martedì 30 giugno 2009
Respinto il dissequestro di Marinagri. Chiesta l'archiviazione per Nicola Montesano
lunedì 29 giugno 2009
Policoro: Privatizzato l'asilo, i costi a carico delle famiglie
P O L I C O R O. Qualche insofferenza di troppo nella maggioranza di centro destra ha reso incandescente l’ultimo Consiglio comunale. Si parlava della ristrutturazione della Biblioteca comunale, che resterà chiusa in estate. Mario Vigorito ha voluto ricordare che il milione di euro era stato concesso dalla Regione all’ex sindaco Serafino Di Sanza. Interruzione del collega Rocco Colucci che insinuava: «c'è qualche matrimonio in vista?». Immediata la replica di Vigorito: «sono felicemente sposato con due figli». Anche il sindaco Nicola Lopatriello ha alimentato il clima chiedendo ad Ottavio Frammartino, esponente di sinistra tra il pubblico, di non riprenderlo con la sua videocamera mentre parlava. Ha contribuito a riscaldare gli animi la discussione sulla privatizzazione dell’asilo nido, con l’abbandono dell’aula di Franco Labriola del Pd, essendogli stato impedito la replica dal presidente del consiglio, Otello Marsano (a norma di regolamento, ha spiegato). Il vice sindaco e assessore alle politiche sociali, Rocco Leone, ha giustificato il provvedimento con «nuove idee e progetti per risparmiare risorse comunali e migliorare il servizio». L’opposizione, con i consiglieri Labriola, Antonio Di Sanza e Gianluca Mar rese, ha espresso contrarietà alla privatizzazione, «che andrebbe a pesare con maggiori costi sulle famiglie». Attualmente l’asilo, con una gestione mista, pubblico-privata, affidata ad una cooperativa, assiste 30 bambini con 9 unità e un costo di 120 mila euro annui, reperiti con una contribuzione delle famiglie di 40 mila euro e regionale di 22 mila euro. La rimanente somma, 58 mila euro, è a carico del Comune. La privatizzazione, dopo breve sospensione dei lavori, è stata poi approvata a maggioranza. (Nicola Buccolo Gazzetta del Mezzogiorno)
giovedì 25 giugno 2009
Mentre la procura di Bari indaga, Policoro non sta a guardare
Vi chiedere e cosa centra questa società coinvolta in una inchiesta dalla procura di Bari , con il comune di Policoro ?
E’ quello che ci chiediamo anche noi se è vero che ci sarebbe l’intenzione da parte di questa amministrazione comunale di destinare una sede di sua (anzi nostra) proprietà a questo centro privato. Aspettiamoci comunque che ci raccontino un’altra di quelle belle storielle che in nome del benessere di tutti noi e per lo sviluppo del paese con i soldini nostri si aiutano i privati a fare meglio i propri profitti.
Noi vigileremo, e non avremo esitazione a denunciare gli eventuali intrecci tra politica e affari e clientele che ci potrebbero essere in questa storia, senza sconti per nessuno.
Ottavio Frammartino
martedì 23 giugno 2009
lodo Pisello
(Testo tratto Unità di Marco Travaglio)
lunedì 22 giugno 2009
Lopy e la querela a D'Agostino.
Il sottoscritto Frammartono Ottavio in qualità di segretario Provinciale PRC ai sensi e per gli effetti del di cui art.9 del DLGS. n° 267/2000 espongo quanto segue:
1)con deliberazione n° 200, del 5/07/2005, la giunta comunale di Policoro autorizzava il sindaco "dott" Nicolino Lopatriello a presentare apposita querela nei confronti del sig Filippo D'Agostino perché costui aveva inviata una nota il cui contenuto era stato trasmesso dall'emittente radiofonica Basilicata Radio 2 nel quale erano "contenute frasi e giudizi gravemente oltraggiosi per la persona del sindaco in carica, attribuendo a esso direttamente o in modo allusivo, il ruolo di ispiratore occulto di azioni violente e7o minacciose (probabilmente anche inventate)nei confronti di rappresentati di tale emittente"
Con lo stesso atto la giunta nominava due legali, quello dipendente dell'ente ed un'altro avvocato del libero foro impegnando una spesa pari a E.1500.
Sembrerebbe che in epoca successiva, tra il sindaco Nicolino ed il radiofonico Filippo i rapporti siano completamente mutati.Tanto deduco dal fatto che nel programma Siritide Estate 2008, presentato dal sindaco e dall'assessore al turismo risulta uno spazio riservato a Basilicata Radio Due con recapito telefonico (0835980434) che risulta intestato al dott. Lopatriello Nicola. Inoltre, come è a tutti noto a Basilicata Radio Due, in tempi recenti sono stati affidati e lautamente pagati, servizi di comunicazione radiofonica dalla giunta presieduta dal dott. Lopatriello.Poiché i rapporti tra Filippo e il dott. Nicolino coinvolgono l'amministrazione comunale di Policoro,
Interpello
Il sindaco Lopatriello affinché dia risposte alle seguenti domande:
2) la querela nei confronti di Filippo D'Agostino dovrebbe essere stata presentata nell'estate 2005.
Chiedo:
a) vi è stata una citazione in giudizio ? Se vi e stata , a che punto è il giudizio stesso?
b) vi è stata una remissione di querela? Se vi è stata, a che epoca risale? E nel caso di intervenuta remissione le spese sono state regolamentate? Le somme anticipate dal comune sono state recuperate ? E poiché la querela è stata autorizzata dalla Giunta Comunale ,con quale ulteriore deliberazione è stata autorizzata la remissione?
Nella deliberazione della giunta Comunale n° 200, del 5/07/2005 si attribuisce al D'Agostino frasi cui lo stesso avrebbe accusato il sindaco di essere ispiratore occulto di azioni violente e/o minacciose nei confronti dei rappresentati di Basilicata Radio 2.
Chiedo: è a conoscenza se al D'Agostino è stata contestato il reato di Calunnia?
Frammartino Ottavio
mercoledì 17 giugno 2009
Berlusconi dice sì ad Obama, scordando il "dramma segreto" del nostro "vascello fantasma". Ve lo sveliamo, in esclusiva
Ma che è successo? Perché Maroni, addirittura, è giunto a fare un comunicato stampa ufficiale, in disaccordo con la decisione di Berlusconi di "ospitare" in Italia tre (o anche sei?) quadri operativi seguaci di Bin Laden, provenienti dalla chiusura della prigione di Guantanamo?
Pare che anche i Capi degli stati maggiori della Difesa militare italiana abbiano sbuffato alla notizia che Berlusconi volesse “ospitare” dei seguaci di Bin Laden. Un importante Generale, addirittura, parrebbe, sia esploso urlando stizzoso “ma come si è potuto scordare del nostro vascello fantasma!”
Ma che diavolo è “il vascello fantasma”?
Un amico melomane mi spiega che si tratta di un opera scritta da Richard Wagner, che racconta la leggenda del capitano Vanderdecker, condannato a dover navigare per sempre, senza mai poter prendere terra in un approdo.
Spieghiamo meglio che per la Marina Militare italiana, invece, il “vascello fantasma” ormai sarebbe la fregata Maestrale. Moderno naviglio di guerra, un gioiello tecnologico che imbarca 220 uomini di equipaggio e due elicotteri di combattimento AB 212, più un distaccamento segreto di marines della San Marco. Comandante della nave è il Capitano di Fregata Angelo Virdis. La nave era partita il 2 Aprile da Taranto, per partecipare all’operazione di polizia internazionale contro i pirati somali, che operano tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano, al fine di tutelare la rotta marittima commerciale est-ovest che costeggia appunto il Corno d’Africa – tra lo Yemen e la Somalia - dove passano i cargo diretti dall’Oriente in Europa, per attraversare poi il canale di Suez.
Cosa è successo alla Maestrale ?
La “sfortuna” si è abbattuta sulla Maestrale alle ore 8 di venerdì 22 maggio 2009, quando la nave italiana ha raccolto un “SOS arrivano i pirati”, della “Maria K” (mercantile liberiano). Un elicottero italiano, con a bordo una squadra di “navy seals” tricolori, si è abbattuto su un barchino armato dei pirati somali, neutralizzandoli prima, e catturandone nove poi.
Gli applausi internazionali, per la capace e fulminea azione di guerra dei nostri militari, si sono sprecati. Ma giunti i prigionieri a bordo della Maestrale, è scoppiato un vero dramma shakespeariano: “E ora di questi che ne facciamo?”
Per la legge internazionale le opzioni giuridiche, ammissibili, sono solo due: o qualche paese dell’area (lo Yemen o Gibuti) si sarebbe accollato il processo penale ai nove pirati, o giocoforza, toccherà all’Italia processarli, visto che ad arrestarli sono stati dei “poliziotti” italiani e la Maestrale è territorio italiano. Trattandosi di “pirati/soldati”, comunque riconducibili ad una banda alleata di Bin Laden, i paesi viciniori non ne hanno voluto sapere. Allora, anticipando la futuribile riforma della Giustizia del modernissimo Alfano, è partita l’istruttoria della giustizia italiana: per videoconferenza da Roma. Così il Gip, Riccardo Amoroso, accogliendo le richieste dei pm Giancarlo Amato e Pietro Saviotti, ha disposto che i nove arrestati restino provvisoriamente in custodia cautelare sulla nave Maestrale. Ai pirati detenuti è stato, inoltre, attribuito un avvocato di ufficio, l’avvocato Francesca Baldassarra, che dopo aver parlato (!?) via satellite con i suoi difesi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "I nove somali si sono dimostrati sereni, tranquilli e soddisfatti del trattamento che hanno ricevuto a bordo. Sono sicura che il fatto alla fine si ridimensionerà".
I pirati, dal canto loro, raccontano di essere pescatori disoccupati, costretti dai seguaci di Bin Laden a fare i pirati in mare, per evitare ritorsioni feroci contro le loro famiglie.
Ma la vicenda “monta” come la panna, in termini sempre più surreali; oltre l’immaginabile. Da Roma sono piombati sulla Maestrale due esperti della polizia penitenziaria, inviati per apprestare tre celle dignitose, dotate di comfort e tappeti per la preghiera islamica, con l’ordine di “curare” personalmente la buona qualità della vita dei nove detenuti.
I servizi segreti italiani hanno ricevuto un preciso avviso dagli uomini di Bin Laden: trattate bene i nostri prigionieri e non vi azzardate a portarli in Italia, altrimenti ve la faremo pagare, cara e salata, prendendo noi, in ostaggio, 90 italiani; e state certi che ne sgozzeremmo uno al giorno.
Siccome da quelle parti del Corno d’Africa di civili italiani ce ne sono più di 90, e questi di Bin Laden semplicemente lì “sono lo Stato”, il Governo italiano ha preso una decisione all’Italiana: l’operazione “vascello fantasma” l’hanno ribattezzata, con sarcasmo, al ministero degli Interni. Ossia tenersi i detenuti, ma non fare tornare più in Italia la Maestrale. Che, invece, sarebbe dovuta tornare a Taranto tra il 7 e l’8 giugno. Anzi, uno della Croce Rossa somala (!?), riuscito a salire sulla nave italiana, è scoppiato a ridere vedendo come se la passano bene i nove detenuti, che hanno pure due ore d’aria con tanto di sdraio e drink tropicali, e per pranzo e cena un ricco menù dietetico, sotto lo sguardo allibito dei nostri guerrieri di guardia militare ai prigionieri.
Adesso avete capito l’ira di Maroni, dei nostri servizi segreti e delle alte gerarchie militari! Che risponde al seguente ragionamento: se ci sentiamo “sottoscopa” per 9 straccioni di pirati africani, al servizio di un misconosciuto corrispondente somalo (in franchising) di Bin Laden, come faremo a sopportare (e supportare) la prigionia in Italia di tre (o sei) terroristi ufficiali, eroici quadri politici di Bin Laden - peraltro arabi ed islamici di razza pura – caratterizzati, ancor peggio, dalle “stimmate” di martiri provenienti da Guantanamo?
Capite perché è partita, dal Ministero degli Interni e dalle gerarchie militari italiane, l’invettiva dialettale di “pistola”, quando Berlusconi ha prontamente accettato da Obama – ansioso di poter raccontare in Italia di avere fatto un favore da amico al presidente “abbronzato” - ciò che sinora aveva accettato concretamente di fare solo il grande e potente stato occidentale e caraibico di Bermuda! Capite, forse ancor di più, il disagio dei nostri marinai della Maestrale, che da 26 giorni “si annacano”, senza prospettiva di approdo, un carico (politico) praticamente peggio della nitroglicerina.
Per non parlare, poi, delle nuove regole d’ingaggio accettate per i nostri militari in Afghanistan: debbono cominciare a combattere sul serio, non più difendendosi, ma andando in aperte battaglie, a cercare i talebani nei loro covi. In sostanza, imbarcandosi in una guerra che negli ultimi 150 non è riuscita né agli inglesi né ai russi, che come è noto di guerre non ne hanno mai masticato tanto. Ecco perché il termine “pistola” ci potrebbe stare. Ecco perché non ci resta che confidare nella altissima protezione della straordinaria Santa Rosalia. Come diceva il maestro Salvo Licata, “lei sì, che non delude mai!". (tratto da ItaliaInformazione di Ignazio Panzica)
POLICORO, INIZIATIVE DEL COMUNE PER INCENTIVARE L’OFFERTA TURISTICA
lunedì 15 giugno 2009
Provincia, prime idee di giunta
è incessante. Obiettivo: la composizione della nuova giunta provinciale. Da valutare e soppesare
ci sono ora i diversi valori delle varie forze in campo. All’interno della coalizione a sostegno di Stella, il Pd non è più il rullo compressore che pareva all’inizio; vale ora meno del 40 per
cento del centro sinistra, mente la somma delle altre liste supera il 60. Pure se è vero, però, che il dato della lista “Stella Presidente” è in parte ascrivibile all’area del Pd. Pur non volendo scomodare storici manuali di spartizione partitocratrica, è certo che nel conteggio degli assessori da assegnare alle diverse forze politiche, conti di questo tipo sono già alla valutazione delle diverse segreterie. Le voci più insistenti, in questa fase da prendere tutte con il beneficio del dubbio, parlano di 3 assessori per il Pd, ed uno a ciascuna delle liste presenti in consiglio. Si mormora anche della possibilità di un assessorato alla Lista Stella, questo, forse, per dare più valore alla presenza elettorale della società civile. Anche sui nomi c’è già qualche scenario possibile. Innanzitutto uno dei refrain che va per la maggiore in questi giorni è che questa giunta sarà un esecutivo di assestamento, in carica fino alle regionali e poi si vedrà. Questo, ovviamente,
scoraggia la corsa dei diversi consiglieri eletti allo scranno nell’esecutivo (dato l’istituto dell’incom patibilità fra le due cariche e la necessità di dimettersi dalla prima), e fa pendere la
bilancia per una giunta di assessori esterni. I rumor di area Pd danno i nomi dei rappresentanti
dell’esecutivo vicini alle correnti, pardon, alle aree facenti capo ai senatori del partito. Per i “bubbichiani” potrebbe essere in ballo una riconferma di Giuseppe Dalessandro, anche in vista,
magari, di un suo impegno per le future regionali, oppure l’entrata in giunta di Angelo Garbellano, dato il grande risultato ottenuto da questi nel suo collegio elettorale di Montescaglioso. Se si trattasse di un esterno c’è l’ipotesi che porta all’ex capogruppo, pisticcese Andrea Badursi. Sembrerebbe propendere invece per un nome esterno sia l’area Antezza, dove circola con insistenza il nome del consigliere comunale materano Luca Braia, che quella “chiurazziana”, anche qui con voci altalenanti fra la riconferma di Pasquina Bona, nell’ottica di un consolidamento anche nell’area montana, o il ritorno di Mario Cucari, per un rilancio dell’azione nel metapontino. In pole anche Serafino Di Sanza, ex sindaco di Policoro eletto nella Lista Stella. Orientati verso una scelta esterna sembrano poi essere anche gli altri partiti. I Popolari Uniti potrebbero optare per un esterno da lanciare poi verso le regionali, si è parlato dell’ex assessore e capo di gabinetto uscente Giuseppe Filippo, e, dato il buon risultato elettorale, potrebbero anche chiedere la presidenza del consiglio. Anche l’Idv, che ha eletto il solo Antonio Montemurro, sembra essere orientata per l’assessorato esterno, almeno in questa prima fase, con due ipotesi: Michele Paterino, primo dei non eletti, o un altro nome vicino al segretario provinciale Vittorio Faraone; è da vedere se prevarrà la logica dei numeri o quella della militanza. Voci di un nome esterno anche per il Partito Socialista, dove l’unico eletto Nicola Buonanova potrebbe optare per dedicarsi da subito a tempo pieno al lavoro di Sindaco di Accettura: in pole il nome di Salvatore
Auletta, primo dei non eletti ma anche sindaco di Calciano ed allora potrebbe esserci una terza via che porta al segretario provinciale Nicola Raucci. Sinistra per la Basilicata ha eletto il
solo Antonio Santochirico, ma dovrebbe anch’essa far parte della nuova giunta. Circola con insistenza il nome del coordiantore provinciale Gianni Rondinone, forse in ottica regionali
2010. Non sembra esserci nulla in vista, almeno per quanto riguarda la giunta, per la lista Pdci-Prc e quella dei Verdi, che non hanno eletto nessun consigliere sebbene i loro voti siano stati fondamentali per la vittoria al primo turno. Queste, ripetiamo, ovviamente sono solo ipotesi, concretizzabili anche a patto che Stella opti per una giunta ad otto. Se invece, da “uomo del
fare”, come ama definirsi, dovesse scegliere un esecutivo più snello e meno numeroso, è chiaro che alcuni conti andrebbero rifatti. Lì si che ne vedremmo delle belle.
p.quarto@luedi ( Quotidiano della Basilicata)
venerdì 12 giugno 2009
VOTO E LEGALITA' IN BASILICATA
a ricevere buone performance in Sicilia e che con queste candidature ha spinto molti cuori legalitari a votare per il partito di Franceschini. Pur se non nelle stesse proporzioni molti voti alla persona sono andati a Rosaria Capacchione, giornalista che vive sotto scorta per le sue cronache casalesi. Anche in Lucania la giornalista ha avuto buoni consensi come la Alfano. In questo ambito il boom è stato però di De Magistris con oltre 7000 voti. Si può affermare che le agitazioni promosse dall'associazione “Vittime di De Magistris” hanno avuto un effetto contrario a quello proposto se anche nella Policoro fiaccata dal sequestro di Marinagri l'ex pm ottiene ben 250 preferenze e IDv 755 voti. Ovviamente non si tratta di settori maggioritari. Ma questi voti sono la cartina di tornasole per un movimento tutto nuovo e trasversale che si batte per la difesa della Costituzione, dei diritti e della legalità e che vota non per ideologia ma per contenuti.
Postideologici, identitari sulla memoria, si battono per conoscere la verità sulle stragi del 1992 e nei singoli territori sono i portavoce di molti senza voce. Contestano i politici di professione, chiedono pulizia morale ed etica al Pd, sono disgustati dalle divisioni della sinistra radicale. In questa area a livello di personalità troviamo anche intellettuali illustri (Tranfaglia, Pardi, Giulietti, Vattimo, Magris) che hanno accettato di convivere con il populismo tribunizio di Di Pietro, il quale ha capito dove spira il vento e si prepara a cambiare il suo partito con allarme del segretario regionale lucano, Michele Radice. Al riguardo sarebbe interessante conoscere il pensiero dell'altro leader maximo Belisario. Al dato si vuole aggiungere una riflessione. I partiti e gli eletti che vogliono stare in questo campo dovrebbero meglio stare attenti a quello che accade. Nessuno di loro per esempio si è accorto che i militanti di Libera in Basilicata stanno presidiando
l'aula del processo Nibbio a Potenza per dare un sostegno ai testi che potrebbero inchiodare degli usurai pericolosi. Sono a rischio deposizioni che potrebbero rivelare importanti livelli occulti del riciclaggio di denaro sporco. In Basilicata ci sono persone che perdono casa, dignità e serenità per gli usurai. Don Marcello Cozzi ha spezzato il silenzio scrivendo:
“Non lasciamoli soli. La loro testimonianza potrebbe svelare scenari segreti, trame sotterranee, circuiti di malaffare finora sconosciuti”. Per il momento uno dei testi chiave risulta malato e non si è presentato a deporre. Registriamo il silenzio assordante della politica. Di tutta la politica. Anche di quella militante sul fronte legalitario, anche di quella abituata a confondersi con il giustizialismo più bieco. Da parte nostra con il diritto di cronaca continueremo a dare spazio a quello che accade in questo processo. Forse alcune notizie però potremmo presto essere costretti a non pubblicarle più. Perché ieri la Camera dei Deputati a larga maggioranza (con il convinto sostegno di franchi tiratori dell'opposizione) ha approvato un decreto legge che ad esempio ci impedirebbe di pubblicare un'intercettazione tra compari che hanno deciso di minacciare i testimoni del processo Nibbio. Potremmo presto essere costretti a pubblicare le rettifiche a questo articolo dagli avvocati di chi minaccia i testimoni senza poter replicare nulla, facendo diventare in questo modo verità assoluta la verità di parte. Siamo certi che ci riempiranno di rettifiche. E molti a quel punto non si occuperanno più di cronaca giudiziaria. Non potremmo più pubblicare i nomi dei pm. Che saranno quindi anonimi e potranno evitarsi il giudizio del loro operato. Perché accanto ai soliti sospetti di protagonismo ci sono anche molti magistrati che si sanno voltare dall'altra parte al momento giusto. Il decreto ora va al Senato. Editori e giornalisti ne chiedono la riforma. Il radicale Maurizio Bolognetti sostiene che c'è bisogno di disobbedienza civile su questo fronte. Forse è il caso di iniziarci a pensare considerato che si sente odore di regime.
Paride Leporace (Direttore Il Quotidiano della Basilicata)
Spataro: "La legge sulle intercettazioni è incostituzionale e irragionevole"
Il suo ex collega Di Pietro dice che è cominciata "la notte della Repubblica". Condivide? "Beh, io direi che "la notte continua.." se penso a ciò che, in nome della sicurezza, è stato fatto violando i diritti fondamentali delle persone. Ma ora si rischia di contraddire anche quelle scelte: come si può conciliare con la sicurezza l'azzeramento del più efficace strumento per individuare assassini, rapinatori
mercoledì 10 giugno 2009
De Magistris : questione morale nel PD. A Policoro fa il pieno di consensi
“Io ora sono un politico – ha poi detto De Magistris -, non voglio e non posso dire che la gente ha votato ‘il magistrato’. Ma ho fatto il magistrato e ho seguito le mie inchieste fino a quando me lo hanno lasciato fare. Sono entrato in politica perché mi hanno impedito di continuare, e la gente lo sa. Un legame fra il voto a me e la mia storia passata è inevitabile”. Sui rapporti futuri con le altre forze dell’opposizione l’europarlamentare dice di avere “un grande rispetto per il Pd che, al di là di tutto, resta un partito votato da più di un quarto dell’elettorato. Io dico che l’alternativa politica non possiamo costruirla da soli. Ma il Pd deve cambiare registro con noi dell’Idv. Noi, con umiltà ma con determinazione, portiamo quella linfa vitate che si chiama questione morale, e siamo intransigenti su questo. I dirigenti del Pd sbagliano e sbaglieranno se non ritengono di avere un problema in termini di questione morale: si pensi alla Basilicata, alla Campania, all’ Abruzzo, alla Calabria. Lì sono successe cose che esemplificano i loro sbagli e le nostre ragioni politiche”.
L’ex magistrato interviene quindi sulle polemiche legate al caso Noemi. “Il cosiddetto caso Noemi è stato il segno del degrado morale ed etico del presidente del Consiglio, il quale si sarebbe già dovuto dimettere e se fossimo in un paese anglosassone sarebbe stato costretto a farlo per il legame indissolubile che lega, almeno in quei paesi, la parola del premier a un concetto semplice e chiaro: dire la verità”. Ciononostante, il governo sostiene di aver vinto le elezioni, e di averle vinte per la bontà delle politiche proposte. “Quello che propone Berlusconi è ‘Capitalismo senile’” dice De Magistris. “Il capitalismo che va avanti finché ce ne è, con la moltiplicazione dei consumi inutili, le edificazioni fatte solo per poter costruire ancora…. Consumismo fine a se stesso”.
De Magistris riconosce poi il successo della Lega Nord anche se, dice, “crea ansie collettive che non corrispondono ai bisogni reali dei territori. Le ronde, ad esempio: se le facessimo al Sud vorrebbe dire consegnare direttamente, ufficialmente, paesi e città al controllo della criminalità organizzata. La Lega ha avuto un risultato eccellente in termini di voti, ma solo in una parte del territorio nazionale, e questo è da valutare”. Come primo atto politico da parlamentare europeo, l’ex magistrato dice di volersi occupare “dei fondi europei: basta sprechi e basta comitati d’affari che sudamericanizzano il territorio italiano grazie ai soldi che arrivano dall’ Europa”.
martedì 9 giugno 2009
Serafino consigliere Provinciale , Ripoli non classificato.
I risultati
PARTITO DEMOCRATICO MONTESANO NICOLA voti 1.120 19,90%
LISTA STELLA PRESIDENTE - DI SANZA SERAFINO 992 -17,62%
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI CELANO NICOLA 168 -2,98%
POPOLARI UNITI- PADULA MARY 165 2,93%
SINISTRA - PER LA BASILICATA- FITTIPALDI IVANO - 145- 2,57%
RIFOND.COM. - SIN.EUROPEA - COM.ITALIANI MARSICO MARIA - 81 - 1,43%
PARTITO SOCIALISTA MAGNO GIUSEPPE 36 -0,63%
FED.DEI VERDI CORDASCO ENZO 16 0, 28%
CENTRODESTRA
PDL CASTELLUCCIO PAOLO -1.270- 22,56%
MOVIMENTO PER L'ITALIA- RIPOLI ANTONIO - voti 912 - 16,20%
LA DESTRA - FIAMMA TRICOLORE NAVARRA FELICE voti 40- 0,71%
U.D.EUR POPOLARI DE MARCO RAFFAELE Voti 38 - 0,67%
POPOLARI LIBERALI-PORSIA SARA ROSARIA Voti 10- 0,17%
Unione di Centro - SIMONE COSIMO - 235 - 4,17
Democratici di Centro -Onofrio Lopatriello -223 -4,14
Grande Lucania - Rizzo Francesco voti 80 - 1,42
lunedì 8 giugno 2009
Risultati Europee Policoro e Matera
PDl voti 3278 pari al 43,57
PD voti 2019 pari al 28,03
IDV voti 789 pari a 10, 48
Casini voti 428 pari al 5,63
S.l voti 264 pari a 3.50
PRC voti 225 pari a 2,99
Radicali voti 146 pari a 1,94
MPA voti 119 pari a 1,54
Fiamma tricolore voti 86 pari a 1,14
schede bianche 516 pari a 5,95 nulle 620 pari a 7,16
In Provincia di Matera
PDl voti 36,342 pari al 36,88
PD voti 28141 pari a 28,41
IDV voti 12241 al 12,41
Casinivoti 7422 pari 7,53
S.L. voti 5041 pari a 5,22
PRC voti 3848 pari a 3,90
domenica 7 giugno 2009
affluenza urne alle 19 a Policoro
a Policoro l'affluenza alle urne è stata del 45,24 a fronte del 51,70 del 2004.
In provincia di Matera l'affluenza si attesta al 47,58 a fronte del 54 del 2004
Affluenza nelle urne a Policoro
sabato 6 giugno 2009
L'ultima corsa all'ipodromo di Matera da la scuderia della costellazione stellare quotata dagli scommettitori al 52 %
Alle sue spalle, anche lui con un tempo migliore rispetto a quello della corsa precedente nello stesso ippodromo, si piazza il cavallo arabo della scuderia metapontina (32%), che continua ad alternare prestazioni dignitose come questa (anche se distanti dalle performance del Grand Prix 2008) a giri di pista molto più lenti che, se confermati, provocherebbero uno sconquasso nella scuderia metapontina che gestisce il cavallo.
Resta sulla sotto soglia psicologica del 10% la scuderia dei crociati data dal 6-7% ormai stabilmente terza forza del campionato, anche se in leggera flessione rispetto ai tempi fatti registrare una settimana fa in questo stesso ippodromo.
Tutti gli hanno performance deludenti tra il 2,5 ed il 4
giovedì 4 giugno 2009
Domani alle 21.20 pubblico comizio PRC a Policoro dal Tema " Le verita nascoste"
Sen.Avv. Nicola cataldo candidato alle europee
Frammartino Ottavio Seg. provinciale PRC Matera
Da Policoro a San Nicola per difendere i diritti
MELFI - Sale la tensione nel sito industriale di Melfi, i lavoratori denunciano l’atteggiamento da parte della Fiat, che prima di ogni turno di lavoro, chiama i lavoratori al rientro sul proprio turno, ed appena dopo una mezz’ora di lavoro, li rimanda a casa, comunicando il “senza lavoro”. Da circa una settimana, tutto il sito industriale è paralizzato da una consistente generale mobilitazione di tutti i lavoratori dell’area industriale, scoppiata dopo la decisione presa da parte di due aziende dell’indotto Fiat - Sata, di non confermare una settantina di contratti interinali, dopo che gli stessi, sono stati impiegati di continuo alle proprie dipendenze per diversi anni . Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata proprio la decisione di queste aziende, di voler sostituire i lavoratori con altri lavoratori provenienti soprattutto dalla Campania, con una sorta di mobilità interna trans regionale. Le contestazioni dei lavoratori, con i relativi presidi vanno avanti da oltre una settimana, e da alcuni giorni invece la Fiat ha iniziato a chiamare i propri lavoratori in fabbrica. Quest’atteggiamento nella giornata di oggi ha però suscitato l’ira dei lavoratori e di alcuni sindacati, Giuseppe Giordano rsu Ugl ha dichiarato in una nota : «Questa mattina, dopo che la Fiat ha comunicato il senza lavoro, insieme a circa un centinaio di lavoratori ci siamo riversati sotto la palazzina degli uffici della Sata, per contestare tale ed assurda decisione. Purtroppo - continua Giordano - in Italia può fare notizia «se Berlusconi va la compleanno di una minorenne; di certo non fa ne notizia, ne scalpore, che la Fiat chiama la gente a lavorare, con tutti i disagi che si affrontano, soprattutto per chi arriva da lontano, e poi viene rispedita a casa senza tanti convenevoli » . E’ un segnale negativo che non fa presagire nulla di buono, così si iniziò nel 2004 che poi sfociò nella cruenta lotta dei ventuno giorni. Intanto il previsto incontro con il presidente della Regione Vito De Filippo non c’è stato, e tutto riamane inalterato. Ciò che noi chiediamo – conclude il delegato sindacale dell’Ugl, proveniente da Policoro, Giuseppe Giordano – che si riprendano al più presto le trattative, per sopperire a questo ulteriore scempio per i lavoratori, che per colpa dell’intransigenza aziendale, stanno perdendo molti soldi in busta paga, e soprattutto, un maggiore rispetto della “dignità” delle persone»