Domani la nostra risposta su questa missiva del trentenne Santoriello
Dinanzi a tanta miseria, quando un padre di famiglia di 63 anni alza le mani, ripetutamente, su un giovane di 30 anni non si può parlare di semplice problema generazionale, ma si impone una questione morale.
Dinanzi a tanta miseria, quando un padre di famiglia di 63 anni alza le mani, ripetutamente, su un giovane di 30 anni non si può parlare di semplice problema generazionale, ma si impone una questione morale.
Il 22 settembre scorso mentre
abbandonavo la sede comunale un “uomo” di età matura, che successivamente
scoprivo trattarsi di Osvaldo Modarelli, si avvicinava con passo deciso verso
di me e nel chiedermi conferma del mio cognome, al mio sì gli tendevo la mano
per presentarmi, al ché, sicuro della bontà della situazione, volgevo distrattamente
lo sguardo alla mia destra, unica volta in vita mia in cui tale direzione mi
regalava un’amara verità: un colpo al viso che oltre a farmi volare occhiali ed
auricolare dava la sveglia a tutto il secondo piano. Infatti numerosi
dipendenti e dirigenti comunali intervenivano tempestivamente a trattenere il
padre, ancora furente, del Presidente Gianluca Modarelli, quest’ultimo vate
degli amanuensi ed autore, non proprio originale, di tutti quei comunicati in
cui si parla di etica, sani principi e trasparenza politica; giusto per Lui
parlarne visto che è il padre ad occuparsi degli oppositori, anche in maniera
violenta se serve, anzi più che violenta, pseudo-criminale, perché le minacce
di persecuzione personale sono state ripetute.
Raggiunsi il Pronto Soccorso e
dopo poco arrivava sempre Lui, Don Osvaldo, il braccio operativo di Forza
Italia, il sindacalista delle trattative fisiche, che approfittava nuovamente
della mia ingenuità, ed io sicuro che si volesse scusare per l’aggressione show
nella casa comunale, nuovamente ricevevo i suoi strattoni sul petto sempre
accompagnati dalle stesse minacce di prima, questa volta viste non solo da
numerosi testimoni ma anche dalla video-camera di sorveglianza dell’ospedale.
Una storia triste ma simbolica,
che ricorda a tutti quanto in una realtà marginale ed intorpidita come la
nostra, la penna conservi ancora tutta la sua forza, il suo carico antidotale
contro la mediocrità dei parvenus della
politica. Dal Presidente Modarelli non aspetto risposte, tanto non sarebbero
Sue, dal Sig. Osvaldo magari un po’ di dignità in più scusandosi pubblicamente,
e da Ottavio Frammartino più onestà perché pur essendo estraneo
all’aggressione, ha dimostrato la sua dipendenza dallo sciacallaggio mediatico.
Si perché il blogger sinistrorso ma tanto amico di Forza Italia ( posizione
politica tanto fantascientifica quanto ormai usuale ) ha ricostruito il tutto
senza chiamare l’interessato, senza verificare le fonti, senza alcuna premura:
da vittima di una reiterata aggressione
fisica e verbale sono diventato un rissaiolo “che fa a botte” in Comune, che faccio
ancora parte dei Trenta a mia insaputa, che picchio anziani per hobby perché
candidato con una giunta neo-fascista stando all’incerta scrittura di Frammartino.
Che Ottavio Frammartino faccia ormai più gossip che politica è evidente, che
sbagli riferimenti e dati anche, che non abbia una chiara linea politica pure, che
mi telefoni per prendere le difese di Modarelli anche, così come è chiaro che
cerchi una vaga legittimazione culturale personale attraverso un blog,
strumento nato per proposte e confronti e diventato piattaforma dei comunicati
stampa di Forza Italia oltre che del gossip cittadino; tuttavia l’unico
protagonista indiscusso deve rimanere il suo ego sterminato. Mi fermo alla sola
denuncia-querela sporta contro il Sig. Osvaldo Modarelli, depositata con tutti
i dettagli e riferimenti del caso, analoga tentazione era nata anche per Ottavio
Frammartino che risparmio perché preferisco ricordarlo non come un mio
diffamatore, ma come il bidello che mi ha visto crescere nel liceo scientifico
E. Fermi, ed il proprio ex-bidello non si può denunciare, deve rimanere un
inviolato ricordo adolescenziale.
Prendo atto dell’inesistente
profilo politico del Presidente Gianluca Modarelli, che scappa dai giudizi
argomentati altrui, che scappa dal confronto, che scappa dagli insuccessi
comunali per mirare alla Provincia forte del “gran bel lavoro” fatto in città e
che scappa anche dall’umiltà che la situazione imponeva: bastava ammettere di
aver copiato i propri comunicati stampa da altri, magari prevenendo la violenta
reazione del paterno sindacalista d’assalto che per giorni mi ha cercato in
attività commerciali da me frequentate preannunciando mie irrisolte esigenze
sanitarie: parte della famiglia Modarelli ha scritto che mi serviva un medico e
di fatto dopo dal medico mi ha mandato il padre. Comunque una speranza c’è: il
libero e franco confronto che darà sempre più idee e sviluppo rispetto alla
violenza, perché anche in un contesto mediocre come il nostro la penna serve
ancora a qualcosa.