Oggi è la ricorrenza della resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, mi auguro che sia anche la resurrezione di questo momento di crisi è di malcontento è insoddisfazione della gente che vuole credere che esista ancora un futuro di gioia e di speranza che non smetta mai di volare. Buona Pasqua a tutti voi.
domenica 31 marzo 2013
buona pasqua a tutti voi
sabato 30 marzo 2013
Inciucio PD-PDL sulla salute dei Lucani. Mentre De Filippo legge i versi la gente continua a morire di cancro.....
Mariateresa Labanca
POTENZA - Ufficialmente la motivazione è tecnica: la relazione che
accerta le responsabilità istituzionali sul caso Fenice licenziata solo con una
presa d’atto, perché la Commissione Pagliuca si è sciolta senza votare il
documento. Nella pratica la vicenda sa di altro: con una bella pacca sulle
spalle, maggioranza e opposizione in Consiglio scelgono di far calare il
sipario sul più grosso scandalo lucano. Già dalle prime battute della seduta di
ieri mattina lo si era capito: il clima di scontro con cui ci si era lasciati
la scorsa settimana è già acqua passata. Con il presidente De Filippo che fa
dietro front e precisa: «nessuna contrapposizione» sulle conclusioni della
Commissione. Poi l’elogio al lavoro svolto dall’organismo. Il consigliere del
Pdl e presidente, Nicola Pagliuca, ringrazia e dopo le dichiarazioni di fuoco
della settimana passata, si “accontenta” delle parole di apprezzamento
pronunciate dal governatore. Con tanto di benedezione del capogruppo Pd, Luca
Braia: con queste premesse si può ripartire per ragionare sulla
delicata questione. Quindi il risultato: la politica si autoassolve, affida
alla storia il giudizio sulle responsabilità del passato e riparte da un
impegno a fare meglio, i cui punti saranno riassunti nell’ordine del giorno di
Braia che sarà approvato di lì a breve. Sono in pochi a non starci:
Mazzeo e la coppia Rosa-Venezia presentano due mozioni che tornano a porre la
questione delle responsabilità, ma che non troveranno i numeri per andare
avanti. Il più grande partito d’opposizione, il Pdl del presidente Pagliuca,
nulla ribatte. Se non vale l’assoluzione, almeno una logica la scelta del
partito di governo ce l’ha: votare la relazione avrebbe significato ammettere
le colpe e dover fare ammenda con atti pratici. Al Pdl, invece, l’accusa
si aver perso un’altra occasione per fare il proprio dovere. E’ un epilogo che
ha un forte sapore di inciucio. L’ennesimo. Su una vicenda così delicata come
quella della “macchia nera”. Il solito modo di fare politica in
Basilicata, diranno i più. A pensarlo non sono solo i rappresentanti del
Movimento Cinque Stelle che ieri hanno partecipato ai lavori del Consiglio. Ma
sono soprattutto loro a esprimere dissenso. E quando il presidente De
Filippo, al termine di un intervento molto caloroso, chiude con la poesia di
Montale “non chiederci la parola”, i grillini reagiscono. Abbandonano l’aula
con commenti poco piacevoli: «E’ un pagliacciata. Mentre il governatore legge
versi, la gente continua a morire di tumore». Le opposizioni politiche ci
sono anche in aula. Il consigliere Rosa contesta l’interpretazione tecnica del
presidente Santochirico sull’impossibilità di votare la relazione. A De Filippo
rinfaccia di non poter chiudere una parentesi di vent’anni molto dolorosa per
tutta la Basilicata con un “da qui in poi faremo meglio”. Chiede atti concreti,
che qualcuno si prende la responsabilità, a partire dai dipartimenti. Ma il
governatore oppone che la relazione Pagliuca si ferma al 2009. Non sta
alle soluzioni di facciata neanche il consigliere Enrico Mazzeo. Sposta
l’attenzione sul cattivo funzionamento dell’Agenzia regionale per l’ambiente:
come fa a lavorare bene se su quasi 140 dipendenti solo 19 sono tecnici? Il
governatore ribatte che sarebbe bello ma altrettanto impossibile poter annunciare
l’assunzione di un esercito di chimici o fisici. E quindi richiama a stare su
quello che la Giunta ha la possibilità concreta di fare. Con un, grosso
omissis, anche in questo caso sulle responsabilità di chi ha fatto in modo che
l’Arpab fosse un luogo da riempire con impiegati piuttosto che con i tecnici di
cui l’Agenzia ha bisogno. Il consigliere Navazio torna a chiedere la chiusura
dell’impianto. Non prima di aver liberato la Basilicata dalla necessità di un
inceneritore, grazie a una nuovo piano dei rifiuti.Nel finale l’aula si ritrova
quasi tutta compatta sull’ordine del giorno presentato da Braia, approvato a
maggioranza con il solo voto contrario di Rosa e Venezia e l’astensione di
Mazzeo e Singetta. Tra gli impegni fissati, il documento prevede a esempio un
ruolo rafforzato per l’Arpab, anche attraverso la sua riforma. Ovvero
quella legge annunciata già due anni fa di cui ancora non c’è traccia concreta.
Ancora, un pacchetto di prescrizioni più severe, basato sul principio della
precauzione, da inserire nell’Aia da rilasciare a Fenice che - che spiega De
Filippo - funzionerà come una sorta di semaforo: se non si rispettano le regole
il rosso , quindi lo stop delle attività, scatta nell’immediato. Previsto pure
l’aggiornamento del Piano Regionale dei Rifiuti con “la puntuale osservanza
delle gerarchia del trattamento dei rifiuti”. Un sistema di controllo più
serrato, con l’obbligo della Giunta di riferire in Consiglio ogni tre mesi.
Quindi, più informazione alle popolazioni. E l’impegno assicurato dal presidente
De Filippo di aprire il tavolo della trasparenza «ai più radicali e
strenui attivisti in questo campo». Qualche minuto prima il consigliere Navazio
- titolare della proposta - aveva fatto i nomi di Maurizio Bolognetti e Miko
Somma: «due personaggi di indiscussa indipendenza». I lavori su Fenice del
Consiglio si fermano qui. Con fronte politico abbastanza compatto che sembra
compatto su un punto: responsabilità? Se ce ne sono, non cercatele
qu
i.m.labanca@luedi.it tratto dal quotidiano della basilicata
venerdì 29 marzo 2013
Riceviamo e publichiamo, che delusione quel bilancio partecipato
COMUNICATO STAMPA
In generale lo spirito con cui le
associazioni senza fini di lucro propongono la loro azione all’interno della
società civile è rappresentato essenzialmente dal servizio che le stesse
possono apportare per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Con
questo spirito e con grande entusiasmo un
gruppo di associazioni di Policoro ha partecipato, con un proprio progetto,
all’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale “bilancio partecipato”. Il grande entusiasmo iniziale si è
trasformato in tiepida adesione nel momento in cui è stato reso noto l’elenco
dei progetti ritenuti sostenibili. Asfaltare una strada fa parte dei compiti
precipui di una Amministrazione locale e della sua gestione ordinaria e non può
essere sicuramente considerato, a nostro parere, un progetto sul quale
consultare la volontà popolare. La tiepida adesione si è trasformata in disgusto
quando è stata avviata la cosiddetta “fase
3” nella quale i cittadini possono
esprimere, online, una preferenza sulle proposte attraverso il portale
web del Comune di Policoro. Fin dai giorni scorsi, abbiamo notato dei strani
flussi di voti che improvvisamente, in una nottata, facevano schizzare le percentuali
di alcune proposte progettuali. Le prime volte siamo stati increduli pensando
che non era possibile che uno strumento di democrazia diretta, quale il voto
online, soprattutto se finalizzato all’implementazione di progetti a forte
valenza sociale, potesse essere oggetto di speculazione da parte di qualche
soggetto in grado di utilizzare furbescamente la rete. Dopo aver verificato che palesemente i voti
aumentavano a pacchetti ed a seguito delle segnalazioni apparse nelle ultime
ore sulla rete, abbiamo cercato di
capire tecnicamente quale poteva essere il trucco. Siccome, fortunatamente
le “intelligenze” non sono solo al servizio dell’imbroglio ma
possono anche essere utilizzate per scoprire lo stesso abbiamo capito con quale
tecnica si “votava online” esprimendo centinaia di voti contemporaneamente
dallo stesso computer. Nelle prossime ore il progetto presentato dalle nostre
associazioni, a dimostrazione che il trucco ormai è palese e per denunciare
l’imbroglio, sarà portato, con centinaia
e centinaia di voti dei nostri associati, al livello degli altri progetti che
in queste ultime ore hanno sfiorato percentuali altissime.
Ci chiediamo: “è possibile che
iniziative con forti connotazioni sociali quale quella proposta debbano
diventare oggetto di furbizia, tentativo di raggiro e farle precipitare in
quella dimensione di opacità che caratterizza, purtroppo, molti aspetti della
nostra vita sociale.
A questo punto, riteniamo che l’Amministrazione Comunale
dovrebbe porre immediatamente fine a questo spettacolo che sicuramente non
rappresenta un buon esempio di
educazione sociale per le nuove generazioni.
giovedì 28 marzo 2013
Politica & affari, con prove allegate
Non molleranno mai, bisogna smettere di votarli!
Di seguito trovate 6 "fatture per
prestazione" emesse da un agronomo ai soci del
Consorzio Seta Basilicata.
Anno 1994, è in corso un progetto finanziato da fondi europei per coltivare
gelsi, allevare bachi da seta e produrre seta. Le prestazioni di progettazione
sono finanziate per buona parte del loro ammontare a fondo perduto. Il
presidente del Consorzio Seta Basilicata è Filippo Bubbico che ha lo stesso
codice fiscale di Filippo Bibbibo, Presidente del Consorzio Seta Italia,
consorzio che raggruppa consorzi di varie regioni (compresa la Campania). Poi
si accerterà che Bubbico e Bibbibo sono la stessa persona e che si è trattato
di un mero errore di un qualche dipendente della Camera di Commercio di Napoli.
Ma torniamo alle fatture. Dopo l'ultima fattura dell'agronomo, arriva il conto
di Bubbico sotto forma di regolare fattura (vedi immagine, settima). Gli
architetti Bubbico fattuurano all'agronomo la consulenza per le progettazioni
agronomiche pari a circa il 75% del fatturato dell'agronomo. Tre quarti del
lavoro, in pratica l'hanno fatto gli architetti. Forse i bachi avevano esigenze
particolari! Insomma, quel fondo perduto era da intendersi sì come pagato con
soldi della Comunità Europea ma anche come perduto per l'agronomo che non
avrebbe visto una lira.
Ricevuta studio Bubbico (Filippo & C) |
Ebbene,
Filippo Bubbico non rientrava fra coloro a cui il PD ha rilasciato la
"patente" di impresentabile. Ma per noi, cittadini Lucani, Italiani
ed Europei, come può essere ritenuto presentabile un politico che si faceva
restituire il 75% di quello che un onesto professionista (agronomo) produceva
col suo onesto lavoro? È peggio degli impresentabili che hanno un procedimento
penale pendente da cui potranno (e ce lo auguriamo per loro) essere scagionati
o assolti. Poiché i comportamenti del politico di turno che abusa del proprio
ruolo per tartassare la gente che lavora, tristamente diffusi in Basilicata ed
anche altrove) meritano la condanna definitiva ed inappellabile della società
civile. Nel caso specifico, vista la pessima legge elettorale Italiana, questa
condanna non si è potuta esprimere attraverso il non voto alla candidato
Bubbico che essendo collocato in posizione di sicura elezione tornerà è tornato
a rappresentare la Basilicata a Roma.
Peccato! Avrebbe potuto tornare in quel di Montescaglioso e riprendere a
coltivare quei gelseti che sono costati miliardi di euro e di cui si vedono
esistono ancora piante sparse in quei terreni argillosi e abbandonati.
Nicola
Piccenna
ricevuta studio Bubbico (Filippo & C) |
mercoledì 27 marzo 2013
Policoro: scelgono L'imbroglio PARTECIPATO e buttano a mare la democrazia e la legalità
Democrazia
partecipata , ci hanno rubato l’idea dal nostro programma , (nel loro non vi
era ne vi è traccia) è quella che poteva essere un’azione positiva , anche con
i limiti della prima esperienza , sta diventando la grande porcata di questa
amministrazione di illusionisti. Intanto avevano in primis disatteso l’impegno
che solo 5 progetti avrebbero partecipato al voto online , invece ci si è
trovati difronte a molti progetti , molti che riguardavano la manutenzione
ordinaria , quasi a testimoniare il fallimento di questa amministrazione che
sull’arredo e sulla manutenzione questa città è ridotta propria male. Poi come
e risaputo anche dai bambini , via online non vi è il voto sicuro , con una
procedura che più tardi con un filmato che stiamo ancora montando , vi
dimostreremo come un'unica persona può votare più volte , purché non si
utilizzi il metodo di cinque stelle quella che prima del voto , si accede al
sistema solo dopo essere stati indentificati facendo parte inoltre di un elenco. Quindi come era normale , gli
smanettoni internauti per lo stesso progetto votavano più volte , ma anche qui
stiamo nell’inesperienza ed era accettabile , anche se chi gestiva il sistema
doveva avvertire gli amministratori di questo rischio , e non sappiamo se
questo è stato fatto. Poi tra sabato e domenica stranamente abbiamo notato due
anomalie , uno che un progetto in una sola notte aveva accumulato 800 voti
, un altro che il contatore era stato chiuso. Questo fino a martedì , infatti
io ho ricevuto alcune telefonate , tra qui quella di mia nipote che si
lamentava della vicenda , e mi diceva “ zio non possiamo più cliccare , a noi
la lavagna lim ci serve”., ma non solo anche qualche insegnante si è
lamentata di non poter smanettare , ed io giustamente ho invitato queste
persone a rivolgersi all’amministrazione. Poi verso le tre e mezzo di ieri
pomeriggio , come niente fosse si è riaperto il contatore , infatti abbiamo
filmato come alcuni progetti in particolare due , in poche decine di minuti
hanno preso oltre 600 voti a testa , addirittura stamattina si è passati da
5554 voti complessivi a 8982 ,in una sola notte, ma il problema non è il voto di per se e gli
smanettoni , in discussione vi è l’innafidabilità del sistema che testimonia l’inaffidabilità di
questa compagine di sbandati. Vi è un problema tra l’altro di legalità , chi ha
deciso o con quale provvedimento la chiusura domenica del contattore , dopo che
si è accorto dell’anomalia e chi ha deciso e con quale provvedimento la
riapertura martedì alle 15, 15 ?(cosa che la polizia postale può facilmente
verificare) Subito dopo alcuni hanno cominciato a votare massicciamente, chi ha
avvisato chi ? L’assessore abusivo , quello dei trenta , il sindaco , il
dirigente , oppure è stata una iniziativa di chi gestisce il sistema
informatico? Chiediamo all’ avv.to nonché assessore Lauria
che non da adito a ciò che dice il blog , se ravvisa in tale atteggiamento, se vi
sia un profilo di responsabilità penale
come sostiene un mio saggio amico , anche perchè questo voto investe la
decisione di impegnare risorse del
bilancio comunale e questa deve avvenire cosi come sancito dalla legge con
metodi trasparenti e certi.
Per il
momento vi diamo la patente di Imbroglioni , perché questo è un imbroglio
certificato , più tardi metteremo in rete il filmato e non finisce qua…………..
martedì 26 marzo 2013
Policoro: Assessore abusivo e la giunta sta zitta.
Pubblichiamo oggi l'articolo uscito domenica della gazzetta del
mezzogiorno a firma del giornalista Filippo Mele, dove si riprende la questione posta da questo blog riguardo un componente della giunta che pur essendo incompatibile con il ruolo che copre , nessuno fa nulla e dice nulla per sanare l'incompatibilità. Al silenzio complice della maggioranza , si aggiunge quello altrettanto grave dell'opposizione , in cui ci appelliamo affinché prendano coscienza del ruolo che il voto gli ha assegnato , che non è quello di inciuciare ma quello di svolgere il ruolo di controllori dell'azione amministrativa guidati da principio del rispetto della legalità e tutela degli interessi generali. lo slogan di Policoro è Tua in campagna elettorale era che il vostro voto sarebbe stato " UTILE" in qualsiasi condizione rispetto agli impegni che abbiamo preso con i nostri 800 elettori , infatti stiamo rispettando questo impegno senza se e senza ma , resistendo alle sirene ammaliatrici e molte volte facendo violenza a noi stessi , avendo in questa compagine persone a cui siamo legati anche da rapporti di amicizia che vanno oltre l'impegno politico. Ma il nostri impegni con gli elettori sono sacrosanti.
Inoltre mi preme dare una risposta all'assessore Lauria , quando rispondendo a una domanda ci risponde con supponenza se può dare adito a un blog , scordando che questo blog rappresenta una parte importante anche se minoritaria di questa città , ma il problema non è la considerazione che ha di noi (poca e grazie a dio) è se è vera o no la questione posta da questo pazzo e perchè lei una operatrice della giustizia che ha ben presente la legge , non ci smentisce con carte alla mano o altrimenti non operi affinché la legalità venga ripristinata. Questo ragionamento vale anche per i Trentenni , loro cantori della nuova politica che amano i vizi della partitocrazia , abbiano uno scatto di reni , un sussulto ......
Articolo di Filippo Mele
L'interessato avrebbe un contenzioso con il comune. Ma dalla giunta si respingono le accuse
articolo apparso sulla gazzetta del Mezzogiorno |
Inoltre mi preme dare una risposta all'assessore Lauria , quando rispondendo a una domanda ci risponde con supponenza se può dare adito a un blog , scordando che questo blog rappresenta una parte importante anche se minoritaria di questa città , ma il problema non è la considerazione che ha di noi (poca e grazie a dio) è se è vera o no la questione posta da questo pazzo e perchè lei una operatrice della giustizia che ha ben presente la legge , non ci smentisce con carte alla mano o altrimenti non operi affinché la legalità venga ripristinata. Questo ragionamento vale anche per i Trentenni , loro cantori della nuova politica che amano i vizi della partitocrazia , abbiano uno scatto di reni , un sussulto ......
Articolo di Filippo Mele
L'interessato avrebbe un contenzioso con il comune. Ma dalla giunta si respingono le accuse
POLICORO – “C' un assessore al Comune abusivo”. L'accusa è
stata lanciata da Ottavio Frammartino, candidato sindaco, non eletto, di
Policoro è tua. Accusa formulata prima sul suo blog, in due post, e poi alla
Gazzetta. “L'assessore in questione – ha detto il blogger - ha un contenzioso con l'ente che amministra
per tasse comunali non pagate. Tanto che c'è una procedura di Equitalia contro
di lui con l'ente di riscossione che incamera parte della sua indennità di
carica. Il conflitto con il Comune renderebbe la posizione di questo amministratore
non compatibile. Noi abbiamo lanciato una sfida anche all'opposizione
consiliare che su questa vicenda sinora ha taciuto”. Ma ci sarebbe di più.
Ancora il nostro interlocutore: “Mentre si fanno ordinanze di sfratto ai
cittadini morosi che hanno in fitto beni comunali si tiene fuori il fratello
dell'assessore abusivo. Fratello che non
solo è moroso ma che gestisce la struttura, come affermato dal settore
finanziario, senza un contratto con l'ente locale. C'è anche in questo caso un
evidente conflitto di interesse”. Ma perchè Frammartino non ha fatto il nome
dell'amministratore nel suo “mirino”? Paura di querele? “Non ho intenzione di
fare il nome dell'assessore perchè deve deve farlo l'amministrazione. E non ho
paura di querele. Ne ho già avuto una decina. La verità è che si dovrebbe
procedere subito alla rimozione dalla Giunta comunale dell'abusivo”. Sin qui il blogger accusatore. Ma come ha
replicato la maggioranza di centrodestra? Abbiamo chiesto “lumi”, all'assessore,
nonchè avvocato, Livia Lauria (Pdl). “Non sono io l'assessore abusivo – ha
scherzato la nostra interlocutrice. E non mi occupo di vertenze Equitalia. Né
abbiamo parlato in maggioranza ed in Giunta delle accuse lanciate da
Frammartino. Possiamo dare adito ad un blog? Io faccio l'avvocato e sono
abituata a parlare solo con le carte alla mano. E' vero, invece, che il Comune
ha dato incarichi a legali di fiducia per recuperare gli affitti da chi detiene
beni comunali ed è in una situazione di morosità. Non è assolutamente vero,
invece, come ha asserito ancora Frammartino, che sia stata trascurata la
situazione della struttura gestita dal fratello di un assessore. Tanto è vero
che abbiamo dato incarico all'ufficio tecnico per quantificare il dare e
l'avere da parte dell'affittuario. La vicenda è all'attenzione dalla civica
amministrazione”.
lunedì 25 marzo 2013
Potenza: I pm sentono le accompagnatrici, Inchiesta sui rimborsi: dai portaborse alle “portalletto” Sfilata di signorine in procura a Potenza
Di Leo Amato POTENZA - Vallettopoli sei anni dopo? Così verrebbe da dire a guardare le avvenenti signorine che stanno sfilando in questi giorni nei corridoi della procura. Pure la città è la stessa anche se il pm Henry John Woodcock se n’è andato via. Ma c’è una sostanziale differenza. Nessuna di loro lavora in televisione, e in un’epoca segnata dagli scandali per i privilegi della casta al posto dei Corona, dei Mora e degli Schicchi c’è una pattuglia di consiglieri regionali, che avrebbero “caricato” le loro notti “brave” tra i costi per l’«esercizio del mandato senza vincolo di mandato». Esiste un filone “camere matrimoniali” nell’inchiesta sui rimborsi che ormai da più di cinque mesi agita i palazzi del parlamentino lucano. E’ l’ultimo su cui gli inquirenti stanno cercando di vederci chiaro dopo i portaborse “fantasma”, le fatture taroccate e le spese pazze di chi si è fatto risarcire di tutto, inclusi anniversari e vacanze. Il riserbo degli investigatori rimane assoluto perciò è impossibile sapere con certezza a chi andrebbero attribuite le “frequentazioni” intraviste al quarto piano del Palazzo di giustizia. Ma le frenetiche attività di riscontro effettuate dai militari delle fiamme gialle e dei carabinieri assieme agli agenti della squadra mobile, non sono potute passare inosservate e hanno diffuso un certo allarme tra i diretti interessati. Alla base delle convocazioni ci sarebbe infatti il dato delle verifiche effettuate in questi mesi sulle fatture per i pernottamenti dei consiglieri, ospiti più o meno assidui di varie strutture alberghiere lungo tutto lo stivale. In teoria si parla di trasferte legate alla loro attività politica protrattesi ben oltre il tempo utile per tornare in sede. Ma una volta alla reception il consigliere di turno non avrebbe preso una stanzetta per sé o una matrimoniale a uso singola in quanto sempre in buona compagnia. Così le casse del parlamentino di via Verrastro sarebbero state alleggerite del sovrapprezzo pagato per la signora. Da intendersi come donna. Se poi si tratti della moglie, un’amica o una senzatetto raccolta ai bordi della strada con spirito francescano è tutta un’altra questione. L’inchiesta potentina è condotta dai pm Sergio Marotta e Francesco Basentini, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Eliana Franco in partenza verso un nuovo incarico, e seguita da vicino anche dal procuratore Laura Triassi. Al centro ci sono due distinte voci del bilancio del consiglio regionale: le spese per i gruppi e quelle dei singoli consiglieri per un ammontare complessivo di circa un milione e mezzo all’anno. Al momento sono finiti sotto osservazione soltanto rendiconti e documentazione giustificativa per quanto erogato nel 2010 e nel 2011, ma non è escluso che una volta completate le verifiche possano essere presi in considerazione anche periodi precedenti. A far scattare il blitz delle forze dell’ordine che a metà ottobre hanno riempito tre auto di fatture e scontrini vari l’onda lunga degli scandali esplosi in Lombardia, nel Lazio e in Campania, e una campagna di stampa avviata dal Quotidiano della Basilicata sulla trasparenza delle spese di segreteria e rappresentanza dei consiglieri regionali.
Tratto dal quotidiano della Basilicata
Tratto dal quotidiano della Basilicata
domenica 24 marzo 2013
A Matera l’assemblea dei grillini «Presidieremo giorno e notte il palazzo regionale
Per Fenice i grillini giorno e notte in via Anzio: «E’ ora che la giunta si assuma le responsabilità»
di PIERO QUARTO
L'assemblea dei grillini a Matera (Foto:Cosimo Martemucci)
In presidiosotto la Regione
Per Fenice i grillini giorno e notte in via Anzio«E’ ora che la giunta si assuma le responsabilità»
di PIERO QUARTO
MATERA - Un presidio dalla mattinata di oggi fino alla seduta di martedì del Consiglio regionale di Basilicata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ambiente, sul caso Fenice e per ribadire la necessità di una presa di responsabilità della giunta regionale, di cui sono state già chieste le dimissioni, sull’argomento.
E’ in sintesi questa la decisione che il Movimento Cinque Stelle ha preso nelle ultime ore ed ha annunciato ufficialmente ieri prima sugli abituali strumenti di comunicazione e poi anche nella riunione di Matera del Movimento che ha trattato diversi temi locali ma non ha mancato di affrontare anche la questione Fenice. Ad intervenire sull’argomento è stato Antonio Motta che ha chiarito: «noi contiamo al più presto, già da domani (oggi per chi legge, ndr) di attrezzare un presidio fisso sotto la Regione Basilicata, contiamo di rimanerci giorno e notte fino al Consiglio regionale di martedì.
Il movimento ribadisce il suo impegno per l’ambiente, per un programma a rifiuti zero che ha già dato un impatto diverso in altre realtà. Martedì ci aspettiamo che ci sia una presa di responsabilità della giunta rispetto a quello che è stato fatto e che si poteva fare su Fenice. Noi abbiamo già espresso la nostra posizione che porta a chiedere le dimissioni della giunta, ci sembra necessario».
Ma tante e diverse sono le iniziative di mobilitazione che il Movimento Cinque Stelle annuncia sulla questione: «noi innanzitutto speriamo che la partecipazione al presidio sia numerosa e cercheremo di coinvolgere il più possibile i cittadini lucani» continua Motta, «in questa protesta civile. Chi vorrà, io lo farò, potrà anche avviare uno sciopero della fame per dare un ulteriore segnale concreto.
Lunedì poi provvederemo anche ad organizzare una fiaccolata come ulteriore momento di coinvolgimento e di sensibilizzazione dei cittadini. L’ambiente è una delle nostre battaglie e vogliamo dare un messaggio forte». Ma l’impegno del Movimento non si ferma qui perchè nei prossimi giorni, probabilmente già tra oggi e domani, partirà anche una raccolta di firme per un referendum contro gli inceneritori.
«Proveremo a far partire questa battaglia per bloccare le autorizzazioni a costruire inceneritori e cercheremo di farlo proprio dalla Basilicata».
L’idea del movimento è anche quella di chiedere la possibilità di esporre la propria posizione attraverso la lettura di un documento in Consiglio regionale: «è chiaro che se non arriveranno le decisioni che ci aspettiamo, non ci potranno che essere le dimissioni della giunta». Il Consiglio regionale di martedì, quindi, proprio per la ferma posizione presa dal movimento si annuncia quanto mai caldo ed intenso. Molti gli impegni sull’argomento tra cui anche una valutazione e una raccolta di elementi per un’interrogazione parlamentare che potrà partire nei prossimi giorni.
L’ambiente rimane un caso caldo, una questione aperta ed anche per questo il Movimento Cinque Stelle chiama a raccolta le associazioni ambientaliste per un sostegno ulteriore nella battaglia e nel presidio che parte da questa mattina sotto il Palazzo della Regione Basilicata in via Anzio, a Potenza.
Fino a martedì, fino ad una seduta caldissima del Consiglio e passando per una fiaccolata ed una raccolta di firme per il referendum. Di certo l’azione di “Cinque Stelle” con questi presupposti non potrà essere ignorata.
p.quarto@luedi.it
MATERA - Un presidio dalla mattinata di oggi fino alla seduta di martedì del Consiglio regionale di Basilicata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ambiente, sul caso Fenice e per ribadire la necessità di una presa di responsabilità della giunta regionale, di cui sono state già chieste le dimissioni, sull’argomento.E’ in sintesi questa la decisione che il Movimento Cinque Stelle ha preso nelle ultime ore ed ha annunciato ufficialmente ieri prima sugli abituali strumenti di comunicazione e poi anche nella riunione di Matera del Movimento che ha trattato diversi temi locali ma non ha mancato di affrontare anche la questione Fenice. Ad intervenire sull’argomento è stato Antonio Motta che ha chiarito: «noi contiamo al più presto, già da domani (oggi per chi legge, ndr) di attrezzare un presidio fisso sotto la Regione Basilicata, contiamo di rimanerci giorno e notte fino al Consiglio regionale di martedì.Il movimento ribadisce il suo impegno per l’ambiente, per un programma a rifiuti zero che ha già dato un impatto diverso in altre realtà. Martedì ci aspettiamo che ci sia una presa di responsabilità della giunta rispetto a quello che è stato fatto e che si poteva fare su Fenice. Noi abbiamo già espresso la nostra posizione che porta a chiedere le dimissioni della giunta, ci sembra necessario».Ma tante e diverse sono le iniziative di mobilitazione che il Movimento Cinque Stelle annuncia sulla questione: «noi innanzitutto speriamo che la partecipazione al presidio sia numerosa e cercheremo di coinvolgere il più possibile i cittadini lucani» continua Motta, «in questa protesta civile. Chi vorrà, io lo farò, potrà anche avviare uno sciopero della fame per dare un ulteriore segnale concreto.Lunedì poi provvederemo anche ad organizzare una fiaccolata come ulteriore momento di coinvolgimento e di sensibilizzazione dei cittadini. L’ambiente è una delle nostre battaglie e vogliamo dare un messaggio forte». Ma l’impegno del Movimento non si ferma qui perchè nei prossimi giorni, probabilmente già tra oggi e domani, partirà anche una raccolta di firme per un referendum contro gli inceneritori.«Proveremo a far partire questa battaglia per bloccare le autorizzazioni a costruire inceneritori e cercheremo di farlo proprio dalla Basilicata».L’idea del movimento è anche quella di chiedere la possibilità di esporre la propria posizione attraverso la lettura di un documento in Consiglio regionale: «è chiaro che se non arriveranno le decisioni che ci aspettiamo, non ci potranno che essere le dimissioni della giunta». Il Consiglio regionale di martedì, quindi, proprio per la ferma posizione presa dal movimento si annuncia quanto mai caldo ed intenso. Molti gli impegni sull’argomento tra cui anche una valutazione e una raccolta di elementi per un’interrogazione parlamentare che potrà partire nei prossimi giorni.L’ambiente rimane un caso caldo, una questione aperta ed anche per questo il Movimento Cinque Stelle chiama a raccolta le associazioni ambientaliste per un sostegno ulteriore nella battaglia e nel presidio che parte da questa mattina sotto il Palazzo della Regione Basilicata in via Anzio, a Potenza.Fino a martedì, fino ad una seduta caldissima del Consiglio e passando per una fiaccolata ed una raccolta di firme per il referendum. Di certo l’azione di “Cinque Stelle” con questi presupposti non potrà essere ignorata. Tratto dal quotidiano della Basilicata
sabato 23 marzo 2013
Ambiente e politica, l’attacco dei Grillini: «Siete la piovra che ha soffocato i lucani. Dimettetevi subito»
«E ora la testa dei politici» Cemento, petrolio, clientele e malaffare Ora a denunciarlo è il secondo partito lucano
di MARIATERESA LABANCA
«E ora la testa dei politici»
Cemento, petrolio, clientele e malaffareOra a denunciarlo è il secondo partito lucano
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - Un attacco feroce, un condensato di accuse, in un crescendo di indignazione e rabbia. Destinatario: la casta politica lucana. Firmato: i grillini. E’ l’ultimo atto dell’annunciato assalto al Palazzo. E questa volta l’avviso ha la forma di una lettera aperta. E’ rivolta a tutta la classe dirigente lucana, senza distinzione di bandiera. Il messaggio è lo stesso per tutti: fate un passo indietro, dimissioni immediate. Altro che rimpasto. E’ esasperazione quella che evoca il loro linguaggio: «Siete una piovra che strangola i lucani. I vostri mille tentacoli avvinghiano in una morsa letale tutta la vostra vita», è l’incipit del documento. L’attacco non risparmia nessuno. Tutti inchiodati alle proprie responsabilità. Dagli affari del cemento, all’emergenza emergenza rifiuti, fino agli scempi ambientali, alla politica clientelare e ai paradossi del petrolio. Bisogna dirla tutta: non sono accuse nuove. Sono quelle con cui il Quotidiano riempie da sempre pagine e pagine. In molti casi si tratta di spunti chiaramente tratti dalle inchieste di questo giornale o dalle denunce di qualche temerario senza seguito. Non sempre si è riusciti a scalfire una certa politica trincerata dietro l’arroganza di chi sa di avere dalla propria parte il consenso. La vera novità che contiene questo affronto è che arriva da quel movimento emerso come prima forza politica in molte realtà lucane, le più importanti. E che è riuscita a erodere consensi al maggiore partito lucano, mettendolo in profonda crisi.
A chiedere la testa della politica lucana non è il singolo che parla a nome di un partito o di un comitato che non conta più di cinque componenti. Ma una nuova forza che ha conquistato anche i luoghi della inespugnabile Basilicata. Quelle città «devastate dalle tonnellate di cemento», con i viali “sommersi dai rifiuti”, le discariche “fuori legge” e ospedali e università inadeguati per precisa responsabilità di quella politica che ha messo le proprie grinfie su tutto e tutti. «Persino sulle ditte di pulizia», ricordano loro. E poi la ferita più grande: “quelle valli violentate e trivellate in cambio di pochi spiccioli”. L’Arpab ha mentito mentre la contaminazione delle acque andava avanti, e ora si combatte chi vuole renderlo pubblico. Ma soprattutto i grillini attaccano quella politica clientelare con cui sono state occupate tutte le istituzioni a scapito del loro corretto funzionamento.
Gli uomini di partito occupano i Consorzi industriali, le Comunità montane, le agenzie regionali e i tribunali; «i vostri amici dirigono inutili e costosi corsi di formazione, le vostre mogli lavorano in aziende in affari con l'Eni. I vostri fratelli sono stipendiati dall'Apt regionale; la nostra unica università è inefficiente ed in perenne sofferenza. Avete piazzato i trombati dei vostri partiti in importanti società regionali come Agrobios, Società elettrica e TecnoParco». I grillini alzano la voce contro i «galoppini inseriti» nei concorsi pubblici e in Acquedotto lucano; contro le penne più critiche della stampa assunte in Regione. I Consorzi di bonifica al collasso con amministratori incapaci e cumuli di debiti. Le strade disastrate, mezzi pubblici scarsi e una sola linea ferroviaria. Le aree industriali di Tito e della Valbasento trasformate in «putridi valli deserte». Risorse europee sperperate e mal utilizzate. Ognuno attento a curare il proprio orticello clientelare, «fra pompieri, palazzinari e indagati per mafia». Ne hanno per il Pd ma anche per il Pdl «incapace, connivente e complice», unito alle forze di maggioranza in uno «sporco gioco consociativo».
E ancora indagati e imbroglioni inseriti nelle liste. «Avete bocciato con 21 voti contrari la nostra proposta di legge ZeroPrivilegi che oggi rincorrete». Quindi l’appello: «Andatevene. Con sentimento di vergogna». Nel frattempo incombe la questione Fenice. Oggi si incontreranno a Matera per decidere come passare dalle parole ai fatti. E oltre all’assedio alla Regione con un presidio fisso e un’eventuale fiaccolata, i grillini, così come proposto nei giorni scorsi, annunciano: il caso Fenice sarà oggetto di un’interrogazione a Palazzo Madama. L’impegno arriva dal neo senatore materano, Vito Petrocelli che dal forum del Movimento 5 stelle annuncia pure «tempi rapidi».
E’ mobilitazione generale del movimento di Grillo contro l’inceneritore di Melfi ma soprattutto contro «lo scaricabarile di responsabilità politiche» a cui si è assistito anche negli ultimi giorni. Dopo che l’attesa discussione in Consiglio sulla relazione della Commissione regionale d’inchiesta presieduta da Nicola Pagliuca si è chiusa con un un nulla di fatto e un rinvio al prossimo martedì. Giorno in cui una delegazione M5S prenderà parte ai lavori in aula mentre fuori andrà avanti il presidio, a oltranza. E’ l’inizio dell’assedio.
m.labanca@luedi.it
POTENZA - Un attacco feroce, un condensato di accuse, in un crescendo di indignazione e rabbia. Destinatario: la casta politica lucana. Firmato: i grillini. E’ l’ultimo atto dell’annunciato assalto al Palazzo. E questa volta l’avviso ha la forma di una lettera aperta. E’ rivolta a tutta la classe dirigente lucana, senza distinzione di bandiera. Il messaggio è lo stesso per tutti: fate un passo indietro, dimissioni immediate. Altro che rimpasto. E’ esasperazione quella che evoca il loro linguaggio: «Siete una piovra che strangola i lucani. I vostri mille tentacoli avvinghiano in una morsa letale tutta la vostra vita», è l’incipit del documento. L’attacco non risparmia nessuno. Tutti inchiodati alle proprie responsabilità. Dagli affari del cemento, all’emergenza emergenza rifiuti, fino agli scempi ambientali, alla politica clientelare e ai paradossi del petrolio.
Bisogna dirla tutta: non sono accuse nuove. Sono quelle con cui il Quotidiano riempie da sempre pagine e pagine. In molti casi si tratta di spunti chiaramente tratti dalle inchieste di questo giornale o dalle denunce di qualche temerario senza seguito. Non sempre si è riusciti a scalfire una certa politica trincerata dietro l’arroganza di chi sa di avere dalla propria parte il consenso. La vera novità che contiene questo affronto è che arriva da quel movimento emerso come prima forza politica in molte realtà lucane, le più importanti. E che è riuscita a erodere consensi al maggiore partito lucano, mettendolo in profonda crisi.A chiedere la testa della politica lucana non è il singolo che parla a nome di un partito o di un comitato che non conta più di cinque componenti. Ma una nuova forza che ha conquistato anche i luoghi della inespugnabile Basilicata. Quelle città «devastate dalle tonnellate di cemento», con i viali “sommersi dai rifiuti”, le discariche “fuori legge” e ospedali e università inadeguati per precisa responsabilità di quella politica che ha messo le proprie grinfie su tutto e tutti. «Persino sulle ditte di pulizia», ricordano loro. E poi la ferita più grande: “quelle valli violentate e trivellate in cambio di pochi spiccioli”. L’Arpab ha mentito mentre la contaminazione delle acque andava avanti, e ora si combatte chi vuole renderlo pubblico. Ma soprattutto i grillini attaccano quella politica clientelare con cui sono state occupate tutte le istituzioni a scapito del loro corretto funzionamento. Gli uomini di partito occupano i Consorzi industriali, le Comunità montane, le agenzie regionali e i tribunali; «i vostri amici dirigono inutili e costosi corsi di formazione, le vostre mogli lavorano in aziende in affari con l'Eni. I vostri fratelli sono stipendiati dall'Apt regionale; la nostra unica università è inefficiente ed in perenne sofferenza. Avete piazzato i trombati dei vostri partiti in importanti società regionali come Agrobios, Società elettrica e TecnoParco».
I grillini alzano la voce contro i «galoppini inseriti» nei concorsi pubblici e in Acquedotto lucano; contro le penne più critiche della stampa assunte in Regione. I Consorzi di bonifica al collasso con amministratori incapaci e cumuli di debiti. Le strade disastrate, mezzi pubblici scarsi e una sola linea ferroviaria. Le aree industriali di Tito e della Valbasento trasformate in «putridi valli deserte». Risorse europee sperperate e mal utilizzate. Ognuno attento a curare il proprio orticello clientelare, «fra pompieri, palazzinari e indagati per mafia». Ne hanno per il Pd ma anche per il Pdl «incapace, connivente e complice», unito alle forze di maggioranza in uno «sporco gioco consociativo». E ancora indagati e imbroglioni inseriti nelle liste. «Avete bocciato con 21 voti contrari la nostra proposta di legge ZeroPrivilegi che oggi rincorrete». Quindi l’appello: «Andatevene. Con sentimento di vergogna». Nel frattempo incombe la questione Fenice. Oggi si incontreranno a Matera per decidere come passare dalle parole ai fatti. E oltre all’assedio alla Regione con un presidio fisso e un’eventuale fiaccolata, i grillini, così come proposto nei giorni scorsi, annunciano: il caso Fenice sarà oggetto di un’interrogazione a Palazzo Madama. L’impegno arriva dal neo senatore materano, Vito Petrocelli che dal forum del Movimento 5 stelle annuncia pure «tempi rapidi». E’ mobilitazione generale del movimento di Grillo contro l’inceneritore di Melfi ma soprattutto contro «lo scaricabarile di responsabilità politiche» a cui si è assistito anche negli ultimi giorni. Dopo che l’attesa discussione in Consiglio sulla relazione della Commissione regionale d’inchiesta presieduta da Nicola Pagliuca si è chiusa con un un nulla di fatto e un rinvio al prossimo martedì. Giorno in cui una delegazione M5S prenderà parte ai lavori in aula mentre fuori andrà avanti il presidio, a oltranza. E’ l’inizio dell’assedio.
venerdì 22 marzo 2013
Fenice :ci hanno prima avvelenato ed oggi si spaccano sulla relazione in consiglio. I grillini annunciano l'assalto al palazzo
In Consiglio la politica s’incarta e rinvia a martedì
Il Movimento annuncia presidio in via Anzio e fiaccolata
In Consiglio la politica s’incarta e rinvia a martedìIl Movimento annuncia presidio in via Anzio e fiaccolata
di MARIATERESA LABANCA
Fenice, i grillini annunciano l’assalto al Palazzo
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - E’ l’emblema di quella cattiva politica che i grillini promettono di buttare giù dalla torre più alta del castello. Il rinvio della discussione in Consiglio regionale sulle responsabilità relative al caso Fenice, dopo un anno e mezzo di lavoro di una Commissione composta da tutte le forze politiche e contestata dallo stesso presidente De Filippo, è stato come consegnare ai “nemici” un cavallo di Troia. In via Anzio forse hanno dimenticato troppo in fretta l’indignazione di migliaia di cittadini nei riguardi di chi ha consentito più di dieci anni di veleni. E mentre all’interno del Palazzo - dopo anni di omissioni, lassismo e superficialità - ci si attarda su quella sorta di compensazione che le istituzioni dovrebbero alle popolazioni del Vulture, il Movimento 5 stelle si prepara all’assalto.
Gli attivisti promettono battaglia: presidio fisso in viale Verrastro, fino al consiglio di martedì prossimo, e anche una fiaccolata che rappresenti tutti i morti di tumore. C’è chi propone anche lo sciopero della fame. Una delegazione prenderà parte ai lavori del consiglio di martedì. Ancora una volta è il forum on line il luogo in cui gli attivisti chiamano il popolo alle armi.
Il punto entra di diritto nell’ordine del giorno dell’incontro che si terrà domani a Matera. «Stiamo assistendo a uno sconcertante scaricabarile istituzionale che i “pavidi” signori del governo regionale stanno attuando». La verità è che il Consiglio regionale che ha deciso di rinviare la discussione alla prossima seduta, si è incartato sul come confezionare le pesanti responsabilità finali di un sistema di controllo che complessivamente non ha funzionato. Il risultato è di quelli che non avremmo mai voluto sentire: dopo un anno e mezzo si chiede ancora tempo. Nel frattempo l'inceneritore di Melfi continua a inquinare. E nel giorno che segue all’animata seduta, il sindaco di Melfi, Livio Valvano, annuncia nuove prescrizioni alla srl che gestisce l'impianto. Una su tutte: dovrà fornire spiegazioni tecniche al persistente superamento dei contaminanti nei pozzi di monitoraggio. In pratica dovrà dire perché, nonostante l'intervento di messa in sicurezza, i dati Arpab continuano a segnalare la presenza di sostanze molto nocive. Il problema è tutt’altro che risolto. Il Consiglio ignora la questione, concentrato com’è a trovare il modo “migliore” in cui chiudere la brutta parentesi del passato. Nel frattempo le popolazioni del Vulture hanno paura e rabbia. Il presidente del Comitato per il diritto alla Salute di Lavello, Nicola Abbiuso esprime profonda amarezza per le notizie che arrivano da viale Verrastro. In pratica è stato come mettere in discussione il lavoro svolto in quasi due anni da un organismo composto da tutte le forze politiche. Con il presidente De Filippo che ha presentato una sorta di “controrelazione” tesa a puntualizzare diversi aspetti del documento. E che alla fine ha fatto saltare il voto politico che aveva chiesto il consigliere Rosa. Nella prossima seduta sarà quasi come ripartire da zero: integrare o no la relazione? Chiedere una proroga della Commissione sciolta più di un mese fa senza il voto dei suoi componenti? Il presidente Pagliuca non usa mezzi termine: «La richiesta di ieri significa dire che chi doveva lavorare non l’ha fatto. La verità è che mi hanno fatto lavorare da solo. Ho dato il mio impegno incondizionato e non retribuito a questa causa, con l’intento di fare chiarezza, e così è stato. Oggi si mette in discussione questo lavoro. Dove erano gli esponenti del Pd che dovevano dare il loro contributo? I contenuti della relazione sono stati pubblicati già un mese fa. Perché chiedere ora altro tempo?».
Una vicenda «vergognosa» per il consigliere del gruppo misto, Gianni Rosa, che martedì sera aveva chiesto di votare la relazione. Doppia amarezza anche per il consigliere Navazio, che allo scadere della commissione aveva proposto una strada diversa proprio per evitare che si venisse a creare questo tipo di situazione. E che oggi dice: «Siamo stati ingannati. Sono stato ingannato nelle mie funzioni di sindaco della città. Ci siamo fidati di agenzie, di apparati amministrativi, della buona volontà della politica. Oggi non ci fidiamo più». Ma ora «che fare?», chiede il consigliere Sel, Giannino Romaniello. I grillini in proposito hanno le idee molto chiare: «Dimissioni di tutta la giunta, “pulizia” degli uffici». Anche Rosa chiede una profonda verifica della efficienza degli enti preposti al controllo, con particolare riferimento alle modalità di assunzione e del conferimento degli incarichi. Per il consigliere Navazio le strade possibile sono due: «ribaltare il dipartimento Ambiente come un calzino e fermare un’azienda fino a ora sleale». Il che significa chiudere Fenice. Ipotesi che però al momento sembra però non percorribile: la regione in perenne emergenza rifiuti non può permettersi la chiusura del’’impianto. Ma nel frattempo la situazione rimane grave: Fenice continua a inquinare, per di più bruciando talquale come non potrebbe fare. Imponendo il proprio prezzo di conferimento. Su questi punti il Comitato di Lavello ha presentato un esposto alla magistratura. L’inceneritore, a cui la Regione non ha ancora rilasciato l’Aia, continua a bruciare attraverso proroghe delle vecchie autorizzazioni provvisorie rilasciate dalla Provincia. «Ma se Fenice continua a produrre veleni - chiede il presidente Abbiuso - non si capisce come possa rimanere in attività»?
Mariateresa Labanca
m.labanca@luedi.it
POTENZA - E’ l’emblema di quella cattiva politica che i grillini promettono di buttare giù dalla torre più alta del castello. Il rinvio della discussione in Consiglio regionale sulle responsabilità relative al caso Fenice, dopo un anno e mezzo di lavoro di una Commissione composta da tutte le forze politiche e contestata dallo stesso presidente De Filippo, è stato come consegnare ai “nemici” un cavallo di Troia. In via Anzio forse hanno dimenticato troppo in fretta l’indignazione di migliaia di cittadini nei riguardi di chi ha consentito più di dieci anni di veleni. E mentre all’interno del Palazzo - dopo anni di omissioni, lassismo e superficialità - ci si attarda su quella sorta di compensazione che le istituzioni dovrebbero alle popolazioni del Vulture, il Movimento 5 stelle si prepara all’assalto. Gli attivisti promettono battaglia: presidio fisso in viale Verrastro, fino al consiglio di martedì prossimo, e anche una fiaccolata che rappresenti tutti i morti di tumore. C’è chi propone anche lo sciopero della fame. Una delegazione prenderà parte ai lavori del consiglio di martedì. Ancora una volta è il forum on line il luogo in cui gli attivisti chiamano il popolo alle armi.Il punto entra di diritto nell’ordine del giorno dell’incontro che si terrà domani a Matera. «Stiamo assistendo a uno sconcertante scaricabarile istituzionale che i “pavidi” signori del governo regionale stanno attuando». La verità è che il Consiglio regionale che ha deciso di rinviare la discussione alla prossima seduta, si è incartato sul come confezionare le pesanti responsabilità finali di un sistema di controllo che complessivamente non ha funzionato. Il risultato è di quelli che non avremmo mai voluto sentire: dopo un anno e mezzo si chiede ancora tempo. Nel frattempo l'inceneritore di Melfi continua a inquinare. E nel giorno che segue all’animata seduta, il sindaco di Melfi, Livio Valvano, annuncia nuove prescrizioni alla srl che gestisce l'impianto. Una su tutte: dovrà fornire spiegazioni tecniche al persistente superamento dei contaminanti nei pozzi di monitoraggio. In pratica dovrà dire perché, nonostante l'intervento di messa in sicurezza, i dati Arpab continuano a segnalare la presenza di sostanze molto nocive. Il problema è tutt’altro che risolto. Il Consiglio ignora la questione, concentrato com’è a trovare il modo “migliore” in cui chiudere la brutta parentesi del passato. Nel frattempo le popolazioni del Vulture hanno paura e rabbia. Il presidente del Comitato per il diritto alla Salute di Lavello, Nicola Abbiuso esprime profonda amarezza per le notizie che arrivano da viale Verrastro. In pratica è stato come mettere in discussione il lavoro svolto in quasi due anni da un organismo composto da tutte le forze politiche. Con il presidente De Filippo che ha presentato una sorta di “controrelazione” tesa a puntualizzare diversi aspetti del documento. E che alla fine ha fatto saltare il voto politico che aveva chiesto il consigliere Rosa. Nella prossima seduta sarà quasi come ripartire da zero: integrare o no la relazione? Chiedere una proroga della Commissione sciolta più di un mese fa senza il voto dei suoi componenti? Il presidente Pagliuca non usa mezzi termine: «La richiesta di ieri significa dire che chi doveva lavorare non l’ha fatto. La verità è che mi hanno fatto lavorare da solo. Ho dato il mio impegno incondizionato e non retribuito a questa causa, con l’intento di fare chiarezza, e così è stato. Oggi si mette in discussione questo lavoro. Dove erano gli esponenti del Pd che dovevano dare il loro contributo? I contenuti della relazione sono stati pubblicati già un mese fa. Perché chiedere ora altro tempo?».Una vicenda «vergognosa» per il consigliere del gruppo misto, Gianni Rosa, che martedì sera aveva chiesto di votare la relazione. Doppia amarezza anche per il consigliere Navazio, che allo scadere della commissione aveva proposto una strada diversa proprio per evitare che si venisse a creare questo tipo di situazione. E che oggi dice: «Siamo stati ingannati. Sono stato ingannato nelle mie funzioni di sindaco della città. Ci siamo fidati di agenzie, di apparati amministrativi, della buona volontà della politica. Oggi non ci fidiamo più». Ma ora «che fare?», chiede il consigliere Sel, Giannino Romaniello. I grillini in proposito hanno le idee molto chiare: «Dimissioni di tutta la giunta, “pulizia” degli uffici». Anche Rosa chiede una profonda verifica della efficienza degli enti preposti al controllo, con particolare riferimento alle modalità di assunzione e del conferimento degli incarichi. Per il consigliere Navazio le strade possibile sono due: «ribaltare il dipartimento Ambiente come un calzino e fermare un’azienda fino a ora sleale». Il che significa chiudere Fenice. Ipotesi che però al momento sembra però non percorribile: la regione in perenne emergenza rifiuti non può permettersi la chiusura del’’impianto. Ma nel frattempo la situazione rimane grave: Fenice continua a inquinare, per di più bruciando talquale come non potrebbe fare. Imponendo il proprio prezzo di conferimento. Su questi punti il Comitato di Lavello ha presentato un esposto alla magistratura. L’inceneritore, a cui la Regione non ha ancora rilasciato l’Aia, continua a bruciare attraverso proroghe delle vecchie autorizzazioni provvisorie rilasciate dalla Provincia. «Ma se Fenice continua a produrre veleni - chiede il presidente Abbiuso - non si capisce come possa rimanere in attività»
Tratto dal Quotidiano della Basilicata
mercoledì 20 marzo 2013
La via della discordia: Policoro è tua : Via Venezia vi è un pericolo e va aggiustata , Ferrara (impegno comune) sarà fatto
Via Venezia |
Non vorremmo che anche in questo caso fossi al vorrei o sarà fatto , e poi passa a nuttata e ci scordiamo degli impegni. Confidiamo nella serietà del consigliere , ma comunque sul blog a partire da oggi sulla destra dei Post metteremo un contattore per ricordare al nostro amico Ferrara ogni giorno che passa da oggi al momento che si apriranno i cantieri. Non è che non ci fidiamo di Ferrara , ma noi come San Tommaso e al suo famoso detto : "Se non metto la mia mano nel costato di Gesù, non crederò" noi che siamo più terra terra non essendo in odore di santità , ed aspirando per nostra meschinità solo a questione terrene diciamo a Ferrara non per sfiducia che : se non vediamo il cantiere non crediamo a questo impegno.
Frammartino (Policoro è tua): 'Su via Venezia non miracoli ma messa in sicurezza e rispetto dei diritti'
Frammartino |
POLICORO - "Policoro e Venezia potrebbero promuovere un gemellaggio, visto che molte cose uniscono la nostra città con uno dei gioielli d’Italia. Lopatriello amava paragonare Marinagri alla città lagunare veneta, perchè sorge sul letto di un fiume, ma la Venezia di cui vogliamo parlare oggi è una via, anche essa ricorda, quando piove, l’acqua alta della famosa città Serenissima. Una strada quella di via Venezia, come le foto dimostrano, impraticabile per la famiglia che ci abita e che da anni inutilmente chiede interventi all’amministrazione senza avere una risposta. Eppure questi cittadini come tutti pagano le tasse ed hanno versato quando hanno costruito gli oneri, non quelli taroccati e dimezzati come è stato consentito a tanti grandi imprenditori edili, ma quelli costosi fatti di migliaia di euro che si richiedono senza sconti agli onesti cittadini, impedendo a questi che hanno una attività artigianale di lasciare i mezzi in altri luoghi vista l’impraticabilità della strada che non consente la sosta nei propri garage con costi aggiuntivi d’impresa. Ma questo è niente se su quella strada non sorgesse la più grande centrale elettrica della città, quella primaria e comunque una delle più grandi del metapontino. Allora il problema non diventa solo una questione di un privato cittadino ma di interesse pubblico. Infatti ci chiediamo, visto che la strada è in quelle condizioni disastrate, come si potrà celermente intervenire in caso di incendio, tenendo conto che tale impianto sorge a poche centinaia di metri in linea d’aria con vai Barletta, un quartiere densamente popolato. Chiediamo quindi a salvaguardia della sicurezza di Policoro un intervento immediato all'amministrazione comunale per rendere praticabile quella strada sgarrupata. Non vogliamo la doppia corsia ma almeno che sia praticabile e chiediamo la messa in sicurezza della zona, e che non ci faccia sentire un paese da terzo mondo. A Leone e ai suoi prodi chiediamo meno feste e annunci e qualche azione di normale manutenzione e messa in sicurezza della strada, non atti rivoluzionari ma normali e sacrosanti diritti".
Policoro è Tua
Frammartino Ottavio
Frammartino Ottavio
Ferrara (IC) su Via Venezia: 'Il Comune se ne occupa da ottobre. Fondi per strade rurali dalla Regione'
Ferrara |
POLICORO – “Apprendo dalla stampa locale delle preoccupazioni, condivisibili, degli abitanti di Via Venezia e del portavoce di Policoro è tua, Ottavio Frammartino, e in merito a ciò vorrei fare alcune precisazioni e rassicurare i suddetti”. A dirlo è il consigliere comunale di Impegno Comune, Giuseppe Ferrara, che ha delega alla manutenzione. “Abbiamo partecipato, ad ottobre 2012 - ha spiegato il consigliere – ad un bando regionale per la riqualificazione delle strade rurali e candidato in qualità di ente comunale interventi in alcune strade della città: Via Petrullo, Via Isonzo, Via Genova, Via Vespucci e, per l’appunto, Via Venezia”. Il progetto è stato redatto mesi fa dai responsabili dell’ufficio tecnico che ha quantificato per i cinque interventi un importo di 200 mila euro. “Il dipartimento all’agricoltura convocò l’assessore comunale al ramo, valutò il progetto e ci riconobbe 181 mila euro. Stiamo per espletare l’ultima fase che prevede l’affidamento dell’appalto e per farlo terremo conto del regolamento adottato in Consiglio mesi fa e dell’albo dei fornitori che sta per essere ultimato. Questo per dire – ha aggiunto Ferrara – che il problema di Via Venezia e di molte altre strade rurali è da tempo nell’agenda di questa amministrazione e che saranno presto risolti. L’asfalto sarà risistemato o predisposto lì dove da sempre carente, anche in altre zone della città. Siamo comunque sempre ben disposti a ricevere qualsiasi tipo di segnalazione che possa coadiuvare l’azione, posso assicurare, sempre mirata e attenta di questa amministrazione”, ha concluso il consigliere Ferrara.
Leone non fa nulla per cacciare Equitalia dal comune.
Sono trascorsi ormai ben otto me si da
quando, il Sottoscritto in nome e per conto di Policoro Futura, dopo aver
approfondito la questione di cui si sta per dire, presentò un documento al Comune
di Policoro di cui al protocollo “sn” in data 24 Luglio 2012, avente ad oggetto
l’invito a “cacciare” Equitalia dal nostro Comune e dunque giungere alla
riscossione cosiddetta “in house”
dei tributi locali.
La riscossione dei tributi nonché
dei crediti da parte di Equitalia, infatti,
comporta per il Comune l’obbligo di pagamento di un importo a titolo di
provvigione ai sensi dell’articolo 17, del decreto legislativo n.
112 del 1999, detto aggio.
Si tratta di una somma (stabilita in misura percentuale) su ogni cartella
esattoriale che va a finire ad Equitalia come compenso per sua attività di
riscossione dei crediti.
Ebbene, la maggiore disponibilità finanziaria dovuta al
risparmio sugli aggi andrebbe a determinare maggiore disponibilità finanziaria da potersi riversarsi in maggiori servizi
ai cittadini.
Riscuotere
“in house” gioverebbe dunque decisamente all’Ente ma soprattutto all’onerato che oggi troppo spesso si trova a dover
pagare un importo notevolmente superiore perché maggiorato di spese, interessi,
rivalutazione monetaria e sanzioni, nonché spesso vittime di ingiustizie ed
errori (vedasi cartelle pazze).
I
cittadini è giusto che sappiano che rinunciare ad Equitalia è possibile in virtù di leggi dello Stato, nello specifico, la 388/2000 art.36, e
la n.106/2011 le quali prevedono che tutti i comuni possano evitare le
conseguenze sopra descritte mediante la riscossione diretta dei propri crediti
senza dover delegare necessariamente Equitalia, ne altri, anzi delegarne altri
è divenuto addirittura vietato in virtù del D.L. 174/2012, il quale oltre a fissarne la
data di cessazione del mandato ad Equitalia entro il 30 Giugno 2013 (data più
volte ormai procrastinata
in virtù del varie modifiche alla
disciplina della riscossione), vieta ai comuni
di modificare gli affidamenti ma NON la gestione diretta.
Se
dunque, ancor oggi, è sempre il mostro Equitalia a gestire la riscossione dei
tributi nella nostra città, è bene si
sappia, è perché l’attuale maggioranza non si è sufficientemente ed
efficacemente impegnata per modificarne il servizio di riscossione, rinunciando
così a beneficiare di minori esiti per le casse comunali e maggiori e
molteplici vantaggio per i contribuenti tutti.
Giuseppe MAIURI
Coordinatore Policoro Futura
martedì 19 marzo 2013
Caso Claps. Politici e Magistrati che hanno coperto Restivo Don Cozzi a Restivo :"Fai i nomi di chi ti ha aiutato".
I funerali di Elisa Claps |
Il
20 marzo al Tribunale di Salerno la prima udienza del processo d'appello a
Danilo Restivo, condannato in primo grado a 30 anni di carcere per l'omicidio
di Elisa Claps Restivo ha scelto di essere presente e don Mrcello Cozzi,
vice presidente di "Libera. Nomi, numeri e associazioni contro le
mafie", gli ha scritto una lettera aperta invitandolo a fare i nomi di chi
lo ha aiutato il giorno del delitto, di chi ha occultato il corpo di Elisa e di
chi, negli anni successivi, non ha fatto nulla per arrestare la sua corsa.
Di seguito il testo della lettera. Hai
ucciso Elisa, così ha detto una Giudice. L'impressione, a dire il vero, è che
non lo dica solo lei. Da quel lontano 12 settembre sembra dirlo ogni cosa: i
tuoi spostamenti di quel giorno, le tue contraddizioni, le cose non dette. Il
tuo passato, le tue inquietanti manie, quelle tante ragazze che pure avevi
importunato. E le tue bugie, quelle di ieri, quelle di questi anni, quelle di
oggi. Ne sono sempre stato certo, tu lo sai,
e la condanna di quella Giudice, per quel che mi riguarda, ha semplicemente
messo il sigillo su una convinzione che in questi anni si è andata consolidando
non sulla base di pregiudizi precostituiti ma sulla ragionevolezza dei fatti.
Ho passato anni, non ti nascondo, a chiedermi se ci fosse dentro
di te un confine tra la follia e la normalità, e a capire dove collocarlo, per
cercare – per quanto possibile – di avere un appiglio che mi permettesse, di
certo, non a giustificare ma almeno a comprendere. Quante volte mi sono chiesto se il tuo gesto omicida rispondesse
di più al terribile e incomprensibile raptus del folle o invece al profondo
disagio di un giovane che qualcuno avrebbe dovuto aiutare prima che le urla
interiori che dominavano la sua solitudine prendessero il sopravvento.
E quante volte a rifiutare l'immagine di mostro, comoda, in
fondo, a chi avrebbe dovuto aiutarti, a chi avrebbe dovuto fermarti in tempo, a
chi ti ha protetto e nascosto in questi anni, a chi in questa storia non ha
detto tutto. Metto tutto in conto,
anche che il prossimo Giudice possa decidere di riaprire la partita; sono le
regole della giustizia e io le rispetto. Al momento, però, mi rifaccio a chi ha
deciso che l'assassino di Elisa sei stato tu. Nessuno però finora ci ha detto
chi ti ha aiutato quel giorno, chi ha occultato la povera Elisa, e chi poi
negli anni successivi non ha fatto nulla per arrestare la tua corsa. Durante il
prossimo processo di sicuro ti difenderai, e forse dirai ancora, per l'ennesima
volta, una delle tue tante verità. È un tuo diritto. Noi, io, da te, invece, ci aspettiamo una sola cosa: che tu
faccia quei nomi. Il resto già lo sappiamo. Non hai nulla da perdere. Pensaci.
Don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera
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