domenica 31 ottobre 2010

Cuore di Silvio


Nei prossimi giorni si capirà meglio quanto di vero c’è nei racconti dell’ultima arrivata nel cerchio magico del potere berlusconiano. Ma intanto già sappiamo che il Cavaliere si è attivato per aiutarla, perché lui “è un uomo di buon cuore”.

E allora, al di là di ogni rilevanza penale o etica di quanto accade dalle parti del premier, c’è da chiedersi cosa è successo in Italia al concetto di “buon cuore”.

Almeno io devo essere rimasto indietro.

Pensavo che nel caso di specie essere di “buon cuore” significasse per prima cosa chiamare Lele Mora e dirgli di stare lontano da quella ragazzina, che a diciassette anni scappare di casa e fare la cubista non è esattamente il massimo. Poi, continuando ad essere di “buon cuore”, si poteva combinarle un incontro con i genitori, provando a rimetterli in qualche modo d’accordo. Magari, se proprio col “buon cuore” si voleva esagerare, le si poteva mettere in mano una borsa di studio e darle in usufrutto un monolocale a Milano2 con la minaccia di toglierglielo se i voti non fossero stati almeno sufficienti.

Ma io, ripeto, devo essermi perso qualcosa.

Per questo mi ostino a pensare che il “buon cuore” di Silvio Berlusconi è una specialità di bontà che nessun padre di famiglia decente (o nonno, nel caso del capo del governo), vorrebbe per sua figlia e sua nipote.

Massimo Branconi

venerdì 29 ottobre 2010

Quarta farmacia. L’Asm non concede l’autorizzazione. Lopatriello: “Disattesa la sentenza del Consiglio di Stato”

Il Lopatriello anti giudici che si rivolge alla magistratura per rivendicare un diritto è la novità rilevante di questo comunicato che pubblichiamo . Se eravamo noi a denunciare eravamo i giustizialisti e massimalisti, loro invece…..ma non illudiamoci questo è il pianto del coccodrillo. Solo perché noi avevamo puntualizzato che vi erano delle responsabilità dell’amministrazione su questa empasse per la farmacia, siamo stati aggrediti prima per radio e successivamente per mezzo stampa , da sindaco e vicesindaco con il supporto tecnico dei due scienziati del diritto avv.ti Di Pierro mancato candidato sindaco e Cirigliano , oggi consulenti con parcella dell’amministrazione. I due svestiti i panni dei tecnici e vestendo quello della politica affermavano che noi avremmo detto il falso solo perché insistiamo nel dire che se il diritto di prelazione fosse stata fatto con delibera di consiglio, probabilmente non ci sarebbero stati sti casini di diversa interpretazione tra ASM e comune. Tra l’altro lo stesso consiglio in tal senso aveva ammesso l’errore cercando di rimediare a tale scelleratezza , e a testimonianza abbiamo in archivio i video per rinfrescare la memoria ad avvocati ed amministratori. Inoltre incomprensibile è stata l’aggressione che abbiamo subito sull’iniziativa della raccolta di firme che come cantiere prenderemo a sostegno della farmacia per Policoro. Di cosa hanno paura Lopy , Leone, Di Pierro e Cirigliano? Una cosa è certa, noi riteniamo illegittimi tutti questi incarichi che ci sono costati fior di quattrini, e dopo gli ispettori di Brunetta , anche noi segnaleremo questa anomalia alla corte dei conti , almeno cercheremo di far in modo che gli scienziati se li paghino lor signori.

Comunicato di Lopatriello:

POLICORO - In una nota inviata all’Amministrazione comunale da parte dell’Asm, si rinvia ancora l’apertura della quarta farmacia comunale nel centro jonico dopo il ricorso vinto dal Comune di Policoro in appello al Consiglio di Stato nei mesi scorsi proprio contro la mancata autorizzazione della Regione. L’Azienda sanitaria materana sostiene che “nel diritto farmaceutico l’istituito dell’assegnazione con riserva” non esiste. In pratica la Regione dopo la sentenza di appello della giustizia amministrativa a nome della Dott.ssa Maria Trotta aveva assegnato al Comune la quarta farmacia con la formula “con riserva”. Ora la stessa Regione, tramite una sua articolazione, l’Asm, a nome del Dott. Eduardo Giordano, fa retromarcia per evitare possibili contenziosi dagli “esiti difficili da prevedere”, si legge nella nota. Il sindaco di Policoro si dice indignato di questa decisione: “che allunga ancora di più le tappe, mettendo addirittura a rischio l’ apertura di questo importante servizio pubblico su cui abbiamo già individuato la società che deve gestire la quarta farmacia e i locali, nella zona Lido, del lungomare centrale. Ho anche avvisato il Dirigente del Dipartimento sanità, Pietro Quinto, di rivedere tale posizione dell’Ente sub-regionale e procedere speditamente nella direzione della sentenza, anche se non nel merito, di un tribunale italiano. E’ un nostro diritto avere subito il servizio in un’area dove abitano tantissime persone, una seconda città, dove l’estate i numeri aumentano a dismisura. Questa è una vicenda che nasce dieci anni fa e se la prima richiesta è stata dichiarata decaduta, dopo il nostro insediamento (2008), dalla Regione Basilicata, la stessa è stata rieterata nel 2010. Quindi non vedo i motivi della decadenza del diritto di prelazione ad aprire immediatamente la farmacia pubblica. Oltretutto non capisco le ragioni che dovrebbero portare ad un contenzioso tra Enti pubblici quando c’è una sentenza in ultimo grado di giudizio che ci dà ragione. Questo è un conflitto istituzionale tra Asm e Regione che penalizza Policoro. Il Consiglio di Stato ha annullato la sospensiva del Tar. Se non provvedono a rilasciarci l’autorizzazione procederemo alla presentazione di un esposto-querela per omissione alla procura della Repubblica”.

Per un errore nella prima versione del post parlavamo dell'avvocato Salerno. Chiediamo scusa all'avv.to Salerno per questa svista.

5° parte su Marinagri. Facciolla : collusione dolosa preordinata o efficienza amministrativa

Il P.P.E. foce Agri risulta inadeguato poi per gli elaborati grafici del progetto redatti in scala troppo grande per comprenderne i dettagli, e per la carenza di alcuni parametri edilizi urbanistici , quale –solo a titolo di esempio l’altezza delle costruzioni non indicata mentre vengono indicati solo il numero di piani. Detto PPE risulta aver recepito le indicazioni progettuali della “ITTICA VALDAGRI” poi Marinagri SPA ed i redattori della relazione tecnica illustrativa del contratto di programma L.104 del 19997, sono l’ing.Vitale Marco e l’architetto Dioguardi, lo stesso individuato dal comune come progettista del P.P.E. in discussione.

Come è agevole constatare è l’illeicità delle condotte che continuano a permeare l’iter amministrativo che consentirà ai Vitale di portare a termine il progetto edificatorio Marinagri, e tali elementi sfuggono completamente al tribunale di CZ, che non li coglie e neppura mostra di averli letti negli atti processuali. Tra il 17 ed il 18 aprile la Marinagri SPA chiedeva ed otteneva dal comune di Policoro il cambio di destinazione d’uso di sette sub comparti su nove del comparta A, mutandole da destinazione turistico –residenziale a destinazione ricettivo – alberghiero. La destinazione diversa serviva in realtà allo spostamento dell’ubicazione di uno degli alberghi previsti in progetto ed in corso di finanziamento da parte del cipe , dal comparto D ricadente nel comune di Scanzano Jonico al comparto A ricadente nel comune di Policoro.

Si ricorda come il sindaco del comune di Scanzano J. È colui che , come sopra evidenziato si opponevaFermamente e drasticamente alla realizzazione del mega progetto che non avrebbe acconsentito le “MANOVRE” ideate dai vitale, al contrario del comune di Policoro dove i Vitale potevano contare sui favori del sindaco Lopatriello (inforamativa GDF CZ). E l’opposizione del sindaco di Scanzano aveva determinato il blocco dell’iter di finanziamento pubblico in atto, ragione per la quale occorreva rimuovere l’empasse.

E che si tratti anche in tal caso di progressione criminosa posta in essere dai Vitale in concorso con i pubblici ufficiali interessati, lo si evince dalle ulteriori considerazioni. Il procedimento di cambio di destinazione d’uso si è aperto il 17 Aprile del 2001 con l’istanza di Marinagri e si è chiuso il giorno dopo. Il tecnico comunale ing. Viceconte, odierno imputato, risulta aver istruito la pratica e certificato la possibilità di derogare all’ordinaria procedura di variante applicando l’art. 4 del titolo VI delle norme di attuazione del P.P.E, la giunta comunale si è riunita ed ha accolto la richiesta della società. Se ciò non è indice di collusione dolosa preordinata allora e prova di efficienza e tempestività della macchina amministrativa del comune di policoro – attese che le modifiche sostanziali e consistenti era necessario un progetto di variante e non una semplice domanda di mutamento di destinazione d’uso.

Ma Facciolla probabilmente non conosce il nostro amato Lopy, lui è un grande meglio di Mandrake , i miracoli per i soliti noti li fa e li continua a fare , i cazzi amari sono quelli dei problemi dei cittadini.

giovedì 28 ottobre 2010

Batta e risposta tra Leone e Frammartino



Rocco Leone: Servono dati alla mano e non spari nel mucchio»
POLICORO - «Caro Frammartino, non è nel mio stile né nel mio mododi vedere la
Politica entrare in polemiche che per certi aspetti possono anche essere legittime,
perché in democrazia la critica e l'analisi delle problematiche è un fatto che fa bene
alla stessa, ma guai a partire con polemiche di cui si ignora la conoscenza dei fatti ». A parlare è il vicesindaco della città di Policoro, nonché assessore alle Politiche Sociali, Rocco Leone (nella foto), che replica alle accuse mosse dal segretario cittadino di Prc, Ottavio Frammartino, circa il ritardo della partenza dell'assistenza ai disabili a scuola. «A proposito dell'assistenza ai disabili a scuola - continua Leone - questi i fatti: da quando si è insediata quest'Amministrazione, si è data maggiore attenzione alle problematiche relative all'assistenza specialistica nelle scuole dell'obbligo per ragazzi portatori di handicap, servizioche compete alle amministrazioni comunali,a differenza del sostegno, che è di competenza puramente scolastica; quest'Amministrazione, per venireincontro anche alle esigenze degli altri Comuni dell'ambito Basso Sinni del Piano sociale di zona, di cui Policoro è capofila, è riuscita, con fondi residui del Piano sociale di zona, a garantire il servizio per sé e per gli altri Municipii dell'Ambito, destinando una quota parte delle somme che la Regione ci fornisce annualmente, anche ai bambini e ai ragazzi che frequentano le nostre scuole. L'esiguità dei fondi per l'anno 2010 ha di fatto rallentato l'iter per il reperimento dei fondi- prosegueil vicesindaco Leone - ma non bloccato; infatti è pronto il bando per l'affidamento del servizio a cooperative sociali specializzate nel settore, per dare un servizio qualificato ai ragazzi meno fortunati, e non un servizio approssimativo che poteva scaturire da un bando veloce e poco attento alle problematiche sulla disabilità. A questo - prosegue Leone - si aggiungono due condizioni fondamentali: per l'anno scolastico 2010-2011 il numero di bambini meno fortunati iscritti nelle scuole dell'obbligo di Policoro è più che raddoppiato, situazione che ha fatto lievitare i costi relativi alle ore di assistenza; perl'anno scolastico 2010-2011 vi anche un numero di bambini meno fortunati, scritti nelle scuole dell'obbligo di Policoro, ma non residenti nel Comune di Policoro. Invito Frammartino - conclude Leone - a parlare con cognizione di causa; la politica, quella intelligente, non spara nel mucchio, ma parla con dati e carte alla mano».
provinciamt@luedi.it

risposta di Frammartino

L'assessore Leone con la sua nota pubblicata ieri sul giornale che noi riportiamo per intero , da ragione alle nostre preoccupazioni. Ci dice chiaramente così come da noi denunciato, che ad oggi non è stato Bandita la gara per l'affidamento dei servizi a supporto agli alunni disabili della scuola dell'obbligo.
Rammentiamo all'assessore che oggi non è il primo giorno di scuola ma che siamo ad un mese e mezzo dall'inizio dell'anno scolastico. Sarebbe stato molto chiedere all'amministrazione che le procedure oggi messe in atto dal comune fossero state espletate all'inizio di Settembre, visto che le iscrizioni degli alunni nelle scuole sono già note dal mese di febbraio?
Oggi inoltre l'assessore ci dice che un fattore del ritardo sia da addebitare all'esiguità delle risorse , mentre appena poche settimane fa il suo sindaco quando noi contestammo l'aumento degli stipendi ai dirigenti , affermo “che c'è lo potevamo permettere perchè il comune di Policoro è ricco”. Chiediamo a Leone chi dei due mente ? Oppure la verità inconfessabile e che tutti e due dicono la verità , infatti le risorse ci sono quando si tratta di aumentare i già ricchi stipendi ai dirigenti e scarseggiano quando si tratta dei bisogni essenziali dei cittadini. Noi pur riconoscendo all'uomo Leone la grande sensibilità su questi temi , critichiamo invece l'inefficienza amministrativa del politico nel dare le giuste risposte a questi problemi. Adesso al di la della polemica ci preme dire all'amministrazione comunale che l'appalto dei servizi deve essere fatto subito , considerando che ogni giorno in più è troppo per chi gia paga un prezzo troppo alto alla sofferenza.

mercoledì 27 ottobre 2010

"Capannone sospetto" Sarà l'Itrec il deposito unico delle scorie radioattive?

È nei calanchi il deposito unico di scorie radioattive o è già all’Itrec di Rotondella, in quel megacapannone D3 in via di realizzazione con più di 20 mila metri cubi di capienza complessiva? 6 mila 500 dei quali saranno adibiti al processo di cementazione con linea Icfp del “prodotto finito” (è l’area di lavoro per la messa in sicurezza della soluzione di uranio torio derivata dal riprocessamento di 20 delle 84 barre di Elk River, rifiuti radioattivi di III categoria, i più pericolosi, il vero motivo di contestazione alla presenza dell’Itrec nel territorio lucano), mentre i restanti 14 mila saranno il vero deposito di stoccaggio del “prodotto finito”.
Al Tavolo della trasparenza di ottobre, si è discusso appunto della messa in sicurezza dei rifiuti contenuti all’Itrec, una questione che tocca i nervi scoperti della memoria collettiva lucana, tornata di attualità perché di recente la Sogin, la società di gestione dell’itrec e del nucleare in Italia, ha affermato di aver localizzato una cinquantina di siti possibili, due dei quali, secondo alcune fonti, potrebbero essere appunto in provincia di Matera, ad Irsina e tra i calanchi di Montalbano. Riunione tecnica con le associazioni dei cittadini presenti e dove la Sogin è stata sollecitata “a dare precise risposte in merito alle osservazioni fatte sulla procedura di Via, Valutazione di impatto aziendale, per la realizzazione del capannone D3 in Trisaia”. Domande non chiarite secondo l’associazione antinucleare No Scorie Trisaia, per la quale, pur accettando per buoni i fattori di conversione dichiarati dalla Sogin stessa (un rapporto di 1 a 10, cioè 1 mc. di rifiuto in 10 mc. di spazio), non si riescono a giustificare i 14 mila metri cubi complessivi del deposito in via di realizzazione. Il timore è che il capannone D3 sia già predisposto per accogliere altri rifiuti radioattivi, magari quelli riprocessati in Francia, che devono rientrare in Italia per il 2017. Preoccupazione smentita più volte dalla Sogin sia a mezzo stampa che ai vari tavoli della trasparenza, ma alimentata, secondo No Scorie, dal fatto che la linea di solidificazione dei liquidi ad alta attività del capannone da 6 mila e 500 mc. non sarà smantellata dopo aver funzionato per i 60 giorni necessari al processo di cementificazione dell’uranio-torio già presente in Trisaia. Il sospetto che il deposito in via di realizzazione sia eccessivo rispetto alla quantità dei rifiuti radioattivi “lucani”, per la verità, è alimentato non solo dalla deduzione di No Scorie, ma dallo stesso Decreto legislativo n° 31 del 15 febbraio 2010, quello che regola anche i sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi del futuro deposito unico nazionale. In questo decreto balza subito agli occhi l’analogia con quanto è in fase di realizzazione all’Itrec di Rotondella, vista l’ipotesi contenuta nel Decreto legge 31 sulla realizzazione del deposito nazionale all’interno di un più ampio parco tecnologico che conterrà anche un centro di ricerca sul trattamento delle scorie nucleari. In pratica, la fotocopia della descrizione del centro Itrec di Rotondella.
Enzo Palazzo

martedì 26 ottobre 2010

Nomine della Giunta Regionale: De Filippo ha firmato. Antonio Di Sanza presidente della commissione Italiani all'estero


L’unica riconferma all’Apt con Perri. Cucari presidente Comitato Artigiancassa, Greco direttore Ardsu, Maggio presidente Comitato Politiche del Lavoro. Varate anche le “proposte” per Ater Potenza (Dragonetti), Ater Matera (Loguercio), Arbea (Freschi), e Arpab (Raffaele Vita)

AGRIl presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha firmato i decreti di nomina dei componenti degli organismi di competenza della Giunta Regionale. All’Apt, l’unica riconferma, quella di Giampiero Perri. Al Comitato di coordinamento politiche per il lavoro è stato nominato presidente Pinuccio Maggio, mentre per la direzione dell’Ardsu la nomina è per Rocco Greco. Presidente del comitato tecnico regionale per l’Artigiancassa sarà Mario Cucari. Consigliere di amministrazione dell’Unibas, infine, Rocco Pappalardo. Definite anche le “proposte” di nomina che la legge attribuisce alla giunta (e coi poteri sostitutivi al Presidente della Regione) ma che vengono effettuate dal Consiglio (anche qui, coi poteri sostitutivi, dal Presidente dell’assemblea). All’Ater di Potenza il nome fatto da De Filippo per la carica di amministratore unico è quello di Mario Vincenzo Dragonetti, all’Ater di Matera Innocenzo Loguercio. All’Arbea la proposta del presidente della Regione per il direttore è quello del commissario uscente Andrea Freschi, mentre alla direzione dell’Arpab il nome espresso dal presidente De Filippo è quello di Raffaele Vita. Ad Antonio Di Sanza va la prestigiosa commissione Italiani all'estero , fino a ieri guidata egregiamente da Pietro Simonetti.

domenica 24 ottobre 2010

Policoro: Mentre aumentano di ventimila euro gli stipendi dei dirigenti, lasciano senza servizi i ragazzi Disabili

L'anno scolastico è ormai cominciato da più di un mese, l'amministrazione di Policoro come consuetudine ha sperperato inutile risorse con maxi cartenolistica che augurava buon anno scolastico agli studenti. Ma questo augurio non era rivolto a tutti , ma solo ad alcuni, considerato che ad oggi agli studenti disabili non è stato ancora garantito nessun supporto previsti dalla normativa (trasporto scolastico e assistenza ).E se questi ragazzi possono frequentare la scuola e solo per lo spirito di solidarietà che ha animato i collaboratori scolastici e i docenti che stanno con fatica supplendo a compiti che spettano a personale assunto dal comune . Ma anche loro stanno perdendo la pazienza (non con i ragazzi ne con i genitori) , perché in alcune situazione è umanamente faticosa da gestire anche perchè mancano gli ausili tecnici per trasportare questi ragazzi. Si tratta indubbiamente di una gravissima violazione del diritto allo studio e, nello specifico, del diritto alla inclusione scolastica, diritto che si configura come un vero e proprio diritto soggettivo esigibile dall'alunno e che non può essere pregiudicato per nessuna ragione, nemmeno per esigenze di finanza pubblica.

Ma noi pensiamo che non ci troviamo di fronte a carenze economiche, visto che il sindaco ha aumentato gli stipendi ai dirigenti di ventimila euro ( portandoli da 65 mila a 74mila annualmente) dichiarando che «siamo un comune ricco e c'è lo possiamo permettere» , si tratta probabilmente di sciatteria, insensibilità.

Riteniamo che l'amministrazione da subito e senza perdere tempo deve predisporre i servizi che le competono per assolvere ai propri obblighi. Ripetiamo Obblighi cosi come sanciti da diversi Tribunali che hanno condannando le amministrazioni competenti alla effettiva erogazione dei servizi di supporto alla inclusione scolastica (art. 139 Decreto Legislativo 112/1998), ovvero il servizio di trasporto (art. 28 Legge 118/1971) e di "assistenza alla autonomia e alla comunicazione" (art. 13 Legge 104/1992). In alcuni casi l'autorità giudiziaria non si è solo limitata a condannare l'amministrazione alla predisposizione delle ore di sostegno previste dalla certificazione, ma ha anche riconosciuto il diritto al risarcimento del danno, consistente nel pregiudizio subito dal minore al suo processo evolutivo.
Noi da parte nostra da subito informeremo il prefetto affinchè diffidi l'amministrazione e le oo.ss. perche si muovano a tutela del personale e dei genitori.

venerdì 22 ottobre 2010

Gaudiano: chiudo gli ospedali pubblici e potenzio la sanità privata


Smantellare il pubblico per la sanità per privata: una bella ricetta.

Il direttore generale dell’ASM prende gli applausi dalle strutture private, la conferma di una politica che con tutta evidenza punta allo smantellamento della sanità pubblica a favore di quella privata. E’ solo un sospetto? Pensiamo proprio di no. E la vicenda degli ospedali cosiddetti piccoli lo conferma. Tagli e kaos. E’ questa la ricetta della direzione generale. La chiusura di Tinchi paradossalmente segna l’inizio della fine anche per Policoro perché in quell’ospedale c’è la confusione totale e i disservizi per l’utenza aumentano giorno dopo giorno. E i pericoli per la salute dei cittadini anche. Ma tutto secondo i piani.

A Tinchi negli anni scorsi il tasso di operatività, o se vogliamo, di produttività era nettamente superiore a quello di Matera, sia a quello di Policoro, con il 34,32% a fronte del 31,60 di Matera e del 26,49% di Policoro.

Dal 1980 nella struttura di Tinchi ci sono stati circa 65.000 ricoveri, circa 7.000 interventi di chirurgia generale e 4.000 di chirurgia ambulatoriale, non parliamo dei 6.000 parti e delle 140.000 prestazioni di Pronto Soccorso, delle migliaia di esami di laboratorio, di radiologia e di visite ambulatoriali.

Tutto questo fino all’arrivo di “Attila”, il distruttore Gaudiano. Sappiamo com’è andata. Ormai non c’è più niente tranne gli ambulatori e l’utenza si è riversata, non tutta però, su Policoro che è in TILT! E aumentano i tempi di attesa: al pronto soccorso di Policoro se ti va bene aspetti qualche ora e sei servito. Nel frattempo, se i medici sono in tilt perché non ce la fanno, si possono anche dimenticare nel caos di farti una semplice ecografia e tu muori. Se devi fare una radiografia ti devi mettere in coda e aspettare mesi, non ne parliamo se devi fare una Tac o un qualsiasi esame diagnostico.

E tutto questo non giova a Policoro che non ce la fa a dare risposte all’utenza perché la direzione aziendale ha messo la sanità metapontina in ginocchio.

Ma niente paura. La risposta è nella sanità privata. E Gaudiano prende gli applausi dai privati.

Ma a Tinchi la lotta continua, una lotta finora snobbata e ignorata dai cittadini di Policoro. Ma questi ultimi cominciano a rendersi conto e si organizzano. Nel prossimo futuro avranno bisogno anche di noi. Ci aspettiamo la loro solidarietà alla lotta in difesa dell’ospedale di Tinchi, perché serve anche a loro, serve a difendere anche quello di Policoro.

La ricetta di Gaudiano sarà sconfitta dalla lotta delle popolazioni di tutto il metapontino. Gaudiano dovrà andarsene per incompatibiltà ambientale.

Policoro:EVASIONE FISCALE IN VENDITA VILLETTE AL MARE, DENUNCIATO COSTRUTTORE DI GRAVINA


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CRONACA di giovedì 21 ottobre 2010 23:30

La Guardia di Finanza (Tenenza di Altamura) al termine di una verifica fiscale ha scoperto un'ingente evasione da parte di una impresa edile con sede a Gravina, operante nella costruzione e vendita di immobili in villaggi turistici nel litorale jonico materano (Pisticci e Policoro).


Nel dettaglio è stato constatato che l’impresa cedeva a privati cittadini gli immobili, con preliminari di vendita a cui facevano seguito solo a distanza di anni gli atti di compravendita. La distanza nel tempo era determinata dalla volontà di sottrarre il primo documento all’attenzione di un eventuale controllo.


I finanzieri hanno così deciso di approfondire. A conclusione dell’attività è stato accertato che la somma pagata dagli acquirenti per l’acquisto degli immobili era notevolmente superiore rispetto a quanto dichiarato negli atti registrati. E' stata registrata una evasione da parte dell’impresa costruttrice degli immobili pari a circa 1 milione di euro di ricavi non dichiarati e 300 mila euro di iva dovuta.

Il responsabile legale dell’impresa è stato denunciato sia per l'evazione che per occultamento e/o distruzione di documentazione contabile.

Com'è prassi della Guardia di finanza, non è stato reso noto il nome della ditta interessata.


I clown in ospedale in cinque a Policoro


di FILIPPO MELE

Reparto di pediatria dell'ospedale Giovanni Paolo II di Policoro. Fuori piove quando, alle 11.15, nella stanza dove sono ricoverati due bambini, Gianni e Vincenzo (nomi di fantasia), di 7 e 2 anni, fanno irruzione i clown. Sono in cinque, con cappelacci, nasi finti, occhialoni, camici con applicati fiori e stelline. Si mettono a cantare, accompagnati dalla chitarra, a saltellare, a ballare.

I due piccoli pazienti appaiono sorpresi e abbracciano più forte le loro mamme. Poi, si sciolgono, sorridono, rispondono ai richiami dei loro strani visitatori. E via con le canzoni più conosciute a questa età: “Heidi”, “Il coccodrillo come fa”, “Pinocchio”, ed altre ancora.

I due bambini si rilassano e sorridono a tutti. Anche ai medici ed agli infermieri di cui, poco prima, avevano paura. E sorride anche Gianni, con la flebo al braccio. Sua madre si commuove. Per loro, ricoverati, è una giornata particolare. Ma chi sono i “pagliacci” che hanno portato un po’ di benessere dove c'è sofferenza? «Siamo gli iscritti all'associazione onlus “L'oasi del sorriso” di Matera – spiega il clown- chitarrista Giovanni Martinelli–. Io sono il presidente di questo gruppo nato due anni fa circa».

Il nostro interlocutore, 62 anni, anche se non si direbbe a guardarlo dietro il nasone e gli occhialoni finti, è un ex sottufficiale della Guardia di Finanza. Materano doc, ha cominciato a portare un pizzico di gioia 28 anni fa facendo il Babbo Natale. «Lo facevo in ospedale, per i bambini. Mi rendevo conto che la mia presenza alleviava il loro dolore. E che facevo felice anche i genitori. Da qui, anno dopo anno, la mia volontà di allargare... l'orizzonte».

E con l'esplodere della clownterapia inventata dal medico americano Hunter “Patch” Adams, dalla cui autobiografia il film del 1998 con Robin Williams, l'idea di dar vita all'Oasi del sorriso”. Associazione che nel maggio di quest'anno ha stipulato un protocollo di intesa con l'Azienda sanitaria locale di Matera per realizzare il progetto “Un sorriso in corsia”.

Ogni 15 giorni Martinelli ed altri iscritti, travestiti da pagliacci, arrivano negli ospedali di Policoro e Matera, ma si spostano anche in trasferta ad Altamura, dove l’associazione è soggetto attuatore di “Un sorriso in corsia”. «Non andiamo solo nelle corsie di pediatria – continua l'ex maresciallo –. Andiamo nei pronto soccorso, in rianimazione, in ortopedia. Ovunque ci chiamano, siamo disponibili».

Ovviamente, cambia il repertorio rispetto al reparto in cui vogliono portare il sorriso. Così, in geriatria cantano canzoni napoletane, mentre in medicina interna i successi degli anni 60. Dappertutto riscuotono successo. «Quando ammalati e familiari ci vedono – racconta ancora il presidente dell'“Oasi” - dimenticano la malattia. Dimenticano di soffrire. Spesso ci sono bambini che ci seguono con la flebo. Il sorriso è una medicina. Gli studi più recenti dicono che sorridere porta giovamenti».

Nel periodo natalizio gli iscritti, vestiti da Babbo Natale, si recano nelle scuole dell’infanzia pubbliche e private, in ospedali e abitazioni dei bambini con handicap e di persone anziane, portando loro cioccolata, panettoni, palloncini e regalini oltre all’immancabile sorriso.

Con Martinelli collaborano una studentessa in scienze della formazione, un'operatrice sociosanitaria, un'insegnate precaria, un geometra in cerca di lavoro. Alla fine, i due bambini ridono con loro. Ed anche le loro mamme. Ed i medici del reparto, diretto da Gianfranco Chetrì, sono contenti di questa ventata di allegria.

Ma perché un pensionato e quattro donne, alcune lasciando i loro bambini a casa, si sono messe in auto da Matera per arrivare sino a Policoro, al Giovanni Paolo II? Lo fanno, forse, per soldi? Il presidente-clown, nonno di 5 nipoti, quasi si inalbera: «Assolutamente no. Tutto gratis. Se non arriva nulla, non fa niente. A noi questo non importa. Noi veniamo pagati dai sorrisi di pazienti e bambini. Al cuore non si comanda».
(tratto dalla Gazzetta del mezzogiorno)

giovedì 21 ottobre 2010

È stato revocato l’appalto per il rondò.Vergogna

l P O L I C O R O. È stato revocato, dopo molte polemiche, con delibera di Giunta municipale, l’appalto per la costruzione del rondò di viale Salerno. «Dopo alcune segnalazioni anonime – ha spiegato il sindaco Nicola Lopatriello su una possibile ingerenza nella procedura di assegnazione
dell’opera pubblica, che doveva regolamentare il traffico su un’arteria molto trafficata per la
presenza dell’ospedale “G i ova n n i Paolo II” e di molte attività commerciali, oltre ai nuovi quartieri sorti in via D’Azeglio e vie limitrofe e di collegamento tra Policoro e Tursi, era doveroso per noi bloccare l’assegnazione del lavoro pubblico con procedura negoziata ed avviare un nuovo
avviso pubblico aperto ovviamente a tutte le imprese edili che avranno i requisiti previsti dal
nuovo bando, di prossima pubblicazione, con i termini e i requisiti di legge per potersi candidare alla costruzione del rondò
». [n.buc.]

Ma non era tutto apposto , tanto da indurre il re Nudo (Ierone) a querelarmi? quando parliamo di una amministrazione scellerata non lo facciamo gratuitamente , ma tenendo conto che non riescono a fare con decenza neanche un appalto , o quelli che fanno come il prolungamento di via Salerno e le urbanizzazione della zona artigianale i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Certo su questa storia non pensassero di uscirsene con queste giustificazioni al quando ridicole , Ierone deve dirci tutto , ma veramente tutto , se non a noi lo costringeremo a dirlo alle autorità giudiziaria....

Policoro: «Un medico capro espiatorio»


Caso Pascucci, i legali del ginecologo Capodiferro contestano la Asm
NON CONDIVISI IL PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE DEL MEDICO E LE MODALITÀ

P O L I C O R O. «Bisognava senza indugio,
e senza gli opportuni accertamenti,
dei cui risultati siamo in attesa,
consegnare all’opinione pubblica
un capro espiatorio». Così gli avv.
Vincenzo Adamo e Lucia Galzaran
o, difensori del ginecologo C a rl o
Capodifer ro, sulle decisioni assunte
dalla Asm, l’Azienda sanitaria di Matera,
verso il loro assistito. Il medico è
coinvolto nel caso di Rosalba Pascucci,
la donna deceduta per le complicanze
successive ad un taglio cesareo
da lui eseguito nell’ospedale jonico.
«Il nostro assistito – hanno scritto i
due legali - ha appreso dalla tv, l’8
settembre scorso (data della morte
della donna, ndr), di essere stato sospeso
per 30 giorni in via cautelare. Il
contenuto del provvedimento manifestava
un’evidente esigenza mediatica
da parte di chi l’aveva deciso.
Bisognava consegnare un capro
espiatorio » .
Gli avv. Adamo e Galzarano, poi,
hanno spiegato che «le qualità umane
e professionali del dott. Capodiferro lo
hanno indotto a preferire il silenzio
verso un provvedimento che ritenevamo
ingiustificato. Il rispetto verso
coloro che soffrono la perdita di una
persona cara, per circostanze ancora
ignote, però, non possono essere
scambiati per supina accettazione.
L’ulteriore sospensione, notificata al
nostro assistito dopo che aveva già
ripreso il lavoro, dimostra come sia
approssimativa la conduzione della
vicenda da parte dei vertici Asm ai
quali faremo pervenire le nostre contestazioni
contro questo ennesimo atto
discriminatorio formulato nei suoi
confronti». Tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno[fi.me.]

mercoledì 20 ottobre 2010

Quelle di Lopatriello sulla farmacia sono lacrime da coccodrillo

Solo la sciattagine di questa amministrazione ci ha fatto trovare in questa situazione.

La contestazione del Sindaco di policoro sulla 4° Farmacia negata dalle regione sono le le lacrime di coccodrillo. Le responsabilità sono tutte a capo alla sua amministrazione ed alla loro sciattagine se ad oggi non si è avuta la Farmacia. Ormai inutile ricorre gli errori commessi dal comune, dovendoci tutti concentrare adesso a recuperare il recuperabile.Allora sarebbe meglio che invece di insultare i dirigenti così come stammane ha fatto per radio il sindaco , spiegassimo ai funzionari regionali che si oppongono alla gestione da parte del comune della IV farmacia le nostre ragioni , che troveranno nella delibera di consiglio del 2008 , suggerita ed emendata dal consigliere Antonio Di Sanza. In quel dispositivo si recuperavano sotto l'aspetto della procedura gli errori commessi dalla giunta e si sanavano le inadempienze ed i ritardi. Proprio per queste ragioni chiediamo all'assessore Martoranno di chiedere agli uffici di rivedere le loro decisioni alla luce di quel deliberato. Comunque per sostenere questo importante risultato ci mobiliteremo insieme alle associazione a cominciare dal «Cantiere di Policoro» per raccogliere le firme affinché anche la politica svolga un ruolo rispetto le aspettative del territorio.

Ottavio Frammartino

Policoro:In ospedale meno servizi specialistici e carichi di lavoro insostenibili

P O L I C O R O. L’associazione “Il Cantiere di Poli c o ro ”, che intende affrontare argomenti di pubblico interesse, attraverso dibattiti e incontri con i cittadini e le forze politiche, ha esordito con uninterrogativo su un argomento che fa discutere molto:“Ospedale di Policoro: Prossima soppressione?”.Nel salone parrocchiale di piazza Eraclea ha introdotto i lavori Ottavio Frammartino, uno dei fondatori dell’associazione, mentre l’o d o n t o i at r a Raffaele Palmieri ha fatto la cronistoria dell’attività ospedaliera, ricordando che l’ospedale ha iniziato a funzionare nel novembre del 1970, diventando nel tempo il terzo polo ospedaliero della regione. Animato e partecipato il dibattito. L’or topedico Giambattista Parciante, medico ospedaliero, è entrato nel vivo dei problemi parlando del ridimensionamento che sta subendo l’ospedale con l’accorpamento all’Asl di Matera, in particolare per i servizi specialistici, le cui convenzioni non sono state più rinnovate allo loro scadenza. «Le liste di attesa ha denunciato – che, con l’Asl n.5 erano state quasi azzerate, ora raggiungono tempi allucinanti. Non si parla di mesi, ma di anni. Il Centro di osteotrissia ad onde d’urto, accorsato ed apprezzato, non funziona da tre mesi e le liste di attesa sono arrivate già al 2013. C’è come un disegno – ha continuato Parciante – di
voler ridimensionare servizi e prestazioni per incrementare l’ospedale di Matera, ignorando che se non trovano più i servizi a Policoro, i pazienti non scelgono Matera, ma vanno a ricoverarsi fuori regione. Noi vogliamo un ospedale normale, restituendogli tutte le potenzialità e incrementandole per assolvere ai carichi di lavoro che lo caratterizzano». Carichi di lavoro che affliggono tutti i reparti e sono insostenibili per il Pronto soccorso attivo. Non è più tollerabile la situazione in cui il Psa svolge la sua attività, accampato in locali insufficienti, in attesa di una ristrutturazione che dura da troppi anni. Proprio in un periodo in cui anche l’Alto Jonio calabrese si riversa su Policoro. Su questo aspetto si è soffermato in particolare Antonio Di Sanza, mentre Vincenzo Montagna ha invitato tutti «alla mobilitazione, dopo i tanti campanelli di allarme di
spoliazione del territorio». Il presidente della commissione regionale Sanità, Rocco Vita, chiudendo i lavori ai quali hanno partecipato anche i consiglieri regionali Vincenzo Santochirico e Nicola Benede t t o, ha fugato qualsiasi preoccupazione sul futuro dell’ospedale di Policoro, «che si è ritagliato un suo spazio e va potenziato nell’interesse di tutta la sua utenza, regionale ed extraregionale, come prevede il nuovo piano sanitario regionale, in discussione presso la commissione che presiedo».

Assediata da abitazioni e attività commerciali
Anche l’area esterna andrebbe riqualificata

P O L I C O R O. Prima o poi finirà anche la ristrutturazione per trasferire il Pronto soccorso attivo in locali idonei, eliminando l’accampamento attuale. A quel punto saranno completati i lavori che da molti anni stanno interessando l’ospedale “Giovanni Paolo II”. Ma già da oggi sarebbe opportuno che si pensasse a dare una immagine decente anche della struttura esterna. A cominciare dai parcheggi esterni ed interni, con un via vai di persone, che più che far pensare ad un ospedale, sembra l’anticamera di un mercato generale. Chi deve provvedere non perda tempo, salvaguardando quel poco che si può ancora sottrarre al cemento e alle centinaia di abitazioni ed attività commerciali, che si stanno ammassando intorno alla struttura ospedaliera.

Nicola Buccolo (Tratto dal gazzetta del mezzogiorno)

lunedì 18 ottobre 2010

Nato comitato pro Ospedale

Pubblichiamo l'articolo scritto dal giornalista Delia è pubblicato dal quotidiano sull'iniziativa promossa dal cantiere di Policoro in difesa dell'ospedale. L'iniziativa è andata bene , come lo stesso presidente della commissione alla sanità Regionale ha riconosciuto e soprattutto ha apprezzato il tipo di iniziativa da noi promossa, garantendoci che saremmo ascoltati dalla commissione e terranno conto delle nostre proposte sul futuro dell'ospedale nella stesura del nuovo piano Sanitario. Un risultato importante per il cantiere di Policoro e per il neonato comitato pro Ospedale. Ringraziamo per la loro assenza (pur invitati) tutta la maggioranza con a capo il sindaco e il capogruppo del Pd Marrese avevano cose più importanti da fare , dopo tutto in questo incontro e si parlava di problemi dell'ospedale e non di posti da occupare o assunzione da spartirsi. L'ospedale da oggi in poi non sarà affare loro , ma i cittadini si riaprioprieranno del diritto di occuparsene e anche rivendicare maggiori investimenti , potenziamento e miglioramento dei servizi.
POLICORO – Dal cantiere di Policoro, un think tank (pensatoio) trasversale voluto da Ottavio Frammartino, nasce la prima azione politica: il comitato pro-ospedale “Giovanni Paolo II”. Venerdì sera 15 ottobre nell’ affollata sala convegni della chiesa Maria SS. Annunziata di piazza Eraclea si è discusso del possibile ridimensionamento o soppressione del locale nosocomio tra cittadini e associazioni. In apertura lavori Raffaele Palmieri ha fatto un excursus dell’ospedale civile locale che nel tempo (1970) è diventato il terzo polo sanitario della Lucania, nonostante le numerose riforme (1980-1990-2008), sostenendo come professionalità e meritocrazia dovrebbero essere i criteri di gestione del servizio che copre una vasta utenza in un’area tra le più dinamiche della Basilicata. Il medico Giambattista Parciante, da 20 anni operatore del settore in quel di Policoro, ha invece affermato come i dati sugli interventi classificano il presidio ospedaliero di Policoro come quello con più carichi di lavoro e pertanto andrebbe potenziato: un esempio su tutti l’azzeramento delle liste d’attesa con tempi celeri prima di ricevere la prestazione, anche di soli 10 giorni; oltre a 15 mila prestazioni ambulatoriali l’anno. Dati che a suo dire sarebbero sufficienti, senza citarne altri, a rendere normale l’ospedale di Policoro. In caso si ridimensionamento l’alternativa non sarebbe Matera, concorrente di Policoro, ma Taranto con un aumento dell’emigrazione sanitaria. Paolo Consalvo, dell’associazione Stelle d’Argento, ha manifestato il suo disappunto per il mutismo delle istituzioni davanti a 2000 firme raccolte contro la chiusura del reparto di fisioterapia. Erano presenti anche i cittadini del comitato di Tinchi, rappresentanti di Pietro Giannace, il quale ha rimarcato come nessun esponente della Regione Basilicata si sia recato nell’altro ospedale del Metapontino a spiegare le ragioni del ridimensionato ospedale della frazione di Pisticci. L’Avv. Vincenzo Montagna ha chiamato tutti alla mobilitazione, che andava fatta prima a suo parere, dopo alcuni campanelli di allarme di spoliazione del territorio tra cui: il trasferimento del core business dell’ex Banca popolare del materano a Crotone, la chiusura della caserma dell’Esercito di Potenza, della sede della Banca d’Italia e uffici Enel, sottolineando poi come ci sia stato un baratto tra gli amministratori locali e la Regione: accorpamento delle Asl in cambio dell’ubicazione del Distretto sanitario previsto dalla riforma regionale. Ha poi concluso il suo intervento sui dubbi circa il risparmio di soldi pubblici della riforma e di come in caso di ridimensionamento dei servizi alla persona in senso lato e non solo sanitario la Puglia sia il naturale riferimento della costa jonica. Sulla stessa scia Antonio Di Sanza, secondo il quale nel breve periodo l’ospedale non correrebbe rischi di chiusura anche se nel futuro il pericolo c’è. A parere dello stesso sarebbe più logico rivedere la legge regionale in materia facendo leva anche sui Comuni dell’Alto Jonio calabrese che vedono in Policoro l’ospedale più vicino: a patto di mantenere gli standard qualitativi attuali con capacità di utilità riconosciuti da tutti. Tanti sono stati gli interventi durante il dibattito, con la presenza anche dei consiglieri regionali Nicola Benedetto e Vincenzo Santochirico. Il presidente regionale della commissione sanità, Rocco Vita, ha osservato come l’ospedale di Policoro essendo un Psa non ha nulla da temere e di come lo spirito del servizio sanitario regionale è quello di ragionare in un’ottica di macro aree più o meno omogenee tra di loro
.Gabriele Elia

D/7: Lopy e Al Cafone..Beati noi....

Ve la ricordate la storia della clinica Privata che doveva sorgere a Policoro, la grande bufala di lopy nelle precedente amministrazione, anche allora e per molto tempo "U Busciardo" una settimana si e una no ci parlava di imprenditori , posti di lavoro ecc.. Di quella storia non c'è traccia ne mattone ne una lira. Poi venne di recente la storia della PFanner , dei 200 posti di lavoro , dei viaggi a Roma addirittura a Vienna , per fare cosa a tutto oggi non è chiaro , visto che tutta l'operazione è stata guidata e retta dalla regione che ha gestito la fase dell'investimento attraverso un bando dei fondi FAS. Anzi da notizie che abbiamo noi , sembrerebbe che la dirigenza della multinazionale era molto irritata delle dichiarazione "fuori da ogni realtà" da parte del nostro Lopy. Molte persone ancora oggi vanno alla Pfanner per chiedere un posto di lavoro , convinti della veridicità delle dichiarazione del sindaco , se ne vanno deluse, molte volte in questo contesto di crisi la speranza che diventa delusione può uccidere le persone, ma l'incoscienza di questo sindaco ormai ha superato ogni limite. Oggi riprende alla grande con la storia della D/7, vicenda già chiusa con un provvedimento di risoluzione del contratto da parte del commissario prefettizio dott.ssa Iaculli , che è considerata tra l'altro dal ministero dell'interno una grande esperta in materia amministrativa , tanto che fu mandata nella città di Taranto dopo il commissariamento per i noti fatti accaduti nella città Pugliese. Inoltre quel provvedimento si basava sia su un parere richiesto al coreco nel 2006 dallo stesso sindaco Lopatriello, sia da un'ulteriore consulenza richiesta da Serafino Di Sanza ad un noto professore universitario , questi pareri di recensione del contratto con Itaca sono stati sempre sostenuti dall'ufficio legale del comune.Tra l'altro tale ipotesi è rafforzata dell'uteriore inadempienza di Itaca , l'aver ceduto la società a nuovi proprietari , mentre l'appalto con cui è stata aggiudicata la D/7 prevedeva tali ipotesi tra le clausole di risoluzione del contratto. la bufala più grande è la fantomatica paura di un risarcimento danno di 50 milioni richiesto da Itaca , causa che certamente può tentare ma del tutto infondata sul piano giuridico. E come dire se un imprenditore non ottiene un provvedimento dal comune minaccia o chiede un risarcimento , l'amministrazione per paura al di la del merito cede. Il nuovo grande salvatore della patria presentatoci da Lopatriello si chiama Longarini Eduardo, chi sia non non sappiamo ma pubblichiamo il profilo che Wikimedia Italia ha messo su internet. Come si dice Dio li fa poi li accoppia........Mandrake e Al Cafone......beati noi......di meglio veramente non ci poteva capitare ?

Cosa dice Wikimedia Italia su Longarini:

Soprannominato "Al Cafone" per i modi spicci e il linguaggio scurrile.[1]

A lui sono stati affidati, negli anni novanta i maggiori appalti della città di Ancona con i quali è diventato famoso per i secolari ritardi dei lavori.[senza fonte]

È stato il presidente dell'Ancona facendola arrivare a giocare in serie A e disputare la finale di Coppa Italia.

Coinvolto in tangentopoli e sommerso dai debiti con l'accusa di frode allo stato italiano.[senza fonte]

Nel 2005 torna nel mondo del calcio rilevando la Ternana Calcio, in serie B, facendo prima illudere tutti i tifosi con la promessa di promozione in serie A poi facendola retrocedere in C1.

Nel 2008 deve pagare 95 milioni di debiti, insieme ad altri personaggi della sua società, poi messa in liquidazione, per il danno erariale per il Piano di ricostruzione di Ancona.

Nel 2010 con un'offerta di poco superiore ai 3 milioni di euro, strappa Jimenez alla compagine nerazzurra neocampione d'Europa. Ad agosto dello stesso anno cede la società all'imprenditore laziale Angelo Deodati.

venerdì 15 ottobre 2010

Oggi alle 18.00 Pubblico dibattito "Ospedale di Policoro: Prossima Dismissione?

Venerdì alle 18.00 presso la sala della Chiesa Madre in piazza Heraclea a Policoro si terrà il pubblico dibattito “Ospedale di Policoro: prossima soppressione” organizzato dall'associazione “Il Cantiere di Policoro” . Promotori dell'iniziativa sono Ottavio Frammartino, il consigliere comunale Antonio Di Sanza e il dottore Giambattista Parciante.
L'iniziativa - si legge in una nota diffusa da Frammartino - nasce dall'esigenza di discutere riguardo al futuro dell'ospedale di Policoro (considerate le insistenti voci relative ad un suo drastico ridimensionamento ) e alle vie da perseguire per rilanciare la mission di un presidio sanitario che può svolgere un ruolo centrale nell'erogazione di servizi sanitari di eccellenza, la cui utenza va oltre la nostra regione con i conseguenti benefici al bilancio sanitario regionale.

giovedì 14 ottobre 2010

Al Comune 270mila euro in sei mesi: «Tutto illegittimo»


Pubblichiamo l'articolo uscito ieri sulla gazzetta del mezzogiorno scritto da Filippo Mele che riprende un'accusa del consigliere Labriola sulle consulenze illegittime, dopo l'ispezione della guardia di Finanza mandati dal ministri Brunetta. L'ispezione ha accertato l'omissione da parte del comune della pubblicazione delle consulenze nell'anagrafe degli incarichi sul sito web. Gli stessi ispettori hanno segnalato oltre al ministero anche alla corte dei conti di Basilicata tale illegittimità , che comporterà per amministratori e dirigenti ogni uno per la propria responsabilità di pagare di tasca propria gli incarichi conferiti come sanzione all'omissione, cosi come prevede la legge. Grave tra l'altro è anche la spesa che il comune sostiene per i legali, dopo aver consentito colpevolmente al trasferimento dell'avvocato dell'ente , che ad oggi è costata alla comunità oltre 300 mila Euro. Riteniamo che anche questo aspetto vada ( e noi lo faremo, sapete come , non vorremo che siano solo loro a querelarci) sottoposta all'attenzione della corte dei conti, essendo evidenti il danno cagionato alle casse comunali. Dopo tutto, come potete leggere nella risposta del nostro amatissimo sindaco dice che quello dato agli avvocati sono quattro soldi, noi ci può contare faremo di tutto che questi quattro soldi li paghi tutti lui. Interessante sotto questo punto di vista è soprattutto l'incarico conferito dall'ufficio Tecnico al progettista del Piano D'ambito , che per essere buoni e rifarci querelare dall' IMPERATORE Ierone con eufemismo chiamiamo una grande porcata.
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FILIPPO MELE
P O L I C O R O. Scoppia il caso delle consulenze esterne affidate dal Comune. Lo ha sollevato,
sul suo blog, il consigliere comunale Francesco Labriola (Pd) pubblicando i nomi ed i cognomi di chi ha avuto incarichi nel primo semestre del 2009 dall'ente locale non essendo suo dipendente. E di fianco, ha scritto la cifra percepita. “Nelle scorse settimane – ha evidenziato Labriola - abbiamo segnalato la mancata pubblicazione dell'anagrafe incarichi esterni sul sito web del Comune, relativamente al 2008. Tutto confermato dalla pubblicazione, sul sito del Ministero dell’innovazione, delle amministrazioni che non hanno comunicato l’anagrafe non ottemperando all'adempimento previsto dalle norme. In una nota il Ministero recita: “Le amministrazioni che omettono tali adempimenti non possono conferire incarichi fino a quando non adempiono”. Questo implica che gli incarichi affidati nei primi sei mesi del 2009 sono illegittimi determinando un danno erariale da addebitarsi al dirigente che li ha affidati”. Il consigliere del Pd, quindi, ha pubblicato l’elenco citato. Tutto, a suo dire, subjudice della Guardia di finanza e della Corte dei
conti. Eccolo: “
Avv. Garofalo Domenico, 1.896,45; Di Ciancia M. Antonietta, 18.566,40;Carlomagno Antonietta, 21.657,60; Dott.ssa SerioCarmela, 640,00; Elia Gabriele, 20.000; Avv.Cirigliano Francesco, 20.826; Avv. Di Pierri Gianni, 28.701; Avv. Salerno Gian Paolo, 30.790; Albanese Stefania, 640; ; Publisys spa Potenza, 20.000; Mediterranea Energia, 24.000; Dott.ssa Crupi Giuseppina, 1.500; Dott.ssa Pasquino M. D., 1.500; Ing. Donadio Giuseppe, 12.000; Ing. Cuccaro Gaetano; Ing. Donadio Giuseppe, 18.360 complessivi; Arch. Di Cosola Daniela; Geom. Chippari Mario, 23.400; Avv. Cirigliano Francesco, 2.065,50; Avv.
Ing. Tarsia Nicolino, 24.445,52”. Per un totale? “Per un totale – ha concluso Labriola – di 270mila euro circa. Una somma che considero spropositata in periodi in cui non si debbono sperperare euro. Per gliì affari legali, ad esempio, il Comune ha autorizzato il suo avvocato a trasferirsi a Matera. Da circa 50mila euro l’anno ne spende più di 100mila. Sempre per gli stessi tre professionisti. E non mi risulta che le spese per leconsulenze esterne si stiano riducendo dal 2009 ai giorni nostri.

Il sindaco: «Labriola guardi nelle giunte Pd»

Non si scompone il sindaco Nicolino Lopatriello (Pdl) dopo gli attacchi del consigliere Labriola (Pd): “Labriola sa che non siamo noi a dare tali incarichi. Illegittimi? Quando farà lui il sindaco deciderà come farlo. Ci stiamo attrezzando per sopperire alla partenza del legale. E da
qualche mese non diamo più incarichi ai tre avvocati che prendevano quattro soldi perché avevano fatto una convenzione con noi. Mi dà fastidio il dubbio. Le cose si fanno per creare un vantaggio al Comune non ad altri. Perché non va a guardare dove ci sono i suoi amici che ammi-
nistrano? Perché Labriola non fa questi conti alla Regione? Poi, il fatto che dovrebbero pagare i dirigenti è una cattiveria. Il dirigente non si è indebitamente arricchito. Ha dato un incarico che serviva a risolvere una questione dell’ente”. (fi. me.)

martedì 12 ottobre 2010

cinquantaseienne con la mania dei graffi alle auto

Aveva portato a segno 40 colpi, arrestato dai carabinieri all'alba con chiodi e coltello ancora in tasca

di GABRIELE ELIA e ROSSELLA MONTEMURRO

Dopo il ladro d'auto “a tempo”, anche l'incisore di macchine. Quando, a fine marzo, i carabinieri della Compagnia di Policoro avevano intensificato i servizi per cercare di sorprendere il ladro che rubava le automobili solo per ventiquattr'ore, non potevano pensare che, a distanza di qualche mese, avrebbero avuto un altro rebus da risolvere, sempre con protagoniste le macchine. Infatti, nei giorni scorsi, oltre una quarantina di policoresi avevano denunciato di aver subito nella notte gravi danni alle proprie autovetture, consistenti in abrasioni effettuate, verosimilmente, con un oggetto acuminato. Nel weekend è così scattata un'ampia attività di controllo del territorio, mirata anche a contrastare la catena di danneggiamenti su autovetture in sosta che, nell'ultimo periodo, aveva interessato Policoro In manette è finito un cinquantaseienne, M. L. che, a differenza dell'uomo arrestato a marzo che per il suo gesto aveva una giustificazione plausibile (le auto le rubava per arrivare a Taranto dove presumibilmente si riforniva di droga, una volta rientrato le lasciava a Policoro) non ha fornito agli inquirenti motivi particolari alla base dei suoi “graffiti”. I danneggiamenti sono terminati dopo specifici servizi di appiattamento svolti dai carabinieri della Stazione e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia. Il cinquantaseienne è stato colto sul fatto ieri mattina, verso le 5. I carabinieri lo hanno sorpreso mentre, in viale Siris, “armato” di vari arnesi utilizzabili per “graffiare” le auto (dei chiodi, un punteruolo e due coltelli), si apprestava, sotto la pioggia, a danneggiare una Golf in sosta. I militari, che da qualche giorno avevano in corso mirati servizi, sono intervenuti con grande tempismo, riuscendolo a bloccare l'uomo, evitando, così, che lo stesso potesse danneggiare l'auto in questione e potesse compiere anche altri danni, per, poi, darsi alla fuga. L’uomo, per sua ammissione, ha riferito, poi, ai carabinieri di essere l'autore di altri episodi simili, che, nei giorni scorsi, avevano interessato circa 45 autovetture. Il numero dei mezzi coinvolti potrebbe però essere superiore, in quanto alcuni proprietari potrebbero non aver denunciato il danno. Tra il 5 e il 6 ottobre, secondo una dichiarazione raccolta dal Quotidiano, in corso De Gasperi a pochi metri dall'isola pedonale di piazza Eraclea a farne le spese sono state tutte le macchine parcheggiate negli appositi spazi a spina di pesce e in serata, poichè secondo una testimonianza di un automobilista vittima dell'atto vandalico fino all'imbrunire era tutto tranquillo. Probabilmente intorno alle 24 è entrato in azione sfruttando la tranquillità della notte. Di buon mattino questo residente ha trovato la brutta sorpresa del cofano pieno di graffi. All'inizio il professionista pensava ad una vendetta di qualche suo cliente, ma poi vendendo lo stesso “sfregio” anche su tutte le macchine del parcheggio ha pensato alla solita bravata di ragazzi che prima si divertivano con le bombolette a spray ad imbrattare muri, e qualcuno lo ha pescato di persona in flagranza, e poi sono passati a metodi meno urbani per passare il tempo. Stessa sorte è toccato nell'ultimo week-end ad altri automobilisti di piazza Ripoli e vie parallele che alle prime luci dell'alba hanno dovuto imprecare per il danno non di poco conto alla propria autovettura. Così molti di loro non si sono fatti pregare due volte e in pochi giorni sono fioccate le denunce alla locale Compagnia dei carabinieri. L'uomo è stato accompagnato presso la propria abitazione e sottoposto agli arresti domiciliari. I vari arnesi, travati in suo possesso ed utilizzati per compiere i danneggiamenti, sono stati sequestrati. Sono in corso ulteriori verifiche per accertare l'esatto numero dei mezzi interessati.(tratto dal quotidiano della basilicata)

Marinagri 4°parte: il Pm Facciolla "incida profondamento sull'assetto ambientale modificandolo profondamente e pericolosamente.

nella foto il PM Facciolla
Su tali «premesse" si giunge alla realizzazione della lottizzazione abusiva costituita da opere di trasformazione urbanistica ed edilizia dei terreni in violazione alle prescrizioni degli strumenti urbanistici.
tant'e le opere progettate ed eseguite da Marinagri SPA e dalle società di Vitale risultano in contrasto con il Piano di area vasta del Metapontino (P.T.P.M.)in parte fondate sull'illegittimo mutamento di destinazione d'uso di alcuni comparti, avvenuto in violazione delleprescrizioni del piano particolareggiato esecutiva (P.P.E. Foce Agri)che sono in contrasto con la prescrizione del piano di assetto Idrogeologico (PAI).
A tali conclusione giungono sia ctu della Procura di Matera (nel primogenito procedimento penale aperto su segnalazione dei CC di Policoro e poi archiviato dai magistrati di Matera coindagati originari nel procedimento che ci occupa) sia i ctu della Procura di CZ con argomentazioni tecniche non prese in considerazione dal giudice anche al solo fine di smentirle. e dire che si versa nell'ipotesi tipo delineata dalla sezione Unite della Cassazione con la sentenza 5115/2002 con la quale hanno affermato che il reato di lottizzazione abusiva prevede una condotta alternativa, potendosi realizzare, sia quando manche del tutto una autorizzazione alla lotizzazione sia quando tale autorizzazione sussista, marisulti in contrasto con le prescrizioni degli strumenti urbanistici, in quanto grava sui soggetti che predispongono il piano di lottizzazione, sui titolari di concessione, sui commitenti e sui costruttori l'obbligo di verificare la conformità delle opere alla normayiva urbanistica e alla previsione degli atti di pianificazione.

Sub specie, l'imponente trasformazione urbanistica edilizia progettata ed attuata dalla Marinagri SPA, risulta in contrasto con gli atti di pianificazione e quindi integra ad ogni effetto di legge il reato di lottizzazione abusiva come contestato. Il ctu rileva la difformita difformità assoluta del P.P.E. erispetto al PTPM, per la violazione di tutte le prescrizioni che invece avrebbe dovuto attuare, rendendo applicabili per esempio le norme valide per una zona ad altra zona dove ricadono gli interessi di Marinagri SPA, snaturando la funzione di tutela del piano del Metapontino e rendendo edificabili quelle zone in cui era prevista dal PTPM la conservazione dell'ambiente naturale,il riasetto del territorio, il disinquinamento, e laddove erano consentito solo usi ricreativi, di campeggio, osservazione naturalistica, ecc. compatibili con la conservazione dell'ambiente naturale.

E di tutta evidenza come l'impatto del complesso turistico in esame sfugga a tale previsione ed incida profondamento sull'assetto ambientale (e non solo) del territorio modificandolo profondamente e pericolosamente.

Il P.P.E. Foce agri risulta inadeguato poi per gli elaborati grafici di progetto, redati in scala troppo grande per comprendere i dettagli, e per la carenza di alcuni parametri edilizi ed urbanistici,quale -solo a titolo di esempio l'altezza delle costruzioni non indicata mentre vengono indicati solo il numero dei piani.
detto P.P.E. risulta aver recepito le indicazioni progettuali della «Ittica Valdagri e poi Marinagri SPA», e i redatori della relazione tecnico illustrativa del del contratto di programma L. 104/97,Come è agevole constatare e l'illiceità delle condotte che continua a permeare l'iter amministrativo che consentirà ai Vitale di portare a termine il progetto edificatorio Marinagri e tali elementi ssono l'ing. Marco Vitale e l'architetto Dioguardi, lo stesso poi individuato dal comune come progettista del P.P.E. in discussione. fuggono completamente al tribunale di Catanzaro che non li coglie e neppure mostra di averli letti negli atti processuali . (la prossima puntata giovedì «Lopatriello come Speedy Gonzales)

lunedì 11 ottobre 2010

Preghiamo a Digiglio di lasciare a De Filippo la favola della Basilicata Felix , lui al massimo può aspirare a fare da Valletto

nella foto il senatore Digiglio

Il giudizio severo apparso sui giornali del senatore nominato (perchè ormai non si eleggono più) Digilio su Woodcock è stato certamente influenzato dal dott.re Sottile ex segretario di Fini , condannato per peculato , grazie ad una inchiesta di Woodcock. Capiamo l'amarezza del senatore e la voglia di rivalsa , che con enfasi ci ricorda un flop del pubblico ministero nel processo con l'assoluzione di Umberto di Savoia, ma volutamente dimentica i risultati di un PM che con coraggio e professionalità si è battuto per il primato della legalità. Se mai chiesto il nostro valente Senatore se è colpa del magistrato se in questo paese se indaghi con serietà finisci per incappare in una folla di di politici , portaborse , faccendieri , subrettes e veline. In un paese normale dopo l'esplosione dello scandalo Savoiagate ci sarebbe stato una epidemia di dimissione a prescindere della rilevanza penale delle accuse. Invece ci troviamo all'ennesima aggressione alla magistratura nel nome della difesa dell'onore della Basilicata. Subdolamente dimentica il senatore i successi in nome della legge di questo magistrato. Ha dimenticato forse la condanna di quel cancellerie del tribunale fallimentare che aveva trasformato il suo ufficio in una agenzia immobiliare, o la condanna per bancarotta fraudolenta ad un avvocato per la vicenda del fallimento della società Italo-Cinese Orop che in 19 anni aveva succhiato 5 milioni di euro di contributi pubblici , oppure la vicenda della classe fantasma di un liceo di potenza o dei patteggiamenti nell'inchiesta inail che oltre a snidare il malaffare degli appalti gonfiati in quell'ente , ha fatto incassare bei soldini allo stato come risarcimento. Per non parlare poi dell'inchiesta sul petrolio , che al di la delle vicenda processuale ci racconta una trama fatta di arricchimento dei pochi sulle spalle del popolo lucano che sta pagando è pagherà un prezzo molto alto. Faccia Digiglio un' inventario benefici costi dell'attività di Woodcock e ci faccia sapere ma lo faccia a 360 gradi e con onesta intelletuale. La favola della Basilicata Felix lo preghiamo di lasciarlo raccontare al suo autore originale , Vito , che è un vero illusionista , il senatore al limite può candidarsi a fargli da valletto.

Frammartino Ottavio