di Eugenio Bonanata
A pochi giorni dal 4
giugno, giorno in cui il ministro Guidi arriverà in Basilicata per ridisegnare
i
futuri assetti delle estrazioni petrolifere, il dibattito si infiamma.
Assomineraria (Associazione italiana per l'industria mineraria e petrolifera)
punta l'indice contro la lentezza della burocrazia lucana. Fosse per loro
farebbero un sol 'buco' della Basilicata
“Non esiste alcuna
comprovata correlazione negativa tra attività petrolifera e i settori
dell'agricoltura, pesca e turismo. Queste attività possono coesistere con
successo in uno stesso territorio”. E' questo l'incipit di un comunicato
diramato da Assomineraria, a seguito di un incontro tenuto a Roma lo scorso 27
maggio. Inoltre la stessa Assomineraria, nella quale si riconosce il gotha dei
petrolieri italiani, ha annunciato un dossier che verrà presentato il prossimo
4 giugno in occasione dell'arrivo in Basilicata del ministro Guidi, che
incontrerà il Governatore Pittella. In quel 'dossier' è contenuto il j'accuse,
verso una regione, la Basilicata, in cui le “burocrazie” locali e gli
“ambientalisti” costituirebbero un freno allo “sviluppo”. Il loro sviluppo,
ovviamente. Perché in Basilicata la “coabitazione” tra estrazioni petrolifere e
agricoltura, ad oggi, ha determinato solo uno scempio. Sarebbe troppo facile
argomentare con un controdossier. I dotti petrolieri non hanno mai visitato
Viggiano e il Centro Oli dell'Eni. Lì vicino, un tempo c'era un'area fiorente
per l'agricoltura. C'era il vino doc dell'Alta Val d'Agri. C'erano le mele,
l'olio, il miele. E tutt'ora si cerca di sponsorizzare il pecorino (canestrato)
di Moliterno. L'avvento delle trivelle dell'Eni in Val d'Agri, invece, ha
'divorato' quelle sane produzioni. Vengano a chiedere a questi agricoltori
disperati come stanno coabitando le loro produzioni con le estrazioni. Si
informino sul perché centinaia di contadini hanno deciso di appendere la zappa
al chiodo maledicendo il comparto delle estrazioni. Si informino su quanto è
aumentato il ricorso di queste popolazioni all'Ospedale Oncologico regionale.
Si informino, i petrolieri, sui livelli di contaminazione da idrocarburi del
lago del Pertusillo, che rifornisce di acqua potabile la vicina Puglia. E poi
sui danni arrecati dallo smaltimento degli scarti petroliferi. Che da Viggiano
giungono in Val Basento, a Tecnoparco, e poi finiscono nel fiume Basento. Anche
lì idrocarburi e terre abbandonate. Uno scempio su cui sta indagando
l'Antimafia di Potenza. Le trivellazioni stanno riducendo un'intera regione ad
una cloaca che inghiotte veleni. Veleni che riaffiorano nella falda e nei
terreni. Ma gli interessi delle multinazionali, evidentemente, non guardano in
faccia al dolore e alla violenza ambientale. Il loro obiettivo è solo renderli
meno amari. Mettendo sul piatto dello sviluppo la medicina 'palliativa' delle
royalties. Soldi, un miliardo di euro negli ultimi 10 anni. Classe politica e
cittadini trattati come gli Ottentotti dell'Africa australe. E' questa la
verità che il lucano medio e i 'media' non riescono ad accettare. Troppo
obnubilati dal profumo dei 'bigliettoni' sventolati davanti agli occhi. E'
questa l'ecatombe lucana spacciata per 'sviluppo regionale'.
tratto da basilicata24.it