mercoledì 19 agosto 2015

Pozzi chiusi e rischi di inquinamento... e a Policoro?

no dei grandi problemi legato al ciclo del petrolio riguarda l'inquinamento prodotto dalle acque reflue
derivanti dalle attività estrattive. Sono molti gli scandali collegati allo smaltimento illegale delle acque reflue accertati dalla magistratura anche in Basilicata e ricca è la letteratura giornalistica che parla di questo fenomeno e che ormai avrebbe dovuto renderci esperti e accorti.
Lo smaltimento delle acque reflue (chimiche e radioattive) è uno dei processi più onerosi, complicati e costosi che gravano sulle industrie gas-petrolifere e che non poche volte, anche quì in Basilicata, hanno dimostrato come le stesse tentino scorciatoie di ogni sorta per porvi rimedio, dalla mistificazioni dei documenti accertanti la bonifica delle acque, al trattamento di bonifica parziale, allo sversamento nei fiumi, all'interramento dei prodotti inquinanti nei pozzi di estrazione chiusi. Parliamo di buchi profondi chilometri, dunque nascosti all'occhio umano ma non alle falde acquifere e all'ambiente nel quale l'uomo vive, spesso ideali per far perdere le tracce di qualsiasi schifezza prodotta dall'ingordigia dagli esemplari peggiori della specie.
La notizia di qualche giorno fa di pozzi esausti in Molise riempiti con acque reflue provenienti dalla Basilicata ha riacceso i riflettori dell'opinione pubblica su un problema sul quale mai andrebbero spenti, sul quale noi ci sforziamo di tenrli sempre accesi nonostante la latitanza, l'idifferenza, il silenzio e spesso anche l'irrizione a cui ci sottopongono quelle autorità che per prime dovrebbero vigilare sul fenomeno.
Le domande che dovremmo porci in queste circostanze sono tre:
1) Se numerosi sono gli scandali accertati, quanti immaginiamo che possano essere gli scandali che giacciono a chilometri sottoterra e/o nelle nostre cellule che stanno impazzendo magari aggredite da un cancro che si manifesterà fra decine di anni?
2) Se viene ormai accertato che le acque reflue delle attività estrattive presenti in Basilicata vengono smaltite illegalmente fuori regione, quanti saranno i pozzi di gas e di petrolio chiusi nella nostra regione ad essere attenzionati dal fenomeno?
3) Se le istituzioni preposte al controllo facessero il loro dovere, se almeno mostrassero un'occhio vigile al fenomeno tutto ciò sarebbe possibile?
In questo contesto si situa il caso dei pozzi policoresi, nei confronti dei quali più volte abbiamo chiesto ascolto e attenzione al sindaco, venendo irrisi e ignorati.
Questo il commento dell'avv. Bellizzi su Facebook:
[L'altro] Ieri al tg 2 hanno mandato in onda un servizio su un pozzo di petrolio chiuso nelle Marche [o in Molise? ...non è questo l'importante] e poi utilizzato per lo svernamento di acque reflue provenienti dalla Basilicata.
Oggi i valori della radioattività sono "abnormi". Il sindaco all'epoca ha provato a deliberare contro, ma credo con poca incisività.
Abbiamo sempre detto che i pozzi chiusi sono estremamente pericolosi e non cessano di rappresentare un problema.
Eppure a policoro, la Gas Plus dopo la battaglia portata avanti da Mediterraneo no triv, ha rinunciato all'estrazione e chiuso il pozzo.
Tuttavia, pur presentando le nostre preoccupazioni all'amministrazione comunale di Policoro, il Sindaco ha liquidato rapidamente la questione con un " faccenda chiusa, il pozzo è stato chiuso".
Questo dimostra quanta scarsa sia la conoscenza del problema e anche...la volontà di approfondirla. Nelle Marche dovranno per sempre convivere con un pozzo RADIOATTIVO. Ora lì cominciano a preoccuparsi delle falde acquifere e delle possibili conseguenze. Eppure sarebbe bastato un'ordinanza sindacale a tutela della sicurezza die cittadini e non una delibera.
E a Policoro? A Policoro ci si accontenta della chiusura di Pozzo Morano e senza verificare quanto accaduto nel Pozzo 001 incendiato in passato.
Per Mediterraneo no triv continueremo a verificare e a pretendere controlli incisivi.
Tratto da Karakteria.org