sabato 30 giugno 2012

PD: il partito stesso della confusione, della paura e dell'immobilismo

pubblicato daKarakteria in data 28 giugno 2012
Al tempo dei primi sogni sul bipolarismo, il PD fu concepito - nelle intenzioni dichiarate dei suoi padri - come un grande partito, figlio delle tradizioni più alte della Resistenza e della Repubblica italiana (quella comunista-riformista e quella cattolico- sociale).
Nella pratica, però, fu generato da una classe politica ormai realmente lontana da quegli ideali e partorito da un sistema politico vecchio, corrotto ed esangue.
Così nacque un figlio che non somigliava molto ai sogni delle migliaia di italiani che lo avevano aiutato a nascere...pur con mille perplessità.
Oggi il PD, che comunque conserva ancora una nutrita base social-democratica e riformista, è comunque un partito che, nato confuso e instabile, crescendo non è di certo migliorato. Anzi ha sviluppato un carattere debole e una personalità dissociata in mille correnti. Alla confusione ha aggiunto col tempo una pericolosa propensione all’ improvvisazione.
Al momento attuale, anche secondo i sondaggi, è il partito più grande d’Italia, ma non ha la forza di un grande partito e la chiarezza degli obiettivi che servono a guidare un Paese vessato dalla crisi e dalla confusione, che vuole diventare grande e nuovo.
Chi sa dire oggi cos’è il PD?
Ha una vocazione più liberale/liberista o più social-democratica? Sta dalla parte delle banche e delle multinazionali o dalla parte del territorio, dei lavoratori e dei bisogni dei cittadini? Le sue politiche sul lavoro e sul precariato in che direzione vanno? E quelle sulla svendita del patrimonio pubblico, sulla scuola, sull’ambiente, ecc.? Quali idee veramente alternative e innovative propone rispetto al Centro Destra, nei confronti del quale sembra divergere nella gradazione degli interventi sulle privatizzazioni, sull’etica politica, ecc. piuttosto che sulla proposta di una reale alternativa? Come si comporta nei confronti del sistema finanziario e delle banche? Sulle nuove sfide etiche che riguardano le richieste che la società muove alla classe politica (la rigenerazione stessa della classe politica) come si comporta? E di fronte alle sfide morali ed etiche che muove la nuova società italiana (coppie di fatto, fecondazione assistita, testamento biologico) come si pone?
A quale elettorato si rivolge? Sembra non saperlo nemmeno più.
Basta dire che, fra i massimi protagonisti di questa strana alleanza parlamentare a sostegno del governo Monti, a meno di un anno dalle elezioni politiche non sa ancora che strada prendere per governare l’Italia, figuriamoci se ha un’idea definitiva dell’Italia che vuole: spingersi a Sinistra verso un certo riformismo o andare verso il più aristocratico Centro?  O mettersi in mezzo a tutti e due, facendo finta di dimenticarsi che è una strada già presa in passato e impossibile da percorrere?
Come se la politica fosse un fatto esclusivamente elettorale, il PD continua a prendere le sue scelte più in base alle statistiche (che sistematicamente sbagliano), che in base ad un’ideale al quale ispirare la sua azione politica.
Nonostante, generalmente, le elezioni degli ultimi anni lo hanno premiato solo quando il popolo delle primarie lo ha fatto virare a sinistra, continua ad inseguire con trasporto Casini, ma contemporaneamente ascolta Vendola e Di Pietro, tirato dai due lati della corda dalle diverse correnti. E discute all’infinito, mentre ognuno, ai vertici, parla per sè e mentre l’intero vertice del partito si mostra sempre più riluttante ai cambiamenti.
Mentre addirittura il Centro destra coglie il segnale che viene dal basso dei movimenti di un rinnovamento di sistema e di etica Politica, il PD è fra i più aspri oppositori di ciò che chiama con spregio “antipolitica”. Invece di porsi come l’avanguardia istituzionale del progressismo democratico, si trincera in difesa sempre più spesso nel conservatorismo e chiama tutto ciò che non rientra nei suoi confusi parametri “antipolitica”, senza aver ancora dato una definizione chiara del termine, ma utilizzandolo sempre più spesso in maniera strumentale (un po’ come i berlusconiani definiscono “comunista” ogni cosa che non li aggrada).
Mentre la società italiana chiede maggiore uguaglianza, la fine dei privilegi e più spazi di partecipazione, il PD discute addirittura ancora sull’utilità delle primarie, che pure egli ha introdotto nel sistema politico italiano. E’ un partito che ha nel suo Dna la migliore tradizione della Democrazia italiana, dunque teoricamente ha grandi capacità, ma nella pratica è ancora incapace di intraprendere una via chiara e definitiva, perché è guidato da un’èlite debole, ignorante e invischiata nella Casta, che si moltiplica al suo interno in maniera piramidale.
La cosa è quanto mai evidente nella maniera più degradata in Basilicata, dove nel PD – essendo il partito padrone della Regione da quasi un ventennio- è ormai confluito veramente di tutto (basti pensare ad Antonio Di Sanza e Policoro Democratica quì da noi).
In Basilicata la classe dirigente viene formata alla scuola politica della lotta fra le correnti e non viene selezionata in base ai meriti, alle idee, alle proposte, alle capacità che emergono all’interno delle diverse sezioni, ma in base ai rapporti di forza interni.
Il partito regionale è nelle mani di pochi uomini, che diventano protettori esistematori di lavoro di qualche rampollo particolarmente arrivista e lo utilizzano come base di consolidamente della loro influenza in quella determinata sezione. Questi pochi uomini, attraverso posti di lavoro e clientele varie, si spartiscono zone di influenza e bacini elettorali per lo più derivanti dalle clientele e dai loro servi-gregari, selezionando nei vari paesi la classe dirigente in base all’obbedienza, alla fedeltà mostrata e ai pacchetti di voti che sono in grado di spostare.
Noi continuiamo a paralre “correnti” per abitudine, ma in realtà il più delle volte sono vere e proprie fazioni all’interno del partito, perché più che divergere sulla linea politica (la corrente), divergono per posizioni di potere e difendono interessi di parte o meglio arrivismi di parte (la fazione).
Questo spiega come, nonostante il PD guidi la Regione da quasi 20 anni si sia interessato poco alla politica che pianifica e imbocca strade di sviluppo, concentrato com'era nei posizionamenti interni. Il PD di Basilicata non è riuscito ancora a sviluppare una strada di sviluppo per la nostra regione e sono 20 anni che la guida. Non è riuscito ancora ad immaginare la Basilicata che vorrebbe costruire.
E’ gravissimo, imperdonabile! Si è retto e continua a reggersi su logiche da prima Repubblica (indebitamento, clientelismo, sperpero di denaro pubblico, appalti fantasiosi, corsi di formazione e ci fermiamo quì per evitare querele, tanto il quadro è chiaro). Governa con una logica da prima Repubblica, con l’aggiunta di tutte le furbizie della seconda. Questa sua politica ignorante e dell’improvvisazione, senza direzioni, basata sugli interessi personali e clientelari, è riuscita a fare di una delle regioni più ricche di risorse d’Italia, una fra le regioni più povere d’Italia.
Per quanto a seguito degli ultimi scandali e in preparazione per le prossime elezioni il segretario regionale, Roberto Speranza, si stia sforzando di modificare alcune cose, non è immaginabile un cambiamento reale senza l’azzeramento della classe dirigente del partito regionale o un forte, quanto improbabile, risveglio della base che chieda un drastico rinnovo. 
Di chiacchiere ne siamo fin troppo pieni! Se Speranza vuole realmente cambiare il partito dovrebbe iniziare col fare di tutto per impedire per esempio ad Antezza, Chiurazzi e Bubbico di ricandidarsi alle prossime politiche: sarebbe già un inizio cercare giovani valenti, diversi e motivati fra i suoi iscritti e non i soliti gregari, partoriti da questo sistema di selezione.

La stessa cosa vale per la sezione di Policoro del PD, perché il cambiamento si può verificare solo dal basso.
A proposito della sonora sconfitta elettorale il direttivo del partito può continuare benissimo a bendarsi gli occhi per non vedere che la società policorese si allontana sempre di più dalle sue politiche elitarie, può non vedere che non è riuscito a concentrare nemmeno i voti dei suoi stessi alleati sul pessimo progetto amministrativo e politico che aveva costruito; può continuare ad individuare la causa della sconfitta nel mancato appoggio della sinistra, senza nemmeno fare un’analisi onesta dei motivi di questo mancato appoggio… può farlo, ma non sarà questo atteggiamento a condurlo fuori dal pantano nel quale si è invischiato, trascinando con sé tutto il centro sinistra cittadino.
Questo direttivo del PD dovrebbe dimettersi tutto insieme.
Fino ad ora lo hanno fatto solo Francesco Fortunato e i Giovani Democratici (di Labriola dicono lo abbia solo manifestato attraverso la stampa, ma non ancora ufficializzato formalmente).
Necessita una svolta nel centro sinistra policorese e un nuovo PD, autonomo e costruttivamente critico nei confronti dei vertici regionali. Una nuova sezione potrebbe aprire veramente una nuova fase non solo a Policoro e non solo in Basilicata.
Questo direttivo, ancora tenuto per le palle da Disanza, Bubbico e Chiurazzi con codazzo a seguito, a causa della sua mancanza di coraggio, di impegno e di progettualità, a causa delle sue logiche clientelari, della sua sudditanza alle fazioni regionali, delle sue lotte intestine, dei suoi interessi e dei suoi arrivismi personali, delle sue più che dubbie alleanze, non ha portato al suicido solo la sua stessa sezione, ma è responsabile di aver colpito a morte l’intero centro sinistra policorese (che comunque non è scevro di colpe, prima fra tutte quella dei personalismi).
Ora, dispersi sui cumuli di queste macerie, i piddini policoresi – se vogliono fare veramente politica - dovrebbero iniziare una riflessione molto seria e molto coraggiosa, per attuare un cambiamento reale e non solo di facciata: le dimissioni del direttivo dovrebbero aprire veramente ad una nuova logica e non essere espressione delle solite fazioni.
Il PD dovrebbe diventare una sezione autonoma e indipendente, anche per far pesare sul serio la voce di Policoro a Potenza.
Dovrebbe partire dalla cacciata di alcuni elementi che non hanno nulla a che fare con la tradizione riformista e social-democratica (rimandarli a destra magari o imprigionarli al centro) e dovrebbe continuare con l’azzeramento della sua classe dirigente (Marrese, Montesano, Labriola) responsabile del disastro. Dovrebbe costruire un altro direttivo, con poteri effettivi, non composto di prestanomi o sottoposti a qualcuno dei tre (a sua volta sottoposto del suo capo fazione).
La classe dirigente della sezione, che corrisponde agli eletti in consiglio comunale, andrebbe relegata a  ruolo di consigliere comunale di opposizione, portavoce delle decisioni prese in sezione. Dovrebbe ripartire da lì e aprirsi alla società policorese con nuovi metodi e nuovi scopi.
Il Pd dovrebbe tornare ad essere partito, democratizzarsi, se vuole svolgere un ruolo principe nel centro sinistra policorese, che altrimenti si organizzerà per altre vie. Oppure continui a ridurlo in brandelli, con i risultati che conosce già.
Questo è quello che dovrebbe e quello che speriamo che faccia, anche se mentre ne parliamo ci sembra di sentire Mercuzio che sussurra in un orecchio: “Shh…silenzio, Amleto, smettila di parlare e di domandare…tu parli di sogni, che sono nient’altro che vane fantasie, partorite da un cervello ozioso”.
E sembra di vedere Amleto, sulle macerie della sconfitta, con in mano una bandiera sporca lacera del PD, al posto del solito teschio, ripetere all'infinito: "Essere o non essere, questo è il problema!"

venerdì 29 giugno 2012

Flop l'incontro dell'amministrazione con le associazioni per la questione spazzatura.

Spazzatura vicino al supermercato ALTER DISCOUNT
Era una delle idee forti del neo Sindaco Leone  quella di coinvolgere le associazioni per risolvere la questione annosa della raccolta della differenziata , partita un anno fa , che a tutto oggi   non ha trovato soluzione, Un niente di fatto, come avevamo previsto , infatti le associazione hanno detto chiaro all'amministrazione che non si potevano prendere in carico la questione dell'informazione e formazione dei cittadini , ribadendo che tale compito spetta alla Tradeco così come previsto dal capitolato d'appalto. Tra l'altro non vi è nessuna risposta da parte di questa amministrazione sulla pubblicazione sul portale web del comune dei Report sulla raccolta differenziata , anzi colpevolmente su questo si ha la sensazione di una complicità inspiegabile.Affrontare una stagione estiva in queste condizioni igieniche sanitarie , senza prendere nessun serio provvedimento o cambio di passo , non solo mette alla berlina l'immagine di una città che ambisce di costruire il suo tessuto economico sul turismo, ma un fallimento politico di chi in campagna elettorale  aveva promesso che che avrebbe risolto in poco tempo il problema. Ad oggi non abbiamo ancora  sentito il ruggito del leone ma solo il miagolio del gattino. Per quando riguarda il certificato antimafia , è chiaro il messaggio che parte da questa città , da oggi si possono vincere gli appalti anche senza , poi uno con calma , anche dopo un paio di anni può presentarlo , anzi si sta nel limbo per tutto il tempo che si vuole , basta fare la richiesta......

giovedì 28 giugno 2012

Avere una casa non significa essere ricchi. Conferenza stampa di Gianni Di Pierri e Antonio Rizzo per dire no agli aumenti imu proposto dall'amministrazione di Policoro.Partirà anche la raccolta firme per togliere all'equitalia il servizio di riscossione delle tasse per essere gestito direttamente dal comune.

Il concetto è semplice , in primis , avere una casa non significa essere ricchi , secondo in un momento   come questo etica e politica ci dicono che dobbiamo essere vicino alle famiglie colpite duramente da una crisi dalle proporzione epocali. Facile fare gli amministratori aumentando le tasse , questo lo fa questo governo tecnico , un governo politico sensibile alle questioni sociali , e quella di Leone aveva promesso su questo punto che non avrebbe messo le mani nelle tasche dei policoresi , deve recuperare le risorse con una attenta lotta all'evasione ici degli anni scorsi e su quella degli oneri concessioni edilizie. Noi calcoliamo che tale evasione superi i quattro milioni di euro  , basterebbe il recupero di un quarto di questi oneri per compensare il mancato introito sulla proposta di riduzione ed esenzione da noi presentata in consiglio. Da venerdì i gruppi di Policoro Futura e Policoro è Tua cominceranno un azione di di informazione ai cittadini con la distribuzione di volantini. Inoltre partirà la raccolta firme perchè venga tolta alla Equitalia la riscossione dei tributi e venga tale servizio gestita direttamente dal comune . Oristano uno dei primi comuni a fare questa scelta (come tra l'altro prevede la legge) con solo questa operazione è riuscità a incassare 650 mila euro , e non solo ma a stare attenta a non fare operazione da usurai nei confronti dei cittadini.Partira anche l'operazione affinchè all'Equitalia venga tolta la riscossione 

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mercoledì 27 giugno 2012

Giu le mani dalle tasche dei cittadini

Oggi ale 19,30 in P,zza Eraclea , il copogrupppo consiliare di Policoro Futura Gianni Di Pierri e il Coordinatore di Policoro è Tua Antonio Rizzo , terranno una conferenza stampa per spiegare quale iniziative politiche metteranno i campo contro l'ipotesi di aumento dell'imu da parte di questa amministrazione


martedì 26 giugno 2012

Il problema principale non è il certificato antimafia

Tratto da Karakteria
Riguardo la gestione rifiuti, durante la campagna elettorale e anche prima,  sul nostro sito avevamo cercato di mettere in evidenza come il Certificato Antimafia non allegato da parte della Tra.de.co era solo una parte del problema, tra l’altro la parte meno importante ai fini pratici. Noi avevamo utilizzato l’argomento “Certificato Antimafia”, non tanto per addurre una motivazione di invalidità del contratto (pur evidente), quanto per evidenziare la condotta e la non certo ottima reputazione della società aggiudicatrice dell’appalto (condannata in appello per traffico illecito di rifiuti e protagonista di molte altre inchieste) e per evidenziare come gli uffici tecnici del Comune fossero, diciamo, “leggeri” nell’aggiudicare gli appalti. Però, lo ripetiamo, non si doveva e non si deve ridurre il problema di quell’appalto al Certificato Antimafia mancante, perché –posta così la questione  - non si arriverebbe a niente (il certificato manca perché la Prefettura di Bari non lo rilascia, non perché non esiste). Concentrarsi eccessivamente sul certificato antimafia potrebbe nascondere le gravi e reali mancanze del contratto, delle modalità dell’aggiudicazione dell’appalto e soprattutto di una finta raccolta differenziata, che necessita di radicali cambiamenti per diventare degna di essere definita tale.
Oggi, a più di un mese dall’insediamento dalla nuova amministrazione e in presenza di nessun cambio sostanziale all’interno degli uffici Tecnici, il consigliere con delega all'ambiente, Giovanni Lippo, ci fa sapere che la nuova giunta ha fatto richiesta alla prefettura di Bari del certificato Antimafia e che Bari ha risposto che “il documento è in corso di istruttoria”.
Lo sapevamo già. E’ la stessa risposta che la Prefettura aveva dato a noi circa un anno fa e noi ve lo avevamo già comunicato, aggiungendo che i tempi delle indagini sarebbero stati biblici, probabilmente anche perché in una delle inchieste nelle quali è coinvolta la Tra.de.co. è stato indagato anche l’ex prefetto di Bari.
Allo stato attuale la mancanza del certificato Antimafia ha un valore etico, di credibilità, mentre dal punto di vista giuridico rappresenta un cavillo più che una prova di invalidità del contratto. E questo lo sappiamo da almeno un anno, nonostante per molte altre forze politiche policoresi sembri sia diventato il problema principale.
 I problemi reali e le motivazioni per cui noi crediamo che alla Tra.de.co. vadano chieste le penali con rescissione o modifica sostanziale del contratto sono altri. Proprio come ai responsabili dell’ufficio tecnico preposto e ai politici (non solo all’ex assessore all’ambiente Carbone, ma anche e soprattutto a chi l’ha scritto quel contratto –su questo ci torneremo- e a chi lo ha reso esecutivo con tutte le sue falle: Rocco Leone) va chiesto di pagare il prezzo politico di un grande fallimento, dovuto ad incapacità e pigrizia Noi abbiamo detto da subito che quel contratto era una bufala, un castello di sabbia che somigliava ad un copia-incolla di chissà quale altro paese e non poteva reggere il confronto con una realtà come Policoro. E questo indipendentemente dal certificato antimafia.
Le misure che sta adottando questa nuova amministrazione, almeno dalle prime battute sono inadeguate. Si deve fare molto di più!
La raccolta differenziata di Policoro è pessima, irrispettosa del contratto, ambigua nell’appalto, fallimentare sotto tutti i punti di vista, non si può continuare ancora ad aggirare il problema, bisogna affrontarlo con coraggio, determinazione e innovazione!
Lippo assicura che farà rispettare il contratto, ma poi afferma che a breve sarà risolto il problema dell’isola ecologica e che a luglio verranno distribuiti bidoni da 20 litri fuori le porte delle case che ne sono sprovviste, cioè quelle del centro. Ma l’isola ecologica doveva essere pronta un anno fa e il Comune non era stato rispettoso dei termini. Vogliono dircelo dove hanno stanziato fino ad oggi quei rifiuti che sarebbero dovuti essere lì?
E soprattutto questi bidoni da 20 litri rappresentano il più alto fallimento dell’idea della raccolta porta a porta, che prevede l’eliminazione dei bidoni. Così si cambia in peggio il contratto! Passiamo dai pochi grandi bidoni grigi distribuiti per le vie della raccolta tradizionale a tanti e tanti bidoncini fuori da ogni casa. E il porta a porta e la sua idea di eliminare i bidoni che fine fanno?
Non si eliminano con nuovi bidoni le buste e lo sporco dalle strade, ma con la celerità della raccolta. Le buste devono essere prelevate velocemente, altrimenti tanto vale mattere dei grandi bidoni differenziati e non si parli più di porta a porta, ma di normale raccolta in bidoni e la si faccia seriamente, con grandi bidoni adeguati, riconoscendo il fallimento totale e l'incapacità di poter portare a Policoro imprese innovative.
Tale celerità nella raccolta delle buste è inevitabilmente prevista in ogni contratto di gestione rifiuti che voglia puntare sulla raccolta porta a porta e ovunque si faccia questo tipo di raccolta è norma elementare che il personale e i mezzi della ditta appaltatrice siano adeguati a prelevare in poco tempo le buste.  Per questo nella maggior parte delle città dove si fa il porta a porta, nel centro, si gettano di sera i rifiuti e si espleta un servizio notturno e immediato di raccolta. Mentre le strade si spazzano di mattina presto.
Sempre il responsabile all’Ambiente afferma che il Comune sta rispondendo all’emergenza con “azioni mirate”, il che per noi rappresenta un errore di metodo.
Ci vorrebbe un impianto generale, una visione di insieme forte e chiara, una logica amministrativa e ambientale univoca per risolvere il problema, non azioni singole e mirate.
Bisogna crederci nella raccolta differenziata per attuarla e bisogna che tutti gli amministratori ci credano.
Bisogna coinvolgere tutti gli assessorati, ognuno dalla sua parte di competenza e aggredirlo da più lati il problema, altrimenti si mettono solo toppe.
Mentre chi ha delega all’ambiente si occupa di immaginare la migliore raccolta possibile, qualcun altro per esempio dovrebbe occuparsi di instituire nuovamente l’ufficio legale al Comune, oppure escogitare un contratto con un unico studio legale per tutte le cause delnostro ente, per evitare lo spreco di denaro pubblico che gli incarichi legali frammentati comportano alle casse della nostra casa comunale.
Questo allontanerebbe la paura di aprire un contenzioso con la Tradeco; questo ci metterebbe in una condizione di maggiore forza, per pretendere quanto la società deve ai policoresi e/o per spronarla sul serio a migliorare il servizio.
Invece sembra che gli incontri fra la giunta e la Tradeco tenuti fin'ora si stiano basando su compromessi di comodo per entrambi, nei quali di certo l’ambiente e la comunità non ne escono vincitori.
Speriamo di sbagliarci a vederla così. Speriamo che abbia ragione il buon Lippo quando dice: “Saremo rigidi, pretendiamo il rispetto della legalità e pretendiamo che la società rispetti contratto e progetto. Abbiamo già intimato il rispetto di pagamenti per operai e discarica”. Però qualche dubbio inizia a spuntare, perchè il fatto è che il personale realmente occupato nella gestione rifiuti policorese sembra essere inferiore a quanto previsto nel capitolato: il problema non riguarda solo il pagamento degli stipendi, ma anche il carico di lavoro degli operai e le modalità di controllo che, sempre secondo il capitolato, la polizia municipale dovrebbe effettuare.
Con un numero così esiguo non potrebbero mai tenere pulita tutta Policoro e il contratto prevede un numero alto e preciso di addetti ai lavori. Ci sono effettivamente questi addetti ai lavori o il personale è inferiore a quanto previsto?
E ci auguriamo che non si cada nuovamente nell’errore - così tanto politicante e poco politico - di confondere, come in passato, la propaganda politica con la risoluzione dei problemi.
Quando Lippo afferma che “scendenderà in prima persona nelle strade, per una campagna di comunicazione grazie anche alla collaborazione già attivata con le associazioni di categoria, gli esercenti, Legambiente, perché la cittadinanza va formata”, ci auguriamo che tenga ben presente il ricordo di quanto avrà sicuramente letto nel capitolato e cioè che la formazione spettava alla Tradeco e che erano previste sanzioni in caso contrario.
Altirmenti, se il tutto dovesse risolversi con assessori e consiglieri che organizzano un paio di conferenze e passerelle pubbliche, anche se in stile nuovo, che differenza ci sarebbe con gli altri?
La campagna di comunicazione invece va svolta mirando alla risoluzione reale del problema, con un forte dispiego di mezzi ed energie. E' stata una mancanza imperdonabile non educare i cittadini alla raccolta porta a porta prima di attualizzarla, una mancanza che rischia di distruggere nella cultura policorese la fiducia stessa nella differenziazione dei rifiuti.
Ovunque si informa e forma la cittadinanza mesi e mesi prima della partenza del servizio di differenziazione dei rifiuti.
Ora (meglio tardi, che mai!) bisogna raggiungere i policoresi nelle case, nelle strade, nei bar, negli uffici, in internet, con conferenze, durante tutte le iniziative estive, con manifesti, per radio, giornali, ovunque. Va fatta una capillare e strenua comunicazione per educare, spiegare chiaramente e semplificare: bisogna martellarli di informazioni sull’utilità della raccolta differenziata e sul metodo di differenziazione. E delle spese non deve farsi carico di un centesimo il Comune, cioè noi. Deve pagare tutto la società appaltatrice!
[Si inizi a contrattare in questi termini. Si tirino fuori le palle!]
Infine ci sembra che anche questa amministrazione - proprio come quella passata e come il Pd - non si stia affatto occupando della fine che faranno i rifiuti. Che senso ha fare la raccolta differenziata se poi il 90% di quanto differenziamo finisce in discarica per colpa di piani provinciali e regionali dei rifiuti insensati dal punto di vista produttivo e ambientale?
Lippo ha detto che "i rifiuti devono diventare un'opportunità"?
E' uno slogan, una frase fatta o un'idea nella quale crede?
Lo chiediamo senza ironia, ma sinceramente, perchè non conosciamo Lippo.
Però se crede veramente nelle opportunità ambientali e lavorative del ciclo virtuoso dei rifiuti (si può creare un'intera economia intorno al riciclaggio), allora raccolga le nostre proposte di consorziare Policoro con altri Comuni per inaugurare un sistema di raccolta differenziata sul modello di Vedelago.
La buona volontà di Lippo e dei nostri giovani amministratori deve essere sostenuta da coraggio, iniziativa e creatività. Tutte e 3 insieme queste qualità insieme, altrimenti anche la loro buona volontà sarà fagocitata dal sistema compromissorio della politica del tiriamo a campare e sopperirà nell’incapacità di dare risposte reali ai problemi.
Le vie del male sono lastricate di buone intenzioni si sa. La buona volontà da sola non basta, anzi corre il rischio di non esistere nemmeno più col tempo, di diventare (mentre si invecchia rapidamente) solo una bandiera lacera, un ricordo sempre più lontano, se non viene sorretta da scelte coraggiose, innovative e creative.
Coraggio ragazzi, siate veramente giovani!

lunedì 25 giugno 2012

La città della Pace, il Dalai Lama e il PIL Lucano


Noscorie Trisaia dà il suo benvenuto al Dalai Lama in visita alla città della pace di Scanzano.In questa terra, dove le lobby del nucleare vogliono portare da decenni le scorie nucleari e le compagnie petrolifere estraggono senza condizioni petrolio e gas, distruggendo ambiente ed economie locali, la pace continua a essere solo un marketing istituzionale. Preghiamo Sua Santità (per chi ha credo buddista) con la sua visita di ricordare a quanti la ossequieranno di spiegare cos’è la Pace e come un popolo potrà mai trovarla. A circa nove anni da Scanzano e dalla mobilitazione pacifica di un popolo c?era una lezione di democrazia e civiltà che molti avrebbero dovuto imparare. Le imposizioni dall?alto, la mancanza di democrazia e di partecipazione o il sacrificio imposto a un territorio per il P.I.L. (prodotto interno lordo) non possono portare pace.
In nome del P.I.L. il governo Monti ha deciso con Vito De Filippo, i parlamentari lucani e i consiglieri regionali, il raddoppio delle estrazioni petrolifere senza stabilire ancora un’eventuale contropartita con il memorandum e in particolare con l’art.16 del decreto governativo. Il Governo è cosciente anche di sfruttare la Basilicata, e l’ha scritto pure nel decreto sullo sviluppo, consultando la normativa si evince che si perderanno a seguito delle estrazioni petrolifere posti di lavoro (nelle piccole economie locali) ma sempre posti lavoro. Alle istituzioni interessa il P.I.L. e le entrate fiscali che si genereranno.
Non importa se avremo più disoccupati, salteranno le economie locali e la gente berrà acqua inquinata o si ammalerà di conseguenza. IL PIL lucano  fa guadagnare in questo periodo alle compagnie petrolifere circa 3 miliardi di euro l?anno (che raddoppieranno con il memorandum). A fronte di misere 160 milioni di euro di royalites che i petrolieri lasciano alla Basilicata, perdiamo ogni anno circa 350 milioni di euro di fondi obiettivo 1 proprio per lo sviluppo delle economie locali, perché il PIL generato dal petrolio ha fatto diventare sulla carta la Basilicata, una regione ricca.
In realtà la Basilicata è la regione più povera d’Italia (Istat 2011) ad alto tasso di disoccupazione, con un’emigrazione in costante aumento (3000 giovani l’anno emigrano da questa terra). In Basilicata inoltre la gente stranamente in una regione poco industrializzata si ammala sempre di più di mali incurabili.
Dopo la terra, il Governo ora vuole trivellare il mare Jonio, con altri danni irreparabili agli ecosistemi e allo sviluppo di un luogo che fu la culla della civiltà moderna e della democrazia in Magna Grecia. Avremmo voluto portare in dono a sua santità il Dalai Lama proprio l?acqua delle sorgenti dei cinque fiumi della Basilicata e del mar Jonio, quale segno di vita e di futuro, ma la macchina organizzativa dell’evento non prevede fuori programmi . Acqua che vale molto più del P.I.L , che in Basilicata è un indicatore di speculazione e di sfruttamento della libertà di un popolo che in queste condizioni difficilmente troverà la pace.

domenica 24 giugno 2012

Lettera aperta al Dalai Lama per la sua visita in Basilicata


Lei Dalai Lama, Oceano di saggezza, Maestro spirituale, sarà qui in Basilicata il 24 e il 25 giugno. Spero di non sbagliarmi sulle date. Lei ha la mia più ampia stima per ciò che rappresenta e per la sua saggezza. La prego Maestro, la prego di portare cesti di luce a chi vive nel buio profondo della povertà. La prego di pronunciare parole di speranza per la gente, ma anche parole di condanna per chi, in questa lontana regione del mondo esercita il potere senza alcun senno. Deve sapere, Maestro, che qui in Basilicata è difficile affermare quel suo bellissimo insegnamento che dice: “Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere.” Qui i ragazzi non vogliono restare. La ali sono spezzate, le radici sono frantumate e non c’è alcuna ragione per rimanere. Stia in guardia Maestro, la retorica occidentale e l’ipocrisia della politica dei nostri leader possono ingannare la sua semplicità. Lei sa che l’apparenza, in occidente, è più importante dell’anima.

Si interroghi Maestro, prima di baciare con gli occhi i volti della gente che le offrirà i sorrisi. Lei deve sapere che in questa landa del pianeta, c’è gente che non riceve giustizia, c’è gente che viene sottoposta al carcere del silenzio. Lei dice, Maestro, che “non abbiamo altro in nostro potere che giustizia, verità, sincerità.” Ebbene, questo potere qui nessuno di noi può esercitarlo. Perché la verità è martoriata dagli uomini di comando, la giustizia vive lontano dai tribunali, accovacciata suo malgrado sui cartoniabbandonati intorno ai cassonetti dell’immondizia. La sincerità ha lasciato il posto al cinismo e al nichilismo.

Qui, Maestro, chi governa conosce meglio di tutti le regole, in modo da infrangerle nella maniera più ingiusta. Lei camminerà su una terra seviziata dall’ingordigia delle multinazionali del petrolio. Lei calpesterà l’erba trucidata dall’inquinamento, bagnerà i suoi piedi in un fiume che piange lacrime di disperazione. La prego, Dalai Lama, la prego di evitare qui, in Basilicata, di dire che “dormire è la migliore meditazione”. Non lo dica, per favore, perché in questa terra molta gente dorme, senza meditare, ma semplicemente per dimenticare o per fuggire nel sonno. Dorme per paura. O dorme per interesse.

Mi piace, Maestro, quando lei dice che “Non dobbiamo ingannare gli altri o mentire. Dobbiamo essere uomini e donne onesti, uomini e donne sinceri”. Però, mio Dalai Lama, qui le donne e gli uomini onesti, tutti coloro che cercano la verità e la giustizia rischiano la dura vendetta del Potere. Lei, Maestro, incontrerà la politica. Le ricordi quel suo pensiero:  “Quello che mi sorprende degli uomini è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute…” Loro sanno, Dalai Lama, che qui c’è gente che perde la salute semplicemente per portare il pane a casa, e poi non ha i soldi per curarsi. Benvenuto Maestro, benvenuto in questa terra paradossale. Dove si inaugura la “Città della pace” e nello stesso tempo si inaugura, per l’ennesima volta, la stagione dell’indecenza riservata agli immigrati che cercano lavoro nei campi.

Benvenuto sulla scena, Maestro, la scena che a lei non interessa, ma che in molti cercheranno di rubarle. Sa, le elezioni sono alle porte. Tanti politici qui vorrebbero essere come lei, reincarnazione di se stessi nei millenni. Al momento sono riusciti a reincarnarsi per alcuni decenni. Non li incoraggi, per favore. Con ammirazione e stima la saluto e mi inchino.

Tratto da Basilicata24, di Michele Finizio

venerdì 22 giugno 2012

Policoro Verso L'IMU. Scarcia : aumenteremo le aliquote sulla prima casa (dal 4% al 5%) e sulle attività produttive. Policoro Futura e Policoro è Tua promettono una dura opposizione contro gli aumenti dell'IMU

Ieri si è tenuta un dibattito  tra l'assessore Scarcia e il consigliere comunale della Lista Policoro Futura organizzata da Jonica TV nella rubrica "pausa caffè" , sulla questione dell'IMU. Il tema è la proposta che Policoro è Tua e Policoro Futura hanno avanzato all'amministrazione che sostanzialmente così come il comune di Pisticci esenterebbe dal Pagamento dell'IMU per la prima casa ed applicherebbe le aliquote Minime per  gli agricoltori e le attività produttive , tra l'altro nella proposta ci sono delle clause a salvaguradia di una serie di cittadini che vanno dagli anziani alle persone diversamente abili. Dalle parole dell'assessore , l'amministrazione non solo non accoglierebbe le nostre proposte , ma aumenterebbe l'addizionale dal minimo del 4% al 5 , aumento che sarà applicato anche per le attività produttive e seconde case . Eppure il sindaco in campagna elettorale si era impegnato per una sostanziale esonero dell'IMU ? Policoro è Tua e Policoro Futura promettono una dura opposizione

giovedì 21 giugno 2012

La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di assoluzione di primo grado per i quattro imputati del filone Marinagri


 La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di assoluzione di primo grado per i quattro imputati del filone Marinagri , Vincenzo e Marco Vitale  Marco vitale , l'ex sindaco di Policoro Nicola Lopatriello e l'ex dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Policoro F. Viceconte.Marinagri,  , i quattro erano già stati assolti in primo grado "perché il fatto non costituisce reato". Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Eugenio Facciolla fece richiesta di appello. Soddisfazione per la sentenza di oggi è stata espressa da tutto il collegio difensivo degli imputati, dall'avvocato Filippo Vinci che insieme all'avvocato Piermaria Lista difende Nicola Lopatriello e dal penalista Riccardo Laviola che insieme al legale Aldo Casalinuovo difende invece la società Marinagri. I 4 imputati erano stati rinviati a giudizio su richiesta del pm di Catanzaro Vincenzo Capomolla a luglio del 2009. Il giudice per l’udienza preliminare, Gabriella Reillo, li aveva assolti il 12 novembre 2009 dopo che il pm, Roberto Cianfarini ne aveva chiesto l’archiviazione.

Questa volta sto con Stella

 La Basilicata felix , la Basilicata sexy , la basilicata relax, lui l’autore dell’immaginario della Lucania felice , Vito il Grande unico re di questa terra dopo Federico Barbarossa , oggi conia una nuova Basilicata quella che parla a Vanvera. Anzi quello che parla a vanvera , riferendosi all'attuale presidente della provincia Franco Stella. Ma cosa avrebbe detto di tanto grave e rivoluzionario incendiario Stella da  far perdere le staffe al nostro potestà Vito il Grande ?
 Semplicemente quello di aver rilevato durante un intervento il gap infrastrutturale digitale della nostra Provincia , una cosa evidente.
 Il potestà nostro amato Vito, invece di prendere atto , e promettere come fa sempre assicurando a chiacchere interventi e soldi e memorandum  , si incavola e gli risponde per le rime senza salvare il Bon ton della  formalità istituzionale. Ma è solo questo ? Certamente no , Stella uomo della società civile voluto dal PD alla guida dell’ente in via Ridola, non si allinea più al nuovo credo del podestà Vito e al suo nuovo motto :credere , obbedire combattere. Stella  Non crede più nel PD , comincia come tanti di noi a mettere seriamente in discussione l’idea che questo partito sia capace di dare delle riposte convincenti di governo di questa regione nell’attuale contesto  di crisi . Stella non obbedisce più (forse non lo ha mai fatto) al pd alla sua idea di essere padre padrone della coalizione del centrosinistra. Eloquente è stata in questo senso  la presentazione della sua lista a Policoro, in contrapposizione al partito della Speranza . Loro dicono che Stella ha perso, ma stanno attenti a dire che per loro quella di Policoro e stata una waterloo . Hanno pagato l’arroganza e la strafottenza ,come Caligola hanno candidato il cavallo nella convinzione che con il ricatto del potere e la forza della clientela potessero comprare la citta. Ne sono usciti con le osse massacrate e se la prendono con gli altri, invece dovrebbero fare una seria riflessione sul loro atteggiamento e l’inadeguatezza della loro proposta. E’ lor signori non hanno perso solo Policoro, ma anche Pisticci e avrebbero perso anche Matera se non fosse per 8% della lista Stella e per il leale sostegno dei comunisti. Certo che anche qui  i voti di Stella avrebbero potuto cambiare l’esito elettorale  di Policoro come i voti di Policoro  è tua , ma Stella come altri probabilmente non ha messo in vendita ne il cervello ne la dignità , loro (Vito e Speranza)  vogliono l’obbedienza , gli altri chiedono condivisione e pari opportunità , partecipazione e legalità. Ecco perché io questa volta io sto con Stella , e se il PD ed il Podestà non capiscono  la portata del risultato Policorese cominciando a fare una seria riflessione , allora si rassegnino , noi saremo disubbidienti  alternativi e continueremo a parlare a VANVERA.

Ottavio frammartino 

Oggi a Catanzaro 2° Udienza per l'appello di Facciolla contro l'assoluzione dei protagonisti di Marinagri


Se l’inchiesta ‘Toghe lucane’ dell’allora pm De Magistris non ha retto al vaglio del pm che l’ha ereditata (Capomolla) né a quella del gip (Maria Rosaria Di Girolamo), resta però ancora in piedi, sempre a Catanzaro, un solo filone. Riguarda la costruzione del mega villaggio turistico ‘Marinagri’ tra Policoro e Scanzano (Matera).dove oggi presso la corte di appello di Catanzaro  si terrà la seconda Udienza

Resta, infatti, l’udienza in appello per Vincenzo Vitale e Marco Vitale (titolari del villaggio turistico), Nicolino Lopatriello, ex sindaco di Policoro, e Felice Viceconte, dirigente del settore 'Urbanistica' al Comune di Policoro. Concorso in truffa aggravata e violazioni edilizie nella realizzazione del villaggio Marinagri sono i reati loro contestati ,  . Restano dubbi, inoltre, anche su 29 ettari di terreno di sospetta proprietà, ma che furono decisivi per i Vitale. I quali, ottenendone il riconoscimento, hanno messo le mani su un grosso finanziamento pubblico. Cioè la linfa che ha nutrito il villaggio Marinagri.

Il filone ancora in piedi

I 4 imputati, rinviati a giudizio su richiesta del pm di Catanzaro Capomolla a luglio del 2009, si sono avvalsi del rito abbreviato. Il giudice per l’udienza preliminare, Gabriella Reillo, li ha assolti il 12 novembre 2009 “perché il fatto non sussiste” dopo che il pm d’udienza (Cianfarini) ne aveva chiesto l’archiviazione. A tutt’oggi resta in piedi il ricorso in appello del sostituto procuratore della Corte di Appello di Catanzaro, Eugenio Facciolla. Che il 15 settembre del 2010, senza fare sconti al gup, nella richiesta di appello afferma che il giudice, assolvendo gli imputati “ha violato la legge penale”.
Il casus belli: "le particelle di terreno riconosciute illegittimente all'Ittica Val d'Agri"

Il pubblico ministero, impugnando la sentenza, si sofferma anche sulle “particelle di terreno erroneamente attribuite all’Ittica Valdagri”. Si tratta di 29 ettari che, come testimoniano alcune foto dell'Istituto militare, erano emersi dopo un’alluvione che aveva ridisegnato il letto del fiume Agri, tra gli anni ‘50 e il '72. E cioè prima che Vincenzo Vitale, con l’Ittica Valdagri, nel 1973, rilevasse dei terreni, per la precisione 150 ettari, nella stessa zona. Zona in cui a distanza di 30 anni avrebbe poi trovato le sue fortune il villaggio ‘Marinagri’. I 29 ettari, nodo del contendere, Vitale li accatasterà solo nel '76. Facendo ritenere che erano emersi dopo l'acquisto della proprietà. Se fosse stato così avrebbe potuto far leva sul principio dell’alveo abbandonato, sancito dall’art.46 del codice civile. Ma le foto dell'Istituto militare dicono che i 29 ettari prima del 1973, anno in cui con un decreto d’urgenza il Prefetto di Matera espropria i terreni all’Ente Irrigazione e li affida a Vitale. Da lì una contesa, ancora in corso, tra l’Alsia, che ha ereditato quei 29 ettari dall’ex Esab, prima Ente Irrigazione, e la stessa società Marinagri. A fine gennaio è previsto un tentativo di conciliazione. Ma la questione non riguarda solo la contesa civile. E' un punto centrale anche nell'inchiesta penale.

Perchè i 29 ettari sono centrali anche nell'inchiesta penale?

“Solo in forza del riconoscimento di proprietà di quegli ettari – specifica il pm Facciolla – il Gruppo Vitale ha potuto vantare la disponibilità dei terreni interessati dall’insediamento edilizio. Ed è riuscito ad ottenere così ingenti finanziamenti pubblici”. Ma proprio il modo in cui il Gruppo Marinagri ottiene il riconoscimento sulla proprietà di quegli ettari è un punto controverso.

I 29 ettari e la doppia versione dell'ingegner Pepe

In due precedenti occasioni, precisa il pm Facciolla, “l’ingegner Pepe dell’Ufficio del Territorio di Matera risulta aver espresso parere negativo a tale riconoscimento di proprietà con giudizi precisi e ineccepibili”. Pepe avrebbe riconosciuto che “quei terreni si erano formati prima che la proprietà venisse attribuita ai Vitale”. E cioè prima del 1973. “I terreni erano sempre stati considerati demaniali”, avrebbe sentenziato l’ingegner Pepe con due pareri, nel 1997 e 1999. Ma nel 2003, scrive ancora Facciolla, “Vincenzo Vitale chiedeva nuovamente il riconoscimento della proprietà sulle particelle in questione. E dopo appena 6 giorni, Pepe, mutando radicalmente orientamento, rendeva parere questa volta positivo”.

Puzza di bruciato

Ciò che più puzza di bruciato secondo il pubblico ministero è che “tutti i pareri negativi” precedentemente emessi dall’ingegner Pepe “non sono stati ritrovati nella pratica presso la Direzione Generale dell’Agenzia del Demanio di Roma”. Praticamente spariti. E non è tutto. Lo stesso Pepe ai carabinieri dichiarò in seguito “di non aver mai espresso pareri negativi in merito alla richiesta dei Vitale”. Mentre il suo collega Morelli, che lavorava nello stesso ufficio, riferisce che “proprio Pepe durante l’istruttoria della domanda dei Vitale lo aveva invitato a ‘lasciar perdere’ la vicenda autoassegnandosi il fascicolo poi licenziato con il parere favorevole”. Nello stesso periodo, sempre Morelli, “aveva constatato l’esistenza di stabili rapporti di frequentazione tra Pepe e i Vitale”.

"Partecipazione dolosa al progetto dei Vitale. I rapporti con l'Amministrazione di Policoro"

Tra il 17 e il 18 aprile 2001 la Marinagri s.p.a chiedeva e otteneva dal Comune di Policoro il cambio di destinazione d’uso di una parte dei terreni da edificare. Da turistico-residenziale a ricettivo-alberghiera. Ma in realtà, sostiene Facciolla, “la destinazione diversa serviva allo spostamento dell’ubicazione di uno degli alberghi previsti, e in corso di finanziamento del Cipe, dal comparto ricadente nel Comune di Scanzano a quello nel Comune di Policoro”. Perché questo cambiamento repentino? “Il sindaco di Scanzano Altieri – ricorda il pm – a differenza del compiacente sindaco di Policoro Lopatriello, si opponeva al progetto. E aveva bloccato l’iter di finanziamento pubblico. Occorreva rimuovere l’impasse”. Tempi di record per la risoluzione del problema. In un giorno, dal 17 al 18 aprile 2001, l’istanza di Marinagri, per cambiare la destinazione d’uso dei terreni, viene accolta dalla giunta di Policoro. La pratica, spiega il pm, “viene istruita dal tecnico Comunale Viceconte. E la Giunta, presieduta dal sindaco Lopatriello, si riunisce il giorno dopo accogliendo la richiesta”. Ma c’è anche dell’altro. Lopatriello e Felice Viceconte, sostiene Facciolla, “il 15 gennaio 2002 inviarono al Ministero delle Attività produttive e al Cipe una missiva con cui sostenevano la cantierabilità delle opere da finanziare a Marinagri, ben guardandosi dal segnalare che dal giorno prima, il 14 gennaio, era divenuto efficace il Pai (Piano di Assetto idrogeologico, ndr) che imponeva sull’intera area il vincolo di inedificabilità assoluta per l’alto rischio idrogeologico”. La stessa missiva, sottolinea Facciolla, “seppur proveniente da organi pubblici, risulta trasmessa a mezzo telefax dalla società Et&m Di Marco Vitale e dalla Ittica Valdagri, sempre dei Vitale, e cioè da quegli stessi privati interessati al finanziamento perorato dai due pubblici amministratori”. Una prova, questa, secondo Facciolla, di “partecipazione dolosa” di Lopatriello e Viceconte “al progetto criminoso dei Vitale”.

La variante concessa in 4 mesi da Bubbico

Il Piano di Assetto Idrogeologico è un atto di programmazione urbanistica che tutela il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata da fenomeni calamitosi. Il Piano entra in vigore il 14 gennaio 2002. Da quella data in poi, anche sui terreni interessati dall’intervento di Marinagri, sussiste un vincolo di inedificabilità. “In modo sfacciato – sostiene il pm – Vincenzo Vitale presenta istanza per ottenere una Variante che elimini il vincolo sulle aree che riguardano il progetto” Marinagri, sostenendo la ‘benché minima possibilità di inondazione anche nell’ipotesi di eventi estremi’”. Il 16 gennaio (2002) l’Autorità di Bacino effettua un sopralluogo e due giorni dopo emette parere favorevole ad accogliere l’istanza chiesta da Vitale. “Il 3 maggio - chiarisce ancora il pm - la Commissione tecnica all’uopo nominata si esprimeva per l’ammissibilità della Variante con prescrizione di innalzamento degli argini, e imponendo al privato una relazione biennale sullo stato degli argini stessi, pena la revoca delle autorizzazioni”. Il 28 maggio 2002 “il Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino, presieduto dal Governatore Bubbico, delibera l’approvazione della Variante”. Ma nel 2007, e cioè 5 anni dopo, quando la Procura di Catanzaro manda i tecnici a fare i primi sopralluoghi “non erano stati realizzati innalzamenti di argini né erano state redatte relazioni sugli stati degli stessi, che avrebbero dovuto avere cadenza biennale”.

"Il privato non ha adempiuto alle prescrizioni"

“Se l’innalzamento degli argini doveva servire a rimuovere il vincolo di inedificabilità – aggiunge Facciolla - bisognava prima effettuare le opere da parte del privato, poi verificarne la consistenza da parte dell’autorità amministrativa e solo in caso di esito positivo procedere con le costruzioni”. Facciolla, quindi, nel suo ricorso alla Corte di Appello, punta su un principio: “Il privato non ha adempiuto alle prescrizioni imposte” e cioè all’innalzamento degli argini, come evidenziato da un controllo della Procura di Catanzaro del 2007. Ragion per cui “la Variante ha perso valore”. E così anche “l’intervento edificatorio”.

In attesa di appello

Abbiamo raccontato questi retroscena del processo che vede   coinvolti i quattro imputati lucani a Catanzaro non per sostituirci al giudizio penale dove oggi si terrà la seconda udienza e dove il Pm Facciolla nella precedente aveva chiesto la condanna delle persone coinvolte applicando le sanzioni minime previste dal codice , ma nella speranza che sia un giudizio di immocenza o colpevolezza , sia senza ombre in una vicenda che ha segnato e segnerà il futuro di questa città.
  

mercoledì 20 giugno 2012

Le tracce Esami di stato 2012. Intervista dei primi alunni del Liceo di Policoro e foto.


le prime ragazze del Liceo Policoro che hanno finito la prima prova

 MATURITA’ 2012 TRACCE UFFICIALI – Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha comunicato in diretta al Tg1 il codice numerico per le scuole, per aprire il plico telematico e decriptare le tracce della prova di italiano degli esami di maturità. Il codice è FCM5L YX86Z ZICM6 95NLW XXSU7. Abbinandolo a quello già in loro possesso le commissioni potranno “caricare” i temi da proporre ai maturandi. La prima prova è in corso, ma non sono state ancora diffuse ufficialmente le tracce. Sappiamo solo che è uscito Montale abbinato ai temi della crisi economica vista dai giovani e delle responsabilità della scienza e della tecnologia nel terzo millennio. Tra le tracce di attualità la morte del motociclista Marco Simoncelli e quella della cantante Amy Whinehouse, entrambi giovanissimi, ma con stili di vita molto diversi. Per quanto riguarda il tema storico, i maturandi si sono trovati di fronte ad una frase di Hannah Arendt sullo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Presto vi forniremo le tracce complete della maturità 2012

Munezza Tour 1° Parte. Passeggiando verso il Lido

Questa è la prima puntata di una serie di Post che faremo sulla condizione della città e sulla raccolta della spazzatura. Ormai è noto a tutti che la ditta che si è aggiudicata l'appalto e tutt'oggi non ha presentato il certificato Antimafia. Ad Imperia la stessa ditta che aveva vinto l'appalto, proprio perché non aveva questo certificato non gli è stato assegnato il servizio. A Policoro il confine tra legalità ed illegalità è labile , vi è sempre un zelante funzionario che trova la giusta giustificazione o fa la chilometrica relazione potendo contare su una sostanziale impunità. I primi proclami di Leone ci hanno fatto ben sperare , sollecitazione prefettura di Bari ecc... , ma poi che anche lui si sia  arenato sulla questione è provato nell'aver confermato gli stessi dirigenti che hanno gestito questo casino (con lui sindaco facente funzione) come dire belle parole ma sui fatti in piena continuità.
Oggi ci occupiamo della zona lido di Policoro.
Intanto dobbiamo dire che abbiamo trovato la zona che va dal circolo velico al Bambulè pulito, anche la spiaggia dove ci sono da settimane i lavori di sistemazione dell'arenile .Sembrerebbe che l'appalto della pulizia sia costata 4500 Euro a fronte delle settemila della precedente amministrazione per non parlare poi di quella ben famosa del 2006 di circa 14 mila euro.Abbiamo sentito anche qualche cittadino che fa jogging ci hanno confermato il netto miglioramento a confronto a quello che vi era prima dell'avvento della nuova amministrazione. Speriamo che non sia solo una pulizia straordinaria , ma che questi lavori rientrino nella programmazione ordinaria dell'amministrazione. Torneremo periodicamente sul luogo per verificare.Ai tanti turisti che ci leggono diciamo venite, troverete un mare ed una spiaggia incantevole.


Mentre la situazione   come documentato dalle foto., è tragica nella zona dove vi è il cinema.Intanto a occhio nudo si capisce che in quella zona è dilagante l'abusivismo edilizio, qualcosa di spaventoso , vuoti tecnici diventati zona abitabili, ed anche qui con gravi danni sia alle casse del comune che un vero scempio urbanistico, urbanizzazione inesistenti e quel poco che c'è è scarrubato, strade rotte marciapiedi invasi da erbacce e animali, palificazioni delle luci da terzo mondo , i napoletani direbbero una vera latrina. La spazzatura la trovi in tutti gli angoli , come fosse un segno distintivo, un marchio di riconoscimento. In via Carone  mi sono fermato a parlare con una famiglia Piemontese che ha acquistato la casa qui dove passano le vacanze. La signora si lamentava dell'abbandono totale della zona , segnalandomi che loro così come previsto dall'ordinanza, depositano la spazzatura fuori casa dalle 06 alle 08.00, ma viene prelevata dalla ditta sempre dopo le 13.00 ,poi nei weekend dove la zona si riempe di vacanzieri , la situazione diventa insostenibile ,  ci troviamo, ci dice,  davanti a una  vera e propria bomba epidemica , che da un momento all'altro potrebbe scoppiare. Anche qui ci siamo dati un appuntamento per domenica per un buon caffè e documentare la situazione. In quella casa vi erano due ragazzi e una bimba di pochi mesi, a cento metri di distanza sporcizia e spazzatura , il pediatra  capisce di che stiamo parlando.............. La prossima volta il nostro Monnezza  TOUR  si sposta al centro di Policoro



martedì 19 giugno 2012

Domani su questo blog Munezza tour nell'era Leone e sull'udienza del 21 alla corte di appello di Catanzaro sulla richiesta di condanna di Facciolla per la vicenda Marinagri


IMU Riceviamo e pubblichiamo

Come il mugnaio di Potsdam, che nel ‘700, opponendosi al sopruso di un nobile, dopo essersi rivolto, invano, a tutte le corti di giustizia germaniche per avere giustizia, volle arrivare a Federico il grande, vorrei che sull’IMU ci fosse qualcuno che facesse rispettare l’art. 53 della Costituzione “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. 
Veniamo al punto. Sono proprietario nel comune di Policoro (MT), (la prima e unica casa costruita con molti sacrifici). Dieci anni fa ho perso il lavoro.
A 50 anni sono stato costretto a lasciare il mio paese e cercare lavoro nel nord Italia, a Bologna; mi sono trasferito con tutta la famiglia e vivo in un’abitazione in affitto e sono stato costretto a cambiare residenza.
Ho pagato sempre l’ICI anche quando e stata tolta alla 1° casa, perché non ero residente.
Ora con l’avvento della tassa di proprietà dell’IMU, mi tocca pagarla come seconda casa, solo perché ho la residenza a Bologna, quando nella realtà e l’unica proprietà che possiedo.
Chiedo solo il rispetto della Costituzione e le due parole che Monti ha ripetuto più volte nel suo discorso d’insediamento “Equità e Giustizia Sociale”.

Stigliano Antonio Maurizio

lunedì 18 giugno 2012

Oggi il consigliere G. Di Pierri Protocolla al Comune di Policoro la proposta sull'imu


Ill. mo Sig. Sindaco
Del Comune di Policoro


Ill. mo Assessore al Bilancio
Tributi e Strategie Finanziarie


I sottoscritti :

Gianni Di Pierri, nella qualità di capogruppo consiliare del movimento civico “Policoro Futura” e Francesco Antonio Rizzo, in rappresentanza del movimento civico “Policoro è tua”, con la presente formulano a Codesto Spett. le Ente, per il tramite delle SS. VV., proposta di regolamentazione dell’applicazione dell’imposta municipale propria “IMU”, come da allegata documentazione.

La detta proposta, così come redatta, si rivela – a parere degli scriventi gruppi – necessaria a tutelare le esigenze dei cittadini, già fortemente provati da una duratura crisi economica che non solo continua a mortificare le aspettative di rilancio economico della Nostra collettività ma, soprattutto, impedisce a tante famiglie di far fronte ai più indispensabili bisogni di vita.

I punti fondamentali dell’istanza sono rappresentati dalla riduzione dell’imposta sull’abitazione principale nella misura massima consentita dalla legge (0,2 %) e dalle previsioni di favore per le cosiddette fasce deboli e gli agricoltori (sia per i fabbricati rurali ad uso strumentale che per le aree che, pur essendo edificabili, sono effettivamente adibite alla attività di coltivazione del fondo).  

Pertanto, in pieno spirito collaborativo e certi della sensibilità di Codesta Amministrazione che sicuramente si tradurrà in una attenta valutazione della proposta, gli scriventi si permettono di allegare :

- Nota esplicativa degli effetti della applicazione dell’IMU, come proposta, sulla abitazione principale.
- Bozza di delibera di consiglio comunale di approvazione del regolamento per l’applicazione dell’IMU;
- Bozza del regolamento per la disciplina dell’IMU;
- Bozza di delibera di consiglio comunale di determinazione delle aliquote e delle detrazioni per l’applicazione dell’IMU;

Fiduciosi nell’accoglimento dell’istanza ed a disposizione per ogni evenienza gli scriventi, nelle qualità indicate, porgono

Distinti Saluti

Policoro, 18.06.2012


 Gianni Di Pierri                                                     Francesco Antonio Rizzo
 (Policoro Futura)                                                              (Policoro è Tua)
          

Sconto carburanti, dall'Eni un altro schiaffo ai lucani


Cominciamo con una confessione: la nostra redazione è composta perlopiù da “pendolari dell’auto”. Non vi nascondiamo, dunque, che abbiamo salutato con soddisfazione l’iniziativa dell’Eni di tagliare nei weekend estivi il costo dei carburanti di 20 centesimi. Un’operazione che, partita ieri, ha registrato in tutta Italia già un grande successo. Con annesse code alle stazioni di servizio. E d’altronde non poteva essere altrimenti.
Già nell’edizione di venerdì della Nuova, però, ci eravamo permessi una considerazione in più, con un interrogativo finale: ma perché l’Eni questo sconto, in Basilicata, non lo pratica tutto l’anno? Siamo o non siamo il “Texas d’Italia”? Siamo o non siamo la regione dove si estrae oltre l’80% della produzione nazionale di greggio? Con tutto ciò che ne consegue in termini di inquinamento per il nostro territorio. Per questo abbiamo invitato la politica a fare di questa questione uno dei temi da mettere sul tavolo del Memorandum. Perché pagare meno benzina e diesel, nelle stazioni di servizio delle multinazionali del petrolio che estraggono in Basilicata, ci sembra il minimo. Tra l’altro finora ci era sembra stato detto che questa operazione non era possibile. Che non si poteva fare. E invece, adesso, a dimostrarci il contrario è stato proprio l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, che ha pure evidenziato di considerare l’iniziativa «un investimento reputazionale». Un «investimento», però, che non capiamo come mai l’Eni non abbia ancora deciso di mettere in campo per la sola Basilicata, visto i venti che tirano nei confronti dei petrolieri. Ma tant’è. Staremo a vedere se nel Memorandum, oltre a lavoro e infrastrutture, le istituzioni regionali, e i parlamentari lucani, riusciranno a parlare anche di questo. D’altronde la “card idrocarburi” dopo un pieno è già a secco, e a noi, purtroppo, tocca fare rifornimento tutto l’anno.
Detto questo però, e tornando all’iniziativa “Riparti con Eni”, dobbiamo dire che alla soddisfazione iniziale di venerdì si è aggiunto il sapore della beffa di ieri. Perché tutto ci saremmo aspettati tranne che, tra le 3mila Eni Station che hanno aderito alla campagna, siano solo nove quelle presenti in Basilicata. Ripetiamo: nove (come riportato nell’elenco consultabile sul sito dell’iniziativa). Due a Potenza e poi una a Matera, Francavilla sul Sinni, Maratea, Marsico Nuovo, Rivello, Bernalda e Pisticci. In nessun’altra regione d’Italia ce ne sono così poche. Nessuna. Nemmeno in quelle con meno abitanti della nostra come Molise e Valle d’Aosta. E allora la sensazione è di trovarci di fronte a una nuova provocazione. 
Già ieri, infatti, sono stati tanti i lucani che, recatisi in una stazione di servizio Eni pensando di fare il pieno a prezzo scontato, hanno dovuto fare marcia indietro per poi continuare la “caccia al tesoro”. Un po’ come accade per i possessori di auto a metano. Con l’aggravante che alcune aree della regione, come il Vulture Alto-Bradano, sono totalmente scoperte dall’iniziativa. E la lontananza dall’Eni Station utile più vicina, di certo non renderebbe vantaggiosa nemmeno una “gita fuori porta” domenicale per andare a fare il pieno. 
Chissà, sarà forse perché in quell’area i pozzi di petrolio non hanno ancora fatto capolino. Boh. Di certo, ai delusi, non resta che guardarsi attorno. E magari passare alla concorrenza, che in queste ore sta già prendendo le contromisure per contrastare l’iniziativa del “cane a sei zampe”. Il distributore della Esso sulla Potenza-Melfi ad esempio, quello situato subito dopo l’uscita di Possidente, da ieri propone uno sconto di 21 centesimi. Come l’Eni, lo farà tutti i fine settimana per tutta l’estate. E la Esso (che ha ceduto alla Total la sua quota del giacimento Tempa Rossa) in Basilicata, non recita di certo il ruolo della multinazionale guidata da Scaroni. Che in Basilicata sembra aver lanciato l’ennesimo “boomerang
 Tratto dalla Nuova del sud Scritto da Dario Cennamo