lunedì 31 agosto 2009

Convocazioni precari della scuola: intervenga il prefetto.

Mentre i precari sono in mobilitazione contro i tagli del governo, che quest'anno colpirà duramente centinaia di docenti e personale ata, il CSA di Matera pensa bene di gestire le poche assegnazioni di posti di lavoro con criteri e modalità del tutto illegittimi. Sembrerebbe che si tratti di provvedimenti ad personam in cui per favorire i pochi "fortunati amici" sono state effettuate assegnazioni interprovinciali su classi di concorso non richieste dai docenti interessati provenienti da fuori provincia; assegnazioni ad uno stesso docente di più posti contemporaneamente, come il caso assurdo di un docente provenienete da Varese che si trova asseganto sia alla scuola superiore che alla scuola media; insegnanti che avevano richiesto una utilizzazione cui viene invece attribuita una cattedra in assegnazione provvisoria. Come se non bastasse, negli elenchi dei posti disponibili delle convocazioni del 31c. m .mancano sia spezzoni di cattedre sul sostegno che sulle altre discipline: si tratta di ore che risultano negli organici delle scuole ma non nelle disponibilità delle supplenze del CSA, cattedre che si dice potrebbero servire per assegnazioni fuori sacco o, come ci ha tradotto in gergo un sindacalista, "per via breve". E' chiaro che tutto ciò sta avvenendo secondo modalità da paese del terzo mondo, poichè viene negato ai diretti interessati l'accesso agli atti, il diritto alla trasparenza e perfino un incontro verbale per qualche semplice chiarimento: questi docenti, calpestati nella dignità di persone e di insegnanti sono costretti ad elemosinare anche le informazioni più elementari. Sembrerebbe che questo ufficio, che dovrebbe ispirare i propri atti a criteri di trasparenza e nel rispetto della legge, abbia sostituito le regole e le normative con la superficialità e l'arroganza, mentre la tutela dei diritti diventa un optional riservato ai "più fortunati". Tutto questo non è più tollerabile: queste convocazioni appaiono illegitime e le assegnazioni, per gli errori con cui sono state effettuate, non mettono a disposizione dei precari i reali posti di lavoro cui hanno diritto Per queste ragioni viene richiesto l'intervento tempestivo al prefetto di Matera per il ripristino immediato della legalità, sollecitando altresì la procura perchè apra un'indagine per accertare eventuali responsabilità penali, ed i parlamentari lucani affinchè intervengano sul ministero per denunciare la gravità dei fatti che ancora una volta colpiscono la parte più debole della nostra regione. Di Vittorio avrebbe detto pane e lavoro noi gridiamo diritti e legalità.

Frammartino Ottavio
segretario Provinciale PRC Matera

mercoledì 26 agosto 2009

SOS Lavoro: La Lasme di Policoro sono gli oltre cento precari scuola di questo comune che non avranno un incarico




L’Italia precaria è l’Italia di tutti e di nessuno, perché rappresenta bene le miserie di questo presente e l’assenza di pensiero e di futuro che segna questi anni sciagurati.

Volantinaggi, assemblee, presidio permanente in questi primi due giorni di mobilitazione del mondo della scuola Materana, ha fatto sentire la sua voce di protesta contro i tagli agli organici, che nella nostra provincia ammontano a circa 1.000. Di questi per intenderci , saranno almeno un centinaio i residenti a Policoro che nei vari ordini rischiano di non avere un incarico anche parziale, ed altrettante che si vedranno chiudere ogni speranza di una possibilità occupazionale. Per questa città rappresenterà il più grande licenziamento vissuto dopo la chiusura della Azienda dell’ing.Massocchi e dello zuccherificio..
Al presidio permanete di Matera che si tiene presso il provveditorato abbiamo ascoltato in questi giorni le storie, abbiamo visto i volti di tanti precari e precarie che dopo 10/15 anni di servizio, anzi di sacrificio, nella scuola pubblica si trovano senza lavoro. Anni passati ad insegnare nel profondo nord o a girare in lungo e largo la provincia, uomini e donne ognuno con la sua storia, con il lavoro nella scuola che spesso rappresenta l’unico reddito in famiglia, con figli da crescere e mutui o fitti da pagare. Ma non diciamo questo perché ci aspettiamo dallo stato una qualche forma di assistenza, questa rabbia nasce dal fatto che la nostra professionalità e la nostra esperienza siano necessarie ad una scuola pubblica, che punti realmente alla qualità ed al bene dei cittadini/ne. Invece ci siamo resi conto che al governo non interessa la qualità, figuriamoci il bene, ma soltanto fare cassa, sottraendo nei prossimi anni il 7% dei finanziamenti alla scuola: chiudendo istituti, tagliando classi, imponendo “riforme” (maestro unico … ) e privatizzando.

Non viene leso così solo il diritto al lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori della scuola, ma anche il diritto allo studio di milioni di studenti, in particolare degli alunni diversamente abili, cui saranno ulteriormente diminuite le ore di sostegno, con il rischio di un ritorno al ghetto delle aule differenziate.

L’attacco alla Scuola Pubblica, portato avanti dal trio Berlusconi, Tremonti, Gelmini è senza precedenti: dalla Legge sulla manovra finanziaria, che prevede un risparmio di 8 miliardi di euro nel triennio 2009/2011 attraverso tagli di 85.000 posti per i docenti e 43.000 per gli Ata (cui vanno aggiunti i 33.000 previsti dalla Finanziaria 2008 frutto del governo precedente); al D.L. n. 137 del 1° settembre, che tra le altre cose reintroduce la figura del maestro unico nella scuola primaria con un taglio stimato di 50/60.000 cattedre.

A fronte di quest’attacco può rispondere solo una mobilitazione forte, che coinvolga il mondo della scuola e tutta la società.

martedì 25 agosto 2009

Frammatino e Di Sanza sui tagli del personale della scuola a Matera




Frammartino: Rifondazione sostiene il Sit In permanente dei precari della scuola di Matera




Il Prc della provincia di Matera al sit in permanente organizzato dalla Flc davanti al provveditorato per sostenere la protesta dei precari della scuola contro i provvedimenti del governo nel settore.
“Nella calura agostana e nell'assordante silenzio mediatico – dice il segretario provinciale del Prc, Ottavio Frammartino - il Governo sta per produrre il più grande licenziamento di massa nella storia della Repubblica. In Basilicata sono previsti quasi 1000 posti in meno tra docenti e personale Ata che vanno ad aggiungersi all'esercito crescente dei senza lavoro della Basilicata”.
“Oltretutto i tagli agli organici delle scuole non resteranno senza conseguenze per gli studenti e le loro famiglie: ci saranno classi sovraffollate in violazioni delle norme sulla sicurezza, richieste dei genitori non rispettate – sostiene ancora Frammartino - visto che non verrà garantito il tempo pieno a tutti coloro che lo hanno richiesto, alunni diversamente abili privi di sostegno, un generale impoverimento dell'offerta formativa”.
Il Prc, nel chiedere all’esecutivo regionale di mettere “al primo posto dell’agenda di governo la questione occupazionale dei precari della scuola”, sollecita la Provincia di Matera a procedere alla “riforma della Long List della formazione professionale in modo da prevedere l’utilizzo dei precari della scuola” e “di procedere alla diffida nei confronti dei presidi e del direttore generale scolastico nel chiedere nella formazione delle classi di rispettare i parametri del rapporto alunni classi ai fini della sicurezza”.
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TAGLI SCUOLA, DI SANZA (PD): TUTELARE IL TERRITORIO


“Nonostante i diversi tentativi avviati nei confronti del Governo nazionale dalla Regione Basilicata, dalle Province e dai Comuni lucani, tesi ad attenuare i tagli alla scuola pubblica lucana ed a rendere la riforma Gelmini (leggi Tremonti) meno drastica per i nostri Comuni, soprattutto per i più piccoli e marginali, giunge il verdetto finale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione: circa 1000 posti di lavoro in meno nel solo anno scolastico 2009-2010, di cui circa 700 per il personale docente e 300 per gli ausiliari ATA. Un vero dramma per il mondo della Scuola in Basilicata e soprattutto per tutti quei giovani lucani che vivono nei Comuni di montagna dove, non per colpa loro, non vi sarebbero i numeri giusti per garantire un servizio pubblico scolastico”.
E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Pd Antonio Di Sanza, per il quale “la riforma alla fine, non tiene conto dei territori, della scuola come istituzione, come presidio dello Stato in tante piccole comunità, della scuola come unico riferimento di apprendimento ma anche di svago per tanti studenti cui, purtroppo, gli stessi Comuni nient’altro riescono ad offrire per assenza di risorse economiche. Una riforma che licenzia, aumenta ancor più il precariato ed elimina servizi essenziali. Questo è il risultato della ‘sforbiciata’ dei ministri Gelmini / Tremonti. E questa non è una valutazione personale, né solo del Pd, ma anche di altre Regioni italiane, come la Lombardia e la Sicilia che, di fronte alla ‘scure tremontiana’, hanno provveduto diversamente al fine di tutelare i loro territori ed i posti di lavoro che altrimenti sarebbero saltati, prendendosi in carico buona parte della spesa necessaria per garantire il servizio scolastico nei rispettivi territori”.
“Credo che anche la Regione Basilicata – conclude Di Sanza – dovrà seguire rapidamente lo stesso esempio. L’assessore regionale Autilio, infatti, sta già lavorando ad un protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione che prevede una compartecipazione economica da parte della Regione, finanziata dai fondi europei, per garantire i posti di lavoro, che altrimenti verrebbero tagliati, ed un servizio pubblico scolastico in tutti i Comuni della Basilicata. Alla Regioni ‘autonomiste’, Lombardia e Sicilia, è stato concesso. Ora tocca a noi lucani pretenderlo ed anche rapidamente prima che i drastici effetti della ‘riforma’ producano danni irreparabili”.

lunedì 24 agosto 2009

SCUOLA PUBBLICA IN BASILICATA SARANNO TAGLIATI OLTRE MILLE POSTI

Sarà un altro anno di ghigliottina per la scuola pubblica. Estinzioni predestinate delle classi nei borghi di montagna, con passaggio intermedio (a volte) attraverso la riesumazione di forme di insegnamento penalizzate e penalizzanti (a cominciare dalle pluriclassi), ma difese pur di non chiudere bottega. È la mattanza della scuola pubblica che, da progetto, si trasforma in aspra realtà. In Basilicata la «soluzione finale» passa con oltre un migliaio di «tagli». Si parla di 1047 posti di lavoro in meno nel solo anno scolastico 2009-2010: 727 per il personale docente, 270 per gli ausiliari Ata, 50 per gli insegnanti di sostegno.
Da un lato si eliminano posti di lavoro, si accresce il precariato, si mortifica ancor più il ruolo degli insegnanti; dall’altro, si depauperano ulteriormente i territori (in particolare quelli più deboli, di montagna, già a rischio spopolamento) privandoli di servizi essenziali. Così un pezzo d’Italia dovrà decidersi a dichiarare la rinuncia a esistere se non vorrà veder accrescere i divari, anche dal punto di vista dell’istruzione, per i propri ragazzi costretti a frequentare scuole «meno garantite». Ragazzi con diritti attenuati e opportunità ridotte, non in base a meriti e capacità, ma a causa del ceto sociale d’appartenenza, del luogo di nascita o di residenza.
La Regione, con un’iniziativa dell’assessore alla formazione, Antonio Autilio, ha illustrato ai sindacati il progetto di un accordo-quadro con il Ministero per «stabilire le procedure per la valutazione e il riconoscimento del servizio ai fini dell’attribuzione del punteggio nelle graduatorie ad esaurimento e per il trattamento economico del personale». Verrà costituita una Commissione e si definirà un programma di «rafforzamento e qualificazione dell’offerta formativa scolastica» ricorrendo a fondi europei e regionali per attività curriculari ed extra curriculari. È una prima risposta. Ma non basta. Col rischio concreto che il soccorso possa giungere a babbo morto. (di MIMMO SAMMARTINO dalla Gazzetta del Mezzogiorno)

sabato 22 agosto 2009

BOTTA E RISPOSTA SUI POZZI A POLICORO TRA SANTOCHIRICO RESPINGE LE CRITICHE: «TONI ALLARMISTICI»

L’assessore all’Ambiente in guerra con le associazioni
• «Allarmistici e deliranti i comunicati ambientalisti». «Il Terminator dell'ambiente». Non si sono mai amati l'assessore Vincenzo Santochirico e i movimenti ambientalisti lucani, ma il duro botta e risposta avvenuto nel ponte ferragostano segna una piena rottura e li rende nemici più di prima.
Ha iniziato No Scorie Trisaia con due comunicati stampa non certo leggeri, poi rincarati dalla Ola, lucana ambientalista, dove tra «blitz di ferragosto», alludendo ad azioni imbastite pensando alla distrazione per le ferie estive, e «tradimenti del tavolo della trasparenza», hanno di fatto accusato l'assessore di barare nei rapporti con l'informazione in Organizzazione merito al pozzo estrattivo Rivolta 1 e al pozzo esplorativo Masseria Morano. Chiedendo la chiusura di entrambi.
Pesante la risposta dell'assessore Santochirico: «Il Metapontino va difeso da chi propaga false e deliranti notizie su presunti inquinamenti, frane e contaminazioni», ha detto dando dell'incompetente a No Scorie Trisaia su due tematiche molto care al movimento: quelle della subsidenza, «astrattamente correlabili - secondo Santochirico - all'attività estrattiva vera e propria e non ai pozzi esplorativi come Masseria Morano» e dell'uso di «sostanze chimiche per lo scioglimento della crosta terrestre» per le perforazioni, «eseguite - secondo l'assessore - con usuale tavola rotary e scalpello rotante».
Altrettanto dura la replica di No Scorie Trisaia: «Pozzo Rivolta va chiuso,
visto che è a 200 metri dalle scorie radioattive dell'Itrec e visto che l'assessore Santochirico oggi ammette che la subsidenza è un rischio quando si estraggono idrocarburi». Il movimento indica
quindi due siti internazionali dove informarsi sugli inquinanti usati «per sciogliere la crosta terrestre», oltre al sito che ricorda l'audizione del 7 luglio 1998 alla commissione parlamentare di inchiesta dell'allora amministratore delegato dell'Eni, Franco Bernabè, sulle trivellazioni in Val d'Agri.
Il tutto quando non si conosce ancora la valutazione della Sogin, alla quale forse toccherebbe l'ultima parola sulla sicurezza in materia nucleare.
(Filippo Mele Gazz. del mezzogiorno)

mercoledì 19 agosto 2009

Alcuni lettori del Blog sulla Movida nei Casalini hanno detto:

Basta questa città è diventata davvero invivibile, per colpa di questa vetusta mentalità! Già questa è un'estate da riCOVERi perciò nula di poi tanto entusiasmante poi ci togliete anche il piacere di far tardi allora vaff....anche ad Ancona che a il perbenista lavoratore, anche noi lavoriamo quando ci svegliamo al mattino nessuno ci vede!Se volete che qst città si svegli, evitate di rompere!Qst no, quest'altro neanche, l'altro neanche a pensarci, oh....basta mo!
Ottavio, qst marinagri sta diventando la ua ossessione se dovesse riaprire non è che dobbiamo cercare il tuo nome sui necrologi?
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Vanno ascoltate le voci di disagio e analizzate. Se i cittadini della zona casilini o prima ancora del II° piano di zona lamentano la impossibilità al riposo notturno è un dato al quale va posto rimedio. Se i giovani di Policoro lamentano la mancanza di divertimento e di punti di incontro è un'altro aspetto che va analizzato, cercando di dare soluzioni valide. Ora mi vorrei permettere di evidenziare che il lungomare non è a misura di giovani ma bensì di bambini e genitori che la sera passeggiano alla ricerca di un pò di tranquillità. I casilini quest'anno hanno rappresentato l'unico punto di divertimento e di incontro dei giovani,grazie al protagonismo di alcuni di loro che hanno investito in una professione che li porta ad ascoltare e leggere le loro esigenze. Vi siete accorti che quest'anno il vero cartellone estivo lo hanno fatto loro!!!!!Spero che un giorno i nostri ammnistratori vorranno aprire un VERO confronto sulle problematiche poste, cercando di dare attenzione e risoluzione ai diversi punti di vista. Non è impossibile!!!!!!!!!!

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Ottavio frammartino ha scritto:
Il post è stato tratto da un articolo di Nicola Buccolo pubblicato sulla gazzetta del mezzogiorno. Abbiamo riportato un disaggio che vivono un centinaio di famiglie che hanno le proprie abitazione vicino ai locali dei Casalini. A dir la verità quest'estate sono stato in vacanza nelle isole Eolie, vi posso assicurare che vi era la presenza di migliaia di turisti (ALTRO CHE POLICORO)moltissimi giovani , perché la vita notturna delle isole hanno fama nazionale ed è vissuta da migliaia di giovani e frequentata da vip ecc..., ma tutto si svolge fuori dai centri abitati. Alle ore 1.00 tutti i locali del centro devono chiudere. Una buona programmazione turistica potrebbe secondo il nostro umile parere far convivere le varie esigenze e non questo farwest vacanziero che assistiamo a Policoro. Vanno create le occasioni e le strutture per il divertimento , ma nel rispetto di tutti i cittadini

P.S: Per il necrologio vorrei che si scrivesse di me :
Visse da uomo felice nonostante Marinagri e de Magistris.

martedì, 18 agosto, 2009

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ogni anno se nè sempre parlato di spostare i divertimenti verso zone meno abitate ma non è stato mai fatto nulla, se ne parla sempre quando sorgono i problemi.E' giusto che non si può far musica a tutte le ore però non sempre guasta .
Mi auguro ke la tua frase non serva mai ....senza sentimentaismi....altrimenti chi ci informa;)

Vacanza in camper a spese del comune di Policoro





Cittadinanzattiva denuncia l'occupazione mensile di piazzale Dionisio
Di Antonio Corrado (tratto dal Quotidiano)
Chi non ha sognato, almeno una volta nella vita, di fare un viaggio avventuroso con il camper, una sorta di casa mobile che consente di visitare senza obblighi di prenotazione, tutto il mondo. Meglio ancora se la sosta è completamente gratuita e senza limiti di tempo, magari in un'area attrezzata di acqua e scarico fognario, con tanto di pini e ombra garantita tutto il giorno. Così la sosta temporanea in attesa di approdare su altri lidi, può diventare mensile o quindicinale, a spese dei cittadini contribuenti del comune interessato, che non possono posteggiare le loro auto in un'area praticamente “occupata”. Accade sul lungomare di Policoro, dove dai primi giorni di agosto un'area comunale adibita alla sosta dei camper è stata praticamente monopolizzata da circa ottanta “case viaggianti”, con tanto di verande, barbecue perenni, acqua pubblica prelevata a gogo. Un autentico villaggio turistico a costo zero, si fa per dire, perché le spese dei servizi le “offre” il Comune jonico. Intanto, i campeggi attrezzati per ospitare i camper a pagamento restano a guardare. Non ci sta la segretaria regionale di Cittadinanzattiva, Maria Antonietta Tarsia, che denuncia al Quotidiano quella che definisce «una situazione per molti aspetti insostenibile. Noi non abbiamo nulla contro i camperisti -precisa la Tarsia- ma sarebbe opportuno che il Comune mettesse a disposizione un'area più contenuta e comunque con il pagamento di una minima tassa. Negli anni passati la sosta presso il piazzale Dionisio era comunque consentita solo se “temporanea”; quest'anno il sindaco Lopatriello nell'ordinanza scrive “sosta senza intervallo di tempo”, evidentemente non rendendosi conto di ciò che questo comporta. Il posteggio temporaneo, invece, eviterebbe la sosta selvaggia e senza limiti, consentendo anche di coprire i costi per l'acqua e la fogna utilizzata, senza impedire a turisti, residenti, disabili e donne incinte l'uso anche parziale di un importante parcheggio centrale rispetto al lido. I camper sostano praticamente da un mese, occupando anche aree non riservate loro, come i posteggi dei ciclomotori, e a costo zero. Insomma, oltre quattrocento persone vivono accampate senza disporre in loco di idonei servizi di soccorso; penso all'assenza di un posto di Guardia medica, con il risultato che finiscono spesso per intasare il locale Pronto Soccorso, anche per casi non particolarmente gravi e urgenti. Ho chiesto a uno di loro come fossero organizzati e se pagassero qualcosa, mi hanno risposto: “No signora, qui basta arrivare trovare il posto e piazzarsi”. Poi ho chiamato la Capitaneria di porto di Taranto -prosegue la Tarsia- per chiedere se fosse possibile una sosta così lunga, mi hanno risposto precisando che il posteggio è consentito, previa ordinanza del sindaco, ma solo per periodi brevi. Cittadinanzattiva chiede, quindi, di disciplinare meglio la sosta dei camper sul lungomare di Policoro, affinchè non sia una spesa onerosa per il Comune, e quindi per i cittadini residenti, e siano garantiti servizi minimi ai camperisti e la possibilità di sostare nella zona centrale del lido anche alle auto di residenti e turisti ospitati in villaggi e alberghi della costa». Un'altra nota dolente per Maria Antonietta Tarsia è relativa alla scarsa sicurezza lungo il percorso vita, sempre nell'area del lungomare: «Ho visto con i miei occhi almeno tre grossi tombini scoperti ai margini della pista dove turisti e cittadini di Policoro sono soliti fare sport; è un'autentica emergenza, bisogna intervenire subito perché basta una distrazione o una banale perdita di equilibrio per finirci dentro

lunedì 17 agosto 2009

Policoro: Movida e notti insonni

• POLICORO PER GLI ABITANTI CONTESTANO IL DISTURBO ALLA QUIETE CHE SI INOLTRA CHE SI ACCENTUA DOPO LA MEZZANOTTE .
• P O L I C O R O. La movida dei giovani policoresi e di quelli dei comuni vicini che vengono a trascorrere le serate a Policoro si èarricchita di nuove offerte per "lo sballo da bottiglia" con due nuovi pub nel borgo dei Casalini. E poichè più c’è musica, più si beve, le serate al ritmo di complessi si rincorrono una dietro l'altra, con buona pace di chi era abituato a vivere in una zona molto tranquilla. Siccome siamo d'estate e il divertimento d'obbligo, si può essere parrucconi al punto tale da rimpiangere il tempo passato? L'estate, si sa, è sinonimo di svago e di divertimento, soprattutto per i giovani che, quasi sempre, confondono la notte con il giorno e viceversa. Con questi due nuovi locali, tira proprio questa aria al borgo dei Casalini.
«È un'aria invivibile - denuncia l'imprenditore Giovanni Ancona - e per chi come me lavora di giorno, iniziando alle prime luci dell'alba, l'estate si è trasformata in un incubo in questa zona e prima delle due, le tre di mattina non si chiude occhio. Qualche ora di sonno e si ricomincia una nuova lunghissima giornata che di sera si trasforma in un tam-tam continuo, che entra nel cervello, e non ti fa chiudere occhio. Sia ben chiaro, non sono contrario al divertimento, ma possibile che in questo paese si debba vivere senza regole? Che si suoni pure, ma si pongano limiti accettabili e regole precise da far rispettare a tutti. Così come si sta agendo a Policoro, con il mare a 5 km, sembra che tutte le notti siano buone per trasformarle in notti bianche. Alla faccia di chi lavora e fa camminare l'economia e lo sviluppo del paese».
Il borgo dei Casalini, finanziato e ristrutturato con ben altre finalità rispetto a quelle che ora vengono proposte, era immerso in un grande prato verde. Ora quel prato è secco, e l'erba, quella poca rimasta, calpestata da migliaia di piedi ogni sera, è diventata di colore giallognolo. La zona per quattro-cinque ore notturne si trasforma in un parcheggio selvaggio (lo è spesso anche di giorno per l'assenza di segnaletica!), dove le famiglie vivono assediate dalle macchine e non possono nè entrare, nè uscire nei garage con le proprie auto. E molti giovani abbandonano presso gli ingressi, anche delle abitazioni, bottiglie vuote. Cos'altro aggiungere? Venite pure a godervi lo scampolo di estate che resta, ma che sia accompagnata dalle regole del buon vivere civile. Non dimenticando che a qualche centinaia di metri c'è anche un ospedale.( Nicola Buccolo tratto Gazz. Mezz.)
Qualcuno scherzosamente ci ha chiesto se il Sindaco che abita nello stesso quartiere si sia trasferito a Marinagri , visto che è l'unico a non lamentarsi?

Policoro: un pozzo d'estrazione del gas a 200 metri dal centro Nucleare


MATERA - Si chiama Pozzo Rivolta. Nome evocativo. È un pozzo di estrazione di gas (estrae la Gas Plus Italia) ed è il nuovo pomo della discordia tra gli ambientalisti, l'assessore all'ambiente della Regione, Vincenzo Santochirico e le compagnie minerarie. Il motivo di tanta preoccupazione è legato alla dislocazione del pozzo Rivolta: a 2 chilometri dalle case di Nova Siri Marina, lungo il torrente omonimo e a ridosso del fiume Sinni, dunque, immerso nelle falde freatiche del territorio e, proprio sotto l'area nucleare dell'Itrec di Rotondella.

«Questa storia del pozzo Rivolta non passerà senza conseguenze», affermano quelli di No Scorie Trisaia, giurando di rivolgersi ad organizzazioni internazionali, oltre a chiedere lumi al "nemico di sempre", la Sogin, la società di gestione degli impianti nucleari, circa la presenza del pozzo estrattivo proprio sotto i loro lavori di messa in sicurezza delle scorie radioattive all'Enea. «Siamo convinti che anche alla Sogin, come a noi di No Scorie Trisaia, questo pozzo Rivolta e questa sua vicinanza al deposito di scorie - precisa il movimento di protesta - ci sia stato letteralmente nascosto al recente Tavolo della Trasparenza di marzo scorso».

Dentro le falde freatiche tra Policoro, Rotondella e Nova Siri, nelle vicinanze di un'area Sic, vicino ai vigneti di una nota azienda vinicola, e cosa strana, a 220 metri dalle scorie radioattive dell'Enea di Trisaia, questo pozzo estrattivo dal nome, forse profetico, racchiude dentro di sè contraddizioni abbastanza evidenti e circa l’operato degli amministratori pubblici, a questo punto, si rende necessario un chiarimento o una presa di posizione netta.

«Il rischio non vale la candela in nessun caso in tema di estrazioni: la scelta energetica di sudditanza alle compagnie minerarie porta solo verso la devastazione del territorio, ma questa del Pozzo Rivolta - ribadisce No Scorie Trisaia - è una vera follia perchè oltre agli inquinamenti di aria e acqua, se si verifica un fenomeno di subsidenza (abbassamento del suolo fino a 5 metri lungo la vena mineraria), come è già avvenuto nel '56 in Polesine, può far fuoriuscire e disperdere nel territorio la radioattività dell'Enea. Il tutto per 46 mila metri cubi di gas, un quantitativo che non basterebbe a riscaldare Matera».

E intanto, si fa notare che la costa jonica lungo la foce del Rivolta, proprio da qualche anno è sottoposta ad un aggressivo fenomeno di erosione. «Esiste un collegamento geologico con l'estrazione avviata nel 2004?».

A domanda, qualcuno risponde. «Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata non ha concesso alcuna autorizzazione - sottolinea una nota del massimo ente territoriale - la notizia secondo la quale la Regione Basilicata avrebbe concesso l'autorizzazione alla trivellazione del pozzo denominato "Rivolta 001" e all'estrazione di gas è completamente falsa, destituita di ogni fondamento: il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità non ha concesso nessuna Via (Valutazione di impatto ambientale). Ancora una volta le notizie riferite da talune Associazioni sono assolutamente inventate. Il pozzo "Rivolta 001" - conclude la nota - è stato perforato nel lontano 1987 su autorizzazione dell'allora ministero dell'Industria ». Notizie utili, non c’è che dire, ma il tutto avviene sempre e comunque a ridosso di un cimitero di scorie radioattive, o no?
di ENZO PALAZZO (tratto GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO)

venerdì 14 agosto 2009

Un'altra tragedia colpisce la città di Policoro

Si è suicidata impiccandosi, presumibilmente verso le 11 di ieri sera Francesca Milanese di 26 anni. Il suo corpo è stato trovato senza vita nel negozio dove lavorava Original Marines di Policoro in via Siris sotto i casermoni.Non si conoscono ancora le ragione di questo tragico gesto , ma che comunque ci pone degli interrogativi di un disagio crescente , per un gesto estremo che colpisce ancora la nostra città. Ha lasciato una lettera ora agli atti dei carabinieri, e secondo alcune indescrizione chiederebbe le scuse ai genitori ed agli amici per il dolore che il suo gesto avrebbe provocato. Inoltre prima del suicidio avrebbe inviato tre sms , uno all'ex ragazzo , e due alle amiche , ed in particolare a una scriveva: " Ti ho voluto veramente bene , ti affido i miei genitori. SMS che avevano allarmato le amiche che subito dopo avevano inutilmente tentato di contattarla.
Noi ci stringiamo in segno di solidarietà alla famiglia di Francesca.

«Anche in Basilicata si rischia un altro caso Innse»

ROMA – «Quanto accade alla Lasme, nella zona industriale di Melfi in Basilicata, ci parla ancora una volta di come in Italia la politica e il padronato intendano affrontare la crisi: riversando i suoi costi sempre e solo sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori. Sono ben 174 i lavoratori a cui è stato comunicato che rischiano il posto di lavoro»: così Paolo Ferrero, segretario del Prc, che, nell’esprimere la sua solidarietà ai lavoratori, parla di un nuovo caso Innse: «La Lasme in gran segreto, nelle ultime settimane, si era trasformata in S.r.l. con l’evidente intento ad aggirare alcuni degli obblighi previsti per la messa in liquidazione di una società per azioni. Sembra, a prima vista, una storia industriale come tante: una famiglia industriale che arriva nel Mezzogiorno grazie agli incentivi statali e regionali (20 miliardi, per cominciare, dalla sola Regione Basilicata), apre la sua azienda, si avvantaggia della diversificazione contrattuale e, alla prima occasione, chiude per spostare la produzione altrove».
«Il sostegno del partito della Rifondazione comunista non è solo un fatto formale. Stiamo partecipando con i lavoratori al presidio permanente organizzato per impedire al padrone di portarsi via i macchinari. La lotta dell’INNSE non è che un esempio di quello che i lavoratori italiani possono fare: la crisi se la paghino i padroni».(tratto dalla gazzetta del mezzogiorno)

giovedì 13 agosto 2009

La Provincia e la questione delle pari opportunita? Basta chiamare le badanti assistenti Familiari


La questione delle politica delle pari opportunità e di genere per la provincia di Matera si riduce alla regolarizzazione delle Badanti. Si proprio così , non stiamo scherzando basta leggere l’intervista data oggi sul quotidiano dall’assessore Montemurro al quotidiano che riportiamo integralmente.

D. Sul tema delle pari opportunità , la giunta stella è stata obiettivo di forti polemiche all’atto del suo insediamento per la mancanza di donne nell’esecutivo, si attendeva che ci fosse almeno una rappresentante femminile nell’ambito dell’esecutivo e in qualche caso si era parlato addirittura di una presenza di più donne tra gli assessori della giunta Stella. Ritiene ci sia difficoltà nell’applicazione delle regole di pari opportunità ?

Risposta dell’assessore: Proseguiamo la strada già tracciata. Ho già incontrato la consigliera di pari opportunità , Tonia Giacoia, a cui ho chiesto di occuparsi ad esempio della vicenda delle badanti in città: è necessario una regolarizzazione che però passi da alcuni elementi fondamentali come esempio corsi di infermieristici in collaborazione con l’ageforma, favorendo il loro inserimento qualificanto negli ambienti in cui lavorano. Mi sono fatto promotore infatti, di una proposta per cambiare il loro nome da badanti ad assistenti familiari.

Direbbe il buon Tonino , leader del partito in cui milita il nostro assessore : che ci azzecca tutto questo con le politiche delle pari opportunità ?
O non sanno quello che dicono e fanno, quindi ci troviamo di fronte a degli incompetenti, ma questa risposta è in linea con la risposta data dallo stesso Stella, quando il PRC pose la questione dell’esclusione delle donne dalla giunta.. Ci stanno riportando dietro di cinquanta anni, per noi è intollerabile non fare niente.

mercoledì 12 agosto 2009

Polemica sul Coordinamento PDL: interviene il presidente del consiglio comunale Marsano


In un comunicato apparso sui quotidiani locali del 10 agosto u.s., ci è stato attribuito, come militanti di Forza Italia e, impropriamente, come Presidente del consiglio Comunale e Assessore di Policoro, l’apprezzamento per la designazione dell’amico Paolo Castelluccio a componente dell’organo direttivo regionale del Popolo della Libertà.
Apprezzamento che confermiamo, senza infingimenti, in considerazione delle grandi qualità umane e indubbie capacità di analisi politica di cui è portare lo stesso Paolo Castelluccio a cui, oltretutto, va riconosciuta la sua caparbia tenacia di organizzare e condurre il partito anche nei momenti più difficili.

Non possiamo tuttavia, per amore di verità e per non alimentare confusioni e polemiche che potrebbero avere riverbero sulla coesione del gruppo consiliare del Popolo della Libertà e quindi sulla stessa coesione del gruppo di maggioranza amministrativa, confermare il nostro giudizio personale sul metodo adottato per la nomina complessiva del Direttivo Regionale che, con stridente evidenza, appare il risultato di una oligarchica decretazione, priva di ogni sostegno di concertazione con la base degli iscritti.

Non lo diciamo per alimentare una querelle che è giusto, questa si, mandare in ferie definitivamente.
Lo diciamo piuttosto, perché, facendoci interpreti anche di simpatizzanti ed altri amici consiglieri (tra questi Giuseppe Callà e Livia Lauria) si avverte forte la necessità, in questa fase di organizzazione del Partito (o del Movimento, se si vuole), di coinvolgere compiutamente la base degli aderenti, almeno nelle scelte cardine che ne caratterizzeranno forma ed anima già nel prossimo futuro.

Ciò che vogliamo esorcizzare è il pericolo che si voglia eventualmente costituire un partito con pochi e parcellizzati vertici, senza una vera base dei simpatizzanti che deve rappresentare la spinta necessaria per dare impulso ad un Partito che, siamo franchi, stenta in Basilicata a decollare e non solo per la capacità degli altri partiti (il PD innanzitutto) di occupare le postazioni del potere, facendo leva su clientelismi e sullo sfruttamento dello stato dei bisogni della ingenua gente lucana.

Si auspica, insomma, un Partito partecipato, aperto, organizzato, strutturato a livello periferico, provinciale e regionale non con, seppure calibrate, designazioni verticistiche, ma con gli strumenti statutari assegnati alla base degli iscritti e simpatizzanti che, questo è il grande male, non possono essere solo chiamati ad avallare o, peggio, ratificare decisioni assunte nell’intimità di un palazzo.

Su questi temi è giusto assecondare la proposta dei tanti che ritengono inderogabile ed urgente un’assise regionale del Partito, sebbene in forma straordinaria, per decidere, tutti insieme, quale deve essere il Partito a cui pure abbiamo dato la nostra adesione in modo disinteressato ed accorato, ma non in misura irreversibile, ove dovessero alimentarsi dubbi e paure sull’idea – progetto di un partito asservito ai personalismi di pochi e, peggio ancora, privato di ogni forma di concertazione democratica e, quindi, destinato al fallimento prematuro.
Si è convinti che la gestazione del nuovo soggetto politico è difficile, innanzi alla necessità di coniugare esperienze e culture non perfettamente sovrapponibili; ma siamo altrettanto certi che un varo tranquillo, anche qui in Basilicata, sia veramente possibile, solo se saremo capaci di futuro, con la serietà di sempre e il buon senso comune di ritenere ineludibili ed unanimi gli intenti unitari. Vorremo e potremo farlo?


Otello Marsano Consigliere Comunale PdL di Policoro
Tommaso Siepe Assesore comune Policoro

martedì 11 agosto 2009

No alle gabbie salariali Si alle gabbie per la Lega del Nord

Questa delle gabbie salariale è una nuova campagna di odio della lega contro il sud , già fortemente penalizzato sia dalla crisi che da un governo che in questo anno non ha fatto altro che di sotrargli le misere risorse dei fondi Fas, e a questa iniziativa va data una risposta con una forte mobilitazione. Come si può parlare di gabbie salariali in un paese dove salari sono tra i più bassi dell’OCSE e che nel corso degli ultimi venti anni i lavoratori hanno perso almeno il trenta per cento del loro valore a causa dell’ ancoraggio al tasso di inflazione "programmata" che è stato di gran lunga inferiore di quello reale. Quindi si pone con urgenza un problema di un generale aumento dei salari a tutti i lavoratori italiani per sollevarli dal livello quasi di indigenza in cui si trovano ed avvicinarli a quelli francesi, tedeschi ed inglesi. Inoltre i salari sono già più bassi al Sud rispetto al Nord del 15-20 per cento e bisogna tenere conto che le famiglie meridionali sono generalmente più povere di quelle del Nord essendo quasi tutte monoreddito contrariamente a quelle del Nord che sono quasi tutte plurireddito. Questa nuova gabbia salariale si andrebbe ad aggiungere a quelle dei giovani rispetto ai meno giovani, delle donne rispetto agli uomini e dei lavoratori migranti rispetto agli italiani. Bisognerebbe invece lavorare per abbattere queste differenze. Differenze che devono essere superate , non ampliate. Inoltre non si tiene conto che le famiglie del sud hanno un costo aggiuntivo che è quello dei servizi , molto più scandenti di quelle offerte dalle amministrazioni del nord , e tale situazione incide sui bilanci delle famiglie. L'unica risposta vera alla difficoltà dei lavoratori è quella di attivare una politica di sostegno per tutti reditti , diminuendo le tasse sulle buste paghe, ed attivandosi per implementare le contrattazione territoriale sociale cosi come sostenuta dalla CGIL . Le OO.SS. le imprese e gli enti locali devono lavorare che accanto al salario aziendale si deve attivare un salario sociale fatto di servizi e tutele che vadano incontro alle difficoltà dei lavoratori. Le uniche gabbie bisogna farle per la Lega per ingabiarla in questo tentativo di umiliare ed impoverire i lavoratori del sud , non vorremmo trovarci che dopo la lotta ai clandestini si apra un nuovo fronte già conosciuto da questo paese, quello della lotta al TERRONE.
Ottavio Frammartino
Segretario Provinciale PRC Matera

giovedì 6 agosto 2009

IL SINDACO DI POLICORO CONTRO NOMINA DIRIGENTI PDL

Dopo il sindaco di Matera, Emilio Nicola Buccico, anche il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, non ha gradito il metodo di designazione dei nuovi dirigenti del Pdl. “Il nome dell’ex consigliere provinciale di Forza Italia, Paolo Castelluccio, è sicuramente autorevole; però – scrive in un comunicato stampa Lopatriello - non possiamo sottacere come una delle realtà più importanti della Lucania sia stata penalizzata. Policoro negli ultimi 12 anni è stata amministrata quasi sempre, salvo una breve parentesi di un anno e mezzo, dal centro-destra che ha formato una classe dirigente sia nel mio Comune che in altre assemblee. Pertanto ci aspettavamo, insieme a quello di Castelluccio, qualche altro ingresso di dirigenti locali nel Pdl regionale che meglio rispecchiasse la realtà territoriale di Policoro. Ad esempio nessun amministratore della mia città ha trovato il gradimento dei vertici del partito, e questo mi dispiace, per non parlare poi della mancata nomina di Giuseppe Labriola, candidato alla presidenza della Provincia di Matera fino a due mesi fa e oggi fuori dal direttivo regionale. Neanche il trattamento ricevuto dall’Avv. Nicola Buccico è rispettoso del ruolo attuale che ricopre, sindaco di Matera, e militante politico di lungo corso trattato quasi alla stregua dell’ultimo consigliere comunale di un Comune della Basilicata. Credo –continua Lopatriello- che si debba aprire una fase di riflessione all’interno del Pdl nazionale e regionale sulla composizione del direttivo lucano, e a cascata di quelli periferici, se vogliamo piantare delle radici solide che ci permettano di poter competere con i nostri avversari politici nei prossimi appuntamenti elettorali. In queste ore, ad esempio, c’era la possibilità che il Pdl lucano si potesse arricchire di nuovi ingressi e allargare la cosiddetta base, però davanti a scelte prese da pochissime persone, e nemmeno da un gruppo ristretto, non si fa altro che frammentare il quadro politico allontanando tanti cittadini dalla politica che vedevano fino a qualche giorno fa il Pdl un approdo da prendere in considerazione”.
Dopo tanto pellegrinare finalmente Lopatriello si è confessato, si è iscritto alla PDL.

Nuovo cambio: Woodcock resta

Il trasferimento del Pm più noto e temuto della Procura di Potenza non avverrà il prossimo 20 agosto ma un mese più tardi. La decisione del ministro di non accogliere la domanda di «posticipato possesso» presentata dalla Procura di Potenza con il benestare di quella di Napoli (dove il Pm dovrebbe trasferirsi) nemmeno nella forma parziale (fino a fine settembre) a un certo punto ipotizzata dagli uffici non obbligherà comunque, il magistrato anglonapoletano a fare le valige a cavallo di ferragosto. E anche se il periodo di «slittamento» non sarà elevatissimo, i bene informati giurano che sarà «prezioso» per portare a termine buona parte delle numerose inchieste che ha seguito, a iniziare da quelle sulla sanità. Il rinvio, questa volta, non dipende da nessun atto formale, ma dall’utilizzo di alcune «tecnicalità». Perchè un pm che si trasferisce da una sede all’altra perde la possibilità di operare nella Procura di provenienza solo a seguito del verbale di presa di possesso redatto dal Procuratore Capo del nuovo ufficio e del successivo giuramento. Fino a un minuto prima, qualunque sia la sua condizione (servizio, ferie, permesso, malattia ecc.) è abilitato ad operare nella sede di provenienza. Ebbene, innanzitutto c’è da dire che il limite di trasferimento fissato dopo la decisione del Ministero (il 20 agosto) cade nel periodo di sospensione degli uffici giudiziari (che interviene dal primo agosto al 15 settembre) e inoltre il Pm che si deve trasferire può prendere un periodo di ferie che potrebbe consumare prima o dopo la «presa di possesso». Il tutto andrebbe a spostare la data dle possibile trasferimento di un’arco di 30 giorni, arrivando al 20 settembre. Il 20 settembre, però, cade di domenica, ma quel termine non sarebbe in alcun modo superabile e, quindi, il verbale di presa di possesso e il relativo giuramento potrebbero avvenire qualche giorno prima, probabilmente venerdì 18 settembre o, comunque, in un giorno di quella settimana. Su questa «road map» ci sarebbero stati già contatti tra gli uffici di Potenza e di Napoli (che pure avevano preso la stessa posizione in merito alla richiesta di proroga) e tutto sarebbe stato pianificato con l’accordo di tutti. Ma, sebbene si tratti dell’ennesimo slittamento, dovremmo essere al termine massimo. Dopo quella data, la mancata presa di possesso a Napoli da parte del Pm Woodcock comporterebbe la decadenza dal provvedimento di trasferimento e, soprattutto, configurerebbe una violazione disciplinare. (tratto dalla gazz.Mezzogiorno)

martedì 4 agosto 2009

ASL:Stipendi d’oro, «E’ una vergogna

«NON bastava, la sperequazione, mantenuta fino ad oggi, tra i mega-guadagni dei
dirigenti del servizio sanitario (quest'ultimo, per altriversi, sempre “a caccia di risparmio”
sulla pelle del cittadino) e quelli esigui della “gente comune”. Ora anche la decisione di prolungare di altri 6 mesi i “pingui”stipen - di dei liquidatori delle ex Asl della nostra regione». Questo il commento del gruppo di “Sinistra unita”, al quale appare a dir poco vergognoso che ciò possa accadere sotto gli occhi di tutti senza suscitare scandalo alcuno soprattutto «in unmomento
in cui la crisi ha letteralmente lasciato senza lavoro 5.000 famiglie lucane, in cui le aziende decidono di andare a produrre altrove e tanti laureati si ritrovano costretti a lavorare al Nord
per poco più di 1.000 euro al mese». «È inaccettabile, tanto spreco di risorse pubbliche», incalzano i membri di Sinistra unita «e coloro che ci dovrebbero tutelare, ovvero i nostri governanti, sembrano piuttosto occupati in intrallazzi di potere, infischiandosene
dei propri elettori e privi di ogni barlume di etica sociale». Ed intanto, gli operai di Italtractor e della Fiat protestano, quasi affamati, contro la chiusura degli stabilimenti. «Si dice che non ci sono soldi - si fa notare nella nota che “scotta” di sana rabbia - ma poi, quando si tratta di
tutelare gli agi acquisiti da pochi privilegiati, questi escono sempre: in un modo o nell’altro».
«Chiediamo dunque - sottolineano i rappresentanti di Sinistra unita - che i servizi nei nostri territori vengano garantiti partendo innanzitutto dai bisogni “reali” delle tante persone, e non dai meri “budget economici”; e chiediamo, altresì, alla “politica”, la capacità di operare delle vere scelte coraggiose, usando il rispetto e la scrupolosità dovuti nell'utilizzo del denaro pubblico: ad
esempio prodigandosi nel promuovere una “sanità” che non sprechi ma curi e produca reali “processi di salute”». Piuttosto - lo si denuncia con estrema chiarezza che premurarsi di non
lasciare per strada chi fino a ieri ha ricoperto il prestigioso incarico di direttore generale
». «Eppure - concludono la nota i rappresentanti di Sinistra unita - la legge regionale 12 del 2008 sul riordino delle aziende sanitarie della nostra regione, non doveva servire a far risparmiare
“un sacco”di soldi pubblici e, contestualmente, incrementare servizi socio-sanitari di eccellenza sul territorio? Dunque, qualcosa, a questo punto, ci sfugge».
( Tratto dal quotidiano della Basilicata)g.g.

Policoro celebra le figure dei beati

POLICORO - La toponomastica cittadina si arricchisce di altrecinque vie:DonPeppino Puglisi, San Massimiliano Kolbe; Beato Giovanni da Caramola; Beato Domenico Lentini, San Charbel nel nuovo quartiere San Pio, perpendicolare di via Massimo D'Azeglio e zone limitrofe. Il primo
era, ed è tutt'ora, il simbolo della lotta anti-mafia a Palermo, in uno dei quartieri più ad alto rischio criminalità come Brancaccio, ucciso nel 1993 a 56 anni per il suo impegno sociale, soprattutto nei confronti dei giovani. Massimiliano Kolbe è una vittima del nazismo e sacrificò
la propria vita per salvare quelladiun padre di famiglia condannato a morte dei nazisti
nel lager di Auschwitz. Papa Giovanni Paolo II lo nominò “Protettore del XX secolo”. Beato Giovanni da Caramola, nato a Tolosa nel 1280 sembra che si sia stabilito a Chiaromonte (Pz) nel 1300. Numerosi sonoi miracoli che gli vengono attribuiti e che l'hanno portato ad essere proclamatoSanto. Il 26 agostodi ogni anno viene celebrata una festa in suo onore, e la chiesa madre di Chiaromonte porta il suo nome. Beato Domenico Lentini è nato nel 1770 a Lauria, è anch'egli un sacerdote che nella propria vita è stato artefice di molti miracoli e guarigioni. Il 25 febbraio del 1828 viene chiamato a prendere parte alla gioia del Signore e i suoi funerali
vengono celebrati a Lauria per sette giorni di fila. Charbel, monaco libanese, venne canonizzato dal Papa Paolo VI nel 1977 in San Charbel. Anche Charbel è un taumaturgo e viene ricordato
non solo per la guarigione di un cieco, ma anche per le afflizioni spirituali e dell'anima. «Abbiamo accolto -commenta il sindaco Nicola Lopatriello- con grande entusiasmo
le richieste pervenuteci da cittadini e dal clero di arricchire la toponomastica di Policoro di vie dedicate a persone che nella propria vita si sono distinte, in questo caso, per la loro grande fede e carica spirituale. Tantissimi sono stati i miracoli, certificati dalla stessa Chiesa, di cui sono
stati portatori questi sacerdoti nei confronti di tante

domenica 2 agosto 2009

febbre alta nella maggioranza.

Un articolo sul quotidiano, in cui si raccontava che all'assessore Ierone il sindaco avrebbe conferito anche la delega all'urbanistica, questa notizia ha fatto salire la temperatura all'interno della maggioranza. Si dice che il Vice sindaco sia stato colto da un attacco di panico, nel vedere crescere a dismisura il potere del "gommista" tanto da considerarlo un temibile avversario alla successione di Lopatriello. Infatti ormai si discute già sul dopo lopy e Leone che se ne sente il successore naturale vede messa in discussione la propria aspirazione proprio da Ierone. Il clamore di questo articolo molto innocente ma cocente per l'amministrazione, li ha indotti addirutura a minacciare il giornalista di querela , con tanto di annuncio della avvenuta querela data in esclusiva dal Lupo solitario via radio. Effettivamente molti sono i fattori che lavorano a favore dell'assessore all'urbanistica; innanzitutto è radicato nel territorio e come Serafino Di Sanza è amato dalla gente , in secondo luogo ha un movimento che ne riconosce la Leadership mentre Leone non solo è percepito come uno "straniero" in questa città ma suscita molte antipatie , addirittura avversione da parte di molti militanti e dirigenti di F.I che tra l'altro dicono candidamente di non sopportarlo perché avrebbe un carattere arrogante e rissoso , quindi poco amato in Forza Italia.Su questa storia si è aperta una partita tutta vedere, che tra l'altro vede in gioco la successione alla presidenza del consiglio tra Ripoli e Callà a meno di un anno dalla scadenza del mandato di Marsano . Mentre loro giocano al risico politico, intanto non porteranno più avanti il progetto della Muse, miseramente fallito, fra poco vedremo il risiko finanziario del comune.
Il fruttivendolo di Lopatriello