domenica 28 giugno 2015

Incontro a Policoro dei sindaci contro le trivellazioni a mare: tensioni e insegnamenti

Tratto da Karakteria

La riunione dei sindaci contro le trivellazioni che si è svolta il 24 giugno presso
la sala consiliare di Policoro ha vissuto momenti di alta tensione stranamente non riportati dagli organi di informazione, o almeno da quegli organi che noi abbiamo consultato.
Il pomo della discordia ha riguardato principalmente la presenza a sorpresa (non presente nell'elenco degli invitati) dell'Assessore Regionale, Aldo Berlinguer.
Proprio quel Berlinguer, importato dalla Toscana dal renziano Pittella per occuparsi dell'assessorato regionale più delicato e ricco quello all'ambiente; quel Berlinguer che ha portato la Basilicata (la più trivellata d'Italia) a non opporsi allo Sblocca Italia; quel Berlinguer che ha trattato col governo per aumentare le estrazioni (154.000 barili estendibili anche oltre il territorio lucano, anche verso la Calabria); quel Berlinguer che in merito proprio all’istanza d 79 F. R della Enel Longanesi di cercare petrolio con air-guns nel mar Jonio aveva fatto decorerre i termini  per la presentazione delle osservazioni al ministero contro le ispezioni della società petrolifera (sul decreto ministeriale infatti risultano solo le osservazioni di Med No Triv, fatte proprie in un secondo momento anche dal Comune di Policoro): non bisogna essere nè esperti di diritto nè assessori all'ambiente per sapere che le osservazioni si presentano entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell'atto che si desidera impugnare. Infatti la Regione Calabria le ha presentate in tempo, mentre (come con lo Sblocca Italia) Aldo Berlinguer, esperto di diritto e assessore all'Ambiente, aveva fatto decorrere i tempi, deliberando in Consiglio Regionale, un inutile atto solo dopo un anno e mezzo (delibera della Regione Basilicata del 4 dicembre 2014). Insomma un bel lasciapassare per la Enel Longanesi.
Parliamo proprio di quell'Aldo Berlinguer che ad un certo punto ha tirato fuori la micidiale arma di distrazione di massa delle Zone Franche: un istituto permesso solo alle aree fortemente depresse economicamente che permetterebbe alla Regione Basilicata di diventare una sorta di territorio defiscalizzato. Un istituto che aveva fatto tremare e inorridire ogni coscienza No Triv della regione, che ci aveva visto il tentativo di aprire definitivamente la porta ad ogni sorta di trivellazione, l'intenzione di deprimere ogni altra economia per poi permettere l'istituzione della Zona Franca come una sorta di lauto indenizzo alla catastrofe che verrà.
La riunione del 24 giugno era stata indetta dal sindaco Leone ed erano stati invitati i sindaci della costa jonica lucana più l'assessore all'ambiente di Taranto, salvo poi trovarci il magico Aldo Berlinguer; si era capito che l'incontro doveva riguardare sindaci e movimenti (come era avvenuto e riavverrà il 28 giugno a Trebisacce) al fine di elaborare strategie di lotta e di opposizioni (istituzionali e sociali) alla ricerca di idrocarburi in mare.
La presenza di Berlinguer ha fatto trasalire i pochi movimenti NO TRIV presenti all'incontro, i quali hanno tolto lo striscione dall'evento e sono andati via. Solo a fatica sono riusciti a prendere la parola per esprimere il loro dissenso. Gli è stato detto che potevano parlare solo le istituzioni, è stato invocato l'intervento dei vigili per non farli intervenire. Ci riferiamo a cittadini e movimenti che fino ad oggi, da soli e spesso sostituendosi alla latitanza delle istituzioni, hanno affrontato le compagnie petrolifere con le osservazioni ai progetti petroliferi, con le opposizioni al TAR e alla Corte Europea, con manifestazioni, con l'informazione e la vigilanza costante, con i prelievi ambientali, dimostrando inquinamenti dove gli enti regionali mistificavano o "dimenticavano", con il sollecito incessante ai comuni e alle regioni.
E' chiaro che se il "buongiorno si vede dal mattino", questo ultimo Round che deciderà se nel nostro mare verrano o meno impiantate le trivelle, dalla sponda lucana inizia male, mentre quella calabrese si dimostra almeno per il momento più chiara e risoluta.
E' chiaro che le divisioni in questi momenti sono deleterie, ma è altrettanto chiaro che ora bisogna essere molto chiari e decisi (i sindaci in primis devono esserlo). Sono troppe le esperienze negative in questo senso, che ci hanno ridotto già ad un territorio colabrodo.

Sappiamo fin troppo bene che basta rallentare una protesta, far scadere un’opposizione, convincere la popolazione ad adoperarsi per una rivolta inconcludente perché la battaglia venga persa senza colpevoli. Gli interessi in ballo sono troppi e troppo alti, i rischi troppo reali e imminenti per permetterci errori di questo tipo. 

Noi non pensiamo che il sindaco di Policoro stia lavorando con Berlinguer a questo fine, sarebbe troppo, ma sicuramente ha sbagliato completamente strategia e ci espone a troppi rischi.
E' anche vero che a livello locale noi siamo suoi diretti e aspri oppositori, ma quella sulle trivellazioni in mare è una battaglia che va al di là delle faccende locali, saremmo troppo stupidi e irresponsabili se confondessimo i due livelli, ma saremmo ancora più stupidi e irresponsabili se non mettessimo in risalto ambiguità e pericoli in questo momento. Abbiamo bisogno di guide decise e senza compromessi in questo momento, perchè le trivelle a mare non possono avere compormessi.
Quello che ci preoccupa sono i rapporti di amicizia del sindaco con Aldo Berlinguer e le sue cene con lui (rapporti dichiarati dallo stesso sindaco in un Consiglio Comunale), il fatto che il Comune di Policoro sia stato uno dei primi e uno dei pochi a deliberare in favore delle Zone Franche e il fallimento di quel Protocollo di Eraclea che non ci avrebbe portato all'emergenza di dover contrastare i petrolieri quando hanno ottenuto le autorizzazioni ad esplorare con air-gun le nostre coste, se invece di essere abbandonato sulle prime pagine dei giornali avesse veramente compiuto in questi anni ciò che si era proposto di fare, ossia di unire i sindaci e i Comuni Jonici nello sforzo comune di vigilare e opporsi a tempo debito contro le richieste delle compagnie petrolifere.
Questi sono tutti elementi che impongono a tutti uno sforzo di pazienza e di umiltà.
Non è il momento delle divisioni, questo è il momento dell'intelligenza e dell'unione e vorremmo che il Comune di Policoro e tutti gli altri comuni metapontini, in questa occasione, si schierassero senza indugi e ambiguità con le loro comunità. Il grosso della riuscita della battaglia dipende da loro. Solo loro hanno il potere di un'opposizione istituzionale ferma e di coinvolgere le comunità a questo punto.
E' necessario che sindaci, operatori turistici e cittadini dialoghino e si uniscano tutti in uno sforzo comune, abbandonando ogni ambiguità e ogni altro interesse che non riguardi l'obiettivo di scongiurare le trivellazioni a mare.
E' necessario, in questo momento, ragionare con estrema coscienza e con estrema serietà, non utilizzare la battaglia NO Triv come opportunità elettoralistica. Non ci servono protagonismi, ci servono determinatezza e chiarezza.   Anche sulle frettolose proposte ad effetto uscite dalla riunione di Policoro del 24 giugno di occupare la 106, bisognerebbe chiedersi se questa non potrebbe rivelarsi una forma di protesta controproducente, dal momento che in questo momento danneggeremmo proprio quel flusso economico di turisti diretti ai nostri mari ancora liberi da trivelle.
E' necessario approfondire e condividere insieme a tutte le realtà calbresi, lucane e pugliesi, forme di proteste. Non ha senso combattersi fra sindaci a chi prende prima l'iniziativa. Non ci interessa. I sindaci devono dare spazio e ascolto alla politica disinteressata e pronta dei movimenti NO TRIV, coadiuvarla, non cercare di strappargliela di mano. 
E' necessario rimanere molto vigili e attenti, perchè non so se è chiaro a tutti, ma il Governo è stato più che esplicito nel dichiarare le sue intenzioni di trivellare tutto il mare italiano e il Ministero ha già rilasciato le concessioni per esplorarlo (anche proprio di fronte a casa nostra) con tecniche invasive e pericolose come l'air-gun. Non stiamo più parlando di un'eventualità, ma di una realtà. Non ci sono più scadenze a 60 giorni, 60 mesi, 60 lustri, il tempo è ora o mai più.