La querelle nasce da una nota
del consigliere Gianni Di Pierri che appena due settimane fa chiedeva al comune di “redigere senza indugio un piano coordinato di prevenzione al fine di
scongiurare il ripetersi di simili episodi, almeno
per il corrente mese di luglio e per i prossimi mesi di agosto e settembre”.
- A tal
fine lo scriveva il consigliere invitando il Sindaco : “a voler valutare – CON URGENZA - l’opportunità di elaborare un programma organico di prevenzione che preveda l’operato
congiunto e coordinato della Polizia Municipale, del Corpo Forestale dello
Stato, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e delle Associazioni di
Volontariato, al fine di monitorare continuativamente e proficuamente il
territorio interessato e prevenire, o quanto meno bloccare sul nascere,
eventuali episodi incendiari (ma anche vandalici : es. taglio delle piante,
abbandono rifiuti etc.)"
Leone baldanzoso rispondeva al
Di Pierri : “piuttosto insolito apprendere dalla stampa di
“scivoloni” ad opera di eminenti consiglieri comunali, tra l’altro noti
professionisti della nostra Città, che, evidentemente, non solo non approfondiscono le singole competenze degli Enti Locali,
ma non leggono nemmeno i quotidiani, visto che da giorni si evidenziano i
ritardi della Regione Basilicata circa l’approvazione del Piano Antincendi per
l’estate 2012”.sì riducendone al minimo
le possibili conseguenze dannose".
“Di Pierri prima di parlare – concludeva il sindaco della
Città ionica –"acquisisca le conoscenze
delle singole materie ed attivi i motoneuroni, evitando così di esternare
affermazioni inesatte e fuori luogo”.
Ma Di Pierri , non ci sta ,
e con una lettera aperta non solo spiega quali sono le competenze attribuite dalla
legge al comune e le conseguenti attività che Leone dovrebbe intraprendere a
tutela del territorio , ma nella stessa
invita il Sindaco a studiare di più o almeno a scegliersi suggeritori competenti. Ma voi vi chiederete in tutto questo cosa centra Alberto Sordi ? Leggete la
lettera e capirete…….
Lettera aperta
Al Sindaco di
Policoro
Il
rifiuto espresso dal Sindaco Leone rispetto alla mia sollecitazione in merito
alla organizzazione e intensificazione dell’attività di prevenzione per gli
incendi boschivi e gli atti vandalici (a cui ha peraltro fatto seguito
l’ennesimo grave incendio in prossimità di una struttura balneare) è
inaccettabile nel metodo e nel merito.
Nel
metodo perché ritengo che un consigliere comunale che formuli un’istanza al
Sindaco meriti una risposta, magari anche negativa, ma civile, e questo
non tanto per rispetto alla sua persona ma per rispetto ai cittadini che questi
rappresenta (ai quali il Sindaco farebbe bene a chiedere subito scusa).
Percepire,
al contrario, una semplice richiesta come un attacco personale e reagire con
offese personali gratuite e fuori luogo è sintomo di evidente nervosismo e di
grave pochezza di idee e di argomentazioni.
Tutto
ciò è aggravato dal fatto che io non ho mai rivolto al Sindaco, né personalmente
né come rappresentante di un gruppo, offese di alcun genere avendo al contrario
sempre mostrato grande rispetto per la persona e per l’istituzione che
rappresenta.
Su
questa prima questione francamente mi sarei aspettato un cenno di dissociazione
almeno dai cosiddetti giovani del gruppo di Leone che, al contrario,
continuando a tacere e ad assecondare le bizze del loro leader confermano –
come molti temono - di esserne totalmente succubi e dunque di essere
“invecchiati” molto ma molto precocemente.
Nel
merito Leone – avventurandosi maldestramente sul piano giuridico – mi invita a
nozze e inevitabilmente mi fa pensare a quella straordinaria scena in cui il
grande Alberto Sordi rivolgendosi, in quel caso, ad un maccherone gli diceva :
“tu me provochi e io me te magno”.
Dunque
il Sindaco dice che la questione della prevenzione incendi boschivi non è di
competenza comunale.
Vediamo
se è vero.
E’
noto che le competenze in tema di previsione e prevenzione degli incendi
boschivi sono affidate, evidentemente, alle Regioni che elaborano, fra l’altro,
il relativo piano regionale.
Quello
che Leone forse non sa è che al Comune - ed al Sindaco in particolare - sono
riservate dalla legge una serie di competenze
concorrenti tali da consentirgli di intraprendere molteplici attività di
prevenzione sul territorio peraltro idonee ad integrare e migliorare gli
interventi regionali soprattutto quando questi, come in Basilicata, sono
inadeguati (come dimostrano gli eventi passati) e tardivi (la campagna di
prevenzione estiva, infatti, va dal 15 giugno al 30 settembre 2012 mentre in
Basilicata, come ricorda lo stesso Leone, il piano di prevenzione triennale,
mentre lui a luglio inoltrato scrive, è ancora in istruttoria).
E
allora, limitando l’analisi allo stretto necessario, Leone vada a leggere gli “indirizzi operativi per fronteggiare
incendi boschivi” pubblicato sulla G. U. n. 137 del 14.06.2012 dove si
parla dei “diversi livelli territoriali” e del “coinvolgimento delle
amministrazioni comunali” prevedendo il potenziamento e il coordinamento della
protezione civile (a capo della quale c’è, guarda un po’, il Sindaco), la
promozione di iniziative volte alla diffusione della cultura di protezione
civile tra i cittadini e l’aggiornamento dei piani comunali e intercomunali
nonché l’aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco (di analogo
tenore la direttiva 20 giugno 2011 del
Ministero dell’Interno, valida per l’estate 2011, a conferma del fatto che
tali compiti non piovono improvvisamente dal cielo).
Per
non dire poi dell’art. 37 del Decreto
Ministeriale 28 maggio 1993 che, nell’individuare i servizi indispensabili
dei Comuni, con l’acquedotto, la fognatura, l’ufficio tecnico, l’anagrafe e la
polizia municipale ricomprende anche il servizio di protezione civile, di
pronto intervento e di sicurezza pubblica.
Una
previsione, si badi, che già con la legge
n. 225/92 (e dunque addirittura già prima del cd. decreto Bassanini, DL n. 112/98) prevedeva a carico del
Comune l’obbligo di erogare il servizio di protezione civile non solo e non
tanto in termini di intervento urgente quanto in modo stabile e continuativo
sul territorio.
Nella
stesso decreto si sancisce – poi – l’individuazione del Comune come ente
deputato alle attività di prevenzione, previsione e gestione degli interventi
(tra i quali emerge la predisposizione di piani di emergenza e la vigilanza).
Vada
poi a leggere l’art. 54 del TUEL che
prevede che il Sindaco, quale Ufficiale di Governo, sovrintende – tra l’altro –
alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine
pubblico e che adotta provvedimenti, anche contingibili e urgenti, al fine di
prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica.
Ed
ancora, legga l’art. 6 della legge n.
353/2000 (legge – quadro in materia di incendi boschivi) che prevede che
gli enti locali promuovano attività di informazione sulle norme comportamentali
da rispettare in situazioni di pericolo
E
infine, giusto per avere un’idea di come si può amministrare con poche
chiacchiere e molti fatti, vada a reperire la miriade di atti prodotti da
Sindaci di tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte, con cui si dispongono
misure di prevenzione sui territori comunali quali pulizie straordinarie di
banchine, cunette e scarpate mediante rimozione di erba secca, sterpi e ogni
altro materiale infiammabile, fasce di protezione per aree agricole e per
alberghi, villaggi turistici e strutture ricettive, adozione di sistemi di
difesa antincendio anche mediante dotazione di idranti, cisterne e motopompe,
pulizia dei sentieri e dei viali tagliafuoco, divieti di transito e sosta,
pattugliamento coordinato e mirato, divieti di accensione fuochi e limitazioni
alla bruciatura delle stoppie, impiego coordinato delle forze di polizia e del
volontariato per la vigilanza sulle prescrizioni, attività di informazione etc.
etc.
Mi
fermo qui, anche perché ritengo che sarà chiaro per il nostro Sindaco, a questo
punto, che la competenza regionale in materia, contrariamente a quanto lui
crede e vuol far credere, non esclude lontanamente la possibilità per i Comuni
di attivarsi fattivamente in termini di prevenzione.
Se
poi il Comune non intende adoperarsi in alcun modo è giusto (ed apprezzabile)
che lo dica chiaramente, vuol dire che ci limiteremo come sempre a versare
qualche lacrima dopo ogni episodio incendiario, ma nascondersi dietro
l’affermazione che non può fare niente perché la competenza in materia è della
Regione è sintomo di incompetenza e/o di incapacità ed equivale a dire una
triste mezza verità lavandosi le mani di un problema, ma soprattutto equivale a
…. scoprire l’acqua calda (che quanto meno, a differenza dell’alcool, non fa
danni ai neuroni).
Con
stima e affetto immutati.
Gianni Di Pierri
Capogruppo consiliare di Policoro Futura