSTA DI UN GRUPPO DI PARTECIPANTI ALL’AVVISO PUBBLICO CHE HANNO AVUTO LA COLPA DI NON AVER DIMENTICATO DI ALLEGARE UN DOCUMENTO
Non fa assolutamente piacere leggere sul quotidiano di Basilicata del 21/05/2009 un articolo che riporta l’interrogazione alla Regione Basilicata della candidata dell’Addc alla presidenza della Provincia Rosa Mastrosimone, interrogazione che per voler usare un eufemismo getta una luce “ poco gradevole” sul suo modo di fare campagna elettorale.
A tutti dispiace quando si viene esclusi da un Avviso Pubblico per un documento mancante e noi tutti siamo vicini ai malcapitati ( o sbadati ).
Ma non si comprende come la consigliera regionale abbia potuto “seguire personalmente la presentazione delle domande prendendo a campione due pratiche”,la stessa non risulta essere impiegata presso gli uffici del Protocollo della Provincia.
Se invece ha seguito la presentazione delle pratiche di due professionisti perché di sua conoscenza, dispiace molto che anche lei abbia potuto sottovalutare il fatto che allegare ad un’autocertificazione la fotocopia del documento di identità potesse avere amministrativamente grande rilevanza.
Dall’essere dispiaciuti e vicini ai malcapitati al buttare “ ombre” su di un Ente, su di una commissione a cui vanno i complimenti per come hanno svolto il loro lavoro con professionalità e competenza…ce ne vuole!!!
Forse la consigliera ( questo è un nostro consiglio ) invece di usare in modo a dir poco improprio politicamente questo incidente, insinuando “ dubbi” su chi invece ha correttamente presentato la propria domanda, farebbe bene a seguire personalmente altre istanze senza dimenticare che per convalidare un curriculum professionale occorre fare una autocertificazione valida agli effetti di legge…bastava leggere attentamente l’Avviso Pubblico ed i suoi allegati.
E’ grave anzi è gravissimo, soprattutto per chi si candida a rappresentarci nelle Istituzioni, paventare che chi ha rispettato e fatto rispettare una legge della Repubblica Italiana sia da considerare colpevole di quale reato non si comprende.

venerdì 22 maggio 2009

Mi Mancherai tanto

Caro Salvatore ,
scrivendoti e parlandoti con questo post, che tu non potrai mai leggere , in questo momento ho sentito il bisogno di liberare un po’ del mio dolore.
Te ne sei andato , in anticipo, proprio tu ritardatario cronico, l’ultimo ed entrare a scuola e l’ultimo ad uscire. Questa volta hai avuto fretta, troppo presto….., per me eri, sei un grande amico, una persona speciale, unica, un punto di riferimento, un esempio di vita , un fratello maggiore con cui confidarmi. Su di te io sapevo che potevo sempre contare. Ammiravo la tua serietà, il tuo amore per la tua famiglia, per lo sport, la tua passione civile e politica, e soprattutto lo smisurato amore che avevi per il tuo lavoro. Non eri mai banale , molte volte forse eri pesante, perché meticoloso , ma bastava poco per strapparti un sorriso , e allora si che diventavi eccezionale. Hai affrontato la tua malattia con coraggio , fino all’ultimo da uomo coraggioso che sei sempre stato, cercando di combatterla , senza mai darti per perso. Fino all’ultimo hai combattuto per difendere a denti stretti ciò che in tanti anni avevi creato, il tuo centro sportivo e la tua squadra , a cui avevi dedicato senza risparmiarti tanto tempo della tua vita preziosa , contro chi cinicamente per meschini calcoli politici aveva cercato di sottrartela , Hai vinto , lasciando a noi il compito di difenderla nel tuo nome.
Spero di incontrare e di ritrovare da oggi in poi nelle persone che si presenteranno sulla mia strada un po’ di te!!!
Ogni volta che vorrai venirmi a trovare nei miei pensieri, vieni, sia nei momenti più belli perché solo così saranno ancora più importanti, sia nei momenti più difficili perché solo così avrò la forza di affrontarli
Ti dico solo ciao e non addio, perche sono convinto che un giorno ci incontreremo e potremo ricominciare da dove ci siamo lasciati
Grazie per essere stato in questa vita, grazie per avere incrociato la tua vita con la mia.
Mi mancherai tanto…………………
Ottavio

mercoledì 20 maggio 2009

Le Gondole di Nova Siri

L’allusione a Venezia e alla sua laguna accomuna due popolazioni con gli stessi problemi. In laguna e nel Golfo di Venezia l’Eni voleva estrarre gas e petrolio .A Nova Siri, splendida cittadina turistica dello Jonio la Total vuole trivellare nella concessione Tempa la Petrosa, la Gas Plus nella concessione Policoro(ex Nova Siri) e infine l’Appennine srl nell’antistante mare Jonio Lucano. In poche parole un territorio agricolo e turistico da ridurre in un colabrodo con enormi conseguenze sull’economia locale . A Venezia esiste l’acqua alta e le trivellazioni possono generare i fenomeni di subsidenza, ossia di abbassamento del suolo fino ad anche 5/6 metri. Nel Polesine fu vietato all’Eni di trivellare perchè le trivellazioni generavano abbassamento dei suoli e degli argini dei fiumi con conseguenti alluvioni. Il governatore del Veneto Galan e La lega Nord in prima fila hanno osteggiato sin dal principio le trivellazioni in Alto Adriatico proprio perché il rischio di subsidenza dei fondali avrebbe provocato grossi problemi all’intera laguna e alla stessa Venezia che rischiava di sprofondare. Il Ministero dello Sviluppo Economico dal 2003 ad oggi sotto un simile fuoco di sbarramento ha dato quindi parere negativo a trivellare nel golfo di Venezia. A settembre del 2008 NOSCORIE e l’OLA informavano le popolazioni locali su una procedura di Via in atto nel Mar Jonio per trivellare gas / petrolio da parte della Consul Service Srl.Le organizzazioni turistiche furono le prime a mobilitarsi proprio per il rischio di veder svanire i propri investimenti e il proprio futuro per la presenza ingombrante ed inquinante delle trivelle nel mare. I comuni del Metapontino convocarono i consigli comunali e all’unanimità respinsero l’indecente attività nello Jonio. La Regione Basilicata si disse contraria a trivellare nel mare, ma oltre ai proclami non fece nessun atto deliberativo. Stessi proclami arrivarono da alcuni parlamentari, dopo di che stranamente la procedura di Via ministeriale fu annullata per carenza di documentazione. Sembrava che il rischio fosse svanito, ma nel 2009 ecco ricomparire una nuova richiesta nel lotto lucano di mare definito DR 148 (lo stesso richiesto della Consul Service Srl) dalla Appennine Srl, lotto che interessa tutti i 25 Km della costa Jonica lucana. Le società petrolifere fanno ricorso alle Srl per una questione di bilanci e soprattutto di responsabilità nei confronti dei territori e delle popolazioni locali. Dopo una serie di passaggi amministrativi con l’Appenine Srl si approderà nuovamente alla Via ministeriale con i soliti 60 giorni per fare le osservazioni da parte di Enti e popolazioni interessate. Questo significa che il Ministro dello Sviluppo Economico non ha preso in considerazione per nulla le deliberazioni delle assise dei comuni dello Jonio e sicuramente non ha trattato i lucani Jonici così come in passato ha trattato i Veneti del Golfo di Venezia. Il Golfo di Venezia è molto ampio rispetto allo Jonio lucano e se da noi non affonda Venezia sicuramente si potrebbe mettere a rischio Nova Siri, che in alcuni tratti urbani per una questione di depressione è già sotto il livello del mare come tutto il retro dunale delle bonifiche del Metapontino, dove a tutt’oggi funzionano le idrovore .O peggio ancora i rifiuti nucleari custoditi nel centro nucleare Sogin della Trisaia sistemati in fosse interrate(già oggetto di perdita radioattiva nel 2006 che fu tamponata con una barriera impermeabile), nelle piscine di stoccaggio e negli impianti Itrec. Per non parlare poi dell’erosione della costa, delle infiltrazioni salmastre nei terreni costieri e della fragilità dei fondali gia messi a dura prova dall’inquinamento dell’Ilva di Taranto. Di certo a Nova Siri non navigano le gondole ma anche i pedalò portano ricchezza al territorio. Non c’e’ la Lega nord ma ci sono tanti discendenti dei lucani che versarono fiumi di sangue per l’Unità d’Italia di Garibaldi. Non ci sono i politicanti veneti (già propensi a rifilarci il deposito di scorie nucleari nel 2003) e purtroppo esistono alcuni emendamenti del disegno di legge 1195 già passato al Senato con i voti del PDL Lucano che prevede la riapertura del nucleare( il suo finanziamento) e il passaggio dell’attuale V.I.A.(Valutazione Impatto Ambientale) regionale ad autorizzazione unica statale sulle estrazioni petrolifere in barba al federalismo votato già in Parlamento. Sicuramente Nova Siri non sarà conosciuta nel mondo come Venezia, ma è certo che un Novasirese non vale meno di un Veneziano.O i 9 centesimi sullo sconto della benzina accettati al Senato dai parlamentari lucani giustificano tutto questo?

Rettifica sull'articolo del quotidiano su Stella

Con la presente la scrivente Vincitù s.r.l. in sede in Ottaviano al Viale Elena, 12 di proprietà del Signor Saviano Vincenzo precisa di aver letto il vostro blog notizia a riguardo della scrivente non corrispondenti alla realtà in quanto la compagine sociale dal 2007 della stessa è composta dall'attuale amministratore (Vincenzo Saviano) pertanto Vi si richiede di smentire qualsiasi notizia a riguardo della scrivente società che ci vedono diffamati e danneggiati da notizie del tutto fasulle e usate per scopi politici dai quali noi siamo molto distanti.Vincenzo Saviano
Amministratore Vincitù s.r.l.

lunedì 18 maggio 2009

Intervista telefonica al Candidato Presidente Stella

Dott.re Stella cosa pensa dell'articolo del quotidiano di oggi (vedi post successivo)
E' la mistificazione della verità. Una normale vendita di una attività, ci si costruisce una storia assurda. Ho venduto una attività a prezzo di mercato a delle persone che sia allora che oggi risultano incensurate, mi sono solo preoccupato che rispettassero i livelli occupazione, perché mi stava a cuore non danneggiare i lavoratori. Pensi che ho richiesto all'acquirente anche il certificato antimafia , prima di concludere l'affare.
Ha mai ricevuto avvisi di garanzia o è stato implicato in qualche indagine.
Mai, ne oggi ne ieri , dopo trentanni di attività le questioni giudiziari non mi hanno neanche lambito, e di questo ne sono fiero. Ti dico di più, la questione morale sarà al centro della mia azione politica, il primo atto che adotterò sarà quello di recepire il codice etico Europeo
La sua militanza politica
Sono stato un democristiano , certamente alle scorse amministrative come gran parte elettori di centro della città di Matera votai Buccico , non il centrodestra ,ma l'uomo che in quel momento rappresentava la svolta dopo l'ennesima delusione di una giunta di centrosinistra.
Oggi che giudizio da di quella scelta?
Pessima, una grande delusione, basta parlare con la gente, è tutto fermo.
Come è nata la sua candidatura?
Il Pd mi ha proposto di guidare un'alleanza di centrosinistra. Ho accettato la sfida con entusiasmo, considerando che ho avuto molto dalla vita ho ritenuto giusto dare qualcosa a questa terra che amo.
Cosa pensa di fare una volta eletto
Il mio sogno è quello di umanizzare le istituzioni, di renderle vive, attente ai bisogni dei cittadini. Tutto il contrario della metafora del Palazzo lontano e distante dalla gente , porrò al centro della mia azione politica il cittadino e la dimensione della speranza e del futuro. Vorrei essere il Presidente che fa politica accendendo la luce della speranza, lasciando alle spalle la politica dell' astratta gestione dell'esistente o, peggio ancora, quella dell'esercizio del puro potere. Nell'epoca dell'incertezza, della crisi di valori che meritano, invece, di essere rivitalizzati, a me spetterà il compito di prospettare un orizzonte nuovo per questa provincia , inedito, nel quale trovi posto la speranza che c'è la possiamo fare . Passione e speranza. E' questo il binomio inscindibile che spero possa caratterizzare il mio impegno nei prossimi anni
L'articolo parla di un suo atavico odio per i comunisti.
Ho voluto fortemente che la sinistra ed i comunisti entrassero nell'alleanza da me guidata, anche di fonte al loro primo no , non ho mollato , ho insistito, e lei lo sa bene quanto ho insistito , non sono stato mosso da un meschino calcolo elettorale, ma perché ritengo importate il loro contributo di idee, la loro sensibilità verso una serie di temi sociali ed ambientali che saranno il cardine del programma amministrativo che mi propongo di realizzare.
Grazie

Stella e il Bingo

Da Matera le smentite: «Il senatore? Mai conosciuto» E già si pensa a un colpo basso su mandato politico
MATERA - La società si chiama “Vincitù Srl”. Ha sede a Ottaviano, a due passi da Napoli, ed è gestita per il cinquanta per cento da un certo Pasquale e per l’altro cinquanta dal re delle scommesse: don Renato Grasso, un imprenditore in odor di camorra che ha capito che il videopoker nell’era dell’Adsl era superato. Ha aperto agenzie in tutto il Sud Italia e in Basilicata, sospetta la procura antimafia di Napoli, ne controlla una a Policoro.Una sala scommesse che fino a qualche anno fa era di Franco Stella, direttore dell’Associazione delle piccole e medie imprese di Matera, ora candidato a guidare la Provincia per il centrosinistra. La trattativa, per conto di don Renato, l’ha curata un commercialista massone, ben introdotto nella Napoli bene: Antonello Luciano che, secondo gli investigatori, è l’uomo che, si legge negli atti che il Quotidiano ha potuto consultare, «predispone gli strumenti contabili, finanziari ed economici per consentire il riciclaggio del denaro e l’intestazione fittizia di società» della holding del gioco d’azzardo. Franco Stella con l’inchiesta non c’entra niente. E le sue telefonate con il commercialista gli investigatori non le avrebbero neanche trascritte se non fosse saltato fuori il nome del senatore Marcello Dell'Utri. E’ lui, il candidato presidente per il centrosinistra, a dire al commercialista di poter parlare con il senatore innamorato dei diari del Duce d’Italia Benito Mussolini e ideatore del partito del presidente del consiglio Silvio Berlusconi? Il 27 maggio del 2007 - come rivela il settimanale l’Espresso - il commercialista chiama Franco Stella. La società di don Renato ha un problema con i monopoli di Stato che minacciano di revocare alcune licenze. «L’ex politico della Dc dall'eloquio forbito non si fa pregare e chiama in diretta, con l’altro telefono, Marcello Dell’Utri. Mentre il commercialista di Grasso ascolta, Stella chiede a Dell’Utri di bloccare la revoca. Poi chiamaanche un magistrato della Corte dei conti e gli chiede di intervenire». L’Espresso la racconta così. Stella probabilmente non conosceva i trascorsi del commercialista. Per lui, fino a ieri, era uno stimato professionista napoletano.«Un conoscente», conferma al Quotidiano. E probabilmente quella telefonata a Dell’Utri era solo una millanteria. Ma sarebbe facile credere il contrario. Perché Stella è uno che a destra fino a qualche tempo fa ci sguazzava bene. Un uomo del suo entourage è ai vertici dell’Ugl e nella sua lista, dicono, ci sono candidati che provengono dal centrodestra. Uomini come Antonio Galtieri da Ferrandina, Cosimo Damiano Cinnella e Tommaso Perniola di Matera. E poi, se le trascrizioni degli investigatori sono giuste, Franco stella è uno che parla male dei comunisti. Ma la telefonata è disturbata. Le voci, come spiega il giornalista dell’Espresso Marco Lillo sul numero che da ieri è in edicola, si sentono solo in sottofondo. Qualche parola potrebbe essere stata fraintesa e trascritta male. Altrimenti sembrerebbe strano che un paio di anni dopo a lanciarlo alla guida della Provincia di Matera sia proprio un ex comunista. A Potenza raccontano di una telefonata del deputato Antonio Luongo. Sarebbe partita da lui l’iniziativa. Perché «Stella è uno che piace ai dirigenti di sinistra e pesca voti anche a destra». E’ il candidato giusto per la competizione di quest’anno. «E questa storia è un imboscata di qualche tiratore scelto», dicono negli ambienti del Pd. La dichiarazione, non ufficiale, è accompagnata da un discorso politico non facile da decriptare: «La coperta stava diventando troppo corta per alcuni. Ecco il perché di questi attacchi». Lui, invece, questa la racconta così: «Quella società l’ho venduta e l’azienda che l’ha comprata aveva le carte in regola e il certificato antimafia ». E il commercialista? «E’ un conoscente». E la telefonata per bloccare la revoca delle licenze? «Ma quale revoca? Era per una richiesta di dilazione». Spiega: «La società aveva dei ritardi con i pagamenti e le autorizzazioni erano a rischio». E lei è intervenuto? «Era solo per un rinvio. Lo prevede la legge». Tutto trasparente. E il senatore Dell’Utri? «Non lo conosco ». Mai conosciuto? «Mai». Era una millanteria con il commercialista? «I chiarimenti arriveranno con una nota predisposta dai miei avvocati».
f.amendolara@luedi.it

venerdì 15 maggio 2009

E adesso sono proprio cavoli nostri.


E adesso sono proprio cavoli nostri. Nel senso che i territori, le regioni, i comuni, gli enti locali e in definitiva le comunità, adesso dovranno scannarsi tra di loro per evitare che sul proprio territorio vengano individuati e dislocati i siti destinatari di impianti nucleari e/o per lo stoccaggio delle scorie. E’ stato varato, infatti, dopo lunghi tira e molla che hanno portato martedì a svariati rinvii per mancanza di numero legale al Senato, nottetempo, furtivamente, l’articolo 17 del disegno di legge numero 1441 che il governo Berlusconi chiama pomposamente “Decreto per lo Sviluppo e l’Energia”, dentro cui ci sono per l’appunto una serie di articoli che riguardano il ritorno dell’Italia all’energia nucleare. Scelta strategica, dicono i sostenitori dell’atomo - Berlusconi, Scajola, il precedente ministro dell’Ambiente del Pdl Matteoli e l’attuale Prestigiacomo, tutti firmatari in solido dell’accordo bilatelare con la Francia di Sarkozy - per fare energia a basso costo; scelta demenziale, ribattono gli oppositori che, oltre a enumerare i rischi, sostengono che il basso costo
non ci sarà, date le spese lunari e non si sa a carico di chi - per non contare i tempi biblici di costruzione - delle stesse centrali e per la messa in sicurezza degli impianti e dei territori da contaminazioni certe, anche a prescindere da possibili incidenti - come allagamenti e alluvioni, smottamenti e terremoti - se non veri e propri disastri come quelli di Cernobyl in Ucraina o di Three Mile Island in Pennsylvania; e persino dei rischi già paventati nell’impianto di ultima generazione Epr della Areva a Flamanville in Normandia, o dei guasti seguiti a un terremoto che stanno bloccando da due anni la centrale più grande del mondo già costruita in Giappone nel sito di Kashiwazi-Kariwa, con una perdita secca per la società Tepco (Tokyo Electric Power Company) di sei miliardi di dollari nel primo anno di fermo-impianto. Con uno scoop che ha fatto saltare sulla sedia i politici, i governatori e gli assessori delle regioni indicate come “prescelte”, ieri la Repubblica ha fatto sapere che i primi tre-quattro siti individuati dal governo potrebbero
essere quelli di Santa Margherita di Pula in Sardegna, di Ostuni in Puglia, ungo le golene del Po e sul confine tra la Lombardia e il Piemonte, e la Basilicata col sito di ScanzanoJ. o CracoSarebbero questi infatti, secondo le proiezioni geografiche di sicurezza fatte dall’Enea e dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia del Cnr, le aree “più sicure”, meno a rischio, tenuto conto che il territorio nazionale si sviluppa per la massima parte o lungo le coste (vi ricordate? l’Italia è stretta e lunga e tutta circondata dai mari) o in zone ad alto rischio sismico,
come raccontano i terremoti degli ultimi decenni, dal Belice al Friuli, dall’Irpinia all’Umbria, dalla Basilicata E adesso sono proprio cavoli nostri. Nel senso che i territori, le regioni, i comuni, gli enti locali e in definitiva le comunità, adesso dovranno scannarsi tra di loro per evitare che sul proprio territorio vengano individuati e dislocati i siti destinatari di impianti nucleari e/o per lo stoccaggio delle scorie. Gli articoli 14, 15 e 16 dello stesso disegno
di legge, inoltre, prevedono che il governo possa adottare entro sei mesi appositi provvedimenti, dopo opportuna delibera del Cipe (presidente Berlusconi, vicepresidente Tremonti, segretario il sottosegretario Gianfranco Micciché), che per decreto stabiliranno il ripristino dell’intera filiera per la produzione di energia
atomica, la localizzazione degli impianti, lo stoccaggio del combustibile, il deposito dei rifiuti radioattivi, eccetera. Già sono insorti la presidente della
regione Piemonte Mercedes Bresso, dato che uno dei siti di stoccaggio delle scorie è stato indicato a Saluggia in provincia di Vercelli, e l’assessore all’energia e all’ambiente della regione Puglia Michele Losappio, che ha chiesto l’immediata convocazione di un Consiglio regionale che avvii subito un confronto sulla questione
del nucleare, nonostante che il viceministro Adolfo Urso si sia affrettato a chiarire come le notizie propalate dalla stampa fossero prive di fondamento.
«Di fronte all’accelerazione del Parlamento con l’approvazione del disegno di legge che affida al governo ampi poteri per la scelta dei criteri e dei siti - ha detto Losappio - è indispensabile che il Consiglio regionale dichiari la sua volontà». Analoga convocazione d’urgenza dei Consigli comunali di Ostuni, Fasano, Cisternino e Carovigno sono stati sollecitati dall’Anci Puglia, mentre per i deputati sardi del Pd Fadda e Calvisi «una scelta del genere farebbe della Sardegna la pattumiera nucleare d’Italia», per il senatore IdV Felice Belisario «localizzare un sito nucleare in Italia sarà difficile, a meno di non imporlo con l’esercito, come
nelle dittature militari». «Se dovesse tornare il nucleare in Italia, sarebbero pochissimi i territori che potrebbero ospitare una centrale - afferma in un documento Greenpeace - considerando zone le sismiche, quelle a rischio alluvioni, quelle a rischio siccità, le coste in erosione e le città densamente popolate».
Attraverso «tre importanti carte tematiche » l’organizzazione ambientalista svela «perchè lo stivale è assolutamente inadatto alle centrali nucleari
». Una di queste, la carta del Cnen (Comitato nazionale energia nucleare costituito
nel 1960 poi diventato Enea) «era la risultante di varie carte tematiche elaborate negli Anni Settanta per la localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari elaborata nel 1999-2000. Per capire dove potrebbero finire le nuove centrali nucleari bisogna partire da queste carte e vedere con quali criteri verranno
aggiornate - spiega Giuseppe Onufrio, fisico, direttore esecutivo di Greenpeace Italia - un criterio è quello sismico, un altro criterio è quello della vulnerabilità delle coste». Nel report “Mappe nucleari per l’Italia”, Greenpeace fornisce una lista di aree a maggiore vulnerabilità: «Se questo criterio verrà adottato - sostiene Onufrio - dalla vecchia carta Cnen devono essere espunte diverse
aree costiere e se ci fosse anche l’indicazione di restringere l’attenzione nelle aree a minore pericolosità sismica, davvero rimangono pochissimi siti su cui puntare l’attenzione: le province di Vercelli e Pavia, l’isola di Pianosa, le province di Ogliastra, Nuoro e Cagliari». Una legge pessima,

La telefonata del politico e la «schedina» dei vincitori

Concorso al S. Carlo (R.Rivelli Gazz.Mezz)
• Non solo deduzioni. Non solo carte e quella strana coincidenza della metà dei candidati che non si presenta alla prova.
Le indagini del Pm Henry John Woodcock sul concorso all’ospedale San Carlo di Potenza «per la copertura di n.11 posti, di cui n.2 part-time, di Assistente Amministrativo – Categoria C» potrebbero già contare su altri elementi e il lavoro condotto dall Squadra Mobile di Potenza starebbe marciando in modo spedito, tanto da far pensare che i tempi per giungere a un punto fermo siano più celeri di quanto era possibile pensare in un primo momento, che lo stesso Woodcock, insomma, possa concluder el’attività prima di trasferirsi, nel prossimo mese di Luglio, a Napoli.
L’attenzione, in particolare, si incentrerebbe su una telefonata tra un politico e uno degli aspiranti a quei posti che a lui faceva riferimento. Il giovane aveva passato la prima parte della selezione, ma avrebbe ricevuto un chiaro invito a non presentarsi all’orale. Si tratta, a quel che trapela, di una persona molto vicina all’esponente politico in questione, tanto da assecondarne la richiesta e da fidarsi quando questo gli dice qualcosa del tipo: «Per te c’è altro», intendendo, pensano gli investigatori, un altro concorso pubblico che pure era stato bandito ma poi saltò.
Elementi in mano gli inquirenti li avevano insomma, da prima di iniziare, a inizio maggio, quelle attività con cui l’in - chiesta è venuta «allo scoperto», vale a dire l’acquisizione degli atti di selezione presso l’ospedale San Carlo, la verifica di tutti quanti avevano passato «brillantemente» la selezione scritta e che poi non si erano presentati all’orale, e la convocazione di alcune di queste persone per essere interrogate. E propri gli interrogatori si sarebbero svolti alla luce degli elementi già acquisiti in precedenza.
Che cosa sia successo, ovviamente, non è chiaro. Ma agli investigatori sembra fortemente probabile che qualcosa non sia andato per il verso giusto e che quell’invito «a desistere» rientri in un quadro più ampio. Anche perchè, diversamente, dovrebbero prendere atto di essersi trovati di fronte alle doti paranormali di qualche cittadino. Poco dopo che il concorso era stato bandito, infatti, arrivarono alcune segnalazioni che indicavano chi avrebbe vinto quel concorso. E qualcuno ci avrebbe «azzeccato». E sarebbe stato indicato anche l’ordine in cui si piazzavano alcuni concorrenti.
Una «coincidenza» che se fosse tale avrebbe dell’incre - dibile. Le domande di partecipazione, a quanto spiegato dalla stessa azienda ospedaliera, erano più di 7mila. Gli effettivi partecipanti alla prova scritta (test a risposta multipla con correzione computerizzata degli elaborati) furono in 4mila. Indovinare i vincitori era statisticamente improbabile. Certo, più facile lo sarebbe diventato dopo, quando furono selezionati i cento ammessi all’orale, e ancor più facile dopo, quando solo 46 si presentarono alla prova. Ma sono numeri casuali, o qualcuno ci ha messo lo «zampino»?

mercoledì 13 maggio 2009

Provinciali :Lopatriello contro tutti


Si , sarà ancora lui a sparigliare i giochi. L’accordo con Rosa Mastrosimone lo ha stretto a Santarcangelo al ristorante il Gattopardo in via Salvatore Di Giacomo appena una settimana fa.
Tutto concordato , strategia, campagna elettorale e anche le dichiarazione del finto sostegno al PDL , come testimone di questo matrimonio politico il sempreverde Lupo Solidario. L’obbiettivo non è solo quello di procurare un po’ di voti alla Rosetta nostra , ma anche quello di rosicchiare un pò di voti al nemico di tutti , Paolo Castelluccio , con la tacita complicità di qualche suo assessore , per minarne la Leadership in vista delle prossime regionali. Certamente non andrà casa per casa , anzi salirà sul palco con i vari candidati del centrodestra , e battendosi il pugno sul petto professerà fedeltà al candidato presidente Labriola, a lui basteranno le telefonate saranno i suoi amici che sotto sotto faranno il lavoro elettorale. Nella sceneggiata è prevista anche una forte dichiarazione del fratello contro il sindaco , dal tenore di Core ingrato. Dopo se Casteluccio c’è la farà , sarà stato merito suo, se invece perderà , sarà così debole che non avrà ne la forza nel il seguito per mettere in crisi l’amministrazione , e i giochi per le prossime elezioni Regionali saranno aperti , anche per Lopatriello e Leone.
Il Fruttivendolo di Lopatriello

lunedì 11 maggio 2009

Foto candidati Policoro 1 Provinciali 2009

Serafino Di Sanza Lista del Presidente Stella
Ripoli Antonio Lista Santachè
Lista Rifondazione Marilena Marsico

Paolo Castelluccio Lista PDL
Nicola Montesano Lista PD
Ferrara Giuseppe Lista Santachè
Ivan Fitipaldi Lista Sinistra
Cosimo Simone Lista UDC

domenica 10 maggio 2009

I Candidati alle Provinciali di Policoro

Centrosinistra Presidente Stella
Nicola Montesano (PD)
Serafino Di Sanza (Lista Pres.)
Magno Giuseppe (PS)
Enzo Cordasco (Verdi)
Mary Padula (pop.Uniti)
Ivan Fitipaldi (Sinistra Bas.)
Marsico Maria (PRC)
Nicola Celano (IDV)




Centrodestra Pres. Labriola

Castelluccio Paolo (PDL)
Felice Navarro (Mist LD)
Antonio Ripoli (Santachè)
R. Demauro (UDEUR)
Sara R. Porsia (Popolari Uniti)




UDC Candidato Presidente Ruggiero

Mimmo Simone




ADCC candidato presidente Rosa Mastrosimone

Onofrio Lopatriello (ADCC)



MPA Saverio D'Amelio

Nicola Andrisani

Granda Lucania candidato presidente Leonardo Pinto

Rizzo Francesco


UCI Candidato Presidente D. Martino

Angelo Di Lorenzo




giovedì 7 maggio 2009

Oggi sentenza del tribunale riesame sul parziale dissequestro Marinagri

Si attende per oggi la sentenza del tribunale del riesame sul parziale dissequestro avanzata dai legali della società.

Bubbico contro Vulpio e De Magistris.Ma alla regione governano insieme

VEDO che il prode Vulpio continua a diffamarmi, contando sull' immunità che disperatamente cerca per accrescere la sua visibilità e tutelarsi meglio. Ovviamente sarà di nuovo querelato, ma tanto per lui non pare essere un problema: è stato condannato; è stato rinviato a giudizio; risulta
indagato per reati gravissimi. E' tanto esuberante dai palchi, quanto muto davanti ai magistrati che lo interrogano. Per parte mia non ho mai infierito e mai infierirò contro le persone che hanno ricevuto una condanna, alle quali non può certo essere negata la speranza di poter utilizzare i cavilli e le lungaggini del nostro sistema giudiziario per farla franca. Ma la dignità e l'onorabilità delle persone, soprattutto se ricoprono cariche pubbliche o aspirano ad ottenerle, è un'altra cosa. E quindi sarebbe cosa utile, per tutti, non sottrarsi al lavoro e alle decisioni dei magistrati. Decisioni che fino a quando non vengono modificate da una nuova sentenza restano valide. Faccia i conti con se stesso, l'esuberante Vulpio. Parli di se, delle sue condanne, dei suoi rinvii a giudizio, dei suoi silenzi di fronte alle domande del magistrato, delle indagini che lo riguardano per reati gravissimi. Io rispetto la legge, il lavoro dei magistrati e le sentenze dei giudici. Non sarebbe male che altrettanto facesse De Magistris nelle sue nuove vesti di candidato, rinunciando a strumentalizzare le indagini di cui è stato titolare e che finora hanno prodotto solo la descrizione di un teorema non supportato da fatti. La magistratura che lavora senza i clamori delle cronache saprà certamente valutare ogni aspetto di questa vicenda. Poi ognuno trarrà le proprie conclusioni. Pare che nella sua foga oratoria Vulpio abbia gentilmente
paragonato le cronache giudiziarie lucane a quelle di Corleone, in Sicilia. Con tutto il rispetto che
si deve alle persone oneste, che sono la stragrande maggioranza dei cittadini siciliani, il paragone sembra un po' azzardato. Si vede lontano un miglio che Vulpio e De Magistris non sono lucani, non conoscono la nostra storia e le virtù di un popolo che non si è fatto mai impressionare da chicchessia, come ha dimostrato in altre e ben più serie circostanze. Filippo Bubbico

mercoledì 6 maggio 2009

Una faccenda politica non privata

Purtroppo la vicenda Lario-Berlusconi non è un affare privato. La frase "tra moglie e marito non mettere il dito" risulta furbescamente patetica.Non è un affare privato per molti motivi. In primo luogo, per l'esposizione pubblica del protagonista maschile. E poi la questione assume una sua terribile politicità, non fosse altro che per la ricaduta che la "rottura coniugale" riversa sulle candidature femminili alle elezioni europee, per la scelta di donne che dovrebbero rappresentare al Parlamento europeo il popolo italiano, anche se il popolo di destra. Ma non basta. Che il presidente del Consiglio disponga a suo unico e insindacabile arbitrio di un "pacchetto di donne" che mette e toglie dalle liste con una telefonata al suo staff è una questione politica. Che ci siano tante ragazze in fila per le liste elettorali come per i provini del Grande Fratello è un problema politico. Che il presidente del Consiglio di una Repubblica democratica abbia un impero economico, finanziario, mediatico e che usi donne e uomini come pedine è un problema politico.
Ebbene, dopo l’annuncio della volontà di divorziare da parte della signora Lario, c’era da chiedersi: che farà Berlusconi? Si mostrerà dispiaciuto, costruirà pubbliche scuse, smentite
etc.? Ebbene, ha fatto tutte le cose insieme, ma soprattutto ancora una volta ha messo in scena la sua enorme volgarità. La “signora” è caduta nella trappola della stampa di sinistra, le donne - si sa - sono nervose, tenta di rovinare la mia immagine in campagna elettorale, sono indignato, mi deve delle scuse e forse questa volta non la perdono. Ecco in scena il personaggio da basso impero a cui tanti maschi italiani vorrebbero somigliare anche perché può avere tante donne, basta che faccia un cenno. Quello che conta è che la volgarità di Berlusconi è istintiva, ”naturale” e si manifesta sempre e dappertutto, persino nelle passeggiate tra le macerie dell’Aquila. Ma la cosa più sorprendente, più amara è la canea che è deflagrata in rete e sui giornali di destra contro
Veronica Lario. I giornali del padrone hanno obbedito “spontaneamente” al capo, come i veri servi che introiettano ciò che il padrone pensa e vuole. Le foto apparse su Libero dell’attrice Veronica in una scena, secondo quanto il copione richiedeva, sono un’operazione vergognosa; il Capo ha sguinzagliato i suoi cani in maniera “implicita”. Ma questa signora sputa nel piatto in cui mangia, come si permette, non sa stare al suo posto? Ed ora due brevi considerazioni; la prima:
la crisi della politica è ormai un fenomeno antropologico, persino “estetico”, cioè siamo oltre l’ideologico e il culturale. La seconda è ancora più amara: chi pensa che questa vicenda colpisca l’immagine del tiranno sarà presto deluso, perché il tiranno è lo specchio della massa, non ha nulla di eroico come i tiranni delle tragedie, è impastato di oscena normalità. Perciò non si deve sperare nelle congiure; la rivolta deve essere molecolare. I Barbarossa ( liberazione)

martedì 5 maggio 2009

Le inchieste del procuratore Woodcock

M. Travaglio.
L’ultimo esempio che volevo farvi, quante volte avete letto titoli come questo? “Il procuratore Woodcock, ecco le inchieste con il trucco, Woodcock è il magistrato che vende fumo, è il magistrato che acchiappa fantasmi, Woodcock senza limiti, indaga sulla Orlandi. Non era vero naturalmente ma questo è il giornale, non gli capita mai di scrivere cose vere neanche per sbaglio.Insomma le inchieste patacca, etc.. È la stessa accusa che è stata lanciata a de Magistris, c’è addirittura un ominide con le meches che sempre sul giornale sta facendo il ritratto di de Magistris per dipingerlo come uno che non riesce mai a concludere una inchiesta e infatti ha ragione perché gliele portano via tutte, invece lui dice che non le conclude perché non è capace. La domanda è questi magistrati che non sono capaci e che acchiappano fumo, perché gli levano sempre le inchieste o tentano di levargliele o levano loro? Gliele lasciassero concludere, l’abbiamo detto tante volte se non sono capaci faranno un buco nell’acqua. Invece no li descrivono come incapaci ma poi sono terrorizzati da questi magistrati, tant’è che gli scippano le inchieste.de Magistris più sfortunato se ne è visto scippare tre, Woodcock che pure ne ha viste di tutti i colori in questi anni è riuscito a portare a termine il suo lavoro e l’altro giorno, onore a Repubblica che sia pure in piccolo ci ha dato entrambe le notizie, nello stesso giorno in cui dieci righe alla Forleo allargando lo spettro pag. 18 di venerdì Repubblica c’erano due titoli “200 telefonate alle segretarie, Vattani condannato per peculato, Why Not verso il maxi processo, chiesto il giudizio anche per Loiero, Governatore della Calabria”. Oibò direi voi, Why Not ma non era una inchiesta basata sul nulla? Ma non era una porcheria inventata da de Magistris per colpire Prodi, Mastella e chi più ne ha più ne metta? Non era la solita acchiappa fantasmi? Adesso la Procura generale di Catanzaro che ha ereditato l’inchiesta dopo che l’hanno tolta a lui chiede il rinvio a giudizio di 98 indagati, pensate un processo a 100 persone, un maxi processo compreso il capo della regione Loiero del centro-sinistra. Ah allora questo de Magistris non era mica quel coglione che volevano fare apparire? Da questa parte 200 telefonate alle segretarie, Vattani condannato per peculato, chi è Vattani? È un ambasciatore, era il primo ambasciatore della Farnesina e ora è il Presidente dell’Istituto per il commercio estero, è sotto processo per peculato per avere fatto migliaia di Euro di bollette telefoniche con il telefonino dello Stato per parlare con le sue amichette e le sue segretarie. Sapete quanto gli hanno dato in primo grado? Gli hanno dato due anni e otto mesi per peculato, per essersi appropriato di beni pubblici, sapete chi l’ha fatta questa inchiesta? Adesso il processo è a Roma, questa inchiesta l’ha iniziata e i fatti li ha scoperti Woodcock, quell’altro che acchiappa i fantasmi, naturalmente i giornali si sono dimenticati quei pochi che hanno parlato della condanna di Vattani in primo grado, che questa scoperta si doveva all’acchiappa fantasmi e allo stesso modo si sono dimenticati di scrivere che per Why Not aveva ragione de Magistris.I fatti separati dalle opinioni quante volte ne abbiamo parlato, l’opinione diffusa, diffusa a arte, è una bugia, Woodcock è un incapace, de Magistris è un incapace, la Forleo è pazza, Genchi è un delinquente, dopodiché le sentenze vengono a smentire queste bugie e allora cosa si fa? O non se ne parla proprio di queste sentenze oppure se se ne parla si dimentica di spiegare alla gente che significato hanno, qui ci sarebbe dovuto essere una postilla “aveva ragione Woodcock nell’altra aveva ragione de Magistris”. Nella breve aveva ragione la Forleo e avevano torto tutti quelli che dal Capo dello Stato al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Mancino e a tutti gli altri hanno sparato fuori de Magistris, la Forleo e i magistrati di Salerno che hanno avuto, sentenze alla mano, tutti ragione, de Magistris è l’ultimo caso archiviazione dell’indagine contro di lui a Salerno nata dalle denunce dei suoi colleghi di Salerno. Quelli che sono stati trattati con i guanti gialli.In questo caso i fatti separati dalle opinioni significa che devono rimanere solo le opinioni, i fatti è meglio non raccontarli, quando naturalmente le opinioni sono bugie. Passate parola!"

Quattro partiti di sinistra si coalizzano e corrono da soli

ELEZIONI PROVINCIALI MPS, SD, RPC E COMUNISTI ITALIANI
La decisione è maturata l’altra sera, «il Movimento per la Sinistra e Sinistra Democratica (Sinistra per la Basilicata) Rifondazione Comunista ed i Comunisti Italiani (Lista anticapitalista) - è scritto in una nota stampa a firma dei quattro partiti - hanno dato vita alla coalizione che si presenterà alle prossime elezioni provinciali con un proprio candidato presidente ed in alternativa all’ex centro sinistra ed al centro destra». A proposito del candidato presidente nei giorni scorsi è circolato il nome dell’ex assessore regionale Gianni Rondinone. «Alla base di questa scelta - va avanti il comunicato - risiede la considerazione politica che gli obbiettivi che intendiamo tutelare a cominciare dai temi del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente, di un nuovo protagonismo dei cittadini non trovavano alcuna rispondenza nella proposta avanzata dal Pd. La sinistra tutta ha fatto ogni tentativo per raggiungere un accordo che potesse tenere insieme tutte le componenti politiche in un’unica coalizione e si presenta così al giudizio degli elettori fiduciosa di incontrare le speranze e l’entusiasmo di chi non vuole rassegnarsi al grigiore di una politica piegata alla mera gestione del potere, alle pratiche trasformistiche e che si scollega ogni giorno di più dalla quotidianità delle donne e degli uomini del nostro territorio».

lunedì 4 maggio 2009

Labriola candidato presidente del centrodestra

«La vittoria del centrodestra alla Provincia vuole essere il successo del popolo lucano con l’obiettivo di interpretarne le istanze di cambiamento». Così si è presentato ieri ai giornalisti l’avvocato penalista Giuseppe Labriola, candidato alla presidenza per il Pdl alla elezioni del 6 e 7 giugno». La coalizione di Labriola, nato a Tursi il 23 luglio 1953 e con una lunga militanza nel Msi per poi approdare in An, oltre che dal Pdl, è sostenuta dall’Udeur, dai Popolari Liberali, dalla Fiamma Tricolore e dal Movimento per l’Italia. Tra le priorità del suo programma Labriola, che attualmente ricopre l’incarico di coordinatore provinciale vicario del Pdl ha indicato la verifica del bilancio e il rilancio dell’occupazione. Labriola ha assicurato che sarà una campagna elettorale dai toni pacati. «Stamane - ha detto il candidato presidente del Pdl - mi ha telefonato Franco Stella, candidato alla presidenza per il centrosinistra. Per quanto ci riguarda faremo una campagna elettorale corretta ma dove evidenzieremo tutta le realtà dei fatti. Noi abbiamo la cultura della legalità e della libertà e concepiamo la politica non per professione ma al servizio della gente». Labriola ha poi posto l’accento sulla necessità di ridefinire il ruolo delle Province e di interfacciarsi con i Comuni, citando le Giunte cittadine, tra cui Policoro, Montescaglioso, Montalbano Jonico, Pisticci oltre al capoluogo di provincia, guidati da esecutivi di centrodestra. Il sen. Guido Viceconte scommette sul successo della coalizione di Labriola. «L’onda lunga del ‘94 - ha affermato il coordinatore regionale Pdl - sta arrivando anche in Basilicata e travolgerà il malgoverno del centrosinistra lucano. I nostri sondaggi commissionati due settimane fa attestano il centrodestra quattro, cinque punti avanti rispetto al centrosinistra in provincia di Matera». Per Viceconte «vincere alle elezioni provinciali vuol dire anche preparare bene il terreno per ambire al governo della Regione». L’espo - nente del Pdl ha poi annunciato che martedì prossimo alla Camera dei Deputati comincerà l’iter del progetto di legge per la riduzione del costo dei carburanti per i cittadini lucani. «Il progetto - ha detto Viceconte - è uno degli emendamenti importanti di quello sull’energia, con aumento delle royalties del petrolio per abbattere il costo del carburante alla pompa per i cittadini lucani». «Se il centrosinistra è disponibile a vendere la propria anima pur di consolidare la propria posizione di potere - ha dichiarato il sen. Cosimo Latronico - quella del Pdl è una proposta politica di libertà che porti ad una prospettiva di cambiamento di una provincia che soffre e che è segnata dal disfacimento, economico, sociale e produttivo». «È un battesimo importante per la casa comune dei moderati - ha detto il consigliere regionale Pasquale De Lorenzo - ma il Pdl deve guardare anche agli elettori scontenti dell’altra parte». E il sindaco Emilio Nicola Buccico che ha annunciato la visita in città del presidente della Camera, on Gianfranco Fini ha dichiarato che «il Pdl è unito dalla visione del bene comune e dai principii di trasparenza e della legalità. Le nostre liste nascono sullo stesso terreno valoriale. Dall’altra parte troviamo liste e candidati eterogenei, arlecchinate volte a perseguire solo il potere. Lì non c’è passione ma si inseguono gli interessi». Nel corso della presentazione sono intervenuti pure Rocco Tauro del Msi, Co - simo Ierone per il Movimento per l’Italia, Paolo Giannasio per l’Udeur e Camillo Naborre per i Popolari Liberali.

venerdì 1 maggio 2009

Policoro:Subito consiglio comunale aperto e mobilitazione


Cooperativa di Vittorio, un altro incendio , secondo noi si sta sottovalutando i segnali che la criminalità sta mandando, sempre se incoscientemente qualcuno ancora pensa che questi eventi siano solo coincidenze . Riteniamo non più rinviabile un consiglio comunale aperto che serva alla città come prima iniziativa di mobilitazione contro tutte le Mafie. Non capiamo le ragioni per cui questa amministrazione non si muove, il silenzio isola le vittime e rafforza il crimine.