martedì 30 giugno 2015

Policoro in lutto , è morto Nicola Buccolo la memoria di questa città .

Policoro perde uno dei suoi più illustri cittadini Nicola Buccolo , memoria storica della città perchè
con Policoro lui è nato e cresciuto , portandola per mano dalla sua nascita fino ai giorni nostri. Noi conosciamo tutto di Policoro , grazie ai suoi racconti e ai suoi libri , che ci ha lasciato come una preziosa eredità.
Infatti la sua ultima uscita pubblica è stata nel giorno in cui si è organizzato il memorial dell'anniversario della morte del segretario Comunale Pasquale di Brizio , a testimonianza del profondo legame tra Nicola e Policoro.

Giornalista di punta della Gazzetta , e dipendente comunale , era una persona schietta ,  amava la discussione e il confronto ,  che affrontava con una passione che lo contraddistingueva.

Numerosi gli incarichi che ha ricoperto nella sua vita , da consigliere provinciale per la DC a vice direttore dei Giornalisti Lucani , autore di due spenditi Libri sulla citta di Policoro , preziosa eredità lasciata alla città.

Scrive la giornalista Angela Di Vicenzo e fondatrice del giornale online il Metapontino su il suo profilo FB:

 " Ci ha raccontato chi siamo stati e ci ha lasciato in eredità la memoria della nostra storia. 
Aveva l'entusiasmo di un ragazzino e grinta da vendere, a dispetto di una figura piccola e delicata.
La città di Policoro perde un pezzo della propria identità e la categoria giornalistica un professionista serio e leale. 
Mancherai, caro Nicola"

Nicola mancherà a POLICORO.

lunedì 29 giugno 2015

Policoro , altro che turismo come l'eldorado , per 40 lavoratori è un dramma , sono in mezzo alla strada


Quando parliamo di turismo , a Policoro come altrove sembra che stiamo parlando dell'eldorado , dell'oro , dove chi lavora , fatica ma guadagna. Molte volte non è così , dietro si nascondono anche storie di fallimenti , di stipendi non pagati , di un dramma che coinvolge molte persone , di cui nessuno ne parla , come a voler dire , quando si parla dell'industria del turismo bisogna raccontare le cose belle e buone , nascondere la sporcizia sotto la Sabbia.

Nessuno sa e molti fanno finta di non sapere , che l'oro Hotel di Policoro, almeno la società che gestiva l' Hotel è fallita , ma non solo ha lasciato per strada i propri dipendenti (40 persone) è una trentina di imprese locali che avanzano Soldi. Tutto questo nel totale e vergognoso silenzio delle istituzione , dell'amministrazione Cacao Meravigliao di Policoro ai sindacati  , vite disperate che avanzano in alcuni casi anche un anno di stipendio .
La storia e simile a quello di tantte le società , che sono come scatole cinesi , fittizie , infatti autorizzati dalla legge alla truffa

Nel 2008 la LBM spa di Raffaele Labarile rileva attraverso il leasing l'Hotel , immediatamente affida la gestione dello stesso alla GESCOM di cui lui è proprietario ( non ricordo se era anche amministratore) , dopo circa un anno affida la gestione sempre ad una sua società la GESCOM 2 durante questo periodo una parte dei dipendenti vengono assunti da un'altra società sempre del gruppo la LBM service srl. Dopo un paio di anni anche la GESCOM 2 e la LBM service srl chiudono i battenti e vengono rimpiazzate dalla KLARK srl di cui Labarile ne è il proprietario ma non l'Amministratore(lo è il cognato) . Arriviamo ad ottobre dello scorso anno il gruppo entra in crisi iniziano a mettere in liquidazione le varie società e per non perdere la proprietà dell'Oro Hotel affidano, sempre attraverso l'affitto del ramo d'azienda, la gestione alla Piramide srl con amministratore il dott. Alessandro Benevento.
Labarile resta il socio di fatto, verificabile attraverso varie testimonianze.
Di fatto la gestione dell'hotel , nonostante fatturati importanti crea una serie interminabile di debiti con enti come ENEL circa 120 mila euro, AQL circa 50 mila euro, Eon circa 70 mila euro , fornitori vari circa 100 mila euro  ( tra cui FE.VI. frutta circa 20 mila euro )  senza parlare dei dipendenti che tra le varie società vantano circa 200 mila euro. Di fronte a tale situazione questi, i dipendenti, non hanno avuto nessun tipo di tutela perchè anche l'attivazione delle Monocratiche dinanzi alla Direzione Territoriale del Lavoro non ha sortito nessun risultato. Infatti mentre si procedeva a fare gli atti innanzi al Giudice la proprietà mandava in liquidazione prima ed in fallimento poi le varie società (le lungaggini burocratiche della Direzione Territoriale del lavoro aiutavano questo gioco). Un dramma per i dipendenti e i fornitori i primi lasciati soli sia dai sindacati che dalle istituzioni ,
i secondi ormai rassegnati.
Non quantificabile il danno alle casse del comune per il mancato introito delle varie tasse (spazzatura) di cui costo l'amministrazione se non interviene sarà pagato interamente dalla collettività.

Che fare ?

Intanto il sindaco convochi i lavoratori , le OO.SS. latitanti ed insieme intraprendano iniziative per rivendicare sia lo stipendio che il mancato introito del dovuto nelle casse del comune , il prefetto convochi le parti per trovare soluzioni nei confronti del proprietario che portino almeno al pagamento degli stipendi.

Ecco una cosa che Leone potrebbe fare in difesa dei cittadini e dei lavoratori dei territori , convochi i lavoratori , faccia fronte unito , solleciti il prefetto ad un'azione risarcitoria nei confronti del Proprietario Vero ,

Noi su questa vicenda ci torneremo
NON MOLLIAMO

domenica 28 giugno 2015

Incontro a Policoro dei sindaci contro le trivellazioni a mare: tensioni e insegnamenti

Tratto da Karakteria

La riunione dei sindaci contro le trivellazioni che si è svolta il 24 giugno presso
la sala consiliare di Policoro ha vissuto momenti di alta tensione stranamente non riportati dagli organi di informazione, o almeno da quegli organi che noi abbiamo consultato.
Il pomo della discordia ha riguardato principalmente la presenza a sorpresa (non presente nell'elenco degli invitati) dell'Assessore Regionale, Aldo Berlinguer.
Proprio quel Berlinguer, importato dalla Toscana dal renziano Pittella per occuparsi dell'assessorato regionale più delicato e ricco quello all'ambiente; quel Berlinguer che ha portato la Basilicata (la più trivellata d'Italia) a non opporsi allo Sblocca Italia; quel Berlinguer che ha trattato col governo per aumentare le estrazioni (154.000 barili estendibili anche oltre il territorio lucano, anche verso la Calabria); quel Berlinguer che in merito proprio all’istanza d 79 F. R della Enel Longanesi di cercare petrolio con air-guns nel mar Jonio aveva fatto decorerre i termini  per la presentazione delle osservazioni al ministero contro le ispezioni della società petrolifera (sul decreto ministeriale infatti risultano solo le osservazioni di Med No Triv, fatte proprie in un secondo momento anche dal Comune di Policoro): non bisogna essere nè esperti di diritto nè assessori all'ambiente per sapere che le osservazioni si presentano entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell'atto che si desidera impugnare. Infatti la Regione Calabria le ha presentate in tempo, mentre (come con lo Sblocca Italia) Aldo Berlinguer, esperto di diritto e assessore all'Ambiente, aveva fatto decorrere i tempi, deliberando in Consiglio Regionale, un inutile atto solo dopo un anno e mezzo (delibera della Regione Basilicata del 4 dicembre 2014). Insomma un bel lasciapassare per la Enel Longanesi.
Parliamo proprio di quell'Aldo Berlinguer che ad un certo punto ha tirato fuori la micidiale arma di distrazione di massa delle Zone Franche: un istituto permesso solo alle aree fortemente depresse economicamente che permetterebbe alla Regione Basilicata di diventare una sorta di territorio defiscalizzato. Un istituto che aveva fatto tremare e inorridire ogni coscienza No Triv della regione, che ci aveva visto il tentativo di aprire definitivamente la porta ad ogni sorta di trivellazione, l'intenzione di deprimere ogni altra economia per poi permettere l'istituzione della Zona Franca come una sorta di lauto indenizzo alla catastrofe che verrà.
La riunione del 24 giugno era stata indetta dal sindaco Leone ed erano stati invitati i sindaci della costa jonica lucana più l'assessore all'ambiente di Taranto, salvo poi trovarci il magico Aldo Berlinguer; si era capito che l'incontro doveva riguardare sindaci e movimenti (come era avvenuto e riavverrà il 28 giugno a Trebisacce) al fine di elaborare strategie di lotta e di opposizioni (istituzionali e sociali) alla ricerca di idrocarburi in mare.
La presenza di Berlinguer ha fatto trasalire i pochi movimenti NO TRIV presenti all'incontro, i quali hanno tolto lo striscione dall'evento e sono andati via. Solo a fatica sono riusciti a prendere la parola per esprimere il loro dissenso. Gli è stato detto che potevano parlare solo le istituzioni, è stato invocato l'intervento dei vigili per non farli intervenire. Ci riferiamo a cittadini e movimenti che fino ad oggi, da soli e spesso sostituendosi alla latitanza delle istituzioni, hanno affrontato le compagnie petrolifere con le osservazioni ai progetti petroliferi, con le opposizioni al TAR e alla Corte Europea, con manifestazioni, con l'informazione e la vigilanza costante, con i prelievi ambientali, dimostrando inquinamenti dove gli enti regionali mistificavano o "dimenticavano", con il sollecito incessante ai comuni e alle regioni.
E' chiaro che se il "buongiorno si vede dal mattino", questo ultimo Round che deciderà se nel nostro mare verrano o meno impiantate le trivelle, dalla sponda lucana inizia male, mentre quella calabrese si dimostra almeno per il momento più chiara e risoluta.
E' chiaro che le divisioni in questi momenti sono deleterie, ma è altrettanto chiaro che ora bisogna essere molto chiari e decisi (i sindaci in primis devono esserlo). Sono troppe le esperienze negative in questo senso, che ci hanno ridotto già ad un territorio colabrodo.

Sappiamo fin troppo bene che basta rallentare una protesta, far scadere un’opposizione, convincere la popolazione ad adoperarsi per una rivolta inconcludente perché la battaglia venga persa senza colpevoli. Gli interessi in ballo sono troppi e troppo alti, i rischi troppo reali e imminenti per permetterci errori di questo tipo. 

Noi non pensiamo che il sindaco di Policoro stia lavorando con Berlinguer a questo fine, sarebbe troppo, ma sicuramente ha sbagliato completamente strategia e ci espone a troppi rischi.
E' anche vero che a livello locale noi siamo suoi diretti e aspri oppositori, ma quella sulle trivellazioni in mare è una battaglia che va al di là delle faccende locali, saremmo troppo stupidi e irresponsabili se confondessimo i due livelli, ma saremmo ancora più stupidi e irresponsabili se non mettessimo in risalto ambiguità e pericoli in questo momento. Abbiamo bisogno di guide decise e senza compromessi in questo momento, perchè le trivelle a mare non possono avere compormessi.
Quello che ci preoccupa sono i rapporti di amicizia del sindaco con Aldo Berlinguer e le sue cene con lui (rapporti dichiarati dallo stesso sindaco in un Consiglio Comunale), il fatto che il Comune di Policoro sia stato uno dei primi e uno dei pochi a deliberare in favore delle Zone Franche e il fallimento di quel Protocollo di Eraclea che non ci avrebbe portato all'emergenza di dover contrastare i petrolieri quando hanno ottenuto le autorizzazioni ad esplorare con air-gun le nostre coste, se invece di essere abbandonato sulle prime pagine dei giornali avesse veramente compiuto in questi anni ciò che si era proposto di fare, ossia di unire i sindaci e i Comuni Jonici nello sforzo comune di vigilare e opporsi a tempo debito contro le richieste delle compagnie petrolifere.
Questi sono tutti elementi che impongono a tutti uno sforzo di pazienza e di umiltà.
Non è il momento delle divisioni, questo è il momento dell'intelligenza e dell'unione e vorremmo che il Comune di Policoro e tutti gli altri comuni metapontini, in questa occasione, si schierassero senza indugi e ambiguità con le loro comunità. Il grosso della riuscita della battaglia dipende da loro. Solo loro hanno il potere di un'opposizione istituzionale ferma e di coinvolgere le comunità a questo punto.
E' necessario che sindaci, operatori turistici e cittadini dialoghino e si uniscano tutti in uno sforzo comune, abbandonando ogni ambiguità e ogni altro interesse che non riguardi l'obiettivo di scongiurare le trivellazioni a mare.
E' necessario, in questo momento, ragionare con estrema coscienza e con estrema serietà, non utilizzare la battaglia NO Triv come opportunità elettoralistica. Non ci servono protagonismi, ci servono determinatezza e chiarezza.   Anche sulle frettolose proposte ad effetto uscite dalla riunione di Policoro del 24 giugno di occupare la 106, bisognerebbe chiedersi se questa non potrebbe rivelarsi una forma di protesta controproducente, dal momento che in questo momento danneggeremmo proprio quel flusso economico di turisti diretti ai nostri mari ancora liberi da trivelle.
E' necessario approfondire e condividere insieme a tutte le realtà calbresi, lucane e pugliesi, forme di proteste. Non ha senso combattersi fra sindaci a chi prende prima l'iniziativa. Non ci interessa. I sindaci devono dare spazio e ascolto alla politica disinteressata e pronta dei movimenti NO TRIV, coadiuvarla, non cercare di strappargliela di mano. 
E' necessario rimanere molto vigili e attenti, perchè non so se è chiaro a tutti, ma il Governo è stato più che esplicito nel dichiarare le sue intenzioni di trivellare tutto il mare italiano e il Ministero ha già rilasciato le concessioni per esplorarlo (anche proprio di fronte a casa nostra) con tecniche invasive e pericolose come l'air-gun. Non stiamo più parlando di un'eventualità, ma di una realtà. Non ci sono più scadenze a 60 giorni, 60 mesi, 60 lustri, il tempo è ora o mai più.

sabato 27 giugno 2015

No Scorie Trisaia. Deposito nazionale scorie: Nuove mappe divulgate dal deputato sardo Pili


dal 7 giugno 2015 è in atto una mobilitazione generale della Sardegna contro il deposito nazionale di scorie nucleari da parte di associazioni, cittadini e istituzioni in attesa del 15 giugno, giorno in cui dovrebbe essere pubblicata la rosa dei siti candidati a ospitare il futuro deposito nazionale di scorie nucleari da parte dei ministeri competenti. Il governo ha rinviato volutamente la pubblicazione dei siti a dopo elezioni amministrative.  I sardi temono il deposito nazionale e oggi si fermeranno alle ore 11 facendo suonare allarmi, sirene, ma anche le campane delle chiese in tutta la Sardegna. Manifestazioni sono previste in più piazze per il "Nonucle die” organizzata dal comitato Nonucle-Noscorie sardo. Flash mob organizzati, le squadre sportive oggi scenderanno in campo con la bandiera no nucle mentre le istituzioni esporranno le bandiere del coordinamento Noscorie sulle proprie sedi. E’ stato chiesto agli studenti sabato mattina alle ore 11 di far squillare i propri telefonini nelle classi anche contro la volontà dei propri presidi.   (http://www.sardiniapost.it/politica/nucleare-il-7-giugno-manifestazione-contro-il-deposito-scorie-nellisola/). . Il deputato sardo Mauro Pili mostra le mappe che destinerebbero la Sardegna a ospitare il sito nazionale delle scorie nucleari. Sono tre le mappe che secondo il deputato accompagnerebbero la documentazione per la scelta della Sardegna ,  sono quelle della sismicità, delle frane  e una terza  su fonti  sismogenetiche   che secondo Pili  è della Nasa ,lo fa direttamente dal social fb   https://www.facebook.com/pages/Mauro-Pili/197371640291789 ,  la notizia è riportata su numerose testate sarde  e nazionali. Le mappe sono abbastanza chiare, le altre aree potenzialmente interessate restano per esclusione in base a questi criteri , la Puglia ai confini della Basilicata, la Campania, il Lazio, la Toscana e il Piemonte. L’area della Puglia ai confini della Basilicata, in particolare quella  dell’alta murgia continua  a rimanere nelle combinazioni  delle  mappe  a partire da quella diffusa nel 2010  sulle  testate nazionali per i  siti potenzialmente idonei alla realizzazione del deposito nazionale di scorie  (smentita da Sogin) . D’altronde l’Italia fisica non cambia negli anni , ma cambia la conoscenza  che dovrebbe migliorare la sicurezza e la  qualità di vita delle popolazioni , magari  studiando come  ridurre il potenziale radioattivo delle scorie nucleari ed evitare di costruire depositi millenari.

giovedì 25 giugno 2015

Contratto di quartiere : Una truffa da SEICENTOMILA EURO alle casse del comune . .. e tutto tace

Perchè parliamo della grande truffa in riferimento al contratto di quartiere

di sperpero di denaro pubblico

Cominciamo facendoci una domanda e dandoci la relativa risposta:

Può un'opera pubblica essere appaltata senza avere le aeree nella disponibilità dell'ente appaltante ?

No , qualsiasi appalto deve avere un pre requisito , che la disponibilità dell'aeree interessate alla realizzazione delle opere

Perchè allora questo prerequisito non è stato rispettato nel caso del contratto di quartiere e cosa a tutt'oggi ha significato ?

Difficile dare una risposta del perché , diciamo un po per incompetenza per sciatteria un po' per malafede

Nel contratto di quartiere sono stati appaltati lavori in pur essendoci degli occupanti tanto è vero che tutti i lavori sono partiti in ritardo ed alcuni ancora devono partire , pur essendo i relativi appaltati da oltre 6 anni , come le piste ciclabili.

Ma la cosa grave e che mentre i due commissari succedutosi tra Serafino Di Sanza e Leone , la Dott.ssa Iaculli e il dott.re Gentile , deliberavano due atti in cui chiedevano , lo sgombero immediato delle aree interessati ai lavori essendo i soggetti occupanti senza nessun titolo , prima Lopatriello poi soprattutto Leone non erano dello stesso avviso , o almeno mai l'ufficio tecnico non ha mai provveduto a sgombrare le aree interessati , ma si è andati a delle transazioni , costati oltre un seicentomila  euro alle casse del comune , senza che mai gli atti esecutivi dei commissari fossero stati  annullati , ma sono stati semplicemente ignorati.

Quale è stato il presupposto del riconoscimento di un titolo al risarcimento agli occupanti senza titolo ?

Perchè questo spreco enorme di denaro pubblico questa truffa di enorme proporzione ?

Incopetenza , clientelismo o l'Italica mazzetta ?

Non sta a noi terminare le ragioni , ma stai a noi raccontare i fatti.

Infatti uno degli atti che giustificano tali transazioni e una determinazione dell'ingegnere Viceconte , sposata dall'amministrazione Leone , che riconosce la miglioria di alcuni lavori fatti dagli occupanti , che è stata quella del riempimento del fosso antistante il campo sportivo con misto stabilizzato.

Ma se la perizia del Geologo Gallicchio del 2001 approvata dalla giunta e pagata dall'amministrazione , ed allegata alla regione per l'approvazione dei lotti del prolungamento di via siris , dice senza ombra di dubbio a pag. 15 : , che li siamo in presenza di :
 … particolar attenzione merita l’area antistante il parcheggio a servizio del campo sportivo in quanto destinata in passato a discarica di RSU (vedi planimetria allegata) … quale ex cava e usata per scarico di rifiuti solidi urbani … l’area è molto antropizzata ed ha subito negli anni numerose modifiche … pag. 17 .. parere dello scrivente l’azione più opportuna sarebbe la rimozione totale dei rifiuti. … ecc. ecc.

Chi mente ? Il geologo che afferma che non vi è nessun misto stabilizzato e che l'area va BONIFICATA o l'ingegnere Viceconte o addirittura Leone che regala soldi a manca e a destra invece di impossessarsi di aeree che sono nella disponibilità pubblica come hanno accertato i commissari prefettizi , Iaculli e Gentile ?

C'è misto stabilizzato o MUNEZZA ?

Siamo di fronte a una colossale truffa , di cui ancora nessuno vuole mettere luce

un MILIONE di Euro dei cittadini , messi nelle tasche dei soliti amici degli amici

Ma noi NON MOLLIAMO

altro che mafia romana , siamo......................


mercoledì 24 giugno 2015

Prolungamento Via Siris , La strada della vergogna o la grande Truffa ? L'inconsapevole Leone non sa dell 'incompatibilità Ing.Perrone

La strada della vergogna ,l'abbiamo definita in questi anni , non solo perché le condizioni in
Foto dalla rel. geologica 2011 Dott. Gallicchio
cui è stata lasciata sono pietose , ed è in fase di collaudo , ma anche perche come il parco vicino sorge su una discarica che doveva essere Bonificata , che invece hanno fatto finta che non ci fosse e sono andati avanti.

Ma Come dice Bianco , (Bianco 1 da non confondere con Bianco 2) le perizie geologiche dicono altro e quindi noi dovremmo smettere di fare i tuttologi ma studiare studiare studiare .

Ebbene si , abbiamo ascoltato il consiglio di Bianco 1 , e ci siamo messi a studiare , dall'origine della strada fino ad oggi , una bella ricerca tra carte delibere e determinazione , e a quale conclusione siamo arrivati ?

Che ci troviamo di fronte a una grande truffa di enorme proporzioni e che la commissione di callauado del trio Perrone (presidente , funzionario regionale) , Delli Veneri e Agresti il solo povero innocuo Agresti non ha nessuna incompatibilità.

Ma andiamo in Ordine
le incompatibilità : adesso chi lo dice all'inconsapevole Leone ?

l Consiglio Comunale, nella seduta n. 13 del 20/04/2001, approvava il programma triennale delle opere pubbliche con i lavori di “prolungamento di via Siris 1° - 2° - 3° lotto” e la “strada di collegamento Policoro – Sinnica”.
Poiché occorrevano redigere i progetti definitivi ed esecutivi, come previsto dalla L. 109/1994 e succ. mod. ed int., furono contratti n. 4 mutui con Cassa Depositi e Prestiti per finanziare gli oneri di progettazione sul Fondo Rotativo per la Progettualità.
Per la redazione di dette progettazioni è stato necessario preliminarmente dotarsi delle rispettive relazioni geologiche che, con la deliberazione di G.M. n. 183 del 07/05/2001 e la determinazione n. 73 del 22/05/2001, fu conferito incarico professionale.
Furono affidati gli incarichi professionali e liquidate le prestazioni, comprese quelle del geologo.
Seguirono le relative approvazioni dei progetti con le acquisizioni dei pareri dei vari Enti preposti, ed in particolare, il parere n. 04/2002 della Regione Basilicata, ai sensi della legge regionale n. 23 del 24/04/1990, rilasciato dall’Ufficio Infrastrutture e Difesa del Suolo a firma del Dirigente dell’Ufficio e del Relatore, dopo che il Responsabile della P.O. ha richiesto specifica integrazione documentale, tra cui, la relazione geologica, geotecnica e idraulica.

Riepilogando, si ha un commissione di collaudo composta da tre membri, di cui uno è il presidente, e circa il collaudo statico non è dato sapere chi lo eseguirà all’interno della commissione (a dire il vero lo avrebbero già dovuto eseguire) perché, l’Ing. Demarco è dimissionario come componente, ma ha ancora l’incarico all’epoca affidato di cui non ha formalizzato le dimissioni. Non lo potrà fare neanche il Presidente Ing. Perrone perché incompatibile avendo assentito il deposito dei calcoli, in quanto P.O. Attività Edilizia in zona sismica dell’Ufficio Infrastrutture e Difesa del Suolo della Regione Basilicata. Restano altri due componenti della commissione, l’Ing. Delli Veneri – responsabile dei LL.PP. del Comune, ma egli dovrà essere estraneo ai lavori, cosa che non risulta affatto, a questo punto resta l’unico componente che è il geom. Agresti – responsabile del servizio Urbanistica, se è estraneo ai lavori e ne ha le competenze.

Inoltre, sull’incompatibilità del Presidente della Commissione di Collaudo, CHI GLIELO DICE ALL’INCONSAPEVOLE LEONE che l’Ing. Perrone è INCOMPATIBILE ai sensi dell’art. 141 comma 5 del Codice dei Contratti e art. 216 comma 7 del Regolamento ?
L’ing. Perrone è colui che:
  1. a capo della P.O., quale Responsabile ha richiesto, tra l’altro, specifica integrazione documentale, tra cui, la relazione geologica, geotecnica e idraulica per poi esprimere;
  2. in qualità di relatore, il parere n. 04/2002 della Regione Basilicata, rilasciato dall’Ufficio Infrastrutture e Difesa del Suolo, atteso che la relazione geologica, geotecnica e idraulica integrata, riguarda indistintamente la strada di collegamento Policoro – Sinnica e di Prolungamento di via Siris Lotto I, II e III, che la strada oggetto di collaudo è parte integrante e di connessione a quella di collegamento Policoro – Sinnica, è e resta la stessa strada su cui sono stati eseguiti i lavori del Prolungamento di via Siris Lotto I;
  3. in qualità di P.O. quale Responsabile dell’Attività Edilizia in zona sismica dell’Ufficio Infrastrutture e Difesa del Suolo della Regione Basilicata, ha assentito il deposito dei calcoli in c.a. di un tombino (ponte sul canale fosso ricino), rilasciato a maggio 2011 dall’Ufficio Infrastrutture e Difesa del Suolo della Regione Basilicata, accettando a deposito una nuova perizia geologica di altro professionista dai contenuti e risultanze diverse dalla precedente, ben consapevole dell’esistenza all’origine per oggetto di specifica richiesta di integrazione documentale e agli atti in procedimento connesso di cui egli è la medesima persona, addetta appunto, allo svolgimento di attività di controllo, approvazione, autorizzazione e vigilanza sui lavori da collaudare.
  4. avendo sottoscritto il suddetto parere n. 04/2002, e richiesto preliminarmente la relazione geologica, geotecnica e idraulica così integrata dal Comune, Egli ha la Relazione così integrata e ne conosce il contenuto anche sul sito oggetto dei lavori del Prolungamento di via Siris ed in particolare per il Primo Lotto.
E dunque, sorgono spontanee le domande:
  1. con che imbarazzo si potrà collaudare l’opera?
  2. ma davvero sarebbe credibile un collaudo da tale commissione?
  3. il collaudatore conosce il corso d’opera?
  4. per quelle opere o lavorazioni non più ispezionabili come si comporterà non essendoci verbali e ispezioni in corso d’opera?
  5. il collaudatore e la commissione sono consapevoli di cosa è accaduto tra la sez. 1 e sez. 5 di cui all’Ord. di Servizio n. 2 della Direzione dei Lavori, oggetto anche delle domande dell’appaltatore  
  6. come sopra, che dire della variante suppletiva approvata successivamente al suddetto Ord. di Servizio? E circa la legittimità sul ricorso alle Varianti?
  7. e sui maggiori tempi di esecuzione, oppure sul mancato inizio dei lavori, cioè parziale inizio a causa della non disponibilità delle aree che ha condizionato i tempi di esecuzione e il protrarsi degli stessi, nonostante le certificazioni e le asserzioni documentali (art. 106 del D.P.R. n. 207/2010 ex art. 71 del D.P.R. n. 554/1999 sull’attestazione della DL in merito alla lett. a), b) e c), ed inoltre, in nessun caso si procede alla stipulazione del contratto o alla consegna dei lavori se il responsabile del procedimento e l’esecutore non abbiano concordemente dato atto, con verbale da entrambi sottoscritto, del permanere delle condizioni che consentono l'immediata esecuzione dei lavori, con riferimento a quelle di cui al comma 1, lettere a), b) e c)?
  8. e in merito ai mancati adempimenti, circa l'avvio delle procedure di esecuzione del decreto di esproprio e conseguente immissione in possesso o per l’emissione del decreto di occupazione di urgenza, da porre in essere in tempi compatibili con la stipulazione del contratto ? (siamo certi che con le transazioni operate con occupanti senza titolo siamo tutto a posto e si è recuperato tempo)? Si era o no a conoscenza già nella fase della progettazione della indisponibilità delle aree? Cosa si risponde in merito?
  9. sui maggiori costi per liberare le predette aree, in surroga alle normali e prevedibili procedure di esproprio, oltre alle opere somministrate dal Comune agli occupanti, saranno regolarmente documentate e rendicontate per il lavoro eseguito perchè previsto dal progetto?
  1. poiché è commissione di collaudo anche di altre opere, tra cui una opera adiacente alla predetta strada (parco urbano), come sia possibile che l’altra varia planimetricamente (modifica, trasla orizzontalmente rispetto al rondò esistente) mentre la strada resta come da previsioni?
  2. si è consapevole di che tipo di sottosuolo è interessato dai lavori dalla sez. 1 e sez. 5 in poi? Re-visionando la relazione geologica del 2001, necessaria per il parere n. 04/2002 della Regione Basilicata, ma necessaria anche per la strada oggetto del collaudo poiché anch’essa interessata dal medesimo studio geologico, magari avremmo la risposta o la sorpresa, a pag. 15 riporta: … particolar attenzione merita l’area antistante il parcheggio a servizio del campo sportivo in quanto destinata in passato a discarica di RSU (vedi planimetria allegata) … quale ex cava e usata per scarico di rifiuti solidi urbani … l’area è molto antropizzata ed ha subito negli anni numerose modifiche … pag. 17 .. parere dello scrivente l’azione più opportuna sarebbe la rimozione totale dei rifiuti. … ecc. ecc.
  3. delle due relazioni geologiche (l’una del 2001, l’altra del 2011) quale è lo studio a cui la progettazione si è ispirata per i lavori in oggetto, posto che la prima è antecedentemente alla progettazione, mentre l’altra è a posteriori? Per la prima, è stato conferito incarico professionale e liquidate le competenze, per la seconda, invece, interpellando il portale istituzionale e l’archivio delibere/determine dal 2011 in poi non risulta alcun incarico professionale e ne alcuna liquidazione di prestazione per quella relazione geologica.
  4. conseguentemente, ai fini della rendicontazione delle spese, cosa si rendiconta allo Stato e alla Regione? Si rendicontano le spese per la prima perizia geologica o le spese per la seconda? E ,se a questa risposta facile, facile si rispondesse con le spese per la seconda, le spese della prima a cosa sono servite?
  5. se la relazione geologica occorre per il progetto preliminare e per il definitivo, perché servirsi di una diversa relazione geologica in corso d’opera senza alcuna correlazione con la precedente? In cosa differiscono l’una dall’altra? Cosa si omette con la seconda relazione geologica? Chi ha commissionato la seconda relazione e soprattutto chi ha pagato tale prestazione?
  6. l’Ing. Perrone ci dicesse se è o non è incompatibile col predetto incarico?

DITEGLIELO ALL’INCONSAPEVOLE LEONE ….
Perrone è incompatibile

Ci dica il Prof.re Bianco 1 , abbiamo studiato o no, se si 
ci dica adesso cosa farà . Un consiglio , prenda le carte , prenda questo articolo esca dal comune e li porti dai  carabinieri o finanza. O ci quereli o denunci i fatti.
Non c'è lo faccia fare a noi.

Domani la truffa


martedì 23 giugno 2015

Dopo l’Adriatico è assalto petrolifero anche al Mar Jonio: ministeri autorizzano l’Enel Longanesi

Dopo l’Adriatico è assalto petrolifero anche al Mar Jonio: ministeri autorizzano l’Enel Longanesi


Permesso Enel Longanesi d92FR-ENLa Ola rende noto che, con Dec VIA favorevole con prescrizioni da parte dei Ministeri Ambiente e Beni Ambientali e Turismo del 12/6/2015, è stato rilasciato, nonostante i pareri dei comuni e delle associazioni, la compatibilità ambientale relativamente al progetto consistente nell’effettuazione di una indagine sismica 3D nell’ambito del permesso di ricerca di idrocarburi denominato “d 79 F.R-.EN”, nel Mar Ionio Settentrionale, presentato dalla Società Enel Longanesi Developments S.r.l.
L’area interessa 848 Kmq e il progetto interessa le Regioni Calabria, Basilicata e Puglia; Province di Crotone, Cosenza, Matera, Taranto e Lecce; Comuni di Cirò, Cirò Marina, Crucoli, Cariati, Scala Coeli, Mandatoriccio, Pietrapaola, Calopezzati, Crosia, Rossano, Corigliano, Cassano, Villapiana, Trebisacce, Albidona, Amendolara, Roseto Capo Spulico, Montegiordano, Rocca Imperiale, Nova Siri, Rotondella, Policoro, Scanzano, Pisticci, Bernalda, Ginosa, Castellaneta, Palagiano, Massafra, Taranto, Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella, Maruggia, Manduria, Porto Cesareo, Nardò, Galatone, GaIlipoli, Taviano, Racale, AlIise, Ugento, Salve, Morciano, Patù e Castrignano del Capo.
Il progetto prevede l’operazione di acquisizione sismica a mare attraverso strumentazione idonea all’individuazione di accumuli di idrocarburi gassosi nel sottosuolo marino, nell’area ubicata nel Golfo di Taranto ad una distanza minima dalla costa pari a 35 km.
La Ola ricorda che erano state presentate sull’istanza le osservazioni/opposizioni della Città di Policoro in data 03/09/2013,dell’Avv. Giovanna Bellizzi per Comitato Mediterraneo No Triv in data 03/09/2013 ,del comune di Nova Siri in data 05/09/2013, del Comune di Cariati in data 06/09/2013, dll’Organizzazione Lucana Ambientalista in data 06/09/2013, della Provincia di Cosenza in data 09/09/2013, del WWF Italia – sezione regionale Basilicata in data 09/09/2013.
Per la Ola l’autorizzazione dei Ministeri riapre un fronte di opposizione da parte delle comunità e degli imprenditori turistici ed agricoli delle tre regioni contrari alla volontà governativa di imporre le trivelle in un’area marina e costiera le cui vocazioni sono sempre più minacciate dalle trivelle petrolifere.

lunedì 22 giugno 2015

I Casalini , via Napoli due testimonianze del Degrado della città ridotta a Munnezzaro. Eppure loro si proclamano amministrazione MERAVIGLIAO

Casalini Policoro come doveva essere.
Questo post sarà di poche parole , ma di molte immagini , nella testimonianza ripresa da Jonica tv vi presentiamo il degrado in cui vive la città.

E parliamo del cuore della città , i casalaini , non solo una borgata centrale
ma un pezzo di storia e idendità della citta


Sono ormai tre anni e la condizione pur di fronte all'alta tassazione , non accenna a migliorare.

Continuiamo a denunciare che questo appalto delle raccolta urbana è una truffa e ripetiamo truffa , milionaria a spese dei cittadini , non solo non viene rispettato il capitolato , ma nessuno fa niente per migliorare una situazione ormai al limite e si avvicina l'estate ........

Noi continueremo in queste inchieste di testimonianza fino a quando l'amministrazione comunale , concentrata sui soliti interessi dei palazzinari , non cambi indirizzo , investendo in risorse , affinchè a policoro tenere le strade pulite e fare la manutenzione , non siano atti straordinari , ma la ordinarietà a cui noi cittadini 
ABBIAMO DIRITTO. 

sabato 20 giugno 2015

«Sfregi», minacce e agguati tra pusher La Policoro violenta e "l'amico di Scanzano" 2*P.

Di Leo Amato dal Quotidiano della Basilicata
maresc.llo G. Carluccio

Le intercettazioni dell’inchiesta sulla droga nel metapontino: le minacce per i debiti di droga ai pusher passati col boss Scarcia. Il pasticciere di Nova Siri vicino al clan degli zingari: «Pagherete caro»



POTENZA - Spacciare a Policoro è pericoloso. C’è chi finisce accoltellato per strada e chi dal carcere vede andare in fumo auto e proprietà. Qualcuno rischia anche la vita, beccandosi una fucilata per i debiti coi fornitori. E per chi cambia “amici” la ritorsione è un fatto inevitabile. 
E’ una città violenta, abitata da personaggi che vivono nell’ombra quella che emerge dall’ultima inchiesta sui pusher del metapontino condotta dalla Guardia di finanza.
Tra gli elementi raccolti dal gip di Matera che a fine maggio hanno portato all’arresto di 5 persone e all’obbligo di dimora per altre 5 c’è anche un’intercettazione ambientale considerata di «valenza gravemente confessoria». Una conversazione registrata dalle microspie piazzate nell’auto
Con.llo P. Cozzoli e il cap.no A. Taccardi
di Pier Paolo Gizzi. Con Claudio Laviola, il suo socio in affari, e Nicola Lofranco (ora ai domiciliari), il pasticcere di Nova Siri vicino agli zingari. L’uomo di fiducia del “carabinir” di Scanzano Jonico, Gerardo Schettino, che è considerato dagli investigatori il vero referente della ‘ndrina di Corigliano per i traffici di droga sulla Ss106. 
Le Fiamme gialle seguivano da tempo i traffici di Gizzi e Laviola. Da quando avevano scoperto la loro «assidua frequentazione» con Davide Pascale, l’imprenditore ferito da un colpo di fucile sotto casa sua, a ottobre del 2012. 
Proprio per un debito di droga, stando a quanto lo stesso Pascale avrebbe confidato al telefono una settimana dopo l’agguato, a uno dei suoi pusher. Sì perché secondo i militari della compagnia di Policoro Pascale «commerciava eroina e cocaina», mentre Gizzi e Laviola si occupavano perlopiù di «hashish» e di «cocaina». E avrebbero avuto anche i loro corrieri, diversi acquirenti-rivenditori e fornitori vari. 
Poi però qualcosa si è rotto. Pascale è stato punito in maniera esemplare. Tanto che per qualche centimentro non ci lasciava la pelle. E la frequentazione tra tutti e tre è cessata «per volontà di Gizzi e Laviola a seguito dell’attentato». 
Chi abbia sparato all’imprenditore, perforandogli la milza e il fegato, e maciullandogli un gluteo, il gip non lo scrive. Ma del fatto che il movente sia stato un debito di droga gli investigatori sembrano certi. Droga affidatagli in conto vendita da qualcuno, che a un certo punto deve essersi stancato di aspettare per avere i suoi soldi. 
Succede se si mette in giro tanta “roba” e si cerca di invogliare nuovi clienti e di tenersi buoni quelli vecchi, anche quando sono a corto di liquidità. Solo che per tutti prima o poi arriva il momento di battere cassa e il gip è convinto che quattro mesi dopo l’agguato a Pascale Gizzi, Laviola e Lofranco parlassero proprio di un piccolo debito da saldare.
Lofranco era uno dei loro rifornitori e doveva riscuotere 350 euro. Ma in quei giorni Gizzi e Laviola avevano preso contatti con Salvatore Scarcia, il boss appena uscito dal carcere, che avrebbe avuto intenzione di riprendersi subito quello che un tempo era suo. Per avviare un nuovo canale di rifornimento.
«Ricordati... ricordati sempre... Solo queste cose... Ricordati sempre che io mi sono messo in discussione con tutti quanti di Policoro per colpa tua, che non ti dovevano toccare, che non ti dovevano fare niente... non ti dovevano fare sfregi... perché se no statti sicuro che gli sfregi li avresti avuti...»
Così Lofranco mette in guardia Pier Paolo Gizzi, aggiungendo di aver già riferito quello che stava succedendo a qualcuno che entrambi conoscevano bene. «Questo gliel’ho detto tre giorni fa pure all’amico nostro di Scanzano... Perché ti sei comportato malissimo e tu pensi che io sono un pagliaccio come quello hai a fianco... Io non sono stato mai un pagliaccio (...) ma per chi cazzo mi hai preso? Per un cretinetto? O ti pensi che io per 350 euro vengo a piangere? Io non vado a piangere da nessuno». 
Infine la minaccia: «Prima o poi... Io non vi chiamo... Non vi vado cercando... Mo’ per caso vi ho visto (...) ma state tranquilli che prima o poi queste 350euro che mi dovete dare... Voi non siete dritti... Lo pagherete caro... Mi direte: “Maledizione, lo ha detto e lo ha fatto”».

Le forze dell’ordine sono intervenute qualche settimana dopo.

venerdì 19 giugno 2015

Policoro violenta , sfreggi minacce e agguati Pusher 1*Parte

    Il titolo non è nostro , ma la prima pagina di oggi del  quotidiano della Basilicata  che dedica a Pag. 12 
un'intero
foglio di un racconto a fonte fosche di uno dei migliori giornalisti di cronaca nera della Basilicata , e che domani riporteremo integralmente.



Che Policoro sia l'asse principale del Traffico di droga del metapontino e anello di congiunzione tra la calabria e la puglia, per capirlo bastava leggere cosa scriveva la DDA ,   e che la droga impudemente scorre a fiume anche nella centralissima Piazza  , è testimoniata dagli innumerevoli arresti fatti sia dai carabinieri , finanza e polizia.
Droga ed alcool , nell'indiferenza generale della città , nel silenzio colpevole dell'amministrazione , nel degrado sociale e urbanistico e nella mancanza di controllo del Territorio , anche se notevoli sono gli sforzi delle forze dell'ordine ,molte volte lasciati soli dalle istituzioni , perche siamo in guerra e non basta la sola repressione.



Alcool è droga scorrono a fiume, timidamente di giorno , marcatamente la notte , dove i controlli da timidi diventano nulli.


A questo si aggiunge il degrado di P.zza Eraclea , e la disinvoltura di pezzi di questa maggioranza , che di fronte alle aperte minacce rivolte a questo Blog , invece di stigmatizzare erano in prima fila ad applaudire.


Chi paga il prezzo sono i cittadini che vivono nel circondario , dove si ritrovano in un ambiente che è diventata la latrina di Policoro , i nostri ragazzi , deboli e tentati sulla  via della trasgressione che diventerà la loro prigione , il concetto di legalità , dove l'unico vergognoso divieto è quello di vietato ai bambini di giocare a Pallone. tolo
Ebbene si : Vietato giocare a Pallone
invece di un bel vietato bere al di sotto dei 16 , vietato bere in assoluto e soprattutto se vi vedo fumare le schifezze vi rompo la faccia.

La città non può essere più  indifferente , c'è il futuro dei nostri figli in gioco  , alziamo le barricate , alziamo la voce , la nostra indiferenza è altrettanto colpevole.


Dice il mio saggio amico Alessandro che Drogarsi è stupido perchè la vita è bella , anche se difficile.  Domani la seconda parte dal titolo ; i fatti di;Policoro violenta , sfreggi minacce e agguati Pusher 1*Parte

giovedì 18 giugno 2015

Roma cooperative e Mafia . E Policoro? Truffa milionaria alle casse del comune. Palaercole ancora Degrado

Edilizia Popolare ? O edilizia convenzionata , la grande truffa a Policoro ? Mentre continua  il degrado del Palaercole........
Quando vedi il cartellone del complesso edilizio che stanno costruendo in viale Salerno difronte al liceo con la scritta “ Edilizia convezionata Comunale “, due sono i pensieri che ti vengono in testa , uno è : finalmente un massiccio intervento pubblico per dare una risposta alla carenza di case popolari , l'altra invece che siamo alla solita truffa alle casse del comunale , che in questi anni ha caratterizzato l'edilizia convezionata  Policorese. I soggetti ed i protagonisti sono sempre gli stessi , cambiano solo le società.
Ma cosa ' l'edilizia convezionata :

Per edilizia convenzionata si intende una forma di edilizia pubblica che prevede diverse modalità di accordo tra il Privato e il Pubblico. Gli accordi tra costruttori privati ed enti pubblici sono intesi a soddisfare l’esigenza abitativa di determinate fasce sociali individuate principalmente in base ai parametri del reddito.
L’edilizia convenzionata non va confusa né con l’edilizia sovvenzionata, né con quella agevolata. In particolare, l’edilizia convenzionata a uso residenziale prevede sostanzialmente l’accordo tra cooperative di operatori edili privati ed i comuni per contenere i costi relativi all’acquisto di un’abitazione da parte dei meno abbienti; infatti, in cambio dell’aiuto fornito dall’ente Pubblico, il costruttore si impegna a vendere la proprietà immobiliare a famiglie bisognose.

I vincoli dell’edilizia convenzionata

Come si è accennato, anche l’acquirente deve rientrare in determinati parametri e sottostare a dei vincoli quali:
  • l’obbligo di residenza nel comune dell’abitazione convenzionata acquistata;
  • il divieto di possedere altre proprietà immobiliari nella provincia e nei territori confinanti di riferimento;
  • il divieto di vendere o affittare l’abitazione per un determinato periodo di tempo e comunque non prima dei cinque anni;
  • nell’eventualità di vendita o affitto allo scadere dei termini previsti, l’abitazione potrà essere venduta o affittata entro i termini previsti dalla convenzione stessa e a prezzi inferiori o uguali a quelli di mercato (salvo eccezioni relative a opere di miglioria)

Quali sono i vantaggi per gli imprenditori ?
Quello di risparmaire un botta di denaro in costo di costruzione . Un vero ladrocinio o furto alle casse comunali.

Cosa ha fatto il comune ?

NIENTE

Ma qualcuno a mai verificato che la legge fosse rispettata a Policoro ?
Possiamo dire con certezza di NO , che siamo di fronte a una colossale TRUFFA di milioni di euro , grazie anche a molteplici complicità a cominciare dai notai.

Non solo Imprese , ma anche cooperative finte gestite da imprenditori , un sistema semplice collaudato , vere rapine per fare profitti illegalmente.

Infatti come nel caso dell'Eden Casa il presidente della cooperativa era anche titolare dell'impresa
che costruiva le abitazioni dei soci , in pieno conflitto di interessi , con case vendute non a prezzo convenzionato , come prevede la legge ma a prezzo di Mercato.

Le autorità giudiziare di fronte a queste evidenti truffe cosa ha Fatto.....

Poco , Poco e ancora poco

Il comune , e il il rivoluziionario Leone , l'uomo che aveva promesso la lotta alle illegalità cosa hanno fatto ?
Niente Niente e ancora Niente
anzi siamo alla finta edilizia residenziale comunale …....ci siamo superati..... lui ormai è oltre
Continua..............

p.s Per il degrado segnaliamo all'ufficio tecnico che va Pulito lo spiazzale del Palaercole e i marciapiedi di via Salvo D'Acquisto in abbandono da mesi , e sovraaaaaafollato da serpenti...Ferrara se ci sei batti un colpo

mercoledì 17 giugno 2015

Degrado ancora Degrado , da percorso vita a pericolo per la vita. Via Belvedere compiuto il secondo Miracolo

Ferrara cons. com. delega Manutenzione
Siamo a numeri stratoferici , ieri il servizio di Jonica TV , sulla P.zza Eraclea ha toccato i 5000 visitatori , e siamo solo alla prima giornata , punte di 8000 visitatori invece hanno toccato i servizi sia sulle condizione dei giardini murati che sulla madonina. Oggi continuami a parlare delle condizioni di degrado in cui è lasciata la città , e di qualche miracolo.

Il percorso vita sul lungomare di Policoro , luogo che doveva essere di svago e sport , proprio a all'insegna dell'attività fisica , oggi è nel totale abbandono , e come evidenzia il filmato , pieno di insidie , altro che vita. Tombini rotti , erbacce , serpenti , attrezzature ridotti a cumulo di materiale da discarica. Mai nessuno ha pensato il minimo intervento di Manutenzione , e parliamo di turismo.

La verità , come confermano anche i dati della camera di commercio , i turisti da Policoro continuano a scappare , e ne ripaleremo. Infatti Policoro nel metapontino è il fanalino di coda in termini di presenze turistiche .

Il primo valore che attirà il turismo non è il volume alto delle nottate agostane , ma il decoro urbano , la godibilità del contesto urbano e naturalistico , ma questi concetti sono estranei all'amministrazione delle chiacchiere . 

Noi seguiremo questa questione , del ripristino del percorso vita , perché il permanere della situazione di degrado compromettere l'immagine della città , anche per il futuro . 

Ma alla notizia cattiva , anche questa volta vogliamo dare la buona notizia , dopo la nostra denuncia insieme a jonica TV , abbiamo fatto il secondo miracolo , quello del ripristino del parco della Madonna di Medjugorie tra via Belvedere e Largo Mulino , il luogo è stato reso decoroso , lo dovrebbe essere sempre , speriamo non non rivedere quelle scene (V, Video)